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Vedola sindaco del mondo

Ultimo Aggiornamento: 10/02/2006 01:37
07/02/2006 10:40
 
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Vendola come Zapatero. In Puglia stessi diritti per famiglie e unioni di fatto
di Valentina Petrini

Famiglie e coppie di fatto. Il prossimo 6 febbraio la giunta pugliese del presidente Vendola approverà in via definitiva la nuova legge sulla famiglia. Titolo della proposta: Sistema integrato di servizi per la dignità ed il benessere delle donne e degli uomini di Puglia. Si tratta della prima legge regionale in Italia che estende i diritti finora previsti solo per la famiglia in senso tradizionale a ogni altro tipo di unione. Il che significa assistenza sociale a chiunque si definisca coppia, famiglia, unione. Finora solo singoli comuni, per esempio quelli toscani, avevano introdotto dei registri per le unioni di fatto.

La legge sulla famiglia della Regione Puglia garantirà, se sarà approvata, assistenza e sostegno a tutti. Parliamo di eterosessuali e omosessuali, di famiglie plurime o monoparentali, italiane e straniere.

«Spero che quella del 6 febbraio sia una data conclusiva. Il dibattito su questo disegno di legge dura ormai da troppo tempo e la Puglia ha bisogno di cambiamento». L’assessore alla Solidarietà della Regione Puglia, Elena Gentile (Ds), autrice della proposta che conferma il carattere sperimentale dell’amministrazione Vendola, si dice fiduciosa sull’esito che avrà la questione.

«Oggi il dibattito politico si sta avvitando su questioni terminologiche –ha commentato l’assessore alla Solidarietà all’Unità on line.- Noi parliamo di famiglie non perché pretendiamo che la Chiesa riconosca le unioni di fatto. Non è un ambito che ci riguarda e non vogliamo mettere in discussione l'ideologia cattolica. Ognuno deve fare il suo mestiere e il nostro è quello di ridurre la marginalità e le problematiche sociali. Quindi non ci interessa che la famiglia sia costituita da un uomo e una donna sposati legalmente; per noi anche una coppia che sceglie di convivere è una famiglia, un uomo solo o una donna sola sono famiglia, due anziani dello stesso sesso che scelgono di vivere insieme la vecchiaia sono una famiglia, figli orfani o, perché no?, coppie straniere regolari che vivono e lavorano nelle nostre città, sono famiglie. Per noi tutte queste unioni meritano uguali opportunità».

Così, dopo le polemiche che nelle ultime settimane hanno travolto l’articolo 22 del testo presentato in giunta da Elena Gentile, dove si dava la definizione di famiglia, giovedì il presidente Vendola rilancia e avverte: «Andremo avanti perché non si possono considerare cittadini di serie B tutti coloro che fanno scelte di vita non tradizionali».

La Puglia sceglie così una strada che l’Unione si è impegnata a intraprendere se vincerà le prossime elezioni. Nelle ultime settimane, però, non sono mancate le polemiche. Prima quelle della Cei pugliese (Conferenza episcopale italiana) per la quale la legge è solo un primo passo verso i Pacs; poi quelle giunte dalla Margherita, alleata di governo, contraria alla parificazione tra coppie di fatto e famiglie tradizionali, anche se si parla solo di accesso al diritto alla casa e all'assistenzia in generale per tutti.

L’alzata di scudi dell’alleato di centro ha imposto, quindi, una revisione del disegno di legge, perchè fosse chiaro nel testo che la famiglia tradizionale è comunque distinta dalle altre unioni. Nei giorni scorsi l’assessore Gentile ha, quindi, riproposto l’articolo 22 (in cui si da la definizione di famiglia) con una nuova formula con cui si legalizza l'estensione dei servizi sociali previsti per le famiglie alle coppie di fatto etero e omosessuali ma in modo più soft.

Nella prima formula dell’articolo, infatti, il nucleo familiare era presentato «quale insieme di persone legate rispettivamente da vincoli di matrimonio, affinità, adozione, tutela e da altri vincoli affettivi». Dopo una lunga trattativa la Margherita è riuscita ad ottenere che si distinguesse la famiglia al «singolare» dagli altri nuclei legati da parentela.

Arriva così la versione definitiva dell’articolo 22 che a questo punto dovrebbe mettere d’accordo un pò tutti. «La nostra non è la legge sui Pacs –spiega la Gentile- è una sorta di Testo Unico che mette insieme diverse politiche sociali e poi non dimentichiamoci che esiste un decreto legge del 1989 (232/89) che riconosce già le famiglie anagrafiche».

Estensione dei diritti a tutti e approccio laico della classe politica, è ciò che rivendica oggi la giunta Vendola nei confronti dei richiami morali della Cei e di una parte della politica.

«Io mi auguro che i vescovi pugliesi capiscano lo spirito di questa legge. Quanto alla cittadinanza sono certa che approverà quanto stiamo per fare. E poi –aggiunge l'assessore- la mia proposta nasce da un percorso di ascolto tra la gente. Per questo andiamo avanti».

Dignità e diritti approdano così in Puglia con largo anticipo rispetto al resto d’Italia.

Cosa cambierà? Un esempio per tutti: le politiche per l’accesso alla casa. Oggi molti sono esclusi dall’opportunità di avere un alloggio pubblico perché semplici conviventi o magari coppie immigrate o omosessuali. «Ci rendiamo conto di quanto sia ingiusto escludere unioni dal diritto alla casa? E poi pensiamo per esempio all’immigrazione: con questa legge una famiglia straniera potrà alloggiare nell’edilizia pubblica insieme alle famiglie del posto. Quale modo migliore per respingere al mittente la politica dei ghetti e favorire così anche l’integrazione».

da L'unità
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