In questi giorni, un vecchio aficionados di Battisti mi ha scritto chiedendomi un parere su "narciso e dalia e insetto galleggiante". Un'opera d'arte, indubbiamente, e di ciò credo non sussistano dubbi. E il suo eventuale creatore ? La mia scelta è sempre stata sospesa tra due artisti( l'uno del primo Novecento, l'altro della seconda metà )assai differenti tra loro ma straordinariamente importanti per le concezioni rivoluzionarie apportate nel loro specifico: intendo Monet e Duchamp, ovviamente. La teoria di trovarsi di fronte ad un paesaggio acquatico mi sembra fin troppo evidente, il mito di Narciso proviene dall'acqua, come la pulce d'acqua ( insetto galleggiante ) La dalia no, e qui tutto sembra vanificato. Che c'entra questo fiore con l'acqua ? Riflessione: Ahi! è un'esclamazione negativa e inquietante, di rimprovero, di accusa, di sbigottimento, di dolore; non è sintomo di gioia ma di apprensione. E allora abbiamo a che fare con qualcosa che non è affatto piacevole, come potrebbero essere le ninfee di Monet e il suo stagno. Inoltre un pittore che "come pasto rimastica le spente nature morte" deve essere qualcuno che è andato ben oltre il mero significato della parola stessa nell'arte contemporanea:
La Natura morta rimane, anche nell'arte contemporanea, uno dei generi più diffusi. La rappresentazione degli oggetti di ogni giorno cambia con lo sguardo degli occhi dell'osservatore. Senza dubbio furono i Cubisti a stravolgere questo genere: i materiali sono dotati di un particolare potere; oltre a raccontarci la loro storia, provocano in noi seduzione e feticismo. Questo rende gli oggetti autonomi e fa della tela contenitore di un grande racconto. A togliere il carattere di mera rappresentazione alle "nature morte" sarà Duchamp con i suoi ready-made. Il significato criptico degli oggetti è evidenziato attraverso il potere della parola. Se attribuiamo un nome diverso a ciò che vediamo, le cose possono avere un senso del tutto diverso da quello che istintivamente ci suggeriscono. L'irrazionalità confonde l'idea di ciò che siamo abituati a considerare normale...
Ready-made Duchamp
"Un bel poligono al posto della stella
e nel quadrato il tondo andando bene"
Il pentagono stellato è sicuramente la figura geometrica che più di ogni altra rappresenta, all'infinito, la sezione aurea. E' forse per questo motivo che questo fu scelto come simbolo della scuola pitagorica. La scuola dei cubisti, sensibile all'idea dei possibili rapporti matematici applicabili alla pittura e alle possibilità evocatrici delle forme, si riunirono nel gruppo della Sezione d'Oro (dalla regola aurea della geometria) A questo particolare gruppo di ricerca appartengono: Jacques Villon, Francis Picabia, Frantisek Kupka e Marcel Duchamp.
Nudo che scende le scale- Duchamp
"Tu mi risparmi d'essere testimone antico e recente
delle istruzioni lette attentamente"
Come il testamento artistico di Marcel Duchamp, ETANT DONNES ( opera postuma ) la quale venne realizzata solo dopo la sua morte, grazie alle istruzioni e ai particolari che lui lasciò nei minimi dettagli per l'allestimento. Lasciò perfino i materiali per la costruzione: una vecchia porta di legno, mattoni, velluto, legno, cuoio teso su una struttura di metallo, ramoscelli, alluminio, ferro, vetro plexigas, linoleum, cotone, luci elettriche, lampada a gas, motore ecc... L'aspetto interattivo è una delle caratteristiche più importanti dell'arte postmoderna, in cui il fruitore dell'arte partecipa attivamente al compimento dell' arte, che non stà più solo nel contemplare un quadro o una scultura, ma di partecipazione attiva.
"Non un tasto in comune, non un percorso,
passando per bi e ci dalla a alla di.
non un cablaggio, non una connessione"
Capolavoro nel capolavoro, sono le istruzioni di montaggio che lasciò ai posteri, una sorta di biglietto lasciato prima di non-partire. Dobbiamo a Jean Francois Lyotard il merito di aver ricostruito il proscenio dell'opera. Venne installata ed esposta, e tutt'ora visibile al pubblico, al MUSEO DELL'ARTE DI PHILADELPHIA. "
La chute d'eau "( cascata - chiusa d'acqua ) "
Le gaz d'éclairage " ( il gas illuminante ) Un assemblaggio di alta ingegneria, ossia un diorama per sbirciare delle immagini: una vecchia porta di legno massiccio consunta, fa da entrata ad un vano, che a sua volta, fa da appendice ad un'altra stanza con una specie di finestra. Al di là dell'apertura del muro, distesa su un mucchio di ramoscelli una donna nuda, desessualizzata e con le gambe divaricate, regge con un braccio una piccola lampada a gas accesa, mentre sullo sfondo illuminato da una luce tremula, si delinea una visione esatta e reale di un suggestivo paesaggio naturalistico. La donna è priva del volto, così come è nascosto gran parte del corpo, tanto da sembrare mutilata. Un' allegoria della natura, sempre violentata nella sua intimità ma sempre vergine e generatrice di vita...
"E supplicante l'immagine è morente
narciso e dalia e insetto galleggiante"
Ma in questi ultimi anni si è fatta strada una nuova ipotesi: alcuni critici suggeriscono che la celebre opera di Duchamp, preparata in gran segreto dal 1947 al 1968, fosse stata ispirata direttamente dal caso della Dalia Nera. In un sontuoso articolo, Jonathan Wallis svela numerose analogie fra Black Dalia e Etant Donnés, prima fra tutte fra la posizione dei due corpi. Le dalie sono dei fiori particolarissimi amati molto dallo stesso Monet e dallo scrittore Gohete, ma Dalia è anche un nome di donna abbastanza diffuso. La più celebre ( anche se le fu assegnato come nomignolo ) è quello di Elizabeth Ann Short, nata nel Massachusetts nel 1924 e trovata morta in maniera al tempo stesso orrenda e inesplicabile il 15 Gennaio del 1947 a Los Angeles in California. Il suo corpo, completamente dissanguato e orribilmente sezionato,venne ritrovato in un campo e il suo ancora oggi è il caso più sconcertante del nostro secolo, uno dei casi di cronaca nera su cui si è maggiormente indagato, con grande dispendio di energie e notevolissimo impegno, senza però giungere ad alcun risultato. E' passata alla storia con il nome di Dalia Nera, probabilmente dovuto alla sua abitudine di vestirsi sempre di nero e alla sua passione per il film " la Dalia Azzurra". Un caso di omicidio rimasto irrisolto, cui si sono ispirati, fra gli altri, il regista Brian De Palma, lo scrittore noir James Ellroy, Marilyn Manson con alcuni suoi quadri, etc...)
Etant donnés - Duchamp
Ahi! C'è qualcosa che cade
e una cosa sta su.
Narciso innamorandosi della sua immagine riflessa nell'acqua, cadendovi andò incontro alla morte. Il mito racconta la vicenda di Narciso, splendido fanciullo che ama soltanto se stesso, dalla nascita fino alla trasformazione-metamorfosi in fiore, al ritorno alla natura, alla madre. E' il ciclo mitico della nascita e della morte. Fatto molto inquietante, ora tutti i versi finali di TUBINGA, iniziano con la ben nota inquietante esclamazione"ahi".
( fin quando si è piccoli, quando il bambino ancora non sa parlare, ma già in grado di emettere suoni, non dice ahi, ma piange; eppure nella fase di lallazione spesso il bambino emette proprio lo stesso suono, solo che ovviamente non lo sa "usare", cioè non sa che al significante "ahi" è associato il significato "che dolore, mi sono fatto male...")
Ahi!
C'è del chiaro e del bruno c'è,
c'è una chiusa cosa in sé
fa un rumore un po' tacito.
Sembrerebbe il sussurro dell'acqua.
L'effetto visivo risulta talmente reale da sembrare vero, un insieme che conferisce ritmo ai movimenti, dando origine ad una massa di forme di grande effetto visivo. Ma il flusso d'acqua in realtà non esiste in quanto simulato...
Ahi!
C'è qualcosa che odora,
una profumo non ha.
Il profumo dei fiori rappresenta la più elevata e sublime emozione umana. La folta vegetazione senza il suo inebriante profumo o il gas illuminante della lanterna, rappresentano l'altra faccia della medaglia, in quanto assolutamente inodori e impalpabili ( La logica dei contrari sembra ricondurre al pensiero hegeliano: gli opposti esistono solo grazie a se stessi. La vita sta nel divenire di questi opposti: se non ci fosse lotta tra gli opposti non ci sarebbe divenire )
Ahi!
C'è del grande e del piccolo.
Una c'è fintantocché ce n'è un'altra che mormora.
Sembrerebbe il sussurro dell'acqua.
Guardare attraverso il buco della serratura e non toccare, tantomeno girare dietro la cosa ( l'apparizione ) impedisce al visitatore di scoprire la messa in scena. Dietro le fessure di questa porta c'è il segreto della vita, basta non entrare, però... Alchemicamente parlando, la vita scorre in una cascata d'acqua, in un fiore , nell'erba, nelle nuvole, davanti ad un paesaggio agreste. Rimane solo un profondo sconcerto per questo corpo femminile disteso e inanime...
Ahi!
C'è qualcosa che chiude,
una schiude, una resta dov'è;
c'èdell'asciutto e dell'umido
nelle cose, cosicché piatte l'une altre ripide.
Sembrerebbe il sussurro dell'acqua.
L'emblema del mistero: questa vetrina rivestita di stratagemmi, permette di rendere omaggio all'apparenza, là, dove finzione, illusione e sconforto, si ritrovano. Un'opera per certi versi di cattivo gusto; un manichino da réclame può turbare l'anima, sebbene il fruitore sia perfettamente conscio di trovarsi davanti ad un macchinario costruttore di scenari realistici.. E' l'inscatolamento della consistenza dell'insignificanza, a cui Duchamp lavorò segretamente per vent'anni...
Un'idea mi assale: e se tutte queste elucubrazioni sull'ultimo lavoro di Battisti ( Hegel ) compiute a riguardo della
E che campeggia in bella vista sulla copertina, non fosse altro la lettera iniziale, inevitabilmente maiuscola, di
Etant donnés ? Ai posteri la sentenza definitiva ...
Il vate galante