A Felicio

Tralci d’edera, intrecciati con campanule violette, tenere margheritine e grappoletti di mimose, adagiati sul drappo, bianco come la soffice nuvola che ricopre il tuo cielo che a breve diverrà stellato, eternamente, a proteggere il tuo infinito spazio segreto, inaccessibile, celato ad occhi estranei, sontuosa dimora nell’ingannevole mutevolezza del tempo e dello spazio. Ostinata, la civetta sosta sul piedistallo e richiama gli uccelletti che arrivano per cantare in coro e si dispongono formando una coroncina sul capo del cherubino, reggente una coppa sbordante una cascata di fiori violetti e profumati e mazzolini di ciliegine, rosse come il nastrino che porti al collo. Ed io siedo sulla panca vicina, tra le folte siepi, i cespugli di bosso e le alte e protettive spalliere di oleandri multicolori, incredula, senza te, lo scoiattolo accanto mi osserva triste, rigirando tra le zampette un frutto colto che sembra offrirmi, il verde intorno ti circonda maestosamente, i tuoi amici fedeli son qui, tristi, composti, silenziosi per sentire i miei pensieri ad alta voce con te, e vorrei….vorrei insufflarti un respiro, un soffio di vita mentre mi chino in un abbraccio rassicurante alle tue mura….e mi sembra di sentire il tuo cuore stanco che batte, ora lento, ora veloce, presagio per me della tua luce nella mia notte. E viaggeranno veloci e distanti le nubi minacciose, e cadrà soltanto una delicata pioggerellina, silenziosa come petali di rosa, a nutrire i verdi prati macchiati dal rosso dei papaveri e dal bianco delle margheritine, fiori di campo che guarderò con i tuoi occhi che mi hanno trasmesso il dono dell’incanto della vita.

Lilli Lupin