C’è qualcosa di nuovo su Marte. Sul suolo del Pianeta Rosso, colta dalla sonda Spirit che come Opportunity gira dal 2004 per raccogliere più informazioni possibili sul paesaggio marziano, è stata immortalata un’immagine che ricorda una figura umana.
Qualsiasi cosa sia, un gioco di luci, una formazione geologica, un’illusione ottica, la sagoma ha attirato l’attenzione e la curiosità di tutti gli ufologi del mondo.
Un lavoro certosino
Un gruppo di astronomi amatoriali ha isolato una parte di immagine delle foto panoramiche scattate dal rover e, dopo un lavoro certosino pixel per pixel, ha individuato la figura umana che ha scatenato la fantasia e la speranza di tutti quelli che credono in una vita extraterrestre. Dalla Nasa però non arriva nessun commento.
Clicca in basso a sinistra per vedere il punto in cui hanno trovato l'omino marziano.
Rocce, luce e... suggestione
Suggestiva lo è davvero questa leggiadra figura che sembra muoversi tra le rocce rosse. Ma gli scienziati, che in questi giorni vengono interrogati dal mondo dei media in merito alla foto, negano – sogghignando benevoli come si fa con i bambini - che possa essere una persona.
Marte, in un passato remoto, era attraversata da oceani e fiumi come attestano molte strutture tipiche lasciate dall'erosione. Adesso l'unica acqua è intrappolata sotto forma di ghiaccio nel terreno e probabilmente anche ai Poli. Ma di omini verde neanche a parlarne. Si tratta solo di un gioco di luci e ombre e... suggestione.
Faccione famoso
Non è la prima volta che il suolo marziano “prende forma umana”. Il famoso viso ripreso dalla sonda Viking 1 nel 1976 ha affascinato per trent’anni dando il via a un’infinità di ipotesi. Tra le più famose quella che vedeva il volto come una testimonianza di una civiltà di un passato extraterrestre. Idea che ha ispirato il regista Brian de Palma che ne fece un film Mission to Mars del 2000. Solo pochi anni fa gli scienziati hanno dimostrato con una serie di immagini ad alta risoluzione che il viso marziano era solo il risultato di un gioco di luci e ombre.
Nella foto del 1976 si vede il volto ripreso dalla Viking 1.
Sorriso da Marte
Ma allora perché vediamo ovunque visi e figure antropomorfe, come dimostrato anche nello speciale Alla faccia delle pietre o da questa immagine di un cratere sorridente di Marte quando nelle rocce o nelle nuvole potremmo scorgere anche animali o oggetti? Perché il volto umano è quella parte di realtà che vediamo più frequentemente durante la nostra vita e il cervello umano ha sviluppato la capacità di individuare gli elementi che formano un viso in tempi rapidissimi, abilità, secondo gli studiosi, evolutasi con l’uomo stesso. Lo sanno bene anche gli astronomi che per dare il soprannome a nebulose e costellazione hanno sempre trovato forme antropomorfe e zoomorfe. Vai alla fotogallery Fantasie nebulose e riconosci volti e oggetti impressi nelle stelle.
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