Swansea City e Lanerossi Vicenza.
Comunque Fiki il nick Infamone non deriva dalla mia gobbitudine è una storia molto + lunga che deriva da questo (per una migliore comprensione una volta il mio nick era And):
IL BARMAN
Avevo dimenticato il sapore di tutto questo. E’ come tornare a casa e provare le piccole, semplici emozioni di sempre. Insomma: Preziosi che si appella alla Costituzione. Maffei con la barba lunga. Bucci che svela “Al Toro sono il più elegante, ci tengo in modo particolare... Chi veste peggio ? I sudamericani, sempre in jeans e calzini di spugna; ma anche Zola non badava all’abbigliamento e noi a Parma lo sfottevamo…quante risate”. Padre Antonio, confratello e biografo di Padre Pio, ospite del Brogesso – e davanti alle immagini di Crespo che urla di dolore (l’urlo era uno, ma loro lo hanno campionato e fatto durare 4 minuti) (aaaaargh e poi ancora aaaaargh e poi ancora aaaaargh) commenta: “E' terribile perché si tratta di una vita giovane che scorre su quel prato e poi a un certo punto arriva la sofferenza, che dà sempre dolore”. E su tutto questo, l’Inter. Non me ne vogliano i tifosi delle altre squadre, ma obiettivamente al mondo non c’è nulla di simile. Non nel mondo sportivo, perlomeno: nel rock ci sono gli Oasis - tutti lì ad aspettarsi da loro qualcosa di immenso, e poi va sempre a finire in tarantella. Il problema è che questa vena di comicità è contagiosa, e non a caso parecchi cabarettisti sono fedelissimi nerazzurri. Ma tale attitudine gioconda è una corona di spine per i giornalisti di provato fervore bauscia (tanto per non fare nomi: Mirko Graziano della Gazzetta, Fabio Monti del Corriere, e il titanico Paolo Viganò di Tuttosport). Loro si mettono lì con la loro tavolozza, intingono il pennello nella propria mistica ispirazione, e provano a dipingere la loro squadra del cuore con imponenti tratti michelangioleschi. Poi appena si distraggono il loro modello si mette le dita nel naso, si gratta, scivola dallo sgabello e si ribalta. Quando si rialza emette una risata gutturale che alla fine fa simpatia, specie tra le nuove generazioni – ma capite che tutto questo stride con l’immagine solenne che gli interisti vecchio stampo cercano di evocare: Lagrandeinter, gl’annisessanta, Herrera, Suarez, Facchetti e via dicendo. Prendiamo la fuga di Vieri e Di Biagio dal ritiro interista, e la loro estromissione dalla squadra. Fuga “coperta” da una presunta febbriciattola. E prontamente “coperta” da un irriducibile pasdaran della nobiltà nerazzurra: Marco Bernardini di Tuttosport. Il quale, lo stesso giorno in cui si diffondeva la notizia della bravata dei due monelli, affrescava la situazione nel suo articolo: “Vieri le aveva studiate tutte per guarire in fretta e bene: il sole dell’Australia, la talassoterapia nell’Oceano, le corse sulla sabbia in quel Paese tanto lontano e che lui ama da morire. Poi, una volta tornato in Italia, un lavoro da frate trappista: sette ore al giorno di allenamento, con ritmi da metalmeccanico”. (anche lo stipendio è da metalmeccanico, sì?) “Vieri si rigirava nel letto con le gote del viso rosse come una mela del Trentino matura, senza poter prendere sonno”. (Pare la descrizione della peste medievale. Non vi sembra di vederlo lì, al suo capezzale?) “Avrebbe voluto giocare, tornare per riabbracciare i suoi tifosi. Invece si è dovuto accontentare di vedere la partita in televisione, dalla camera da letto della casa dove la sorella Veronica, per cena, gli ha preparato un brodino caldo e due patate lesse”. …Mio Dio, è straziante. Ah, beneamata, come ti amo anch’io… Ma cos’è questo rumore ?
RING ! RING ! (SAREBBE IL TELEFONO)
“Pronto, Barman ! Sono il tuo Premier”. “Non parlo coi cracker”. “Non Premium, imbecille: Premier”. “Uè, Silvio ! Che bella sorpresa. Che si dice ? Hai trovato lavoro ? Ascolta: mio cugino a Treviglio cerca uno che faccia i frullati, ti dò il cellulare…” “Ascolta TU: devi effettuare un cambio tattico”. “Serginho al posto della Cassiera?” “No, devi dare la seconda parte dei risultati del Referendum 2002”. “Ha, volevo già farlo. L’ho anche scritto nel titolo”. “Sì, ma io l’ho anticipato a Galliani, così domani i giornali scrivono che hai fatto ciò che ti ho detto io”. “Aargh ! Mi hai fregato di nuovo”. “Heheh… Ora vai e produci”.
BAREFERENDUM 2002: I RISULTATI (SECONDA PARTE)
Allora, la settimana scorsa abbiamo incoronato: 1) Il gol dell’anno (Zidane in finale di Decempions) 2) L’immagine imbarazzante (Rivaldo morente per una pallonata sul ginocchio) 3) La pubblicità (Gigi Buffon in “Ehi bella”) 4) Il colpo di mercato (Fonseca al Como) 5) La femmina inutile ma decorativa (Elisabetta Canalis) 6) L’esaurito (Fabio Vincente Capello) Ora procediamo senza requie a presentare il Giornalista sportivo più paradossale (perché essermi fatto amico Bernardini non mi basta) Dunque, affrontiamo subito le email che stigmatizzano l’assenza tra i candidati di una prestigiosa firma capitolina. Le può riassumere quella di Nicola C., che scrive: “Farabutto, perché non c’è Franco Melli?” La farò breve: Melli mi è molto simpatico. E siccome qui il Palazzo sono io, soffio a più non posso contro il malefico Vento del Nord. Certo, non posso inventarmi i voti per Elio Corno, che non è ritenuto sufficientemente significativo e raccoglie solo 6 preferenze. Ha fatto peggio di lui un mio personalissimo pallino: Vincenzo Carchidi, direttore de “La Schedina”, ospite fisso del Brogesso, ma purtroppo non ancora noto alle masse (…cosa che non gli nega la preferenza dell’illustre Dionas: “…ecchiccazz’è??? Comunque, lo voto”.. (Silvio, poi riparliamo della tua fiducia nei sondaggi) Pochi raccogliticci voti per Fabrizio Maffei (“e i suoi capelli che ricrescono”, annota Milandra) mentre diversi consensi piovono sull’autorevolissimo commentatore politico Paolo Liguori, ex ideologo di Lotta Continua, ora valletto di Maurizio Mosca (vedi che a Continuare a Lottare, qualcosa ottieni) e sulla matita di Roberto Renga del Messaggero (incidentalmente, la matita è una Staedtler n.2…una n.2 per un n.1). Al di sopra dei loro 8 voti, ecco 13 preferenze per Bisteccone Galeazzi (pensieroni sparsi: “però avevi detto giornalista”, “lo voto solo per l'apparizione a Porta a Porta in compagnia del suo dietologo”, “un classico che non tramonta”, “non è il giornalista più paradossale, è il paradosso più giornalista”, “ritengo il suo doppiomento un chiaro insulto alle leggi della fisica”). Saliamo, ché si comincia a fare sul serio: con 18 voti, l’uomo che ha passato il Rubicone, Javier Xacobelli. Qui, non posso riportare i vostri apprezzamenti sul feretro parlante: siete stati davvero un po’ cattivelli (non capisco perché, tra l’altro) e devo censurarvi. Così imparate la sottile arte della sciabolata morbida (cfr. Piccinini) (secondo il preclaro Diego F., “viene vibrata da una sciabola con lama foderata di peluche”). E la vittoria va alla rivelazione di questa nostra tormentata epoca, Enrico Varriale. Il punchingball di Stadio Sprint riscuote 21 consensi, portando a casa come una medaglia la lapidaria definizione di Lillamelo: “Antipatico come una verruca!!”. La trasmissione tv più straziante Qui, due programmi hanno distrutto la concorrenza. Detto che tutti hanno preso almeno tre voti, da Mai dire domenica a Controcampo, e detto del dignitoso terzo posto di 90mo Minuto, lo scontro di titani ha visto protagonisti Notti mondiali (“ineguagliabile”, “interessante alternativa alla pena di morte. Troppo più crudele, però”) e Guida al campionato (“patetico” “due palle” “straziante” “Che ***ata” “per fortuna lo vedo raramente” “lo sguardo di Pecci: un misto di pena, angoscia e tristezza” “l’apoteosi della minchiata”). E sia lode ai clienti di questo bar, che hanno memoria d’elefante: la Luisona con Notti mondiali porta a casa il 50% dei voti, ottenendo l’autentico trionfo del BAReferendum 2002. Poi dicono che la Rai non miete allori. L’evento calcistico che più vi ha sconcertati “La farsa”. “La schifezza”. “La pagliacciata”. “Il magnamagna”. “La colossale presa per il c.”. Sono tutti vezzeggiativi pescati tra 37 votanti sconcertati dalla massima competizione calcistica del mondo, ovvero il Mondiale. Tenete conto che come per il gol, non erano state date indicazioni per la risposta, il che comporta sempre gran dispersione di voti (e fatica da parte del fesso qui presente: l’anno prossimo, mi evito le risposte libere). Notate altresì che lo sgomento suscitato dalla riuscitissima manifestazione è così tanto che a molti non è bastato esecrarla nelle sezioni dedicate allo Scandalo, la Polemica, l’Immagine Imbarazzante. Forse sono parole dettate dal rancore: in realtà, c’è chi durante i Mondiali si è divertito un sacco. Ad esempio, Seedorf con Milene. Peraltro il Mondiale si porta dietro altre recriminazioni satelliti: “Corea-Turchia finale 3°-4° posto ma come c***o è potuto succedere”, ringhia Baghino. E naturalmente, il Mondiale ci lascia in eredità, figlio degenere di madre civettuola, il Pallone d’Oro a Ronaldo, che ha raccolto una messe di voti. Ma ci sono stati “Eventi” meno ovvi. Ad esempio, “il 7 a Zebina di un mese fa”. O, sempre in tema, “il gol di Zebina contro il Kashima Antlers”. Beh, Zebina non è mai ovvio. Lo scandalo più scandaloso Detto che Carraro e l’arbitraggio di Cesari in Milan-Chievo se la cavano con una lavata di capo ovvero una manciata di voti, possiamo dire che Blatter l’ha fatta franca, e così pure Galliani (la realtà è che non potremmo mai fare a meno di loro). Ha scandalizzato di più, casomai, Caso: i commenti di Mimmo nostro hanno infierito su un Mondiale già agonizzante (…anche se Nocturnoculto si dice scandalizzato “che non abbia ancora trovato una panchina un genio del calcio come lui”). Sul terzo gradino del podio, troviamo la GEA, “o meglio che ci siano ancora tesserati non gestiti dalla GEA” (Dario B.). Al secondo posto, oh sorpresa, troviamo gli arbitraggi di Italia-Corea e Spagna-Corea. E se questi sono secondi, significa che nonostante tutto, a far indignare di più i clienti di questo bar non è stato un affronto al calcio, ma alla civiltà tutta: i capelli di Ronaldo, ovvero quella che Paolokor 64 definisce con grezza efficacia “la voglia di f**a”. Eppure io sono convinto che se McRonald fosse rimasto all’Inter, avremmo visto parecchi tifosi nerazzurri - da Gad Lerner a Marco Civoli - col medesimo sbarazzino taglio di capelli. Il programma tv più straordinario Qui i candidati erano: 1) Lo show che vanta centinaia di imitazioni 2) la coraggiosa trasmissione che difende il calcio 3) la roccaforte dell'indipendenza di pensiero 4) l'isola di libertà al di sopra delle parti 5) Lo show che vanta innumerevoli tentativi di imitazione 6) la coraggiosa trasmissione che difende il calcio 7) il programma dalla parte degli spettatori giunto al 23mo anno. Moltissimi, quasi metà dei votanti, hanno inspiegabilmente risposto “Il Brogesso” (o “Il programma di Biscardi di cui non ricordo il nome”, cfr. Masso) invalidando in questo modo la scheda. In ogni caso, la vittoria de La roccaforte dell'indipendenza di pensiero è stata netta, nonostante la discreta stima raccolta da L'isola di libertà al di sopra delle parti. Da registrare qualche lamentela: “la scelta è stata molto difficile”, scuote la testa LuxPB. “A me piacciono tutti in egual maniera”, fa presente Citrohan. Il BAReddu dell'anno Allora, partiamo dal fallimento: l’intervista a Ligabue(26 luglio). Nemmeno un voto! E dire che le nominations sono state ricavate dal numero di email di complimenti (perché tra voi sicofanti ci sono molte anime carina che me le mandano, sapete). Si vede che all’epoca era piaciuta, ma era estate e non c’era calcio fresco da commentare. Si salvano Emergency BAReddu (29 ottobre) e Intervista esclusiva al Palazzo (12 novembre), ma il pubblico si scalda quando i bersagli sono ben visibili. E quindi, ecco i nove voti per Ultima puntata del Brogesso: "This song for you, this song for me" (10 maggio) (“porto con me la stampata: mi serve per zittire coloro che reputano la mia vita vuota ed insignificante” - Francesco), i dieci voti per “Il Barman dà la scalata a Controcampo” (5 novembre) (”Un gran bel pezzo, proprio come Lucia Blini” – Dario), i 14 voti per “Il Barman arriva inevitabilmente secondo al Fantacalcio” (4 aprile) (“Barmy tienlo da conto che può tornarti utile pure quest'anno” scrive And – infame – lui, chi non glielo dice, chi non glielo scrive sotto forma di graffito sotto casa, chi non glielo scolpisce con un punteruolo sulla macchina, chi non glielo lascia sulla segreteria telefonica, chi non affitta un aereo per scriverglielo con la scia, chi non mette in piedi un balletto classico per esprimere il concetto in stile romantico, chi non dedica il resto della propria esistenza a combattere perché la legge gli imponga di tatuarsi la scritta "infame" sul naso). Ma le vette del 2002 apparentemente sono state “Chi ca**o è Cesare Lanza???” (24 giugno) con 18 voti e il grande vincitore (un po’ annunciato) “L'affare-Ronaldo e l'affare-Seedorf” (2 settembre), 24 preferenze. Ed ora chiudiamo questa cavalcata proclamando L’uomo dell’anno (quanti di voi stanno facendo la battutissima “Ciccio Dell’Anno”?) (ah, macchiette) Ebbene: 1 voto per Hector Cùper 2 voti per Ronaldo (marchio registrato) 6 voti per Karel Poborsky 8 voti per Gigi Del Neri 9 voti per Vratislav Gresko 9 voti per Clarence Seedorf Seedorf (“Senza il minimo dubbio. Anche se nel suo caso non c'è niente di minimo” - cfr. Korlos) 18 voti per Byron Moreno e… 19 voti per Vittorio Cekkigori !!!!! E’ la grande sorpresa di questo BAReferendum, e la prova che non siamo gente che si lascia incantare dai facili trionfi – quanto dai complicati cataclismi. Tant’è vero che concludo con una menzione speciale: Michael Ballack (“…un fenomeno: ha perso lo scudetto all'ultima giornata, la Decempions in finale, la Coppa di Lega tedesca in finale, e pure il Mondiale in finale”, spiega Mark) Bene. Che fatica. Non voglio più saperne di referendum per un annetto. Andate un po’ a farvi benedire.
La mia mente non ha + un cazzo da dirmi.