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Capitolo 5 - Nebbia, rocce ed una luce nel buio

Ultimo Aggiornamento: 10/06/2008 14:48
30/01/2008 17:39
 
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Quando la porticina si richiuse alle spalle di Halya, il gruppo si ritrovò nella silenziosa oscurità del vicolo sul retro della locanda.
Jarek trasse un profondo respiro ed alzò gli occhi ad osservare il cielo notturno. Ad oriente, un vago chiarore preannunciava l’arrivo dell’alba.
L’alba…
Si sarebbero messi in viaggio senza dormire e, per di più, Jarek si rese conto solo in quel momento che erano anche senza cena. Il pranzo che Corlan aveva offerto loro era stato abbondante, ma in seguito gli eventi che si erano susseguiti alla locanda aveva distratto l’attenzione di tutti dalle cose più pratiche.
Senza mangiare e senza dormire: un modo eccellente per iniziare un viaggio dalle implicazioni quantomeno oscure.
Scrollò le spalle e riportò l’attenzione sui suoi compagni. “Bene, Halya,” disse. “Fai strada, ti seguiamo.”
L’Elfa annuì senza dire nulla e si avviò silenziosamente per i bui vicoli di Lualis.
Attraversarono la città, assicurandosi di evitare le strade più illuminate, senza che a nessuno venisse in mente di proferir parola. Infine, Halya si arrestò nei pressi di un grosso capannone, davanti al quale c’era un cortile cinto da una palizzata. Rimanendo addossata ad un muro in modo da rimanere nell’ombra, l’Elfa indicò con un cenno le due guardie sedute di fronte al cancello della palizzata, intente a giocare a dadi alla luce di due torce infisse ai lati del cancello.
Con gesti eloquenti, Halya comunicò agli altri di essere il più silenziosi possibile. Poi, come un gatto, scivolò oltre il muro, attraversò un breve tratto illuminato dalle torce del cancello e si rituffò tra le ombre sul lato sinistro della palizzata.
Jarek, Naetro e Vilahir la seguirono, non senza qualche apprensione, e poco dopo si riunirono ad Halya nell’oscurità sotto la recinzione.
“Incredibile!” sussurrò Naetro. “Non si sono accorti di noi. Ero sicuro di aver fatto un rumore d’inferno.”
“Lo hai fatto, infatti,” bisbigliò critica Halya, squadrando il guerriero da capo a piedi. “Ma sono sempre più convinta che gli Uomini siano caratterizzati da sensi offuscati. Se quelle guardie fossero stati Elfi, non l’avremmo passata liscia.”
“Ma per nostra fortuna non lo sono, giusto?”
tagliò corto Jarek. “Ora che si fa?”
“Scavalcheremo la palizzata,”
lo informò Halya mentre frugava nel suo zaino, traendone una corda con rampino.
Con l’aiuto della corda, l’operazione fu semplice e silenziosa. Quando tutti furono dall’altra parte, mentre l’Elfa recuperava la corda e la riponeva nello zaino, Naetro si rivolse a Jarek: “Mi auguro che sia finita qui. Non è il mio mestiere quello di sgattaiolare come un ratto.”
“Come direbbe Corlan…”
cominciò Jarek.
“…Tutti dobbiamo fare i nostri piccoli sacrifici,” terminò per lui Naetro, infastidito. “Comincio a trovare seccante il senso dell’umorismo di Corlan.”
Jarek si limitò a stringersi nelle spalle, prima di voltarsi per seguire Halya e Vilahir che si stavano intanto dirigendo verso l’ingresso del capannone. Borbottando un’imprecazione, Naetro si incamminò dietro di loro.
Halya guidò il gruppo all’interno del magazzino, fino alla stanzetta nella quale era sbucata in compagnia di Wulf, all’andata. In poco tempo, l’Elfa ritrovò la porta segreta che conduceva al tunnel, la aprì e, dopo aver atteso che gli altri la oltrepassassero, varcò l’ingresso e si richiuse l’uscio alle spalle.
Percorsero il tunnel sotto il lago con buon passo, giungendo alle scale che salivano ai sotterranei della torre. Salirono, ed Halya li guidò attraverso il passaggio tra le macerie dei sotterranei. Poi, proprio sotto la scala che conduceva alla botola di Wulf, l’Elfa si bloccò con un’esclamazione.
“Cosa c’è adesso?” volle sapere Jarek.
“La chiave. Non ho chiesto a Wulf di darmi la chiave della botola,” spiegò Halya in tono irritato.
“Vuoi dire che siamo bloccati qui?” chiese Vilahir, incredulo.
“Eh, no!” fece Naetro, oltrepassando di gran carriera gli altri e salendo le scale fino alla botola. “A costo di sfasciarla a testate, usciremo di qui!”
“Halya, mi meraviglio di te…”
disse Jarek all’Elfa.
“Non so cosa dire…” rispose Halya, imbarazzata. “Magari potreste aspettarmi qui mentre torno indietro a prendere la chiave…”
Furono interrotti da Naetro, il quale scoppiò a ridere e li chiamò. “Venite qui, invece di parlare a vanvera. La botola è aperta.”
“Come hai detto?”
chiese Jarek.
“Ho detto che Wulf ha lasciato aperta la botola. Possiamo uscire,” spiegò Naetro. E senza attendere che gli altri lo raggiungessero, salì le scale ed uscì all’esterno.
Poco dopo, furono tutti tra le rovine della torre, constatando che ormai l’alba era prossima e che il buio della notte aveva lasciato il posto ad un chiarore sempre più diffuso. L’aria era fresca e pungente, ed aveva il profumo dell’erba umida di rugiada.
[Modificato da bvzk 30/01/2008 18:00]
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30/01/2008 18:01
 
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Jarek
"Ora che siamo fuori" disse Jarek guardando con un po' di preoccupazione il sole che stava iniziando a sorgere "direi di affrettare il passo. Dobbiamo fare in fretta ... voglio lasciare Corlan da solo il minor tempo possibile.".
L'eothraim fece alcuni passi, poi si fermò e disse:
"Se non ricordo male, nessuno di noi conosce personalmente la strada che conduce (o conduceva) a Còr-Angàlaladh, però abbiamo con noi la mappa recuperata nella Torre del Bosco Silente."
Jarek estrasse dalla sua sacca una pergamena arrotolata e l'aprì

"Ecco" borbottò avvicinandosi il più possibile alla mappa per cercare di veder qualcosa nelle tenue luce del primo mattino "la direzione è più o meno quella per Keengard (La Fortezza), solo un po' più a sud ..."
Prima che gli altri potessero parlare, Jarek esclamò improvvisamente:
"Ma ... un momento!" alzò gli occhi ed iniziò a guardarsi attentamente intorno "questa è la vecchia Torre del Guardiano di Lualis!
Forse tra queste rovine c'è qualcosa che potrebbe servirci, qualcosa che dovremmo recuperare ... proprio come abbiamo fatto nella Torre di Kaygan!
"
[Modificato da Admin-Geko 30/01/2008 18:07]
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Halya
"Solo il guardiano può trovare ciò che gli appartiene di diritto."
Tutti si voltarono verso l'elfa.
Halya aveva lo sguardo vagamente perso verso le rovine della vecchia torre.
"Il primo guardiano deve ancora apprendere qual'è il suo compito....deve trovare il primo sigillo e poi tornare a prendere ciò che lo aspetta da tempo."
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Vilahir
Una volta tanto non era stato il bardo a parlare per enigmi, e si trovò inaspettatamente a sorridere, rendendosi conto di come dovevano sentirsi abitualmente i suoi compagni.

Fece scorrere comunque rapidamente lo sguardo all'intorno, senza aspettarsi davvero di trovare qualcosa che attirasse la sua attenzione.


"Credo che Halya abbia ragione. Non perdiamo il vantaggio che abbiamo. Non vorrei che Corlan debba improvvisare troppo a lungo..."

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Jarek
Jarek fece spaziare il suo sguardo da Halya a Vilahir.
Scosse la testa, arrotolò la mappa e la rimise nella sacca.
"Fino a qualche ora fa era il Bardo l'unico a parlare in modo misterioso ..." fissò lo sguardo in quello dell'elfa "ora ti ci metti anche tu?"
Halya inarcò un sopracciglio e poi scrollò le spalle.
"Ahhh ... lascia perdere!" borbottò l'eothraim facendo un eloquente gesto con la mano "ci darai le dovute spiegazione strada facendo. Muoviamoci!"
Si incamminò ...
[Modificato da Admin-Geko 31/01/2008 12:26]
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01/02/2008 16:26
 
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Naetro
"Buoni!" disse Naetro trattenendo Jarek per un gomito "Che fretta c'è? Tanto l'esecuzione non sarà prima di un pò, che male c'è a dare un occhiata alla Torre? Magari troviamo una spada di fuoco abbandonata, o una corazza in argento, o una lozione per la crescita dei capelli che funzioni davvero" disse ridacchiando.

"Siamo mezzi distrutti dalla stanchezza, quindi il buon Jarek e Vilahir si possono sedere un attimo qui, mentre la bella e la bestia, nella fattispecie Halya e il sottoscritto, diamo un occhiata al pianterreno. Ci vorranno dieci minuti, direi che ce li possiamo permettere"
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Jarek
"Bah ..." esclamò jarek sedendosi su una lunga e piatta roccia "... fate pure se volete, ma sono certo che Wulf avrà già setacciato queste rovine palmo a palmo ..." si distese di schiena sulla pietra e chiuse gli occhi "... non impiegateci più di dieci minuti, Naetro ... non più di dieci minuti ..." ripetè l'ultima frase con un filo di voce appena percettibile.
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02/02/2008 11:38
 
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Halya
Non che l'elfa avesse la minima speranza di trovare alcunchè, ma quei pochi minuti avrebbero ridato un po' di fiato a Jarek e Vil.
"Prego da questa parte...bestia."
Disse all'indirizzo del guerriero, con un evdente sorriso, mentre indicava la botola dalla quale erano appena usciti.
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03/02/2008 14:55
 
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Jarek
Erano passati quindici o forse venti minuti quando Halya e Naetro fecero il loro ritorno.
Jarek sentì i pesanti passi del guerriero che si stava avvicinando e, senza alzarsi ne aprire gli occhi, gli chiese:
"Trovato nulla?"
"No" fu la secca (e delusa) risposta del breatino.
"E allora andiamo" replicò l'eothraim alzandosi in piedi.
I quattro amici si allontanarono dalle rovine dell'antica torre e quasi subito Vilahir chiese:
"Quale direzione seguiremo?"
"Beh, se non ricordo male l'elfa, giorni fa, aveva accennato ad un'antica via chiamata Ràd-Angàlàladh ... mi pare"
Halya annuì in silenzio.
"Beh ..." continuò Jarek "... credo che si tratti della stessa via segnata sulla mappa"
"Già, è molto probabile che sia così" confermò il bardo
"E allora seguiamola" sentenziò Naetro
"E' proprio quello che stavo per dirvi. Seguitemi" concluse Halya precedendo i suoi compagni e mettendosi in testa al gruppo.
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05/02/2008 10:54
 
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Halya li condusse lungo il viottolo che si dipartiva dalle rovine della torre e raggiungeva la strada. Dell’antica e gloriosa Via degli Elfi di Bosco Atro era rimasto solo poco più di un sentiero invaso dalle erbacce, ora utilizzato solo da qualche boscaiolo o cacciatore.
Il gruppo imboccò senza indugio la strada la quale, dopo aver aggirato l’intero lago di Lualis, prendeva decisamente la direzione Ovest, puntando dritta in leggera salita verso Bosco Atro. Circa mezz’ora più tardi, i quattro viandanti si trovarono nel punto in cui la strada si tuffava tra le ombre degli alberi, e proprio in quel momento i primi luminosi raggi del sole fecero capolino da Est ed inondarono l’intera vallata sotto di loro, riflettendosi scintillando sulle acque del lago.
Mentre Halya, Naetro e Vilahir proseguivano all’interno della boscaglia, Jarek non potè fare a meno di voltarsi e di soffermarsi ad osservare il panorama. Lualis era piccola e lontana, e spiccava come una gemma incastonata tra il verde delle praterie e l’azzurro baluginante del lago.
Forse, proprio in quel momento, le porte del Municipio della città si sarebbero aperte per far passare le guardie che avevano il compito di condurre Mejan al rogo. Forse la gente si sarebbe accalcata ai lati delle vie per osservare il corteo. Il Governatore ed altri della sua risma, dal palco d’onore, si sarebbero sfregati le mani, soddisfatti per aver portato infine a termine il vile compito a loro assegnato dall’invasore.
*Ed io non sono lì a tentare di salvarla,* pensò tristemente Jarek. *Ho scelto deliberatamente di andarmene ed ho affidato il compito ad altri.*
Si riscosse da quei pensieri quando avvertì un colpetto sulla sua spalla. Si voltò e vide Vilahir che lo guardava, perplesso.
“Che fai? Non vieni?” gli chiese il bardo con gentilezza.
Jarek lanciò un’ultima occhiata alla vallata sotto di lui, poi riportò la sua attenzione a Vilahir.
Trasse un profondo respiro. “Sì, certo, amico mio. Andiamo,” rispose.
E seguì l’altro all’interno del bosco dove, poco più avanti, Halya e Naetro si erano fermati ad attenderlo. Kuma gironzolava qua e là, annusando i dintorni.

* * *

Viaggiarono per il resto della mattinata finché, esausti, intorno a mezzogiorno crollarono. Riuscirono solo a sbocconcellare qualcosa prima di piombare in un sonno privo di sogni che terminò solo nel bel mezzo della notte, sette o otto ore più tardi.
Li svegliò Halya che, a quanto pareva, non aveva avuto bisogno di dormire.
Dato che ormai si erano riposati, viaggiarono anche durante la notte, guidati da Halya, finché, il mattino successivo, piombò su di loro la nebbia più fitta che quattro viandanti e un cane avessero mai visto in vita loro.

* * *

“Queste sono le situazioni che odio,” dichiarò Naetro, avvolgendosi strettamente nel mantello. Esattamente le situazioni che odio,” precisò irritato.
Kuma, che trotterellava accanto a lui, lo guardò inclinando la testa.
“Non posso darti torto,” fu d’accordo la voce di Vilahir, proveniente dalla sua destra.
Il guerriero cercò di localizzare il bardo, e finalmente individuò la sua sagoma scura ed indistinta, avviluppata dalla nebbia, che camminava a fianco a lui. Diede una carezza distratta a Kuma.
“E vorrei anche vedere!” ribatté Naetro in tono polemico. “Com’è che chiamano il posto che stiamo cercando? Cerchio delle Brume? Ebbene, siamo a buon punto: le Brume le abbiamo trovate. Ora non ci rimane che il Cerchio, qualunque cosa sia, anche se dubito che lo troveremo mai, dato che non ci si vede ad un palmo dal naso.”
“E piantala di piagnucolare!”
intervenne Jarek, anch’egli niente più di una scura sagoma indistinta poco più avanti al guerriero. “Dimentichi che possiamo disporre di occhi elfici, per i quali questa stupida foschia non costituisce certo un problema.”
“Molto divertente,”
giunse loro la voce di Halya. L’Elfa era in testa al gruppo ed era praticamente invisibile tra la nebbia.
“Be’, gli occhi non so, ma le orecchie le funzionano benissimo,” osservò Naetro. “Quanto a te, Jarek, io non piagnucolo, mi limito ad evidenziare i fatti. Questa è ben più di una stupida foschia, sono zuppo d’umidità fin nelle ossa e, per di più, fa un freddo bestiale.”
“In effetti, comincio a preoccuparmi,” informò Vilahir. “Con questa visibilità, dubito che perfino gli occhi elfici di Halya riescano ad individuare la deviazione di cui parlava. Sempre che una deviazione ci sia…”
“Deve esserci,” disse Jarek. “Secondo la mappa, il Cerchio è a nord della via. Anticamente c’era senza dubbio un sentiero che vi conduceva.”
“Ecco, hai detto bene: anticamente,”
sottolineò Naetro. “Cosa ti fa pensare che esista anche oggi? Perfino la strada è ridotta in condizioni pietose, figuriamoci cosa sarà rimasto di un sentiero.”
“Insomma, Naetro,”
sbottò Jarek, “hai un’idea migliore?”
“Sì. Fermiamoci per un po’, accendiamo un fuoco per scaldarci le ossa ed attendiamo che la nebbia si alzi. Di quanto aumenterà l’efficacia degli occhi elfici se la visibilità dovesse salire a più di una yarda?”

“Non è una cattiva idea, Jarek,” fu d’accordo Halya, la cui sagoma apparve in vista. Doveva essersi fermata ed aver atteso che gli altri la raggiungessero. “L’unica cosa che possiamo fare con questa nebbia, e con difficoltà, è rimanere sulla strada senza smarrirci. Occhi elfici o no, dobbiamo attendere che le condizioni migliorino.”
Tutto il gruppo arrestò il passo e si radunò per prendere una decisione, mentre Kuma si accucciava poco distante, in attesa.
[Modificato da bvzk 05/02/2008 12:05]
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05/02/2008 22:18
 
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Naetro
"Precisamente. In pratica, io il focherello me lo sto per accendere, e chi ci si vuole scaldare è benvenuto" disse Naetro, raccogliendo un pò di rametti, senza allontanarsi più di qualche passo dal gruppo. "Ci manca solo che dobbiamo legarci in una cordata, per arrivare al Kor" borbottò da oltre la nebbia, lanciando rametti verso dove pensava ci fosse il gruppo.

"Secondo me, vale la pena fermarsi, e aspettare, anche un paio d'ore. Magari la nebbia si alza. Non conosco queste zone, nè queste nebbie. Uno del luogo ci sarebbe utile come guida..."

Il sorriso bieco che Naetro rivolse a Jarek cadde nel vuoto, oscurato dalla nebbia. Solo la parte offensiva del suo ultimo commento giunse all'eothraim, assieme alla risata soffocata di Vilahir.

"Chiaramente, se qualcuno sa come ordinare alla foschia di levarsi dai piedi, ha la mia benedizione se intende provarci" disse estraendo un esca incandescente da una piccola scatola
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Jarek
Jarek sembrò non notare nemmeno la battuta sarcastica di Naetro. Stava fissando il guerriero mentre questi, con estrema difficoltà, tentava di accendere il fuoco, ma in realtà il suo sguardo era perso nel vuoto.
Era difficile, in quella fitta foschia, notare l'espressione assente del volto dell'eothraim e se qualcuno ci aveva fatto caso si guardò bene da fare domande.
Naetro, dopo molti tentativi e molte imprecazioni, riusci a far scaturire una fiammella che presto incendiò i rametti creando un principio di fuocherello.
"Accidenti" imprecò il breatino alzandosi in piedi ed ammirando il suo lavoro "qui è tutto zuppo ... è stata un impresa accendere questo fuoco"
"Non credo sia solo colpa dell'umidità ..." iniziò a dire Vilahir con fare pensoso; il bardo però non completò la frase perchè fu interrotto da Jarek che, sempre assorto in chissà quali pensieri, stava cantilenando una vecchia strofa:

"Fredda e oscura era la pietra della Fortezza ..."

Con gesti meccanici l'eothraim aprì la sua sacca
"... immersa nella nebbia stagnante ..."

Tirò fuori una strana torcia che avvicinò al fuoco
"... Ma Rabain portò la luce che dissipò le tenebre ..."

La torcia, dopo un primo incerto crepitio, avvampò
"... La nebbia si disperse ..."

Jarek si alzò in piedi tenendo in alto la torcia accesa ...
[Modificato da Admin-Geko 05/02/2008 22:42]
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06/02/2008 11:54
 
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Per lunghi attimi nessuno parlò, ed il silenzio avvolse i dintorni. Perfino Kuma rimase a cuccia, con la testa appoggiata sulle zampe, senza emettere alcun suono.
La luce del piccolo fuoco appena acceso da Naetro e soprattutto la torcia che Jarek teneva levata in alto, diffondevano un intenso chiarore che, rifrangendosi sulle goccioline d’umidità della nebbia, creava un alone dorato che avvolgeva tutti i presenti.
Tutti trattennero il fiato, in attesa che si verificasse qualche misterioso prodigio in grado di disperdere il manto nebbioso che gravava sulla zona. Halya, con una strana espressione del suo bel volto elfico, teneva lo sguardo fisso sulla fiamma della torcia. Gli altri, dal canto loro, iniziarono a guardarsi intorno per individuare il punto in cui la nebbia avrebbe cominciato a diradarsi.
Ma nulla accadde.
Jarek lanciò un’ultima occhiata alla torcia che stringeva in mano e che ardeva allegramente. Poi, con espressione profondamente delusa, si chinò verso un cumulo di terriccio e vi immerse la torcia finché non fu spenta.
Naetro notò solo in quel momento che il suo fuoco si stava spegnendo e si affrettò ad aggiungere combustibile per ravvivarlo. La legna umida sfrigolò, al contatto delle braci ardenti, poi le fiamme la avvolsero. La luce ed il calore si diffusero nuovamente.
“Be’ ragazzi…” disse Jarek, incapace di nascondere la delusione, “io ci ho provato.” Tentò di sorridere mentre si sedeva accanto al fuoco.
“E’ stato un buon tentativo,” commentò pacatamente Vilahir. “Non angustiarti se non è andata bene.”
“Ma sì!”
fece Naetro con allegria esagerata. “Non possiamo sempre aspettarci che un qualche tipo di incantesimo intervenga per toglierci dai pasticci. Prima o poi la nebbia si alzerà da sola e noi potremo proseguire.”
“Hai ragione, Naetro, tuttavia…”
intervenne Halya. Nella voce dell’Elfa vi era una nota strana, che indusse gli altri a voltarsi verso di lei, in attesa che continuasse. Con lo sguardo fisso davanti a sé, che denotava come la ragazza fosse intenta a riflettere su qualcosa, Halya riprese a parlare: “Naetro, secondo te, c’è vento?”
“Vento?”
ripetè Naetro che non si aspettava quella domanda.
“Sì. Vento, brezza, una qualunque corrente d’aria. Ti è capitato di avvertire qualcosa del genere nelle ultime ore?”
“No. Direi di no. D’altronde se ci fosse vento non ci sarebbe nebbia. Una brezza sarebbe la benvenuta.”
“Halya, dove vuoi andare a parare?”
intervenne Jarek.
L’Elfa fissò lo sguardo su Jarek. “Se non c’è vento, e l’aria è immobile…” iniziò a spiegare Halya in tono assorto, “…Sai dirmi, Jarek, perché la fiamma della torcia che avevi acceso era costantemente e decisamente inclinata verso quella direzione?” L’Elfa indicò un punto sulla destra rispetto alla strada che avevano percorso.
Tutti si voltarono a guardare verso il punto indicato da Halya, mentre una luce di speranza si riaccendeva sui loro volti.
Kuma lanciò un uggiolio speranzoso.
[Modificato da bvzk 06/02/2008 11:54]
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"Non l'avevo notato ..." borbottò Jarek a bassa voce, recuperando di nuovo la sua torcia ed avvicinandola al fuoco appena ravvivato da Naetro.
Una volta che la torcia si accese, l'eothraim si alzò nuovamente in piedi ed inizio ad osservare attentamente la fiamma.
Inizialmente non accadde nulla ma poco dopo, improvvisamente, la fiamma si piegò come sospinta da leggera brezza.
"Beh, non sarò riuscito a diradare le nebbie ... ma forse ho trovato un modo per scoprire quale possa essere la strada che cerchiamo"
Si voltò verso i suoi compagni e, continuando a tenere la torcia in mano, fece un cenno col capo ad indicare la direzione in cui puntava la fiamma.
"Che ne dite ... proviamo?"
[Modificato da Admin-Geko 06/02/2008 13:20]
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Naetro
"Assolutamente si!" disse Naetro, mettendosi all'ingresso del sentiero. "Datemi ancora un secondo però".
Il Breatino spostò rapidamente la sua mole da un punto all'altro, tenendo d'occhio il bagliore della torcia di Jarek. Voleva assicurarsi che il sentiuero che stavano per intraprendere non attraversasse trasversalmente il loro, e capire se era davvero una stradina che si dipartiva da dove si erano fermati loro

*Il che, se ci penso, è forse proprio il prodigio che aspettavamo. Di tutti i posti dove accamparci su tante miglia di sentiero, proprio qui...*

Naetro cercava di capire se si erano fermati in una radura, anche piccola, oppure no. Quando si fu accertato di ciò, disse.

"Amici, una torcia a testa, se possibile. Qui è inutile tenere le mani libere per le spade, se non vediamo cosa ci salta addosso, e se dobbiamo dividerci di colpo, per qualunque motivo, è meglio averne una già pronta per ciascuno, a parte forse Halya, non saprei..."

Naetro tirò fuori dalla sacca delle torce, e ne diede due ciascuno a Vilahir e Halya, ed una in più a Jarek.

"Consiglio di accenderle subito, almeno una. Usate la mia torcia come esca, se volete. Intanto, mettiamoci in marcia"
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06/02/2008 17:41
 
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Vilahir
"Che dire, Stella del Mattino?" Il bardo si rivolse a Jarek in modo appena canzonatorio "Sembra che tu debba farci da guida, stavolta. Occhi aperti, comunque. Spero che solo noi possiamo muoverci nella nebbia, ma già una volta abbiamo scoperto che non era così..."
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Jarek
Jarek annuì di rimando al bardo, poi spostò la sua attenzione sulla torcia che teneva in mano.
"Si consuma troppo velocemente ..." esclamò preoccupato mentre si chinava per spegnerla sul terreno "... sarà meglio non abusarne".
L'eothraim estrasse un'altra torcia, questa volta di natura decisamente più convenzionale, e la accesse accostandola al focolare.
"Non temo la nebbia ..." disse con fare deciso, avviandosi senza esitazione nella direzione indicatagli poco prima dalla fiamma "... voi non venite?" domandò ai suoi compagni senza smettere di camminare.
Vilahir attese un paio di secondi, poi lo seguì. Naetro ed Halya non furono da meno, entrambi reggendo una torcia in mano.
[Modificato da Admin-Geko 07/02/2008 16:37]
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08/02/2008 17:40
 
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Il gruppo si insinuò tra il fogliame bagnato del sottobosco che ricopriva fittamente il terreno sul lato destro della strada che fino ad allora aveva percorso.
Ben presto, fu evidente a tutti che mantenere una direzione precisa era molto difficoltoso. Il terreno saliva aspro e irregolare ed era cosparso di rocce, buche ed avvallamenti che spesso costringevano a cambi repentini di direzione. Il basso sottobosco, composto di piante spinose, felci e rampicanti, si impigliava agli stivali o alla stoffa dei calzoni, intralciando il passo e rendendo spesso difficile mantenere l’equilibrio. L’alto sottobosco, invece, essendo costituito per lo più da alberelli, arbusti e cespugli ad altezza d’uomo, diminuiva la visuale già limitata a causa della nebbia e, cosa ancor più fastidiosa, frustava dolorosamente il volto e le mani lasciando capelli e vestiti zuppi d’umidità.
La luce delle torce, lungi dal costituire un aiuto efficace per quanto atteneva alla visibilità, si rifletteva nella nebbia e circondava l’intero gruppo con un luminoso alone fumoso che dava un’impressione di irrealtà.
In quelle condizioni camminarono per lunghe ore, finché raggiunsero un tratto di terreno relativamente pianeggiante e sgombro dalla fastidiosa vegetazione del sottobosco. In più, sembrava che il quella zona la nebbia fosse meno fitta.
Erano stanchi morti, zuppi fradici fino alle ossa, infreddoliti e di cattivo umore.
“Bene, io adesso riposerò qui per un po’,” annunciò Naetro, gettando da parte il suo zaino sferragliante ed andandosi a sedere su un grosso masso ricoperto di muschio. “Se proprio volete proseguire, fate pure. Nel caso, vi raggiungerò più tardi.”
Kuma raggiunse il padrone e si accoccolò ai suoi piedi emettendo un sospiro uggiolante.
“Non dire sciocchezze, Naetro,” sbuffò Jarek. “Come pensi di riuscire a raggiungerci in queste condizioni di visibilità? O riposiamo tutti o non riposa nessuno.”
“In tal caso, voto per Naetro,”
li informò Vilahir. “Ha ragione lui, Jarek: dobbiamo riposare.”
“E non sarebbe male accendere un fuoco,”
aggiunse Naetro. “Sono intirizzito, bagnato fradicio e pieno di tagli e graffi su tutta la faccia. In più, ho fame.”
L’Eothraim ci pensò su, poi si rivolse all’Elfa: “Tu che ne pensi, Halya?”
La ragazza non rispose, lo sguardo fisso davanti a sé e l’espressione assorta come in profonda riflessione.
“Halya?” la chiamò ancora Jarek.
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Halya
"Siamo vicini Jarek, molto vicini, lo so."
Più che vedere qualcosa l'elfa sembrava sentirla.
"Siete sicuri di non riuscire a fare un piccolo sforzo?"
Si voltò verso Naetro e Vil aspettando una risposta.
[Modificato da Tyrande 15/02/2008 17:42]
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Jarek
"Ma certo che ce la fanno" rispose Jarek utilizzando un tono di voce più serio di quanto avrebbe voluto.
Allungò una mano verso il bardo, offrendogli un aiuto per alzarsi dal masso sul quale si era seduto.
Al tempo stesso fece un eloquente ed incoraggiante cenno col capo a Naetro:
"Coraggio!" fu l'unica parola che riuscì a dire all'imponente breatino.
L'eothraim era stanco come i suoi compagni (se non di più), ma aveva fretta di capirne di più sul luogo verso cui si stavano dirigendo, sullo scopo del loro viaggio e su quello che li avrebbe aspettati. Inoltre voleva concludere quanto prima quella missione per poter tornare a Lualis a dar man forte a Corlan.
[Modificato da Admin-Geko 15/02/2008 15:53]
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