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I Cieli Infuocati di Gillighan

Ultimo Aggiornamento: 28/03/2008 11:47
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01/03/2008 12:46

Siamo nell’anno xxxx ...isola di Gillighan (oggi Sicilia) villaggio marittimo di PANORMUS (oggi città di Palermo).

Era primavera e nella stupenda valle della conca d’oro i mandorli erano in fiore, dappertutto un intenso profumo di limoni e aranci, simbolo della rinascita della natura, si spandeva riempiendo l’animo della gente di buon umore.
La principessa Panarea stava innaffiando i fiori della sua terrazza nel palazzo reale, mentre il suo promesso sposo Turis, il principe di Clatonia (oggi Catania) la guardava da lontano più innamorato che mai, i suoi occhi neri e i suoi capelli accarezzati dal vento al mattino, lo lasciavano estasiato; intanto un menestrello a cavallo, suonando di tanto in tanto un tamburo annunciava:
“SENTITE,SENTITE,SENTITE O GENTE… DOMANI IN OCCASIONE DELLA FESTA DEL GINESTRO, SI SVOLGERANNO LE SOLITE CORSE DI CAVALLI, SI RACCOMANDANO GLI SPETTATORI DI STARE DIETRO LE TRANSENNE, SIETE AVVISATI... CHI SI FARA’ MALE, SI FARA’ MALE PER CONTO SUO”.
All’indomani, si svolse la festa coi consueti canti folkloristici d'inaugurazione, il pubblico era accorso numeroso, l’ora delle gare ippiche si avvicinava e la gente era sempre piu’ in ansia innervosita anche da uno strano sole piu’ caldo del solito clima primaverile; arrivo’ il momento tanto atteso e l’incitamento delle genti si faceva molto assordante …improvvisamente tutti ammutolirono sorpresi da un'ombra che piano piano copriva il sole... era in corso un eclisse.
Passato qualche secondo, comparvero allineati alla partenza i cavalli… FARFALLINA,
MANGIAROSPI, SCORRIBANDE, CICCIOPANZA, BIFARARO E MINISTRO, questi erano i loro nomi da battaglia.
Dopo qualche secondo di assoluto silenzio, insopportabile, si sentì finalmente il rintocco della CAMPANA DEL GINESTRO che diede il via alla gara.
Un gran polverone si alzo’, intanto il sole era stato completamente “eclissato”, nessuno si accorse che un fantino, stranamente, cominciava a sudare freddo pronunciando parole incomprensibili, finché ogni resistenza fu vana. Venne completamente “posseduto” da ELAZEKYEL il re degli inferi, che era riuscito dopo infiniti anni, in occasione dell’eclisse, a “trasmigrare”, poiché da tempo immemore bramava di conquistare l’isola.
D'un tratto... con lo stupore di tutti, MINISTRO, il cavallo più anziano del gruppo che era rimasto ultimo, spronato in maniera molto diversa, passò in testa al gruppo e in men che non si dica, tagliò il traguardo vincendo.
Come premio, il vincitore (Kalogerus) venne invitato alla festa da ballo a palazzo reale quella stessa sera.
Egli si presentò al palazzo vestito di un’eleganza invidiabile, la sua aura malefica lo faceva apparire bello come un dio greco, tanto che nel salone del ricevimento subito le dame di compagnia si attorniarono a lui incantate e ammaliate da simile adone.
Parlando con Dorianea, la dama preferita di corte, scoprì che un’antica leggenda ruotava intorno alla figlia del re, e ne rimase alquanto incuriosito, ma nessuno a quanto sembrava era al corrente di un qualche dettaglio su quelle dicerie.
Da una balconata che si affacciava sul salone, furono annunciate le imminenti nozze, dopodiché la principessa fece comparsa accompagnata dagli sceltissimi armigeri reali; il re del male notò un porta fortuna, che vagamente ricordava un fiore di mandorlo fatto con rocce di montagna e coralli marini, al collo della donna, poi la musica diede il via alle danze e Kalogerus non perse tempo a invitare la futura sposa a ballare, che si accorse quasi subito dello sguardo magnetico che proferiva dai bulbi oculari dell'uomo e senti una fitta violenta al cuore, ma accettò per etichetta l’invito.
Mentre volteggiavano in un valzer, ormai entrati in confidenza, il malvagio la invitò a prendere una boccata d’aria, sotto un manto di stelle, intanto sentiva prepotentemente uno sconosciuto sentimento via via farsi strada nel suo cuore…

Ma facciamo un passo indietro, poiché mi è d’obbligo farvi conoscere le origini …

Frutto dell’amore dei due regnanti, questa fanciulla baciata dal destino, venne chiamata così per volere della regina ATREYA in onore all’isolotto di Panarea dove i monarchi si trovavano in villeggiatura al momento del parto.
Crebbe in pace e armonia con tutto e tutti, rivelandosi una ragazza dolce, sensibile ma sveglia e sempre sicura di ciò che faceva; tutti si meravigliavano di come ella anche col divieto del re COSIMOR 3o, imparò l’arte di cappa e spada alla perfezione, grazie a GERLANDO, capitano dei TRIFIDI, la valorosa armata reale.
La notte del suo 18esimo compleanno, una soave figura le apparve in sogno... fù così che si trovò a comunicare con la fata SIRUNDA, che le rivelò alcuni frammenti di una sua probabile vita futura.
“Mia cara, il mondo si troverà in subbuglio, potrebbe cadere preda delle tenebre in eterno, poiché il seme dell’incomprensione ottenebra le menti, gli uomini illusi dagli inganni di un malvagio re del terrore, potrebbero perdersi per le oscure vie dell’oblio... prendi questo magico amuleto e portalo sempre con te, ti aiuterà a sviluppare le tue interiori capacità sconosciute”
Detto ciò la fata sparì e la principessa si svegliò restando stupefatta nel vedere al suo collo l’HOLYHARGON, l’amuleto che la fata gli aveva donato.

...usciti all’aperto, dopo una passeggiata, i due si fermarono nelle vicinanze della fontana ARETUSA, situata al centro di piazza POLITEAMA, gli spruzzi d’acqua illuminati dai raggi lunari offrivano uno spettacolo indescrivibile agli occhi dei passanti.
Mentre, nella mente, lui si chiedeva cosa mai fossero quella moltitudine di emozioni mai provate che sentiva sempre piu’ prepotentemente, la donna gli sussurrò che si faceva tardi e si avviarono verso il palazzo reale, ma all’ultimo tratto si fermarono...
"Io ti amo, ti ho sempre amata, la vita non avrebbe senso per me ora che ho capito cos’è l’amore, non potrei farne a meno, l’ho sempre cercato e in te l’ho trovato,
mia dolce ninfa...”
Ma subito lei rispose:
"il mio cuore è indissolubilmente legato al principe di Clatonia e in questi giorni convoleremo all’altare…".
Allorche’ il malvagio le rivelò chi era realmente, promettendole l’eterna giovinezza e il mondo intero ai loro voleri... ma in quel mentre si udirono da lontano grida e rumori, presagio di un imminente sventura.
NEREO intanto che, dalla sua postazione di guardia sulla torre sud–est, aveva scorto ciò che stava succedendo, immediatamente suonò il corno dando l’allarme.
L’armata del GRIFONE MARITTIMO, guidata dal generale ALFEO, e la squadra dei TRIFIDI, capitanata da GERLANDO, scesero in campo, inconsapevoli che un nuovo elemento si era nascostamente unito alle truppe; fu una battaglia memorabile, ormai i MORI erano quasi sul punto di sconfiggere i nostri, allorché dopo un incessante combattimento di asce e spade il loro capo Hassan Hammar venne letteralmente decapitato nello scontro… il resto degli invasori si diede alla fuga precipitosamente. Rientrati nei loro alloggi, nelle stanze sottostanti i locali dei monarchi, tutti festeggiarono il nuovo arrivato, i capitani delle due armate complimentandosi con quell’uomo che aveva sconfitto il gigante moro, scoprirono che era Kalogerus…

Passati alcuni giorni, essendosi sparse in fretta le voci di quanto successo quella sera, ormai in tutti i villaggi confinanti, la sua fama ben presto si allargò a macchia d’olio.
Gli uomini aizzati e traviati dalle forze del male una notte attaccarono il palazzo reale e commisero una carneficina, solo la principessa miracolosamente si salvò grazie al sacrificio del re.
Attraverso lunghissimi cunicoli che passavano nel sottosuolo, ella raggiunse la dimora segreta di MONTE PELLEGRINO, che sovrastava Panormus.
Il malefico, ormai aveva rivelato la sua vera natura e indole. Cercato che ebbe per giorni e notti la donna tanto ambita, si recò a Clatonia, ove fece strage dei regnanti del luogo, ma anche qui qualcosa sfuggì ai suoi diabolici piani di conquista, non fu trovato il principe Turis.
Per vendicarsi di tale affronto si alzò in volo sopra la città grazie alle ali delle tenebre e scaricò un enorme globo infuocato che penetrando all’interno della montagna diede vita al vulcano che è presente ancora oggi... l'ETNA. Dopo un boato immane, una fiumana di lava e lapilli incandescenti cominciò a scendere inesorabile in direzione delle abitazioni. Poi si spinse in volo fino al villaggio di Zanclae (oggi città di Messina) dove lasciò sullo stretto confine diviso da pochi km di mare come perenne guardiano il mostruoso CARIDDI, demone della voracità infinita, capace di bere immense quantità d’acqua con tutto ciò che vi passava in quel mentre, navi e uomini compresi.
Intanto a Monte Pellegrino...

Dove avevano trovato rifugio Panarea e Turis, arrivarono dopo qualche giorno le tremende notizie; la principessa in un momento di sconforto, cominciò a girovagare tra le rupi del monte finché incuriosita da una strana caverna che emanava una tenue luce rosastra, vi entrò. Dopo aver fatto alcuni passi, trovò una stanza illuminata da qualche torcia dove un nutrito gruppo di uomini incappucciati pregava inginocchiato ai piedi d’una statua raffigurante una donna.
Accortisi dell’intrusa la invitarono gentilmente a pregare.
“Chi siete? E cosa fate qui?” chiese subito impaurita
“Siamo i BEATI PAOLI, i monaci guardiani del tempietto di Santa Rosalia, colei che tantissimi anni fa liberò Panormus dal flagello della peste. Non dovrai temere nulla da noi, in quanto sapevamo già da tempo remoto del tuo arrivo qui tra noi, unisciti alla nostra preghiera”.
Nel frattempo il malefico Elazakyel, irato come non mai, continuava a girovagare in volo per tutta l’isola di Gillighan, quando ormai stanco e giacché si stava facendo notte, si posò sulla cima del MONTE YATO confinante col Monte Pellegrino, nei pressi del paesino di YAYTAS, trovò rifugio in una locanda, mangiò, bevve e andò a dormire.
Svegliatosi al mattino presto, decise di andare a fare una passeggiata nella centrale via SKANDERBERG; conobbe una donna somigliante in tutto e per tutto a colei che gli aveva stregato il cuore, il suo nome era NAUSIACA, donna dai grandi principii e sani valori, conosciutissima in paese per aver ricevuto il dono della profezia da VISNÙ il dio della clemenza poiché la dea Afrodite un giorno la rese cieca perchè ella aveva visto il dio EROS nudo mentre faceva un bagno nel vicino laghetto NACAMARANA…
Recitando l’antica formula dell’ipnosi, la fece cadere in un profondo sonno e la rapì, si recò in volo con la donna nella favolosa valle del Belice, nei pressi della cittadella di Ifigenia (oggi città di Agrigento). Svegliatasi Nausiaca capì che non era più al suo paese.
“Sapevo che colui che vorrebbe sottomettere il mondo, buttandolo nel caos e in balia ai peggiori e bestiali istinti peccaminosi, un giorno sarebbe arrivato per sottomettermi ai suoi voleri, ma sappi che non sarò mai disponibile a te e alle tue efferatezze!"

Odaharne ed Eracle rispettivamente padre e figlio, campioni di lotta greco romana e feudatari del luogo, per caso trovatisi a passare da li, capendo che la donna versava in gravi pericoli, intervennero. Il malefico vistosi messo a mal partito, trasformò la donna in SCILLAH, una gigantesca e possente aquila bicefala, che uccise subito i due, e distrusse gran parte dei templi e teatri greci che erano nelle vicinanze…
I monaci ora avevano un nuovo membro che pregava per la pace del mondo. Mentre recitava, Panarea andava a ritroso con la memoria, ai momenti felici che aveva vissuto coi suoi genitori, alle nutrici che la crebbero nel rispetto delle discipline reali, a Gerlando che considerava un fratello maggiore... le lacrime le scendevano coma acqua dalla sorgente, finché qualcuna non bagnò prima l’Holyhargon e poi la statua di Santa Rosalia. Un bagliore accecante all’improvviso si levò nella cappella, poi la statua si sgretolò in mille pezzi…
Dopo che sparì la coltre di polvere che i detriti avevano generato, apparve alla vista di tutti una fiammante e scintillante “armatura”, la donna come "guidata" da un essere astratto l’indossò e recatasi fuori pronunciò:
“SACRA CATENA ROSALICA, CHE MELKART RIVIVA”.
Immediatamente si verificò una mutazione, l’armatura si fuse con lei, entrando in simbiosi, e diventando alta il triplo di quanto era prima...

Turis recatosi a Clatonia per assistere ai funerali dei suoi genitori, quasi arrivato a destinazione, venne attaccato dal demoniaco Zordak rimasto di guardia in quei luoghi. Per sfuggire a morte certa il principe entrò tra le rovine della chiesa di SANT’AGATA, patrona dellà città, calandosi nelle catacombe dei frati pero’ si smarrì...
Percorreva a passi lenti e regolari un lungo tunnel immerso in un’oscurità densa e fitta. Poteva scorgere un chiarore pallido e freddo in fondo ad esso, ma ai suoi occhi stanchi e confusi l’uscita sembrava irraggiungibile. L’aria era viziata, pregna di un odore simile a muffa marcita e carica di umidità appesantita da un calore soffocante. Il suono dei suoi passi era sovrastato da una vibrazione bassa e sorda, che cresceva in intensità man mano che proseguiva il suo cammino, sino a trasformarsi in un mugolio angosciante. Stranamente non era né infastidito né spaventato da quel suono lugubre e funereo, che sembrava ingigantire e rendere minaccioso quel luogo sommerso dalle tenebre…lo trovava stranamente familiare e nostalgico, come l’eco di un lontano richiamo da tempo perduto.
Improvvisamente il mugolio, fino a quel momento costante, si interruppe per lasciare spazio al vuoto e al silenzio. Si fermò allarmato e tese l’orecchio guardingo spostando lo sguardo da un lato all’altro delle pareti del tunnel, appena delineate nella penombra in cui si trovava immerso.
Vuoto, silenzio... no, si sbagliava. Quel posto non era vuoto e il silenzio non era assoluto... un frenetico e impercettibile frusciare si avvicinava alle sue spalle. Si voltò di scatto, coi sensi affinati e ingigantiti da una potente sensazione di allarme, a scrutare le ombre alle sue spalle. Il fruscio si era fermato, ma era certo di aver visto un movimento alla sua destra, a poco più di 10 metri. Restò ancora per qualche secondo immobile e teso a sondare l’oscurità, poi si voltò e ricominciò il suo cammino a passo più spedito, adesso, non voleva restare in quell'antro tenebroso un minuto di più! Ma dopo pochi metri sentì di nuovo il fruscio farsi più vicino, mescolato adesso ad attutiti passi accellerati e sentiva un respirare sommesso e affannoso, come qualcuno che avesse il fiato corto nel cercare di raggiungerlo.
Scattò e cominciò a correre a perdifiato, voltandosi una sola volta per scorgere una sagoma lunga e deforme di un essere simile a un uomo e tanto gli bastò per raddoppiare i suoi sforzi nella fuga. Il cuore gli pompava furiosamente in gola per lo sforzo e il terrore, non doveva farsi prendere o l'avrebbe ucciso! La luce fredda e pallida dell’uscita gli veniva incontro con una lentezza esasperante, ma quella era davvero poi l’uscita? O era l’ingresso per qualche altro luogo?
Il sudore gli inondò gli occhi appannandogli la vista, un sapore amaro e metallico gli impastò la bocca e un primordiale urlo di orrore gli pressava in gola. Si sentì sfiorare il collo da dita sottili e gelide e un suono simile a un sospiro languido sfuggì dalle labbra della creatura che lo aveva quasi raggiunto. L’uscita era ancora lontana…non ce l’avrebbe mai fatta!
Improvvisamente inciampò in qualcosa di grosso disteso a terra e cadde in avanti battendo malamente ginocchia e braccia. Si rigirò su se stesso rassegnato ormai alla sua inevitabile morte e vide in cosa era inciampato: il cadavere, forse di un bambino, in decomposizione.
L'urlo di terrore e disgusto finora trattenuto uscì dal suo petto in un gracchiare strozzato, mentre colui che lo aveva inseguito stava in piedi di fronte a lui e singhiozzava risate stridule e compiaciute. La creatura si abbassò e lo afferrò per il colletto, sollevandolo da terra completamente, lasciando il ragazzo coi piedi penzoloni.
Riusciva a sentire l’alito corrotto e putrescente dell’essere mostruoso e quello fu troppo per lui, non voleva morire così! Il giovane cominciò a dimenarsi e a urlare furiosamente, suscitando la macabra e sadica ilarità della creatura che derideva i suoi inutili sforzi.
Fu allora che una parete del tunnel franò e apparve annunciata da una bianca e tenue luce la statua di Sant’Agata. Il mostro restò stupefatto da tale prodigio e il ragazzo approfittandone subito riuscì a liberarsi, prese la spada che la statua portava con se e con un solo fendente uccise la bestia diabolica…

Uscito dal tunnel, una grande armata di guerrieri lo stava aspettando, erano i CAVALIERI DELL’ORDINE MARTINIANO, che lo salutarono subito.
Egli restò molto colpito nel vedere apparire il capitano ORLANDO, detto il furioso, in sella a un cavallo bianco, armato di armi lucenti, vestito del manto rosso da dignitario, con un falcone appollaiato sulla mano sinistra. Sul copricapo una mezzaluna d’argento riluccicava nella penombra della sera.
“Messere, purtroppo tanti giorni sono passati dall’ultima volta che Clatonia risplendeva di felicità, come forse saprete, gravi perdite e tanti lutti ci hanno colpito, il male generato dal caos imperversa ovunque… vogliate seguirci nel territorio di ERICE dove i vostri cari riposano in pace, so che volete dare loro l’estremo saluto, accettate di buon grado che la nostra cavalleria pesante vi protegga lungo il tragitto, ve ne prego, è l’ultima promessa che feci al mio re in punto di morte”
Il viaggio si rivelò tranquillo, quasi monotono, la tristezza regnava sovrana nel cuore del principe, ma ad un tratto furono assaliti dai TROLLZ di ENEYOR, che in quelle terre ormai faceva da padrone schiavizzando la popolazione.
Lo scontro si rivelò molto duro e impari, i demoni sovrastavano di gran numero i nostri, tanti caddero sul campo di battaglia. Quando tutto sembrava perso, una figura alta e scintillante apparì, accompagnata dai “LANCIERI DI SIRACUSA”. Ad un'impressionante velocità si sbarazzarono dei nemici, poi lo strano figuro cosi com’era apparso sparì. Qualcuno spiegò che quell’essere era MELKART, lo spirito della vendetta.
Arrivati finalmente al cimitero, Turis chiese di voler restare solo qualche minuto davanti le tombe dei suoi cari; mentre inginocchiato pregava, un tremore scosse la terra, si allontanò di qualche passo stupefatto e terrorizzato nel vedere emergere dal sottosuolo la STELE DI ANCHISE ! Ne aveva sentito parlare da piccolo nelle sere d’inverno, davanti al camino acceso dai suoi nonni, e i miti su di essa si tramandavano dalla notte dei tempi...
Molto cautamente si avvicinò ad essa e girò quella che gli sembrò una chiave. Aprendosi quasi immediatamente la stele, rivelò un'antichissima vestizione fatta di un materiale sconosciuto, animandosi da sola, si posò sul suo corpo. Ora BHEDGES lo spirito della giustizia era tornato a nuova vita!

Una maestosa nave carica di spezie e mercanzie, comandata da lord Andrew, stava per puro caso attraversando la culla del Mediterraneo ovvero lo stretto limite marittimo tra Gillighan e lesania, l’altro confine. Era diretta in Spagna, ma il mostruoso CARIDDI apparve nel bel mezzo dei flutti; spalancando a dismisura la bocca cominciò a ingurgitare acqua intenzionato a “mangiare” la nave con annesso equipaggio e carico, i malcapitati e disperati marinai pregavano perchè Dio avesse pietà di loro.
Come in un sogno, la fata SIRUNDA a bordo di un cocchio tirato da sette cavalli arrivò lì inaspettatamente e gettò nell'acqua tre sassi che scaturirono subito, frapponendo tra l’apocalittica bestia e la nave, un castello di cristallo, riuscendo ad ingannarlo.
Illuso dal movimento dei castelli aerei, credendo di approdare sugli scogli della terraferma, in realtà naufragò tra le braccia della fata, che lo lasciò cadere violentemente, cosicchè la nave ebbe modo di allontanarsi velocemente, poi la fata raggiunse il rifugio segreto di Monte Pellegrino e chiamò “magicamente” qualcuno. Dopo qualche minuto Bhedges e Melkart si presentarono lì.
“Voi antichi guerrrieri elementali siete l’ultima speranza per il mondo, trovate la fonte del male e ricacciatela da dove è arrivata ma fate presto il suo "potere" si espande sempre più e tra poco aprirà definitivamente il mondo dell’aldilà”.

I due spiriti, cominciarono la ricerca ma l’impresa si rivelava molto complicata, dove poteva essersi rifugiato e soprattutto in che forma egli era presente?
Mentre tali domande assillavano le menti dei paladini, in volo sul territorio della piana della Zisa, vicino la città di ENEA (oggi Enna) strani malesseri assalirono loro, l’ombra nera di SCILLAH l’aquila bicefala li copriva, con qualche artigliata furono letteralmente sbattuti sul suolo, dove CARIDDI più furioso che mai li aspettava.
Ripresisi dal tremendo impatto, si trovarono a fronteggiare i mostri che non persero tempo a dar loro filo da torcere. Scillah svolazzando sopra le loro teste e attaccandoli di tanto in tanto quasi impediva la vista, mentre CARIDDI in tale modo con tremendi calci e pugni seguiti dai suoi orridi grugniti, riusciva facilmente a colpirli. Non c’era verso di contrattaccare, non riuscivano neanche a pensare che tecnica usare.
Mentre il diabolico ELAZEKYIEL da lontano seguiva la scena sul campo di battaglia e sghignazzando già pregustava la vittoria:
“Il mondo è mioooooooo”, urlò a squarciagola esaltato dagli eventi.
Ma come si sa il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. Un enorme MAMMUTH affiorato dal nulla, caricò i mostri abbattendone uno con la sua mole impressionante, il volatile infernale però calandogli addosso gli artigli, gli cavò gli occhi. Approfittando di quella frazione di tempo, i guerrieri elementali ferirono gravemente l’aquila a colpi di mazze ferrate e la ridussero a mal partito lasciandola agonizzante.
Lo stupore era immane in coloro che assistettero a tale cruento spettacolo, il mammuth morendo era ritornato alla sua forma originaria, rivelando le spoglie della fata SIRUNDA, e i due mostri diabolici, ormai liberi dell’incantesimo malvagio, stavano riacquistando i loro veri volti, apparivano sempre più chiare le fisionomie facciali di…. NAUSIACA E JHOSEPH i fratelli provenienti da Yaytas.

Il re degli inferi, ormai sconvolto dalla rabbia e sempre più incapace di controllare le sue malvage ambizioni, disse:
"BELZEBÙ, RHAXE, SPIRITI DELLE TENEBRE UNITEVI A MEEEEEE".
Una tempesta di pioggia, saette, tuoni e fulimini iniziò, poi divenuto d’altezza e fattura smisurate andò allo sbaraglio, vomitando fuoco dalla bocca, e lanciando con quelle che sembravano mani, strani raggi neri, colpiva all’impazzata.
Melkart e Bhedges, cercando di confondergli le idee, cominciarono a corrergli intorno velocemente, illudendosi che non facendo capire chi era l’uno e chi l’altro sarebbero riusciti a... ma vennero abbattuti facilmente senza pietà. Quasi sul punto di ricevere il colpo di grazia... fu allora che il "miracolo"...
Le nubi furono squarciate da un grande bagliore che accecò momentaneamente quell’essere…
Era SANTA ROSALIA che allo stesso tempo infuse nuove energie ai “cavalieri elementali” …
L’imprevisto era in agguato, SCILLAH E CARIDDI avendo riacquisito le loro coscenze umane, con le ultime forze si pararono a difesa dei nostri, che senza perdere tempo, lanciandosi in aria e formando la SACRA CROCE ROSALICA, sparirono nel nulla !!!!!

ELAZEKYEL si guardava in giro senza scorgere minima traccia alcuna… poi, passato qualche attimo, terrorizzato come mai, scorse ciò che sempre aveva temuto…
BEYOLDER l’invincibile guerriero di Gillighan, era davanti a lui!!!!!!
“Se non temi le forze del bene combatti!”
Uno scontro immane iniziò, protraendosi per giorni e notti, alla fine il malvagio fu ferito dalla SCIMITARRA DELLA VENDETTA ma egli era un essere immortale, il divino cavaliere lo “crocifisse", poi finita la sua “sacra missione” si scisse dalla sua forma.
Quando ciò che rimaneva di Elazakyel, aprì gli occhi, scorse la principessa Panarea che si stava prendendo cura delle sue ferite!
“Perchè lo fai ?” chiese.
“O tu piccolo granello di sabbia, come puoi concepire l’amore universale che alberga in ogni essere vivente? Finche sarai come un bambino che crede di poter svuotare il mare con un secchiello… solo gli inferi, luoghi di tenebre e sofferenza eterna ti accoglieranno!”, rispose lei.
Rinunciando alla sua natura malvagia, ormai vinto da quel nobile sentimento, si tramutò in uno spirito elementale.
Sprofondando sottoterra fermò il cataclisma che stava facendo inabissare l’isola, posizionò la testa sotto il vulcano e con un soffio spense l’ETNA, allungò il braccio destro e con la mano creò nuove fondamenta alla città di ZANCLAE (Messina) e con la mano sinistra sostenne il sottosuolo di LILIBEO ( Trapani), con le gambe saldò PANORMUS alla terraferma prima che il mare la inghiottisse, infine divenne un tutt’uno con GILLIGHAN pietrificandosi in eterno.
Clatonia in poco tempo fu ricostruita e nel centro della città fu posizionata una grande statua raffigurante un maestoso elefante in onore al sacrificio della fata Sirunda (ancora oggi vige a Catania tale statua). TURIS E PANAREA si sposarono, eletti dal popolo nuovi monarchi, ribattezzarono l’isola di Gillighan dandogli il definitivo nome di SICILIA onorando cosi la memoria di Nausiaca-Scillah, presero residenza ai piedi del Monte Yato, ove fu seppellito Joseph-Cariddi natio della vicina cittadella di Yaytas che era andata distrutta irreparabilmente, fondarono li nello stupendo contesto della Conca d'Oro, un paese a memoria di lui, nominandolo SAN GIUSEPPE DEI MIRTILLI (oggi attualmente SAN GIUSEPPE JATO!), frutto che crescendo spontaneamente, abbondava in quella zona e vissero felici e contenti...

DIETRO LE QUINTE DEL RACCONTO



tempio di Afrodite
yajtas
[IMG] l’agora’
casa a peristilio
kalogerus
[URL=http://img144.imageshack.us/img144/1684/kalogerusij1.jpg[/IMG]
[IMG]http://img144.imageshack.us/img144/1684/ka...rusij1.jpg[/IMG] monte pellegrino
piazza politeama palermo
santa rosalia

veduta di san giuseppe jato
monte jato
Palermo conca d'oro

SANTA ROSALIA
questa in sintesi la storia di una ricchissima e nobile fanciulla palermitana di origini normanne, Rosalia Sinibaldi, nata nel 1130 e, ancor giovane, morta nel 1166 nella grotta situata sulle alture di Monte Pellegrino ove oggi si erge il santuario e ove, probabilmente, furono trovati i suoi resti.
Rosalia si era ritirata sul monte, presumibilmente da monaca, per condurre una vita da eremita, rinunciando alla ricchezza ed agli agi della nobiltà normanna.
Da allora nessuno mai seppe la fine di questa nobile fanciulla.
Dopo secoli, nel 1624, mentre a Palermo infieriva la peste che decimava il popolo, lo spirito di Rosalia appare in sogno prima ad una malata di peste, poi ad un cacciatore. A quest'ultimo Rosalia indicò la strada per ritrovare i suoi resti ossei, e chiese di portarli in processione per la città.
Così fu fatto: ove passavano i resti della Santa i malati guarivano e si univano alla processione, liberando totalmente la città in pochi giorni dall'orribile morbo !
Da allora la processione si ripete ogni anno con il fine di proseguire nei secoli il rituale di liberazione dai mali che affliggono l'umanità.

Agrigento- Tempio della Concordia
il mostruoso Cariddi
statua elefante di Catania
santuario di santa rosalia
Kalogerus versione Elazakyel
vulcano Etna di notte
Etna di giorno
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Grado 6
02/03/2008 21:43



E' tutto molto bello e significativo...
Però la prossima volta magari spezza la storia dal "dietro le quinte"
La storia la scrivi in un topic e poi, in risposta al tuo topic, aggiungi il "dietro le quinte"
se no risulta tutto troppo ravvicinato, invece è bene staccare la narrazione dal progetto!!!

Complimenti comunque!!!
[SM=g27811]



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Grado 6
17/03/2008 10:19

non avevo mai visto una storia con i retroscena! bello!!



10° classificata a dicembre 2023
9° classificata a Maggio 2023
6° classificata a Marzo 2023

Migliore posizione nella TOP10 2023:
6° classificata a Gennaio 2023

Se pensi di non potercela fare, non ce la farai mai. Anche se si tratta di una cosa facilissima. E questo vale per ogni cosa. (Oh mia Dea).


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27/03/2008 20:17

Re:
=Ereandil=, 02/03/2008 21.43:



E' tutto molto bello e significativo...
Però la prossima volta magari spezza la storia dal "dietro le quinte"
La storia la scrivi in un topic e poi, in risposta al tuo topic, aggiungi il "dietro le quinte"
se no risulta tutto troppo ravvicinato, invece è bene staccare la narrazione dal progetto!!!

Complimenti comunque!!!
[SM=g27811]







be' ma non credo cambi molto, il dietro le quinte arriva dopo la fine del racconto ,non vedo che differenza possa fare.

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Grado Massimo!
27/03/2008 20:22

Potrebbe servire per dividere bene racconto da dietro le quinte...come colpo d'okkio ...tutto qui;)



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UTENTE Topmanga
Grado 6
28/03/2008 11:47



Quoto C@ty [SM=g27817] E' solo questione di "ordine" se vogliamo chiamarlo così...

Mi piace quello che hai fatto e l'hai fatto bene, ma staccarlo risulta più "ordinato"
che da più l'idea di "organizzazione" su come hai preso immagini e storia.

Infondo non costa nulla, no? E poi il mio è solo un consiglio, sei liberissimo di fare come credi
[SM=g27822]



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