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Alla Sbarra Tony Pellicano, il re di Hollywood Babilonia

Ultimo Aggiornamento: 11/03/2008 00:32
11/03/2008 00:32
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Alcune telefonate fra Kidman & Cruise svelerebbero il segreto del loro divorzio

ALLA SBARRA TONY PELLICANO, IL RE DI HOLLYWOOD BABILONIA (TUTTI TREMANO)
ALCUNE TELEFONATE FRA NICOLE KIDMAN E TOM CRUISE, REGISTRATE DA TONY,
SVELEREBBERO IL SEGRETO INCONFESSABILE DEL LORO DIVORZIO (CORNA/GAY?)


Nikole Kidman in 'Eyes wide shut' di Stanley Kubrick


Pierangelo Sapegno per La Stampa


Anthony Pellicano

Anthony sta andando alla sbarra. E’ il prigioniero numero 21568/112 del Metropolitan Detention Centre di Los Angeles, con i suoi 108 capi d’accusa, dal ricatto allo spionaggio. Era un re di Hollywood, «Tony il bulldog», e adesso da Tom Cruise a Sylvester Stallone e Michael Jackson hanno tutti un po’ di paura.

Anthony Pellicano faceva l’investigatore privato dei vip, e si muoveva come se si trovasse dentro a un racconto di James Ellroy, con la sua Mercedes nera a due posti per andare al lavoro, i suoi doppiopetti firmati, gli occhiali da sole, le scarpe di vernice e dei maglioncini italiani così soffici da sembrare di burro, e con i suoi modi un po’ bruschi da Mob guy, da ragazzo venuto su dal niente sognando le lezioni della mafia.

I suoi uffici erano sulla Sunset Boulevard. Quando ci arrivarono gli agenti, nel novembre del 2002, seguendo una inchiesta su due reporter minacciati dalla mafia mentre cercavano qualche scandalo sull’attore Steven Seagal, trovarono di tutto in mezzo alla lingerie di super lusso: armi, esplosivi, e una fila di computer con cinquantadue dischetti, novantadue Cd e trentaquattro drive zippati. Ogni file era talmente criptato che ci volevano due giorni per ciascuna registrazione. Dopo averle decodificate, scoprirono che ce n’erano alcune che erano delle bombe.


Nikole Kidman in 'Eyes wide shut' di Stanley Kubrick

Lui ascoltava tutti dal suo ufficio, era questa la sua forza. Il suo sguardo privato è ambiguo e corrosivo, può travolgere tutti. John McTiernan, regista di «Die Hard» e «Caccia a ottobre rosso», è accusato di aver chiesto a Pellicano di intercettare un produttore rivale; il commediografo Chris Rock lo assunse per investigare su un modello che affermava di essere suo figlio; e alcune telefonate fra Nicole Kidman e Tom Cruise, registrate da «Tony», svelerebbero il segreto inconfessabile del loro divorzio (corna o omosessualità?). Per 20 anni, tutto è passato da quell’ufficio. Se qualche vip aveva bisogno di salvarsi, i loro avvocati si rivolgevano a lui: «Ci pensa Tony».

Come aveva fatto Bertram Fields, uno dei più importanti di LA, con una lista di clienti che comprendeva John Travolta e Warren Beatty, capace di miracoli legali, ma famoso anche per versarsi la Diet Coke sui cereali a colazione. La loro collaborazione era fondata sulla reciproca mancanza di scrupoli.

Quando Don Simpson, produttore di «Top Gun», fu accusato per molestie sessuali, Pellicano scoprì che la querelante una volta aveva assoldato uno spogliarellista, e Fields la distrusse in aula. E’ che lui aveva tutto sotto controllo, dal suo ufficio, com’era la Telecom in Italia. «Ci sono persone che adesso faranno qualsiasi cosa perché lui non riveli questi segreti», dice Jacquelyn Mitchard, una amica d’infanzia.


Mike Todd e Liz Taylor

Anthony è un duro cresciuto nel mito della mafia e dei Soprano. Viene da Cicero, sobborghi di Chicago, espulso da scuola perché aveva fatto a botte. Cominciò a lavorare per un’agenzia che doveva rintracciare i clienti che non pagavano. Era così bravo che si mise in proprio a soli 25 anni. E fece in fretta a diventare famoso perché aveva appena 30 anni quando saccheggiarono la tomba di Mike Todd, il primo marito di Liz Taylor, e dopo una settimana che la polizia non trovava niente, lui fu così bravo da prendere i giornalisti e portarseli direttamente al cadavere, sepolto sotto una coltre di foglie.

Il caso Todd fu il suo passaporto per Hollywood. Fu catapultato dal suo buco di Chicago, da un lavoro da 75 dollari all’ora, al mondo sfavillante ed esclusivo della capitale del cinema, dove i clienti potevano permettersi onorari da mille dollari all’ora.

Farrah Fawcett lo ingaggiò quando ebbe questioni con il suo ex boy friend. Stevie Wonder lo usò per avere informazioni su una fidanzata. I legali di Michael Jackson si rivolsero a lui nel 1993 per scoprire i retroscena della famiglia di Jordie Chandler, il ragazzo di 13 anni che lo accusava di abusi sessuali.


Sylvester Stallone con l'ex moglie Brigitte Nielsen

Nel regno del cinema, era diventato l’uomo dei segreti delle star. Quando non lo cercavano, era lui a cercare loro, e magari successe con Sylvester Stallone (uno dei più spiati) e altri, forse per ricattarli, come sostiene l’accusa. Appena la lista di clienti divenne più esclusiva, Pellicano cominciò a recitare una parte. Gli piaceva fare il padrino, «e aveva un’idea romantica e antica della mafia, un’idea sbagliata. Ma Tony diceva che era nel suo destino», come ha ricordato a Elizabeth Day dell’«Observer» Richard Disabatino, un investigatore privato di Beverly Hills. Mentre il suo matrimonio con Kate andava in crisi, lui si immedesimava sempre di più in questo suo ruolo. «Ci sono state delle volte che egli avrebbe voluto che i bambini gli baciassero la mano come se fosse Dio», raccontò sua moglie.

E’ che mentre faceva le sue inchieste, mentre registrava i loro segreti, i divi di Hollywood lo trattavano come l’amico più caro e come il padrone delle loro vite. «Tony il Bulldog» non riusciva a pensare che poteva finire tutto: è l’errore che fanno sempre i servitori quando credono di fare i padroni.

Disabatino racconta che una volta in un ristorante ordinò della minerale Evian. Il cameriere arrivò con l’Acqua Panna, e lui lo insultò come un cane: «Io ho ordinato dell’Evian, you fucking moron! Perché mi porti questa, chi te l’ha chiesta?». Venne il caposala richiamato dalla scenata. Il cameriere andò via a testa bassa e ritornò dopo con l’acqua giusta. Anthony questa volta gli rifilò 50 dollari di mancia: «Non farlo più», gli disse.

E questo guardava incredulo tutti quei soldi e non riusciva a capire. Pellicano andò fuori dal ristorante respirando l’aria della sera e gonfiando il petto, mentre si stringeva i bottoni della giacca. Sorrise all’amico, guardando le stelle: «E’ bello essere un re, non trovi?»

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