Il chirurgo settecentesco, non più barbiere o flebotomo, è uomo di scienza, d'arte e di mestiere e per assommare in sé tali ruoli necessita pertanto di nuove qualità: cultura, conoscenza delle più aggiornate tecniche d'intervento, perizia con strumenti chirurgici più raffinati. I nuovi ferri devono essere infatti usati più razionalmente e sono scelti e fatti per essere funzionali ad un specifico intervento operatorio. Il materiale impiegato è l'acciaio, altre volte l'ottone, ai quali possono associarsi legno, vetro, caucciù; la foggia rimane elegante, con manici in avorio o tartaruga; sono resi più leggeri, maneggevoli per facilitare il compito al chirurgo, al quale sono sempre più richieste manualità, destrezza e tempestività per poter operare nelle precarie condizioni dovute all'assenza di ogni forma di narcosi e asepsi.
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strumenti di chirurgia militare
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Cauterio
Strumento che, una volta reso incandescente all'estremità metallica, variamente conformata, veniva applicato su una zona del corpo per bruciare escrescenze, sanare la parte da materia infetta o per cauterizzare una ferita a fini emostatici.
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strumenti per l'amputazione degli arti, intervento tipico della chirurgia militare
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Gli strumenti chirurgici per interventi di asportazione di parti molli, liquidi o denti e di incisione
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Ferri chirurgici per interventi ostetrici e ginecologici
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La matula era un recipiente utilizzato per portare l'urina ad analizzare. Era costituita da un vaso di vetro chiaro e sottile racchiuso in una fasciatura di paglia con coperchio e manico.
