vedete gli occhi che ascoltano
si sgranano come bimbi incantati
al racconto delle alici e di cio che erano,
delle lampare che scivolano tra le stelle cadute
che lasciarono le sorelle in cielo,
per giochi fatui, per ingordigia,
a voler essere più belle e grandi ,
a volte ci si rimette.
udite ,udite
mentre si cullano le barche
che fan la scia insieme all'onda,
la luna
occhieggia
e forse ineggia
per aver vinto la sua battaglia,
ma è lei
che tante volte si nasconde,
e fà l'offesa,
e non osserva,
e non si mostra.
mentre le lucciole di mare,
malgrado la biblica punizione,
conservano l'istinto di vezzose,
e si danno,
e permettono,
solo per piacere,
a rete andare,
come si vede,
non comandate,
ma sempre offerte.
e luccicano creando un mare d'argento.
rotolando giocose.
ma non si scordano
di essere state scacciate
in un esilio
tra stranieri,
e teneramente
come sorelle lor si riuniscono,
in difesa come una palla.
a chi mi ascolta
vien
la gran voglia di stare a galla,
su quella culla.
e sul nel cielo
sola la paciosa.
lei ci ripensa,
e và sul ciglio,
a tentar
di far meno lucente quello splendore,
a palla piena come il fratello del giorno.
è francesco
che mi racconta,
di ciò che metto sul taccuino
e sulla penna,
che inventa tutta la vita
nella fatica della giornata,
di poter vincere quella partita