  31/05/2008 12:34 |
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A Milano una mostra propone 350 ritratti in bianco e nero scattati, dal 1930 al 1959, da Arturo Ghergo, a quei tempi il fotografo delle star per antonomasia. Scopri chi era e come ha cambiato l'immagine della donna e delle celebrità in Italia
Sappiamo tutti che la glamour photography non è nata oggi né ieri, e neppure negli anni '80. Ma come e quando è nata in Italia? La risposta ti aspetta a Milano, presso Palazzo Reale, dove è ospitata la mostra “Arturo Ghergo. L'immagine della bellezza” dedicata a uno dei più importanti fotografi italiani del XX secolo, che giunto a Roma nel 1929, ben presto diventò il miglior fotografo della capitale. Grazie a lui nuovi modelli estetici furono divulgati a partire dagli anni Trenta. L'immagine della donna, infatti, abbandonò il cliché matronale e familiare dell'Italia più conservatrice, per entrare in un mondo ideale, dove la celebrità del momento era avvolta da un'aurea che segnava una distanza insormontabile fra la diva-divinità e il pubblico che la ammirava. Tra le sue muse c'erano Alida Valli, Sofia Loren, Ingrid Bergman, Gina Lollobrigida, Silvana Mangano, Silva Koscina e Silvana Pampanini. Mentre Ghergo proponeva la sua idea di donna, in quegli anni oltreoceano la fotografia era considerata il mezzo principale per diffondere il divismo cinematografico al di fuori del grande schermo, quindi attraverso i rotocalchi. Ghergo che pure immortalava grandi attori come Vittorio Gassman, Massimo Girotti e Amedeo Nazzari non si limitò ai divi del cinema, ma estese il suo sguardo alla famiglia Agnelli, a Pietro Badoglio ad Alcide De Gasperi e ad altre personalità di spicco dell'epoca. E riuscì a rendere immortale ogni volto, grazie a una tecnica di ripresa e di successiva manipolazione delle immagini bene illustrata da queste 350 fotografie, scattate tra il 1930 e il 1959. La mostra prosegue fino al 29 giugno presso Palazzo Reale a Milano. L'ingresso è gratuito.
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