Pirografia
L'arte della pirografia (dal greco pyr=fuoco e grafo=scrivo-disegno) è molto antica, la si trova persino nelle decorazioni delle piroghe. Avviene effettuando delle bruciature, essenzialmente su legno, su cuoio o sughero. L'Incisione a fuoco avviene mediante una penna con punta terminale riscaldata da una resistenza elettrica alimentata da un trasformatore di corrente a 12 volt (pirografo). La pressione della punta sul legno e il tempo di permanenza determinano la marcatura dell'incisione.
Prima dell'avvento dell'elettricità, nel XX secolo, si usavano, per pirografare, soprattutto ferri arroventati sul fuoco. Oggi si utilizza un apposito strumento, il pirografo, alimentato a corrente elettrica. In cima al pirografo è collegata un piccola cannuccia sulla quale si inserisce una punta intercambiabile munita di filamento che, arroventandosi, brucia ed incide il legno. Nei negozi per hobbisti è possibile trovare una vasta gamma di oggetti in legno (cornici, vassoi, scatole di varie dimensioni, piatti, ciotole etc.) che possono essere facilmente pirografati e utilizzati per fare un regalo personalizzato e originale.
Esiste in natura una grande varietà di legno adatto alla pirografia. La scelta del legno dipende dell'uso che si farà dell'oggetto, del risultato che si vuole ottenere e della tecnica che verrà impiegata .
Abete: é un materiale molto bello per le sue venature ma è molto poroso e fragile, difficile da pirografare per l'alternarsi delle parti tenere alle dure.
Acero: bianco, solcato da ondulazioni grigiastre e dure. Consente un lavoro preciso e molto piacevole malgrado la sua durezza.
Agrifoglio: molto duro, compatto, si leviga bene. Richiede un certo impegno ma da ottimi risultati.
Bosso: molto duro, pesante, color giallo pallido. Dà ottimi risultati ma è molto costoso.
Carpino: legno bianco, duro di difficile lavorazione a causa della direzione irregolare delle sue fibre.
Castagno: facile da lavorare ma poco resistente.
Ciliegio: grigio rossastro, con venature brune, si lavora facilemente, si leviga bene ma è soggetto a incurvarsi.
Corniolo: bianco, molto duro.
Faggio: è difficile da levigare perchè duro e si spacca facilmente. Consente però una pirografia molto precisa.
Frassino: molto adatto per la pirografia.
Limone: giallo chiaro, acquista una lucentezza molto bella ed è di facilissima lavorazione.
Mogano: scuro e duro, non consente di realizzare opere particolarmente contrastate e quindi di qualità discreta dal punto di vista cromatico.
Noce: giallo caldo, permette lavori di precisione ma molto costoso.
Pioppo: facile da pirografare perchè tenero e di ottimo rendimento cromatico.
Platano: di grana fine, si leviga molto bene, non si sforma. E' bruno e meno duro del faggio.
Quercia: E' assai difficile da lavorare a causa della sua durezza e della sua venatura.
Tiglio: ha una grana fine, di color giallo delicato, molto adatta per lavori a punto.Ottimo per la pirografia.
Sono adatti per essere pirografati anche i compensati e gli agglomerati (come il Prespan) poichè di facile lavorazione.
Il cuoio richiede un po' più di lavorazione dal momento che la decorazione bruciata nel cuoio risulta inizialmente nera e che deve essere manipolata per poter essere trasformata nella bella patina che è caratteristica delle decorazioni su cuoio. Dopo una energica spazzolata per eliminare la crosta che si è prodotta a seguito della bruciatura prodotta dal pirografo, i segni incavati possono essere anche colorati stendendo un leggero strato di colore vinilico su tutta la superficie.
di Carlo Rossi
www.carlorossi.it
Flavia Vizzari - http://artevizzari.altervista.org