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Vampiri energetici

Ultimo Aggiornamento: 23/09/2008 20:52
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Sesso: Maschile
Non so come partire nello spiegare quello che voglio.
Anche perchè arrivo da una notte di lavoro, e dovrei riposare.
Il discorso nasce quando ti accorgi che il parassitaggio energetico non avviene solo tra entità aliene e umani, ma tra gli stessi umani.
Da quanto ho potuto ahimè sperimentare, esistono molte persone che subiscono influssi od influenze esterne, persino non addotte.
Vengono manipolate per poter abbassare energeticamente l'addotto (che poi rimane il vero obbiettivo) allo scopo di poter fare breccia.
Personalmente, mi sono accorto di questo tipo di vampiraggio da tempo, ed inizio anche a vederne le strategie.
La maggior parte delle volte le persone che ti vampirizzano, lo fanno inconsapevolmente, e possono essere anche amanti, parenti, amici intimi, fino ad arrivare al capoufficio.
Forse si è già parlato di questo, ma volevo ribadire il discorso, per il fatto che noto che risulta rilevante nel panorama abduction.
Parlo per esperienze personali e dei pochi che ho avuto la possibilità di parlare approfonditamente del problema.
La strategia principale è all'inizio farti stare bene ed in sincronia con l'interlocutore vampiro.
Poi quando il legame si fa fiducioso ed aperto, i canali energetici si aprono, permettendo uno scambio.
A questo punto, la persona "vampiro", che ricordo è per la maggior parte delle volte inconsapevole, cambia di umore e porta il discorso su un problema od una cosa negativa.
Questo allo scopo di iniziare un drenaggio di energia allo scopo di ristabilire il dialogo ed il bilanciamento.
Se l'addotto non subisce questo, allora si può stare certi che il "vampiro" troverà il modo di avere una arrabbiatura, o nel farti notare un difetto od una responsabilità.
Allo scopo ovviamente di fare sentire il bersaglio sotto critica e possibilmente senso di colpa.
A questo punto l'obbiettivo sarà obbligato a difendersi o comunque a voler ristabilire il rapporto con la persona "vampiro", perchè "andavamo così d'accordo!".
Questo consuma energie ed il diverbio si può prolungare a lungo fino allo sfinimento dell'addotto.
Se il rapporto si incrina comunque, d'un tratto tutto si risolve e l'amicizia o l'armonia si ristabilisce, e l'ingannato bersaglio si sente stanco ma felice di essere riuscito a risolvere la cosa.
A lungo andare il vampiraggio prosegue, portando treni di energia ed indebolendo il poveraccio inconsapevole.
Se la persona si accorge di quello che succede, allora si ha un periodo tranquillo dove tutto sembra andare rose e fiori, fino a quando la persona si lascia andare fiduciosa di nuovo, pronta a subire un altro "attacco", che può essere un problema da risolvere, una critica, una litigata, o magari solo un discorso pessimistico teso a rattristarti.

Da notare c'e' la capacità del vampiro di telefonare, farsi sentire, o comunque disturbare sempre nel momento di ricarica, di felicità, di armonia.
Esempio sei al settimo cielo per un qualche motivo, arriva la chiamata di questo "amico" e ti sventaglia un difficile problema emotivo, che ti rallenta subito ogni entusiasmo lasciandoti a bocca aperta.

Una volta preso coscienza di questo io personalmente ho cercato di fare delle prove, per essere sicuro di quello che percepivo.
Poteva solo essere mia immaginazione... potrei essere paranoico.
Allora ho visualizzato una porta dalla quale fluisce la mia energia, e l'ho chiusa ermeticamente, dicendomi fermamente.
Ora energia non la condivido con nessuno...
Mi sono presentato all'appuntamento con il vampiro tenendo ben in mente questa cosa, ma rimanendo naturale..
Bene... il vampiro mio amico dopo pochi minuti apparentemente senza motivo è andato su tutte le furie, e per di più è finito in uno stato di depressione e carenza (probabile altra strategia).
Quando la situazione ormai era rovente, ho visualizzato la porta che si apriva...
Dopo pochi minuti il rapporto è ritornato tranquillo senza che dicessi niente, e la persona si è trovata carica e tranquilla.
Quando mi sono sentito stanco il vampiro mi ha attaccato di nuovo apparentemente per un motivo futile come per spremere il rimanente.
A questo punto ho detto basta, e me ne sono andato.
La cosa importante è che di solito dopo un drenaggio, chiamiamolo terrestre, arriva l'attacco esterno, con le difese più deboli e la probabilità di venir parassitati molto superiore.

Chi va con lo zoppo comincia a zoppicare...
E poi dicono che i detti sono solo leggende...


Vorrei che andaste incontro al sole e al vento
con la pelle, più che con il vestito,
perchè il respiro della vita
è nella luce solare
e la mano della vita è nel vento

Kahlil Gibran "Il profeta"
15/02/2008 14:49
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esperimento n.2:
Chiusura violenta.
Per la prima volta mi libero del vampiro, sembra tutto finito.
mai più le nostre strade si incroceranno.
E cosa succede?
Ora sono in vasca.
Arriva una chiamata.
rispondo è il vampiro.
Sono sotto casa, prima o poi dovrai uscire!
Ultima possibilità!
L'attacco violento!
Gli dico che non ho intenzione di parlare con lui e che devo uscire per incontrare il mio Amore.
Lui risponde da ringhio!



Ti illudi, non ti amerà mai, non arriverai mai all'appuntamento perchè sono sotto casa e ti bloccherò!
Mi vesto: sono pronto.
Mi carico e so che sarà difficile, ma mentre stò uscendo vedo il computer.
Leggo gli ultimi post!
Scrivo questo!
Ed esco per raggiungere la mia amata!
Incredibile, non ci credo ancora.
mi toccherà forse muovere le mani per andare dalla mia donna.
Vado !


Vorrei che andaste incontro al sole e al vento
con la pelle, più che con il vestito,
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Kahlil Gibran "Il profeta"
15/02/2008 14:52
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freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=6925753


Vorrei che andaste incontro al sole e al vento
con la pelle, più che con il vestito,
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Kahlil Gibran "Il profeta"
15/02/2008 14:52
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Purtroppo la maggior parte delle volte il vampiro più pericoloso è proprio la persona più vicina e magari amata.
Diventa cosi veramente difficile risolvere la cosa senza sprecare molta energia.
Gli vuoi veramente bene, conosci il loro problema, e corri ai ripari, ma non riesci a mollare un amico... semplicemente perchè indipendentemente dal problema rimane amico in te.
A questo punto non rimane veramente soluzione che elevare il livello di coscienza della persona "vampiro" , ma è come modificare la griglia olografica.




Vorrei che andaste incontro al sole e al vento
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Kahlil Gibran "Il profeta"
14/09/2008 16:39
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Per la cronaca come previsto la reazione è stata incongruente con la chiamata.
Scendo, devo dire un po nervoso, ma so che non succederà niente di violento, perchè questo romperebbe il rapporto di amicizia definitivamente e non avrebbe la possibilità di vampirizzare mai più.
Dunque scendo, mi guarda, si toglie gli occhiali... mmm mi sa che è meglio che mi prepari mi dico.
Poi chiede scusa, non sa cosa gli è successo, dimentica completamente tutte le offese e gli attacchi che mi sono stati tirati in tutta la mattina, e cancellando tutto, appare tranquillo.
Come mi aspettavo arrivato al massimo della tensione per spremere, al momento della rottura, tutto torna normale ed il rapporto sembra non aver mai avuto problemi.
Il bello è che quando gli chiedo: ma perchè mi hai attaccato cosi , lui glissa velocemente quasi dimenticando tutto il fatto.
Classico comportamento vampiresco


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Kahlil Gibran "Il profeta"
14/09/2008 16:40
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Mi sono accorto, a volte tardi, che mi sono comportato in modo "strano" detto cose che non avrei mai detto e fatto cose inconsapevolmente.
Questo capita quando la tua frequenza scende troppo e la mente rimane influenzabile.
Ho passato un periodo deprimente da poco e subito molti attacchi.
Mi è capitato dunque di sentirmi una merda, di essere proprio a terra.
Bene in quella occasione mi è capitato di dire e pensare cose che non mi sarei mai sognato di dire.
Per fortuna nella normalità, di solito non subisco cosi pesantemente queste cose, ma giuro che il danno nel rapporto con gli altri può essere grave.


A per la cronaca ancora
Sono con il mio amore e suona il telefono lasciato con il vibratore.
Non rispondo ovviamente, sperando che smetta!
Ed indovina chi è che mi fa squillare il cell. per più di venti squilli, per molti tentativi? Sempre lui. con un tempismo incredibile.
Parto in macchina gli telefono facendo il finto tonto, gli chiedo: Mi hai per caso cercato?
Lui risponde : si volevo solo sapere come stavi! (alla faccia dell'insistenza).


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Kahlil Gibran "Il profeta"
14/09/2008 16:41
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il rapporto con il prossimo è uno scambio di energia.
Se in questo rapporto non sei mendicante ma hai qualcosa da dare di te, non sei un vampiro.
Ci sono persone che invece si aspettano dalla vita che tutto giri intorno a loro, che gli "altri" debbano rapportarsi con lui e non viceversa.
Il narcisista, l'egoista è un vampiro volontario.
Cosi come il depresso che si piange addosso lo è per necessità.
Una incapacità di ritrovare se stesso e quindi di sentire che la luce è dentro di noi non si trova all'esterno.
Quando una persona ama, ad esempio, ha piacere nel dare, nel rendersi utile, nel prendersi cura dell'amato/a.
Questo è un dare. Purtroppo nell'amore ci sono anche mendicanti, persone che non sanno amare perchè non sanno dove trovarlo in se e quindi non possono darlo.
Quindi lo pretendono dal prossimo pensando che sia amore, mentre non è altro che dipendenza.

Quindi sta solo a noi decidere o sentire se si è bisognosi di energia o traboccanti, o perlomeno prenderne consapevolezza per decidere se lavorarci sopra ed evitare di drenare i tuoi amici.


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Kahlil Gibran "Il profeta"
14/09/2008 16:42
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L'unica strategia è essere consapevoli delle proprie energie.
Positivi e svegli nel capire cosa è nostro da cosa non lo è.
L'atto di volontà infatti è una unione tra mente e spirito ed anima, un solo pensiero.
Se riuscissimo a rimanere ben decisi a seguire il nostro cammino, capiremmo subito quello che non è nostro da quello che è nostro, non cadendo nel vampiraggio.
La conoscenza e la consapevolezza di se stessi è fondamentale.
Una volta che si conosce la cosa e si capisce lo scambio di energia si diventa consapevoli di quello che condividi, e quindi ti accorgi quando sei indotto a donare energia per scopi inutili o ininfluenti.
Infatti il vampiro chiede sempre, ha sempre bisogno, ma non si interessa mai di te, pretende e basta.


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Kahlil Gibran "Il profeta"
14/09/2008 16:42
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La mia più grande battaglia
Per quanto mi riguarda, lentamente grazie al forum, a Malcor, a tanti amici "ricercatori" e all'incontro con l'amore, mi sono reso conto, anche se gradualmente, di essere circondato da ogni tipo di "vampiro" energetico.
Solo con la ricerca del se, con le coincidenze dettate da anima, e con la determinazione nella ricerca della felicità, ho trovato la forza di modificare la mia vita, che sembrava ormai deviata verso il drenaggio infinito.
Ho avuto bisogno di aiuto, persino una persona come me, che come archetipo ha il templare, il sacrificio, la giustizia.
Sono finito nel fango, ferito e senza energia. Combattevo con il fato a mi dicevo che non poteva finire cosi.
Vivo alla giornata, nessun passato, nessun futuro, solo qui e ora.
E cosi recuperavo terreno ogni volta che rischiavo di diventare uno zombie.
Più volte sono finito a terra e più volte avevo definitivamente perso la speranza.
Ma anima mi sosteneva, si interessava alla mia intensità, alla mia voglia di provare emozioni. Di questo non ho mai avuto paura.
Ed guarda a caso ho incontrato l'anima gemella, che letteralmente ha lottato, sofferto con me, mi ha tirato più volte fuori dal fango, dal controllo mentale.
Ora in piedi ed un po sgualcinato ho negli occhi una luce nuova, la commozione di aver cambiato veramente l'ologramma della mia vita.
E parto verso un felice ignoto, sicuro di me, e forte della mia esperienza.
Non abbiate paura di soffrire, o di gioire, lasciatevi andare al flusso della vita, e da soli troverete la strada verso l'anima.
I parassiti quando vedono la cosa si accaniscono, e ne pensano una più del lux eh eh, ma non possono fermare la determinazione, l'amore per la bellezza, per il tutto.
di fronte a questo fuggono spauriti, senza esperienza, perchè non possono provare nulla, poveri sfortunati.


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Kahlil Gibran "Il profeta"
14/09/2008 16:43
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Non è vampirizzare , mettere in compartecipazione energia.
Ci sono momenti nei quali ci si sente stanchi o dopo aver subito un forte stress, si ha bisogno di un sostegno, di parlare, o piangere su di una spalla amica.
Questo è un chiedere energia in un certo senso, per rimettersi in piedi, sentirsi accettati o magari anche solo coccolati.
Non c'e' niente di male in questo, anche perchè l'energia che l'amico ti dona viene sicuramente ricambiata dopo in amore, affetto, o a sua volta da un aiuto.
Aiutare un amico rende felici...
Il "vampiro" invece è quello che non è in grado di dare energia, chiede continuamente aiuto, e non vuole neanche in un certo qual modo risolvere i suoi problemi.
Si scarica e chiede energia e basta, tutto il mondo deve girare intorno e lui. Quando sta male, il mondo deve stare male e sapere della sua sofferenza, e l'amico deve per forza essere presente ad aiutare.
Altrimenti che amico è?
Come ha detto il prof. sto sperimentando sulla mia pelle che neanche un megatone di energia e tanta amicizia e comprensione, possono migliorare la situazione.
Per quanto mi dibatta, con approcci amichevoli, facendo tirate di orecchie, e facendo da spalla, comunque il risultato è momentaneo.
Dopo al massimo un giorno si ritorna all'asciugamento.
E' una cosa triste, perchè è un amico che si ritrova in questa situazione, ed io non abbandono gli amici, ma le cose sono cosi, e cercherò comunque di stabilizzare la situazione.
Il problema del vampiro è che non ha amore in se, si odia, e questo lo mette in degrado energetico costante.
E' come mettere acqua in uno scolapasta.
Lui chiede continuamente di riempire lo scolapasta, tu ci riesci, ma lui non è in grado di mantenere l'energia, ne di assorbirla dall'amore interiore.


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Kahlil Gibran "Il profeta"
14/09/2008 16:46
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Prima tecnica vampirica.
Le modalità dell'appropriazione dell'energia vanno dalla negazione di un saluto, di un sorriso, dell'attenzione, della risposta a una domanda, del riconoscimento di un merito fino alla violenza psicologica e la privazione della libertà di pensare, o addirittura di vivere.

Quante volte ci è capitato incontrando una persona che conosciamo di salutarla e non ricevere il saluto in cambio.
Sembra banale ma in noi la sensazione che qualcosa stia succedendo ci coglie subito, presenstandosi come una impercettibile variazione di atmosfera, un lievissimo malessere seguito da un senso di fastidio.
Tutto è già avvenuto.
L'energia se ne già andata, il Vampiro ha avuto la sua piccola dose.
Come il morso di una zanzara: un secondo e il sangue è andato.
La persona ci ha privato della nostra dignità umana.
Ha deciso che la più elementare legge di educazione poteva essere sospesa e si è nutrita della "goccia di sangue" uscita da quella piccola ferita alla nostra dignità.

Basta negare agli uomini la loro dignità e l'alimentazione energetica è assicurata.
La vittima non ha alcuna possibilità di evitare il furto.
In futuro, ovviamente, potrà scegliere di non salutare più quella persona, ma il vampiro se l'aspetterà.
La volta sucessiva potrà essere lui a fare l'offeso con uno sguardo o con un diverbio sul saluto negato.
La seconda ipotesi rimane comunque l'attesa di un nostro saluto fatto con distrazione o magari perchè quel gorno ci sentiamo "buoni".
Lui ovviamente rifiuterà la risposta e saremo d'accapo.

La sua trappola è vigliacca, deve funzionare, ma non deve lasciare scampo a chi è stato gentile con lui.
E perchè questo avvenga basta una sola volta.
La vittima non ha possibiltà di reagire se non meditando su future contronegazioni oppure nel comportarsi con superiorità.
Pensando magari: "ma sai quanto me ne importa di un saluto da lui!".
Questo però ti getta nella logica del vampiro, nella quale gli uomini non sono uguali:
O uno dei due si sente superiore all'altro e l'altro lo accetta, oppure entrambi si sentono superiori e si disprezzano.
Questo è il regno del vampiro.
Colui che si nutre di energia altrui, della forza vitale dei suoi simili.
Non è soddisfatto di se e ritiene di non avere sufficienti forze proprie per affrontare adeguatamente le sollecitazioni dle mondo.
E' qualcuno che ancora in vita si sente già profondamente morto, perchè è convinto di essere una nullità, e si illude di mascherare questa sue vergogna agendo in modo tale da raggirare o mortificare o umiliare gli altri ad ogni buona occasione.
Ritiene incolmabile il vuoto prodotto in lui perchè si sente in colpa di essere come è.
Cosi si sintonizza con le forze che vengono chiamate "demoni" se ne fanno strumenti.
Evocano dal paltano i loro mostri e li scatenano .
Il "vampiro" è una forza che trova accesso in una persona in particolari condizioni psicofisiche ed energetiche.
Sono i "morti" dentro, la negazione della vita, dell'amore, il nero cupo freddo deserto dei sentimenti.


Tratto in parte da: "VAMPIRI ENERGETICI" DI Mario Corte.


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Kahlil Gibran "Il profeta"
14/09/2008 16:46
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Sesso: Maschile
Come cominciare a difendersi
Il vampiro va affrontato, fa tanta paura ma va affrontato .
Anche se è prepotente o ci trasmette un forte senso di pietà e temiamo di sentirlo gridare come una belva ferita, ed allora scegliamo di dargli il nostro sangue.
E invece va messo di fronte a se stesso e , una volta riumanizzato, va aiutato a tiparare al male che ha fatto…
Non dobbiamo temerlo ne sentirne pietà, perché è venuto su questa terra come noi, ha pianto sofferto e prima di divenire un vampiro ha conosciuto i sentimenti e tutte le loro implicazioni.
Nell’illusione di non soffrire più è uscito dal mondo dei vivi, cioè dal mondo dei sentimenti, per entrare nel mondo dei non vivi.
Ha tanti punti deboli. Anzi si può dire che è tutto un punto debole, sebbene non faccia altro che ostentare la sua potenza.
…….
Per poter compiere questa delicata operazione, bisogna fare proprio quello che non vorremmo fare, e che lui teme mortalmente, come il vampiro della tradizione teme la croce: Dargli rispetto.
Ma non il rispetto per il potere che ostenta ma il rispetto per se stesso.
Di solito ci sentiamo intrappolati nella tela del ragno del Vampiro, soffriamo in silenzio, come se il dolore che ci è stato inflitto appartenesse all’ordine naturale delle cose.
Fare questo significa non avere rispetto per se stessi e neanche per gli altri.
Nell’attimo in cui ci troviamo sotto la tempesta di una sua aggressione, ricordiamoci che lui è capitato sul nostro cammino e che forse questo ha un senso…
Per noi sicuramente è una esperienza importante nel capire le dimaniche umane energetiche e non, e per lui sicuramente è l’occasione per capire che tutti gli uomini sono uguali.
Il simbolo del paletto nel cuore, non vuol dire altro che questo:
Che per riconquistare la grazia di Dio ( la pace con se stessi) dobbiamo toccare il suo cuore, infliggendovi il cuneo di questa verità tanto sacra quanto dura da accettare: che gli uomini sono tutti uguali.

Dare rispetto al Vampiro significa metterlo davanti allo specchio e dare il giusto spessore alle sue azioni.
Quindi prima regola il rispetto.
Niente superiorità ne sottomissione, ma ugualianza e comprensione del problema.


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Kahlil Gibran "Il profeta"
14/09/2008 16:47
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Sesso: Maschile
Nel campo lavorativo vengo attaccato da anni da due tipi di "vampiro".
Il primo, il più difficile da gestire è un mio pari livello, il quale dovrebbe collaborare con me per un efficienza lavorativa migliore ed anche per migliorare possibilmente la qualità del lavoro e la sicurezza.
Arrivai a contatto con questo tipo di vampiro tre anni fa, ero il più giovane Capoturno dell'intero impianto, e con attenzione e passione mi accingevo a ricoprire il mio ruolo nel miglior modo possibile, convinto di poter capire e dare un supporto anche personale.
Fin dal primo giorno però, l'accoglienza fu agghiacciante anche se velata, nascosta e pericolosa.
Invidie strane aleggiavano nell'aria per il fatto di essere giovane, per il fatto di avere passione per un lavoro che in lui a quanto pare non soddisfava più.
Rabbia per avere un ragazzino secondo lui inesperto come suo pari, e completamente chiuso dal punto di vista di addestramento.
Lentamente ogni problematica veniva messa a mio carico, ed ogni mia decisione messa in discussione da un metodo molte volte dettato dall'esperienza superiore, ma altre volte viziato da errori datati e pericolosi.
Comunque l'attacco veniva fatto sia tramite la negazione della dignità, tenendomi allo scuro dello stesso diverbio fatto con i colleghi a causa mia.
Naturalmente attraverso la critica minuziosa e molte volte falsa, ma che senza il mio intervento non poteva essere replicata.
Al punto di farmi sentire, all'inizio come non compreso ed inadeguato.
Il mio approccio emotivo alla cosa naturalmente è stato, che ero inesperto e che mi rimettevo alla sua decennale esperienza per capire quello che non capivo.
Bene, la risposta è stata sempre negativa, e per di più non supportata da prove sulla mia inabilità alla mansione.
lentamente, aumentando lo sbattimento, ho letteralmente "rubato" il lavoro, soffrendo ad ogni attacco e sentendomi veramente in uno stato pietoso.
Ora in pochi anni, posso dire che, il mio modo di operare non era scorretto, che il mio modo di agire, gestire il personale, è diverso ma efficiente e importante anche per le persone che si ritrovano sotto la mia responsabilità.
Tanto che ora mi fanno addestrare le persone nuove appunto per il mio approccio responsabilizzante e libero.
Non ho mai avuto niente da imparare da quel personaggio, che invece vede il lavoro, i colleghi, la vita stessa una giungla dove il più forte vince, dove l'invidia fa da padrona, ed il senso di inadeguatezza lo spinge a fare cose vergognose e senza pietà.
Ora i miei cancelli energetici sono chiusi, e con i fatti dimostro il mio impegno e la mia volontà di crescere ed essere creativo, ed i risultati si fanno vedere.
Il suo veleno inizia ad incrinare l'immagine del vampiro che si ritrova un collega che lentamente ha imparato sul campo tutto e non ha più bisogno di supporto.
Ora ci prova con il sabotaggio e con la menzogna, ma anche in questo, sto iniziando a guardarmi il culo.

Per il secondo tipo forse un'altra volta.


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Kahlil Gibran "Il profeta"
14/09/2008 16:48
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Scudi per difendersi
Come sappiamo , la realtà lancia profezie di sventura contro chi è cosi ingenuo da restare in contatto con i sentimenti.
Il peggior nemico, in definitiva, Vampiro o non , è quello che ci sollecita a farci “furbi”, a mettere da parte gli scrupoli, ad usare i gomiti per farsi largo, ad adulare i potenti ed a disprezzare chi non può assicurarci vantaggi tangibili…

Questa mentalità crea degli scompensi e degli squilibri che portano alle condizioni per farci diventare “vampiri” o vittime predestinate dai “vampiri”…

Infatti molte volte si è indotti a diventare Vampiri per ottenere certi risultati, e questo è una specie di vendita dell’anima al Demone, al potere Vampirico.
Una volta entrati nella spirale del vampirismo diventa sempre più difficile trovare energia in se e nella propria anima, e si tende a fare della vita un ombra.
Quelli che invece resistono alla tentazione vampirica di ottenere risultati veloci e potenti, rischiano di diventare succubi o vittime predestinate dal sitema vampirico.

Cosi quelli che dovrebbero essere i campioni della società, perché posseggono gli anticorpi per resistere al potere Vampirico, vengono sottomessi, esclusi e derisi, diventando spesso vittime.
Il maligno, quello debole e parassita diventa cosi l’eroe della società e modelli da imitare.

Ma non dobbiamo spaventarci comunque, perché chi ha gli anticorpi e non cede al sistema, porta con se le risorse per resistere e vincere su qualsiasi atto vampirico.
Potrebbe diventare il “guardiano” del sistema che si frappone tra le due “razze” in grado sempre di poter intervenire per evitare disastri troppo grandi.

Il pilastro fondamentale è il SENSO DI GIUSTIZIA.
E’ un’arma incredibilmente potente perché impedisce al vampiro di avere potere su di te.
E’ l’avversione verso il male perpetrato contro il prossimo e l’argine che ti impedisce di commettere atti contro i deboli.Un anticorpo fondamentale contro il controllo della mente.

Ma non si può vincere contro il vampiro se non hai ben chiaro cosa vuoi salvaguardare.
Possono essere i nostri affetti, i nostri progetti, gli intenti, le idee, o solamente la voglia di condividere qualcosa che sentiamo dentro.
Quel tesoro che sentiamo dentro, quell’amore per la vita, quella spinta che ci rende tutti pezzi insostituibili, la nostra unicità sulla terra.
Quindi occorre scavare dentro di se e raggiungere quella luce, quella passione, quel tesoro nascosto che mai e poi mai si sarebbe in grado di sacrificare e che anche nei periodi peggiori rimane comunque salvo e fuori dalla tempesta.
Una volta che se ne ha la percezione, nulla può più intaccarla, e nulla può influire sulla nostra vera identità, sulla nostra anima.


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Kahlil Gibran "Il profeta"
14/09/2008 16:48
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Sesso: Maschile
Questo post è uno dei più interessanti che mi è stato dato modo di leggere su Alienati.
In svariate occasioni sono stato vittima di queste sanguisughe a tal punto che pensavo di non sognare più; ti fanno sentire inutile, incapace, una nullità.
Qualsiasi cosa tu pensi, faccia o dica è sempre sbagliata; quando stai per mollare dimostrano distensione, apertura e tolleranza nei tuoi confronti salvo al momento opportuno, ricominciare con lo stesso atteggiamento di prima.
Queste fetecchie umane sono delle zavorre che rischiano di farti precipitare molto in basso; è encomiabile e mi trova d'accordo l'idea di aiutarli a comprendersi affinchè cessino di farsi e fare del male, ma se fanno orecchie da mercante consiglio vivamente di abbandonarli a se stessi.
Per sempre, yes.


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Kahlil Gibran "Il profeta"
14/09/2008 16:49
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Una volta che si apre il cuore ad un vampiro, si mette una parte scoperta.
Un punto debole che potrà essere usato dallo stesso nel momento più difficile.
Infatti la strategia di solito è quella della negazione, e del finto andare avanti, superando sempre tutto.
Riassumiamo.
1) Cerca la tua amicizia,ed è abile nel trovarla. All'inizio potrà anche investire una parte di energia con te, donandoti un po del suo "sangue".
Tu ti concederai e ti fiderai di lui. Ti senti utile e ricambiato.
Nel caso diventi anche amante, la parte scoperta diventa più delicata e vitale.
2) Cade il rispetto e la dignità, di solito con una litigata, un diverbio, una presa di posizione (inizia il drenaggio)
3) Testa le tue energie e quando sei debole, tutto miracolosamente sembra risolversi, ma non per merito tuo, sempre per merito suo, per la sua "pazienza" nel sopportare quello che hai fatto (nulla).
4) Appena possibile instaura un rapporto il più intenso possibile, possibilmente giornaliero. Vuole mangiare con te, passare le vacanze, condividere ogni aspetto della tua vita. In questo modo prende dati, ed archetipicamente il pranzare insieme è un gesto di compartecipazione di energia.
5) Il legame si rafforza, ma ogni volta che diventa costruttivo, viene bloccato da un diverbio, o da un fatto drenante.
6) Ogni volta che sei debole, ritorna "amico", ti da il suo aiuto, ti fa piangere sulla sua spalla, non sapendo che cosi, succhi un po del suo "sangue" e ti avveleni.
7) Arrivato ad un punto elevato di unione mentale ed energetica, ti ritrovi a fare cose che non ti aspettavi, manipola il tuo tempo. Improvvisamente quello che facevi prima non riesci più a farlo, se avevi una passione, molte volte l'abbandoni. E ti senti trascinato verso il basso.
8) A questo punto ti accorgi ma sei avvelenato nel cuore e nella mente, la tua vita diventa dipendente, ed aspetti che il vampiro ti doni un po di energia ancora.
9) Se la reazione è sufficiente e ti rendi conto di quello che ti ha fatto, ti ribelli, cerchi di fuggire, al punto stesso che il corpo si ammala a vedere il vampiro, somatizzi l'incontro.
10) Se la tua forza è ancora sufficiente, puoi cercare di vincere la battaglia contro lui, la tua mente, il tuo sangue infetto, ma spesso occorre una luce, un aiuto esterno di una persona che ti è veramente amica e ti mostra allo specchio quello che stà succedendo.

Dopo la liberazione, la reazione vampirica è violenta.
Il vampiro ritorna ed userà l'arma che avevi dato all'inizio.
Sventaglierà quello che hai fatto quando eri sotto l'influsso, distruggerà l'immagine con gli amici, non perderà occasione di dire quello che facevi o quello che provavi, e naturalmente il vampiro è la vittima abbandonata, quello che nonostante tutto quello che ha fatto per te, è stato abbandonato.
Cosi quella parte che avevi scoperto all'inizio, quella fiducia, quell'amore, smaschera a te il vero potere che aveva e la sua manipolazione.
Ora gioca a carte scoperte e cercherà per il resto della vita di succhiare direttamente da quello.
Ogni volta che incontrerai il vampiro si sventagliera in faccia quello che è stato e ti sentirai indebolire, perchè quella parte era senza armatura e ti senti un pirla ad aver ceduto quel fianco.
L'unica arma contro quel morso iniziale che come nei film comincia con un bacio, è la verità, l'accettare che ci sei cascato, e che non è colpa tua, ma solo una fatalità.


Vorrei che andaste incontro al sole e al vento
con la pelle, più che con il vestito,
perchè il respiro della vita
è nella luce solare
e la mano della vita è nel vento

Kahlil Gibran "Il profeta"
14/09/2008 16:49
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Una difficoltà che si ritrova dopo la liberazione è l'attacco delle forme pensiero.
Su questo ci sto' lavorando ancora su.
Infatti diventando sensibile ai movimenti di energia si diventa sensibili anche ad altre forme non propriamente "vampiriche" ma comunque importanti.
Infatti il vampiro o addirittura i nostri pensieri possono tramutarsi in forme di parassitaggio comandate penso dall'inconscio.
Prima di compiere il passo verso la luce ed uscire dal potere del vampiro, ho notato cosi come per la teoria quantica una forte resistenza.
Occorre un notevole sforzo di volontà ed energia per fare il balzo ed uscire dalla gravità di quel potere.
La gravità esercitata però, la più forte la crea il vostro stesso inconscio, è la resistenza alla guarigione.
Superato quel gradino, si sente qualcosa uscire di oscuro, estraneo a noi.
Quella è la forma pensiero che ci attanagliava, ci modificava la percezione del mondo interiore e quindi esteriore.
Questo pensiero dotato di energia si allontana ma può tornare.
Mi capita ancora in momenti diversi della giornata di sentire queste forme pensiero che aleggiano e si fanno vive trovando un varco se in quel momento siamo poco consapevoli.
Non è proprio una battaglia ma ci assomiglia, si presenta sotto forma di ricordo ma attiva una spirale che ti spinge, esattamente come la gravità a cadere verso il pensiero negativo, che poi è il corridoio verso il vampiro.
Una specie di cicatrice che si sana penso con il tempo.
Potrebbe essere una mia impressione o paranoia ma se qualcuno ne ha sentore mi darebbe un aiuto.


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Kahlil Gibran "Il profeta"
14/09/2008 16:50
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Il pensiero negativo infatti è il regno del "vampiro".
Di colpo quello che per la persona viva è vita, diventa morte, quello che è mezzo pieno, diventa mezzo vuoto, e tutto prende questo aspetto.
Se poi come nel segreto più importante, quello che vogliamo e sentiamo alla fine è quello che otteniamo ed attiriamo, ci ritroviamo circondati da "merde".
Nel vero senso della parola...
Io ho infatti passato un periodo della mia vita molto difficile, anche se sembrava normale per gli altri.
Tutto era brutto, difficile, faticoso, oscuro.
Nulla aveva senso. Una specie di depressione dovuta a mancanza d'amore.
Cercavo amore negli altri e non capivo perchè invece tutto sembrava andarmi contro.
Non mi rendevo conto che è il comportamento negativo a fare tutto.
Chiedete e vi sarà dato.
Oggi parlando al cell con un mio amico, mi trovavo in tangenziale bloccato in colonna.
Lo dissi distratto ed il mio amico disse: Mi dispiace!
Io gli risposi : e di che cosa, sono felice di parlare con te e di sentire la mia musica, ho tutto il tempo che voglio ora.
E lo dicevo con il cuore.
Che periodo luminoso, intenso, sensibile, e come sapete emh innamorato.
Non c'e' forza al mondo più forte, e coraggiosa!


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Kahlil Gibran "Il profeta"
14/09/2008 16:50
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Sconfitto il vampiro...
Quando il vampiro viene sconfitto e non riesce più ad incontrarvi e vedervi, si sente comunque vittima di un sopruso e infierirà con rabbia ,il più possibile con la vostra vita.
Cercando il litigio o lo scontro tramite attacchi alla sfera di amicizie in comune.
Userà ogni arma per far breccia nel vostro plesso solare iniettando rabbia o delusione.
E cosi nel pieno del giorno, in situazioni più disparate potrà succedere di sentire un calo di energia.
Questo calo non è tanto il potere del vampiro ma l'ombra dei ricordi e dei pensieri che lo accompagnano.
Questo apre una porta che farà effluire energia verso il vampiro a distanza e senza consapevolezza di quello che succede.
Mi è successo di avere o subire drenaggi anche a distanza senza immaginarne il perchè, cosi ho utilizzato gli strumenti che conosco.
Ho creato una camera Simbad ed ho visto la persona colpevole del drenaggio.
L'ho staccata come se fosse un lux, con una forbice, ne ho tagliato la nube nera che si visualizzava in me.
Il distacco è stato definitivo istantaneamente.
Non ho più subito drenaggi di quel tipo...


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Kahlil Gibran "Il profeta"
14/09/2008 16:51
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Un'altra cosa importante è riconoscere le energie tese a scaricare la vostra autostima, la vostra creatività.
Il vampiro si comporta sempre allo stesso modo...

Eseguendo i tagli energetici quotidianamente si ottengono risultati effettivi e oggettivi.
Personalmente le chiamate al telefono sono scomparse da un giorno all'altro, gli attacchi sono caduti in modo proporzionale.
Fino al punto di distacco totale.

Alcune volte però non è possibile lasciare il vampiraggio per cause forza maggiore, come lavoro, famiglia, vita.
In questo caso il taglio deve essere fatto giornalmente.
ogni volta che ci si parla o si subisce un attacco mentale dalla persona che bisogna per forza incontrare.
E' importante non lasciarsi drenare...
Sul lavoro io subivo un attacco costante, da quando taglio energeticamente con la sua energia, non ne subisco i cambiamenti di umore, le arrabbiature, ed il vampiro rimane all'asciutto.
Se ne va incazzato e con me che sorrido.
Anche dal punto di vista della carriera, più il vampiro vi attacca per colpirvi dal punto di vista lavorativo , più la sua energia si ribalterà contro.


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Kahlil Gibran "Il profeta"
14/09/2008 16:52
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Un'altra cosa importante è riconoscere le energie tese a scaricare la vostra autostima, la vostra creatività.
Il vampiro si comporta sempre allo stesso modo...

Eseguendo i tagli energetici quotidianamente si ottengono risultati effettivi e oggettivi.
Personalmente le chiamate al telefono sono scomparse da un giorno all'altro, gli attacchi sono caduti in modo proporzionale.
Fino al punto di distacco totale.

Alcune volte però non è possibile lasciare il vampiraggio per cause forza maggiore, come lavoro, famiglia, vita.
In questo caso il taglio deve essere fatto giornalmente.
ogni volta che ci si parla o si subisce un attacco mentale dalla persona che bisogna per forza incontrare.
E' importante non lasciarsi drenare...
Sul lavoro io subivo un attacco costante, da quando taglio energeticamente con la sua energia, non ne subisco i cambiamenti di umore, le arrabbiature, ed il vampiro rimane all'asciutto.
Se ne va incazzato e con me che sorrido.
Anche dal punto di vista della carriera, più il vampiro vi attacca per colpirvi dal punto di vista lavorativo , più la sua energia si ribalterà contro.


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Kahlil Gibran "Il profeta"
14/09/2008 16:52
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Quando cominciai a scrivere questo post, non conoscevo la legge dell'attrazione.
Ora le "coincidenze" la caparbietà nel cercare la felicità, e la voglia innata di conoscermi, mi ha fatto incontrare anche questo principio.
Che forse è il più fondamentale e diretto che abbia mai conosciuto..
E' vero quello che dici, non posso fare altro che eco alle tue parole..
La mia autostima era sotto zero, la mia ingenuità elevata.
E questo mi ha indotto a creare intorno a me un giro vizioso di negatività.
Persone negative arrivavano da ogni, dunque, fatti negativi sembravano sbucare ogni giorno.
Non capivo cosa succedeva, non avevo la consapevolezza di quello che stava succedendo.
Cosi lentamente venivo trascinato verso il buio di un esistenza insoddisfatta.
Alieni, parassiti, nemici, incomprensioni. problemi fisici.
Era cosi difficile sopravvivere in questo mondo inospitale.
Andavo verso l'autodistruzione, e nonostante la mia luce sfavillava in me intoccata, mi buttavo via in perdite di tempo, senza seguire il mio istinto, il mio obbiettivo.
Poi ho iniziato a leggere, informarmi, a cercare di capire, e qui anima ci ha messo lo zampino, perchè le coincidenze mi hanno tirato fuori lentamente dal letamaio.
L'autostima lentamente è salita e guarda caso anche i fatti hanno incominciato a girare in un altro senso.
Hai ragione siamo noi la causa del nostro destino e delle nostre "coincidenze".
Siamo noi che consciamente od inconsciamente lasciamo che sia, alimentando ulteriormente le energie che ci portano verso il buio.
Dipende dal retaggio, dalla cultura, dal modo di ragionare scorretto.
Occorre concentrarsi su quello che si vuole, togliere la negazione dalla vita, togliere energia ai fatti negativi (fine del mondo compresa).
Il vampiro non crede in se stesso, è convinto che il mondo sia un inferno, che la sua energia non sia sufficiente, che tutto gli è contro, che è una merda, che non si merita niente e che solo rubando agli altri, solo combattendo contro la felicità altrui potrà rendere il mondo brutto come lo vede.
Focalizziamoci sull'abbondanza, sulla fratellanza, sulla libertà dai parassitaggi, e le coincidenze ci daranno ragione...


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Kahlil Gibran "Il profeta"
14/09/2008 16:52
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Il vampiraggio umano è l'attacco peggiore che può essere arrecato ad un ricercatore.
Difficilmente ho incontrato persone con la triade unita, cioè consapevoli dell'atto di volontà che non hanno subito attacchi vampireschi, da amici, parenti, genitori e colleghi di lavoro.
Sembra infatti che nell'universo ci sia comunque una inerzia che tende a mantenere anche le energie stabili.
Se arrivi a picchi di energia luminosa e diventi visibile sull'ologramma più del dovuto le persone intorno iniziano a remare contro con attacchi energetici.
Un po come l'effetto dei vasi comunicanti, le persone colpite energeticamente da una forza superiore vi si aggrappano per sentirsi meglio e per fare meno fatica.
E' una cosa incoscia, qualche volta, ma anche voluta se la persona è influenzata anche dai parassiti multidimensionali.
Scudi non ne esistono, ma solo palliativi per resistere in attesa di recuperare abbastanza energia da fare il taglio.
Il simbad è molto utile per tagliare il canale energetico di drenaggio.Basta visualizzare a piacimento il cordone ombelicale che lega energeticamente il nostro corpo di luce con quello del vampiro.
Non è facile perchè il più delle volte il vampiro è un parente, un amico, se non un genitore e sembra di fare un torto.
Ma non è cosi!
Anzi è un dovere tagliare energeticamente la persona vampirizzante per poi permettergli di rendersi conto di poter avere la propria energia a disposizione, solo che se ne è dimenticata.
Le risorse sono infinite e tutti sono in grado di sentirle dentro di se.
Inoltre è per il bene stesso della persona scarsa di energia perchè questa energia è spirito e senza spirito anima non riesce a comunicare con la mente.
Il fare non si esprime, la volontà svanisce, e la mente rimane sola sotto l'influsso del mondo esterno ed interno.
I parassiti, alieni e non, con una persona di questo tipo diventano i padroni, la manipolano come un robot con intelligenza e la usano per attaccare triadi forti per drenarle e poter attaccare a loro volta.
La limitazione della libertà è classica di un vampiro.
Di colpo ti rendi conto di non riuscire a fare nulla senza il consenso del vampiro.
Quello che facevi prima e che ti faceva sentire bene ed energico viene messo da parte per rispettare altre priorità che invece spingono a dare energia anzichè riceverla.
La cosa aumenta di intensità al punto da annullare ogni volontà, soprattutto nella coppia, l'attacco è potentissimo e difficile da gestire.
Purtroppo difficilmente una persona legata affettivamente riesce a staccarsi energeticamente senza fare un taglio netto anche fisico, al punto da rendersi irreperibile e cambiare città.
Inoltre anche solo il pensiero rivolto al vampiro ne causa l'attacco.
Più volte anche dopo anni se penso a determinati vampiri che ho incontrato lungo il mio percorso, questi trovano comunque il modo di farsi vivi con coicidenze a dir poco strane.
Se mi capita di pensare a queste energie e linkare alcuni personaggi che aprono canali con la mente eseguo subito il taglio.
Questo impedisce al vampiro di attaccarti a distanza.
La distanza non esiste...


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Kahlil Gibran "Il profeta"
14/09/2008 16:53
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Ma quali sono gli effetti del drenaggio?
Domanda che viene spontanea.
Il vampiraggio attacca lo stomaco e da un senso di ansia.
E' in posizione più bassa del cuore ma ne è comunque collegata.
Le braccia ti sembra cadano sul terreno, possono sopravvenire crampi e dolori alle gambe, lo sguardo si allunga e gli occhi si spengono.
Il drenaggio è appena percepibile ma continuo al punto da costringere la vittima a rifugiarsi nel letto con mille sensi di colpa.
Il pietà infatti è la leva più potente che il vampiro utilizza per costringere lo spirito ribelle a piegarsi e lasciarsi drenare.
Molte volte il vampiro infatti ricorre a stratagemmi inconsapevoli che sono veramente shoccanti.
Malattie tese a bloccare i movimenti, svenimenti, tentativi che falliscono di suicidio.
Ogni metodo è buono per indebolire ed attirare l'attenzione della triade.
Il vampiro sfugge alle triadi troppo forti e le attacca di nascosto mandandogli addosso i suoi adepti.


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Kahlil Gibran "Il profeta"
14/09/2008 16:54
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L'importante è salire di frequenza ed imparare a riconosce cosa è la pietà e cosa è l'energia che si maschera per pietà.
Va bene aiutare, azz quante volte mi devo coricare per aver ceduto tutta la mia energia per un amico, ma c'e' una bella differenza tra l'aiuto ed un contratto a tempo indeterminato di sfruttamento.
L'energia si può cedere ma occorre anche scrollarsi di dosso i vampiri che non hanno nessuna intenzione di crescere ma che sopravvivono con la tua energia.
Da quando sono riuscito a liberarmi sento la sensazione vampiresca in anticipo e prima di aprire il canale vedo se è il caso.
Se l'energia rimette in piedi un amico e gli permette di diventare forte e superare le apparenti difficoltà che lo coinvolgono è un dovere.
Non c'e' miglior ricompensa che vedere un amico ritrovare il sorriso.

P.s.:

In amore sii imperatore non mendicante.
Diceva osho eh eh.


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Kahlil Gibran "Il profeta"
14/09/2008 16:54
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Nella mia esperienza la consapevolezza di essere un "vampiro" esiste ma è latente.
Quando una persona è praticamente a pezzi e si sente distrutta cosa fa per prima cosa?
Cerca un amico con cui confidarsi.
Il fatto di confidarsi crea un canale di energia che stabilizza il sofferente e drena l'aiutante.
Questo non è sbagliato è un normale rapporto di dialogo.
Il problema sorge dopo.
Se la persona che si è fatta aiutare non metabolizza la sua sofferenza perde velocemente energia e si ritrova di nuovo a zero.
Le risorse sono dentro di noi, e l'arma principale è l'accettazione della vita e la consapevolezza.
Se una persona non accetta la vita, non ama la vita, e non la vede con il giusto distacco, si ritrova identificata con il suo problema.
Si crea un vortice che ti porta sempre più in basso e cade nella depressione.
Questo stato è la morte dell'anima, la caduta dell'autostima, dell'amore per se stessi.
Quando una persona non ama se stessa può diventare un vampiro perchè arriva ad un punto che per uscirne inizia ad attaccarsi al prossimo per stare bene.
Diventa un drogato di energia altrui e si accorge che facendosi compatire e creando rapporti vampireschi si sente meglio anche se solo per poco.
Questo è il tipo di vampiro consapevole che ho potuto conoscere.

Il vampiro era una persona felice prima di diventarlo ma ha subito tali sofferenze che l'hanno indotto a perdere consapevolezza del proprio amore.
Non prova più nulla dentro e pretende di prenderlo dal prossimo per stare al caldo.
Non è più in grado di dare se non attraverso cervellotici ragionamenti che alla fine vogliono il loro tornaconto.
Non sono mai riuscito a tirare fuori un vampiro dalla sua condizione.

ma penso che l'unico modo per salvarlo è ritrovargli la stima per se stesso e capire che il mondo non è un inferno ma un grande gioco dove fare esperienza, che l'amore che si ostina a pretendere dagli altri si trova nel suo cuore.
Che non ha bisogno di nessuno per vivere, solo di perdonarsi e ricominciare da zero.
Ci ho provato in molti modi ma sono rimasto gravemete ferito e solo lentamente ho recuperato l'amore.


P.s: Non si diventa vampiri subito, si muore lentamente, e può succedere a tutti anche a quelli che prima davano energia.
Sotto il loro morso si muore lentamente ed alla fine si diventa come loro.


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Kahlil Gibran "Il profeta"
14/09/2008 16:55
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28/08/2008 14.53 Email

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maxmerlino


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Mi spiego meglio
L'errore che compie l'aiutante è quello di immedesimarsi nell'aiutato, cioè di mettersi al suo posto. Se uno cade in una buca, non è entrando a mia volta che lo tiro fuori. Lo aiuto da fuori del suo problema, lo aiuto a guardarsi dentro senza condividere questa sua opinione, osservo ciò che gli sta (e mi sta) attorno, cioè gli altri e la situazione in generale e in particolare. In tal modo i suoi problemi che lo circondano, saranno attaccati da lui e da me.
Per chiarire ulteriormente, riporto una mia esperienza. Come in altri post racconto, mio padre è degente con problemi cerebrali. Per alcuni giorni mi ha raccontato di infermieri che lo maltrattavano.
Avevo la possibilità di farmi drenare, immedesimandomi al suo posto e odiando gli infermieri ignoranti, oppure...
Oppure... un giorno (sospettando camuffamenti) gli chiedo che aspetto abbiano questi infermieri e subito mi risponde che hanno la pelle bronzea e gli occhi con una pupilla nera verticale (!) Da lì ho cominciato a fargli prendere coscienza del fatto che c'erano degli esseri (i nostri biondi-a-5-dita) che lo infastidivano. Le prime volte li bruciavo io con delle meditazioni/visualizzazioni, in seguito ha preso via via sempre più coscienza del fenomeno. Anche se non è clinicamente guarito, quegli esseri non sono più tornati.


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Kahlil Gibran "Il profeta"
14/09/2008 16:56
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Tutta questa mirabile opera, meriterebbe di essere raccolta e trasformata in un libro.
Diventerebbe un manuale da portarsi sempre seco, un amuleto, la mappa del viandante che non vuol perdersi nella sua breve vita.
Voglio dare senza rubare.


“Se stesso, soltanto da se stesso. UNO, eternamente e singolo.” Platone.
"Fai ciò che vuoi, sarà tutta la Legge". A. Crowley.
"Il migliore dei mondi possibili, non è mai abbastanza."

14/09/2008 17:26
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Caro Azy tutto quello che ho scritto è dedicato a te.
Io mi sono liberato anche di questi vampiri e ne sono immune.
Ora tocca a te.
Ma questa cosa è più difficile di quanto si pensi.
Non sono alieni ma esseri umani che sono inconsapevoli/consapevoli della loro capacità di fare del prossimo quello che vogliono.
Cerca di vedere da fuori per un attimo.
vediti da fuori e cerca di vedere il comportamento senza il vampiro.
Che spirito bruci di rabbia.

In simbad taglia il cordone.
Chiudi al porta.
E non aprirla mai più.
Ce la puoi fare! [SM=g27999] [SM=g27989] [SM=g27988]


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Kahlil Gibran "Il profeta"
14/09/2008 17:46
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Vampiri al femminile sin dall'antichità greco-latina


LAMIA



Sebbene Lamia in Filostrato sia un’espressione popolare sinonimo di Empusa, queste sono due realtà mitologiche che possono ritenersi distinte, ma che hanno in comune il vampirismo.
A Lamia possiamo attribuire un’ascendenza “Nobile”: era figlia di Belo, il re di Libia, ed ebbe la disgrazia di essere amata da Zeus al quale generò numerosi figli. Era, gelosa del marito, fece sì che i figli di Lamia morissero strangolati (solo Scilla, il mostro situato sullo stretto di Messina di cui narra l’Odissea, riuscì a scampare alla furia di Era), Lamia si nascose in una caverna e diventò un mostro orribile, geloso delle madri più felici di lei delle quali spiava i figli per poi rapirli. Alcune testimonianze aggiungono che Era avesse privato Lamia del sonno, ma Zeus le concesse il privilegio di potersi togliere gli occhi ed appoggiarli dentro un vaso per poter riposare: quando Lamia era priva degli occhi non era pericolosa. Graves aggiunge anche che «Lamia era la libica Neith, dea dell’amore e della battaglia, chiamata anche Anatha e Atena; il suo culto fu soppresso dagli achei ed essa finì per diventare uno spauracchio per i bambini. Il suo nome, Lamia, pare apparentato con Lamyros (ingordo) da laimos (gola), cioè, per una donna, lasciva, e il suo orribile volto è la maschera profilattica della gorgone, usata dalle sacerdotesse durante la celebrazione dei misteri di cui l’infanticidio era parte integrante. La leggenda degli occhi di lamia fu probabilmente tratta da una raffigurazione
1. In questo bassorilievo greco del 400 a.C. custodito al British Museum, la Lamia, un vampiro che si diceva fosse ghiotto del sangue di bambini, rapisce un neonato. Rappresentata qui come un demone alato, con il torace di donna e la parte inferiore di uccello, la Lamia veniva accusata di divorare i bambini per vendicarsi della morte del proprio figlio, avvenuta per volere degli dei.
(Le Metamorfosi, Hobby & Work, 1995)

2. Illustrazione dal poemetto Lamia dell’inglese John Keats, in cui si racconta la storia dell’amore di Licio per Lamia, la quale, dopo aver conquistato l’amante con la sua bellezza, riprende il suo aspetto di mostro demoniaco.
(Daniel Farson, Creature del Male, Rizzoli, 1976)

della dea nell’atto di conferire a un eroe capacità divinatorie offrendogli un occhio». (R. Graves, op. cit., p. 184).
1. In questo bassorilievo greco del 400 a.C. custodito al British Museum, la Lamia, un vampiro che si diceva fosse ghiotto del sangue di bambini, rapisce un neonato. Rappresentata qui come un demone alato, con il torace di donna e la parte inferiore di uccello, la Lamia veniva accusata di divorare i bambini per vendicarsi della morte del proprio figlio, avvenuta per volere degli dei.
(Le Metamorfosi, Hobby & Work, 1995)

2. Illustrazione dal poemetto Lamia dell’inglese John Keats, in cui si racconta la storia dell’amore di Licio per Lamia, la quale, dopo aver conquistato l’amante con la sua bellezza, riprende il suo aspetto di mostro demoniaco.
(Daniel Farson, Creature del Male, Rizzoli, 1976)

Un’altra interpretazione attribuisce etimologicamente il nome “Lamia” al verbo “laniare” (lamiae… vel potius lanie e lanciando, quia laniant infantes), ma è contestata da numerosi autori.
Aristofane conferisce a Lamia caratteri ermafroditi attribuendole un pene e l’attrezzatura sottostante:
E primo fra tutti io ho combattuto proprio col cinghiale zannuto, cui dagli occhi fungevano terribili sguardi di Cinna, mentre intorno cento adulatori scellerati gli leccavano in giro la testa, e aveva la voce di un torrente che porta devastazione e fetore di foca e coglioni di Lamia mai lavati… (Aristofane, La Pace).
Anche lamia poteva trasformarsi in animale e donna bellissima, inoltre poteva presentarsi in numero maggiore di uno (solitamente tre).
Le lamie si univano alle Empuse quando esse apparivano nei trivi e insieme cercavano i giovani per berne il sangue dopo averli sfiniti con i rapporti sessuali.
Un’antica tradizione dei dintorni del Parnaso comprende una “Lamia del mare”, un demone che catturava i giovani che suonavano il flauto sulla spiaggia a mezzanotte e a mezzogiorno. Se questi rifiutavano di unirsi in matrimonio con lei, erano brutalmente uccisi. Probabilmente questa creatura è erede delle sirene, che seducevano i marinai col loro canto per privarli d’ogni bene, anch’esse erano donne alate, ma avevano il volto e il tronco di donne umane.
Una scultura ellenica, che attualmente si trova al British Museum, raffigura le Lamie che corrono con un bambino stretto fra le braccia, del quale probabilmente poi berranno il sangue; hanno un paio d’ali spiegate e i lunghi capelli fermati con un monile a forma di teschio.
Lamia rimase, con le medesime connotazioni di divinità malevola, anche nella cultura romana. Fu presto associata alla figura della strega, dalla quale rimase inscindibile anche nel Medioevo e nel Rinascimento: le cause sono da ricercarsi nel fatto che i delitti erano compiuti prevalentemente nottetempo e le vittime preferite erano i bambini (dei quali le streghe cercavano soprattutto il grasso, per preparare unguenti, e il sangue, che per la sua purezza poteva far da tramite col demonio). Un’altra caratteristica che accomuna queste creature sia alle streghe che ai vampiri è la capacità di trasformarsi in uccello notturno, per non essere riconosciute quando entravano nelle case a cercare le loro vittime.
Sia il popolo greco che quello romano manifestavano atteggiamenti contradditori nei confronti delle donne, una sorta d’ammirazione/timore: accanto alle capacità seduttive convivevano enormi potenzialità distruttive.
In Luciano leggiamo: (La Lamia) Non esita a uccidere se ha bisogno di sangue caldo che fuoriesca a fiotti da una gola recisa, e se le funebri mense richiedono visceri palpitanti; così con uno squarcio nel ventre, estrae i feti da porre sulle are ardenti e non per la via che la natura richiede (M. Centini, Il Vampirismo, Xenia, 2000, p. 37).
La simbologia del sangue, presente nell’antica Roma, non era molto dissimile da quella della Grecia classica. Pochi erano quelli che conoscevano i segreti per estrarre il sangue, conservarlo e usarlo nel modo migliore per ottenerne benefizi: le custodi di quest’arte erano principalmente donne, capaci di portare alla vita le creature, ma altrettanto abili a porvi fine. L’Asino d’Oro o le Metamorfosi di Apuleio reca il resoconto di un certo Aristomene di una vicenda accaduta al suo amico Socrate:
«E, spinta di fianco la testa di Socrate, gli immerge traverso la clavicola sinistra la spada fino all’elsa, poi accosta un piccolo otre e raccoglie diligente il sangue che spicciava senza versarne in terra neppure una goccia. Son cose queste che ho visto coi miei occhi. Inoltre la buona Meroe, per portar io credo, alcuna innovazione nei riti che regolano i sacrifici, introdusse la destra traverso la ferita e, dopo molto frugare, ne trasse il cuore del mio povero compagno, mentre dalla sua gola, squarciata pel violento colpo di spada, più che voce usciva un incerto gorgoglio, e il fiato sfuggiva sotto forma di bolle».
Le stesse donne che avevano compiuto il misfatto fecero in modo, con un sortilegio, che Aristomane rincontrasse l’amico ancora vivo.
Ne L’Arte Poetica di Orazio le Lamie sono descritte come esseri mostruosi, in grado di ingoiare i bambini e di restituirli ancora intatti se si squarcia loro il ventre (l’integrità dei corpi è, però, solo apparente, infatti all’interno sono svuotati d’ogni umore). Nelle Odi, sempre di Orazio, abbiamo un vero e proprio inno dedicato a Lamia:Per Lamia
Caro alle Muse, voglio dare ai venti
Più ribelli le ombre e le paure,
che le portino via sul mare crètico
forse ora, su fredde rive, sotto l’orsa,
un re è temuto, o Tiridate trema:
io sono in questa mia unica pace.
Ma tu gioisci delle fonti pure,
dolce Pimplea: e intreccia
fiori caldi di sole,
intreccia la corona del mio, Lamia:
ogni mio omaggio è vano senza te.
Su corde nuove batte il plettro lesbio
Ma voi dovete consacrare lui,
tu con le tue sorelle

(Orazio, Odi ed Epodi, Bur, 1994, p. 139)






La letteratura latina annovera anche altri “protovampiri”, ma difficilmente li fa uscire dall’ambito femminile; Ovidio nei Fasti parla di Striges:Vi sono ingordi uccelli, non quelli che rubavano il cibo
dalla bocca di Fineo, ma da essi deriva la loro razza:
grossa testa, occhi sbarrati, rostri adatti alla rapina,
penne grigiastre, unghie munite d’uncino;
volano di notte e cercano infanti che non hanno accanto la nutrice,
li rapiscono dalle loro culle e ne straziano i corpi;
si dice che coi rostri strappino le viscere dei lattanti,
e bevano il loro sangue sino a riempirsi il gozzo.
Hanno il nome di Strigi: origine di questo appellativo
È il fatto che di notte sogliono stridere orrendamente.
Sia che nascano dunque uccelli, sia che lo diventino per incantesimo,
e null’altro che siano vecchie tramutate in volatili da una nenia della Marsica,
vennero al letto di Proca: Proca nato da cinque giorni,
sarebbe stato una tenera preda per questi uccelli;
con avide lingue succhiano il petto dell’infante,
ma il povero bambino vagisce e chiede aiuto.

(Ovidio, I Fasti, BUR, p. 449).



La letteratura Latina è piena d’esempi di donne, dai costumi non proprio integerrimi, dedite alla magia e al vampirismo. Orazio, nel quinto dei suoi Epodi (Il Profumo della Strega), descrive Canidia, Sagana, Veia e Folia nell’atto di sacrificare un fanciullo, alla luce della Luna, con lo scopo di preparare un beveraggio con i suoi umori; e Properzio, nelle Elegie, quando parla delle maghe tessale non usa certo toni rassicuranti.
Queste Streghe Latine, probabilmente, derivano dalle furie greche: Aletto, Tisifone e Megera, nate dal sangue sgorgato dall’evirazione d’Urano, avevano il compito di punire gli spergiuri irrispettosi della dea-madre terra, che venivano meno al decoro richiesto nei costumi familiari. Sono vecchie orribili con la testa di cane e il corpo di colore nero, e recano sul dorso grandi ali di pipistrello. Era costume non nominarle mai, oppure erano chiamate Eumenidi. Eschilo nella Tragedia Le Eumendidi le descrive con questi termini:
…Tu vedi ora queste Furie già dome; cadute nel sonno vedi le vergini maledette, queste vecchie vergini nate in un tempo remoto. Nessuno si congiunge con loro, né dio né uomo né bestia selvatica. Per il male esse nacquero, e nell’ombra maligna del Tartaro, giù sottoterra vivono, odio degli uomini e degli dei dell’Olimpo (Eschilo, Le Eumenidi in Tutte le Tragedie, Newton & Compton, 1991, p. 209).
Anche le Baccanti o Menadi, nella tragedia di Euripide, scatenano indomite la loro forza per uccidere Penteo, che aveva vietato la celebrazione del culto di Bacco:
Noi ci demmo alla fuga ed evitammo di essere dilaniati dalle Mènadi; ma quelle a mano armata si avventarono sopra i vitelli al pascolo sull’erba. Ne potevi vedere una tenere le braccia aperte, una giovenca florida; mugghiante; e le altre, intanto, dilaniavano vitelline. Vedevi fianchi e zoccoli biforcuti scagliati in alto, in basso, penduli dagli abeti e insozzati di sangue che gocciolava. (…) Poi, librandosi come uccelli, vanno di corsa nelle vaste piane (…). Come nemici piombano su Isia ed Eritra, al di qua del Cicerone, mettendo tutto a sacco; dalle case rapivano i bambini, e tutto quello che si mettevano in spalla aderiva senza legacci e non cadeva al suolo nero. (…) I villici rapinati da loro s’infuriavano, prendevano le armi: lo spettacolo fu allora impressionante, sire. Il ferro di quelle lance non s’imporporava; loro invece, scagliando dalle mani i tirsi, li ferivano, volgendoli in fuga, loro, donne, quelli ch’erano uomini (…) (Euripide, Le Baccanti, in Tutte le Tragedie, Newton & Compton, 1991, p. 308).
Nei giorni dedicati a Bacco, chi beveva vino assumeva il sangue del Dio. Anche se il culto era stato vietato, le baccanti ebbero comunque modo di ottenere sangue.


IL RITORNO DELLE VAMPIRE
Con la caduta dell’Impero Romano, le invasioni barbariche e il forte potere della religione cattolica, non si fece quasi più menzione di queste creature nella letteratura. La ricomparsa di questi vampiri al femminile, nelle opere letterarie, si ebbe nell’età romantica, come conseguenza del recupero delle tradizioni classiche e del gusto delle testimonianze lasciate dalle antiche civiltà (a loro volta conseguenti all’opera di razionalizzazione dello scibile attuata dall’Illuminismo).
Empusa rimane la donna morta che ritorna per essere amata, mentre Lamia conserva le sue caratteristiche di divinità nefasta, ma ciò che consente la loro ricomparsa è un mutamento del senso estetico degli scrittori che sono attratti da un tipo di bellezza mortifera, sepolcrale, e l’amore s’appropriò della componente dolorosa come indispensabile per il raggiungimento dell’estasi.
Goethe, con La Fidanzata di Corinto, mette in versi le vicende raccontate secoli prima da Filostrato, ma i connotati vampirici s’impongono con maggior forza:
Avida, ella sorbì con bocca bianca il vin, che nero in sangue si colora. Ma del pan della spica che egli con mano amica le offriva, il labbro sua nulla disfiora. Ed al giovane porge la bevanda, ch’egli, ingordo, tracanna giù d’un sorso. Nella segreta cena, amor domanda; d’amor lo punge avuta al seno il morso. Ma più volte è respinto, e alfin, d’affanno vinto, si piega al letto, e al piangere diede corso. S’accosta, e accanto a lui cade in ginocchi, “Oh, quanto soffro a questi tuoi tormenti! Ma se le membra mie tu avvien che tocchi, quel ch’io t’ascosi, con terror tu senti! E’ come neve candida, ma come ghiaccio gelida, colei che tu d’amare t’accontenti.” Impetuoso allor, con forza salda giovanile, ei la stringe tra le braccia: Qui, sul mio petto starai calda, se ritorno dal favel tu faccia! Baci a mille profusi! Aliti insieme confusi! Senti l’ardor che il gelo tuo discaccia?” Amore in nodi l’uno e l’altra ha stretti; le lacrime si mischiano al godere; cupida sugge dai labbri diletti le fiamme: l’un nell’altro ha il piacere.
Della Lamia si occupa Keats, che accanto al folklore mediterraneo aggiunge frammenti di quello celtico, lasciando immutate le sue
LAMIA, demone della mitologia greca, nel suo aspetto caratteristico di mostro dal corpo di animale e dal volto di donna.

(D. Farson, Creature del Male, Rizzoli, 1976)

caratteristiche di creatura appartenente all’ambito delle divinità.
LAMIA, demone della mitologia greca, nel suo aspetto caratteristico di mostro dal corpo di animale e dal volto di donna.

(D. Farson, Creature del Male, Rizzoli, 1976)

In Italia sono gli Scapigliati, poeti melanconici, tristi e destinati ad una morte prematura, a subire il fascino delle donne vampiro; Emilio Praga (a sua volta influenzato dai decadenti francesi), con le sue tre versioni della Dama Elegante, si fa interprete della visione della donna dalla bellezza ipnotica e demoniaca, il cui bacio differisce ben poco da un morso letale.
In America, invece, la vittima delle Empuse è Edgar Allan Poe, irrimediabilmente attratto da donne pallide ad un passo dalla tomba; è il caso di Ligeia, che non si rassegna a “riposare in pace”, ma perseguita fino a far morire la seconda moglie del protagonista del racconto.
La donna Vampiro appartiene all’ambito del perturbante in maniera più palese del suo corrispettivo maschile, incontrarla rappresenta una pericolosa ed irresistibile agnizione con quanto è rimosso dal punto di vista sessuale, e l’apice narrativo lo troviamo con Carmilla di Le Fanu, Clarimonde di Gautier e Aurelia di Hoffman.
Lo storico rumeno Mircea Eliade, col suo Signorina Cristina realizza uno splendido connubio tra folclore vampirico e romanzo; è la storia d’amore di una giovane donna morta da oltre vent’anni e divenuta vampiro:
Egor tremava, ma non era più uno spasimo di terrore, bensì l’impazienza di tutto il suo corpo, il suo struggersi delirante nell’attesa del piacere supremo. La sua carne si disfaceva impazzita, perché la voluttà lo soffocava, lo umiliava. La bocca di Christina aveva il sapore dei frutti di sogno, il gusto di ogni ebbrezza proibita, maledetta. Neppure nelle più diaboliche immaginazioni d’amore stillava tanto veleno, tanta rugiada. Tra le braccia di Christina Egor sentiva le gioie più empie, unite ad una celeste dissipazione, una fusione completa e totale. Incesto, crimine, follia. Amante, sorella, angelo… Tutto si raccoglieva e si mescolava vicino a quella carne infuocata e tuttavia senza vita… (Mircea Eliade, Signorina Christina, Jaka Book, 1984, p. 175).
Anche il cinema ha “dato alla luce” numerose vampire, di cui la più famosa è Theda Bara: con lei è nato l’appellativo Vamp, come sinonimo di Donna Fatale.
La produzione fumettistica italiana ha, a buon titolo, proposto l’immagine della vampira nell’ambito dell’erotismo, ma raramente ha rispettato le caratteristiche ben più sublimi del mito e della letteratura, sconfinando in una sessualità gratuita e con fini esclusivamente onanistici. Fabio Giovannini fa giustamente notare che le ragioni di questa inflazione di vampire è dovuta principalmente al fatto che se ne sono occupati prevalentemente uomini; ma il rinnovato interesse per questa figura da parte delle nuove autrici neogotiche promette un vampirismo di fine secolo dal volto di donna e dal colore lunare.

digilander.libero.it/catafalco/origini/lamie.htm

Le lamie dell'antichità greca erano figure in parte umane e in parte animalesche, rapitrici di bambini; fantasmi seduttori che adescavano giovani uomini per poi nutrirsi del loro sangue e della loro carne. Venivano spesso chiamate anche empuse, sebbene il mito delle empuse, figlie o serve di Ecate, avesse origini differenti.

Lamia di Herbert James Draper, 1909

Secondo il mito originale, Lamia era la bellissima regina della Libia, figlia di Belo: essa ebbe da Zeus il dono di levarsi gli occhi dalle orbite e rimetterli a proprio piacere. Presto Lamia catturò il cuore di Zeus provocando la rabbia di Era, che si vendicò uccidendo i figli che suo marito ebbe da Lamia.
L'unica figlia ad essere risparmiata fu Scilla; probabilmente, anche Sibilla si salvò.

Lamia, lacerata dal dolore, iniziò a sfogarsi divorando i bambini delle altre madri, dei quali succhiava il sangue. Il suo comportamento innaturale fece in modo che la sua bellezza originaria si corrompesse, trasformandola in un essere di orribile aspetto, capace di mutare forma e apparire attraente per sedurre gli uomini, allo scopo di berne il sangue.

Per questo motivo la lamia viene considerata una sorta di vampiro ante litteram.
Nel Medioevo

Nel Medioevo, lamia era sinonimo di strega, mentre nella tradizione della Cappadocia si crede che Lamia fu la prima sacerdotessa del culto di Lilith.

Interpretazioni moderne

Le lamie vengono citate nel concept album dei Genesis The Lamb Lies Down on Broadway; esse vengono rappresentate come creature femminili dal corpo "simile al serpente" e seducono il protagonista Rael nel tentativo di divorarlo. Inoltre, la canzone Prodigal Son dall'album Killers degli Iron Maiden contiene una preghiera a Lamia.

http://it.wikipedia.org/wiki/Lamia


http://www.eaudrey.com/myth/images/lamia.gif


There are different versions of the Lamia: one is a female demon who, in the form of a beautiful women, entices and eats children.

Another version is that have the face and breast of a woman, and the rest of the body like a serpent; although they could not speak, their hissing was pleasing. They would lure in strangers, and then eat them.

Yet another version is that they have "the hinderparts of the beast are like unto a Goate, his fore legs like a Beares, his upper parts to a woman, the body scaled all over like a Dragon." (Topsell)


Also Called Lilith- of Jewish folklore. Supposedly, Lilith was the first wife of Adam, but refused to obey him. Lilith left, and was told that if she did not return, her children would die. She did not return, and took her revenge by harming children.

Empusa or Emipusa - these are half-ass and half-woman, capable of changing their appearance to be a beautiful woman or a cow. In Greek myth, Empusa is the daughter of the goddess Hecate. She has bronze feet, and pursues and eats travelers. She can be driven off by insulting her.


Described By: Greek mythology- Jupiter loved Lamia, but a jealous Juno deformed her and took her children. Driven mad by this, Lamia killed and ate every child that she could.

Topsell- "For when they see a man, they lay open their breastes, and by the beauty thereof, entice them to come neare to conference, and so, having them within their compasse, the devoure and kill them."


Links An excellent site with information about the literary history of the Lilith myth: www.geocities.com/Wellesley/Garden/4240/index.html

http://images.google.com/imgres?imgurl=http://www.eaudrey.com/myth/images/lamia.gif&imgrefurl=http://www.eaudrey.com/myth/lamia.htm&h=285&w=339&sz=13&hl=it&start=29&sig2=my6U5bHZnr9OSTXJ4nUF9Q&um=1&usg=__DFUqJDZOVNHGSyxykoao8AaK1ME=&tbnid=AnRv86L4rv1ggM:&tbnh=100&tbnw=119&ei=NDPZSJSTB5C80gXSk-miBQ&prev=/images%3Fq%3Dlamia%26start%3D20%26ndsp%3D20%26um%3D1%26hl%3Dit%26lr%3Dlang_it%26client%3Dopera%26rls%3Den%26sa%3DN

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