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Olive e Olio di Sicilia

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Nata per correre

Ultimo Aggiornamento: 23/10/2009 19:20
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28/04/2008 12:38
 
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Sono nata di mattina presto. Quel giorno mi sentivo forte, felice, impetuosa e viva. Da quanto ho capito, era primavera.

In quell'istante, quell'istante che ha in sè qualcosa di veramente magico, quell'istante in cui un cavallo compie il suo primo salto atterrando leggero sulla paglia, non c'era solo la mamma a vedermi. Sì, lei c'era, ed era lei il centro del mondo, ovviamente. Ha cominciato subito ad accarezzarmi con cura con la lingua, e a riempirmi di quei baci di cui neanche un cavallo adulto si può scordare... ma tutt'intorno c'erano anche tantissimi umani: bianchi, verdi, blu. Non potevo saperlo, ma ero in un ospedale.

Io invece ero nera. Nera, nerissima, come la mamma, e come lei avevo una stella bianca sulla fronte. "Bella" è stata la prima parola umana che ho sentito. La seconda è stata "Sirya". Erano i miei due nomi. Ma anche i nomi della mamma.

Umani o no, sapevo che c'era una cosa importantissima che dovevo fare. Dovevo alzarmi! L'istinto me lo diceva. Avevo fame e alzandomi avrei trovato da mangiare, ne ero sicura. E, in piedi, avrei potuto seguire la mamma. Quindi ho cominciato a guardarmi le zampe, quei lunghissimi trampoli sui quali dovevo prima possibile imparare a stare in equilibrio. Ho cominciato a puntarli a terra e compiendo ogni volta sforzi incredibili, frutto della mia inesauribile forza di volontà, cercavo di usarli come leva per tirarmi su, esattamente come fa ogni puledro appena nato. E esattamente come ogni puledro appena nato, ho fatto delle grandissime e rovinose cadute.

No; non proprio come tutti i puledri. A un certo punto una voce dentro, una voce che non potevo soffocare, mi mandò nel panico. Io non sarei riuscita ad alzarmi. Cominciavo ad averne la certezza, le articolazioni mi facevano tanto male, la mamma era preoccupata; gli umani sono venuti tutti dentro. Non volevo che mi toccassero! ma poi ho capito che volevano aiutarmi a tirarmi su. Più volte ci sono riusciti... ma le zampe mi facevano troppo male, io mi sentivo pesante, tanto pesante, e cadevo!

Non mi sono alzata. Giorno dopo giorno, i dolori si facevano sempre più forti. Sempre più forte si faceva la voce che era dentro di me. "Qualcosa non va, qualcosa non va!!!!" diceva. Io mi ribellavo! No, io ero forte, più forte del dolore, mi dovevo alzare!!! Ma non ce la facevo mai.

Mi sono dovuta abituare alla presenza degli umani bianchi, verdi e blu. Andavano dalla mamma e le prendevano qualcosa che poi davano a me in una scodella. Loro il cibo lo chiamavano: "latte" e io lo bevevo. Sapevo che mi avrebbe dato la forza di alzarmi. Era tutto un incubo: il dolore alle zampe, gli umani, tutto. Quando mi sarei svegliata mi sarei alzata da sola, forte e sicura, e avrei seguito la mamma, in capo al mondo.

Poi gli umani hanno cominciato a mettermi addosso delle cose che pungevano, a farmi entrare nel corpo liquidi dall'odore strano... loro chiamavano tutto questo: "terapia". Ho dovuto fare tante terapie. Le zampe peggioravano sempre... il dolore mi faceva tremare, le articolazioni si erano gonfiate tantissimo, gli zoccoli e i nodelli erano diventati freddissimi. Sembrava che quelle zampe lunghissime non mi appartenessero più. Era una sensazione orrenda, non so come descriverla... gli umani si occupavano tanto delle mie zampe. Soprattutto i più giovani tra di loro. Avevano tante sostanze puzzolenti con cui mi facevano i massaggi, e quelli erano gli unici momenti in cui provavo sollievo. Avevano anche delle sostanze da mettermi dove c'erano le ferite che si formavano perchè stavo ferma troppo... e poi avevano una sacca che conteneva un liquido molto molto caldo. Quella sacca me la mettevano sulla parte finale delle zampe, dove erano fredde. Quando il liquido si raffreddava, lo cambiavano. Spesso cercavano di farmi alzare... ma io proprio non riuscivo a stare in piedi.

Mi facevano tante carezze. Io ero diffidente, ma presto ho cominciato a volere bene agli umani. Non so per quale motivo, ma stavano cercando di correggere quel qualcosa che in me non andava. Cercavano di farmi alzare perchè da sola non sarei riuscita. Mi volevano bene, credo. Le carezze e i baci lo dimostravano, e la mamma non aveva paura di loro. Mi potevo fidare...

Poi... un giorno, le zampe hanno cominciato a sgonfiarsi, e a farmi meno male. Gli zoccoli sono diventati meno freddi e io ho ricominciato a muoverli... e una volta, una volta che è stata davvero bellissima, gli umani mi hanno messa in piedi e io non sono caduta... le zampe davanti, fasciate, erano tutte curvate in avanti e toccavano terra fino al ginocchio... non doveva essere così, le zampe della mamma toccano terra solo con lo zoccolo e si curvano all'indietro, non in avanti... ma mi muovevo. Cominciavo a fare i primi passi, in mezzo a umani felici. Andavo verso la mamma, ovviamente. E per la prima volta sono riuscita a toccarla e a succhiare il latte da lei.

Da quel giorno sono migliorata tantissimo. Erano tutti fieri di me: la mamma e gli umani. La mamma era felice perchè stavo bene, bella dritta sui quattro zoccoli, con le zampe forti e perfette, come se tutto fosse sempre andato bene, come se davvero le cadute, le "terapie", il gonfiore e il freddo fossero stati solo un incubo. Gli umani erano contenti perchè stavo bene, ma erano anche appagati come se il merito fosse loro, e forse un po' lo era. "Corri, Sirya!!!" mi dicevano, quando qualcuno non credeva che ero guarita. E io correvo. Correvo nel box, e anche fuori, in quel posto che chiamano paddock. Correvo dietro alla mamma. Facevo le capriole, mi buttavo a terra e mi rialzavo subito. "Corri, Sirya!"mi dicevano gli umani che avevano messo a tacere quella brutta voce che avevo dentro, che quando avevo male mi diceva che qualcosa non andava. E io correvo, correvo forte e veloce.

Un giorno, una ragazza è venuta ad accarezzarmi felice e mi ha detto una parola nuova nuova. Mi ha detto "Sirya, presto tornerai a casa". Che cos'era "casa"??? Dov'era??? La mamma mi ha fatto capire che era un bel posto. Se lei ci veniva, ci andavo anche io. Ero felice e correvo il triplo di prima. Così tanto che ho annoiato la mamma!!! ma lei mi sopportava perchè mi voleva bene.

Qualche giorno dopo ho sentito dagli umani altre due parole che non avevo mai sentito prima. La prima parola era "Proprietario". Che cos'era un proprietario?? ne avevo uno?? nessuno mi aveva mai parlato di lui. Era un umano o un cavallo??? un umano credo!!! ho capito dagli umani verdi che parlava di corse, il Proprietario. Parlava di me dunque, io correvo. Gli umani verdi avevano detto al Proprietario, a quanto capivo, che io ero un miracolo, che avevo recuperato l'80 % delle capacità motorie. Sapevo che voleva dire "miracolo", sono io, è il mio terzo nome da quando sono guarita. Il resto non l'ho capito, il linguaggio degli umani è troppo difficile. Ma un'altra cosa avevano detto gli umani al Proprietario: che io potevo essere una buona fattrice. "Fattrice" è la mamma. Lei è una buona fattrice, perchè è una buona mamma. Fattrice in umano significa mamma. Io non pensavo di potere essere una mamma, sentivo che questo Proprietario cominciava a volere troppo, sono sicura di avere ragione perchè gli umani erano tutti preoccupati per me. Ma se il Proprietario voleva un cavallo da corsa, sarebbe stato felice di vedere come correvo. E tutto sarebbe andato a posto!

La seconda parola era "soppressione". Non ho mai capito cosa volesse dire. Ma era una parola triste e cattiva, perchè faceva piangere gli umani che mi avevano aiutata a guarire, e i più giovani come la sentivano venivano da me, mi baciavano piangendo, mi accarezzavano, mi facevano correre. Quella parola mi preoccupava tanto. Una volta da una ragazza ho sentito che la "soppressione" era una cosa che il Proprietario voleva per me. Che aveva pagato per averla. "Pagare" è una cosa che ho sentito tante volte, ma non so che vuol dire. Anche quella ragazza piangeva. Diceva anche che il Proprietario era convinto che non potevo fare le corse. Ma perchè? Perchè non veniva a vedere come correvo?

Ho sentito un umano blu dire che qualcuno doveva trovare il posto per portarmi via... ma nessuno aveva questo posto. Tanto senza la mamma non sarei andata da nessuna parte!!! e poi, io e lei dovevamo andare a casa! Cosa stava succedendo?

Una mattina un'umana bianca, una dei capi che tutti gli altri umani dai tanti colori rispettavano,è entrata nel mio box con una terapia. Sentivo qualcosa di strano nell'aria. Lei piangeva, ma ultimamente tutti gli umani piangevano. E io ero guarita. Non avevo bisogno della terapia, ma se l'umana voleva che la facessi era perchè magari voleva essere sicura che io restassi guarita per tanto tempo, o magari per essere ancora più guarita quando mi avrebbe vista il Proprietario... ma perchè la mamma era tanto agitata? non aveva ancora capito, dopo tutto questo tempo, che le terapie facevano guarire?


L'umana si è avvicinata a me, sempre piangendo. E, tremando, mi ha fatto l'ultima terapia. E' stata una terapia strana... il mio corpo si è fatto improvvisamente pesante, più pesante di quando non riuscivo nemmeno ad alzarmi. Ho sentito un forte bisogno di dormire.


Sono morta di mattina presto. Quel giorno mi sentivo forte, felice, impetuosa e viva. Da quanto ho capito, era ancora primavera.


[SM=x1169439]



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Sesso: Maschile
12/05/2008 13:14
 
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Che storia triste [SM=x1169393] ... Sarà un racconto inventato da te deve essere successo un'infinità di volte [SM=g27992] ... Racconto duro ma reale.

La storia inizia in maniera gioiosa, poi diventa triste, poi di nuovo felice e poi finisce nel modo più triste... [SM=g27992] ...

Poi hai raccontato la storia dal punto di vista ingenuo di un animale che non comprende l'insensibilità e l'egoismo umano.

Complimenti [SM=x1169411] !

"La vera bellezza non si percepisce con gli occhi, ma col cuore"


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Sesso: Femminile
13/05/2008 11:49
 
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[SM=x1169411] Ho visto ora la storia, commento ora.
Complimenti, Akyaky, l'hai narrata splendidamente! [SM=x1169411]
Una storia tristissima [SM=g27999] ...se Akela non avesse scritto che è inventata l'avrei presa per una storia autentica di cui tu sei stata testimone, ma ha comunque ragione nel dire che potrebbe benissimo essere vera, perchè fatti del genere saranno accaduti e accadranno purtroppo spessissimo...

Ti sei immedesimata molto bene nella psicologia "ingenua" (dal punto di vista umano!) di un animaletto, che fa scaturire un certo tipo di osservazioni che in realtà dovrebbero quanto meno provocare un senso di imbarazzo all'umana genìa...Io ho cercato di fare lo stesso col mio kilometrico racconto di quel cane, ho tentato di metterci lo stesso spirito fortemento critico...no, non critico (termine troppo blando), proprio di feroce accusa! Quasi una dichiarazione di guerra al genere umano...eh sì, estremista, per quanto abbia cercato di stemperare i toni.
Intanto di nuovo complimenti. I tuoi racconti sono sempre toccanti. [SM=x1368070]
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Post: 1.436
Sesso: Femminile
16/06/2008 10:53
 
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Grazie... [SM=g27995]
Sono sempre più assente, sempre più esami... [SM=x1169394] ... rimedierò tra un po' spero. Grazie dei complimenti. Io però ho inventato solamente il nome. E' vero, una parte mi è stata raccontata ma la credo vera. Se non è vera per quella puledrina, è vera per molti altri che ho visto.

Volendo, in un altro racconto potrei dirvi cosa ha fatto, cosa non ha fatto sua madre, le loro madri dopo una scena del genere.

Purtroppo si parla di piccole anime innocenti che valgono molto denaro. Purtroppo si parla di "mercato". Purtroppo... purtroppo per contratto spesso un certificato di morte del puledro entro non so quanto tempo fa ottenere al proprietario il rimborso della monta del maschio, a certi livelli costosissima. Dunque ad un allevatore "conviene".

Non sono tutti così grazie a Dio. Ma non mi occuperò mai di cavalli, sapevo che era un mondo orrendo ma non credevo tanto.

Mi hanno detto che se fosse vissuta "Sirya" non avrebbe avuto una bella vita, nè lunga. Avreabbe avuto, appunto, la vita di un cavallo da corsa.

Ma volete mettere... straci dietro a questi piccolini, metterci l'anima, fare quello che si può, vederli migliorare anche di poco e poi... ucciderli? Sapere che sono morti? prima di vedere un prato... prima di brucare un po' d'erba...

Mi chiedo... perchè non si possa fare obiezione. Vorrei che dicessero "no. qui queste cose non le facciamo". Invece soffrono, ma le fanno. L'unica spiegazione che trovo è che perderebbero molti clienti se facessero così.

No, mai. Cavalli mai.
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Post: 4.085
Sesso: Maschile
15/09/2009 21:27
 
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Adesso che ho rinnovato il sito pensavo anche di aggiungere qualche nuova pagina e se mi dai il permesso aggiungo molto volentieri questo racconto.

"La vera bellezza non si percepisce con gli occhi, ma col cuore"


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Post: 1.436
Sesso: Femminile
23/10/2009 19:20
 
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ma certo :)
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