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-Dick ns fedele amico a quattro zampe.

Ultimo Aggiornamento: 16/01/2008 20:31
11/01/2008 16:26
 
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Racconto
Dick


< Nostro fedele amico a quattro zampe >


I guai cominciarono subito dopo che Dick varcò la soglia di casa .
Nell’ingresso tenevamo delle scarpe di feltro ed era obbligo calzarle tutte le volte che tornavamo da fuori.
Così facemmo anche quella volta…
Ricordo l’espressione del viso di mia madre quando vide Nico con quel “pelouche” tra le mani.
<Non lo lascerete mica qui!! >.. urlò ..e, poiché in quel momento suonarono alla porta ,si allontanò.
Fu allora che Nico mise il cane a terra; questi si stiracchiò come fosse intorpidito, girò attorno ad un mattone e, sotto i nostri occhi atterriti, fece il suo bravo bisognino…
Quando subito dopo la mamma tornò, trovò Nico seduto a terra e noi tutti a lui molto vicini ; ci ridisse quell’orribile frase e ci invitò ad alzarci.

Ubbidì per primo Nico e noi lo seguimmo dopo avere strisciato col didietro sul mattone che risultò asciutto.. ci eravamo traditi.. la mamma aveva capito cosa era successo .. il suo viso era divenuto paonazzo; ella ci confermò che non avrebbe mai accettato il cane in casa e dopo averci invitato a rimetterci le scarpe, ci spinse fuori, chiudendo l’uscio alle nostre spalle ...
Dietro la casa, che era a piano terra, c’era una legnaia; ci portammo Dick e lì lo nascondemmo in attesa che finissero le scuole .
Sorgeva ora il dilemma di cosa dargli a mangiare.
Fu facile risolvere anche tale problema e fummo tanto bravi da non fare notare alla mamma che, a pranzo, parte del nostro cibo passava dai nostri piatti entro sacchetti di carta.
Poi, finalmente, finirono le scuole e tutte le volte che la mamma usciva un “clandestino” entrava in casa.
Per amore di Dick diventammo bravi in tanti piccoli mestieri : ora occorreva riparare uno strappo alla tenda; ora far scomparire una scarpa rosicchiata;
ora raccogliere e d incollare i cocci di un vaso di porcellana; ora passare lo straccio e lucidare un mattone; ora saltare dalla finestra per portare fuori Dick quando la mamma improvvisamente rientrava.
In un primo tempo la mamma non si accorse di nulla, poi cominciò a sospettare che qualcosa andasse male; infine ad urlare quel giorno che si accorse dello strappo alla tenda...
Eravamo in sei ed il più grande ero io : 12 anni.
Ella ci allineò tutti davanti una parete ed iniziò il suo bravo interrogatorio: “ Chi è stato?”- disse rivolgendosi a me.
Con il viso in fiamme, abbassai gli occhi e non risposi...seguì allora uno schiaffo ed io, taciturno, rivolsi agli altri uno sguardo perché non svelassero il nostro piccolo segreto...nessuno fiatò .
Ci fu una pausa; due altri schiaffi si aggiunsero al primo; la mamma ci voltò le spalle e dopo avere gridato che ci avrebbe lasciati senza cena, ci chiuse a chiave nella stanza.
Quel giorno Dick condivise il nostro castigo col rimanere anch’esso digiuno.
Seguirono altri giorni senza alcunché di anormale; poi...
Era un giorno afoso; eravamo stati molto tranquilli e la mamma ci aveva promesso che ci avrebbe portati al mare; non stavamo in noi dalla gioia; eravamo al culmine della felicità... e nessuno si curò di accertare che Dick fosse ben legato.
Avvenne così ciò che pensavamo non potesse accadere:
Dick – rompendo la fragile corda che lo legava, uscì dalla legnaia e, attraverso la finestra del soggiorno, chissà come rimasta aperta – entrò in casa.
Quello che trovammo al nostro ritorno non abbiamo parole per descriverlo : “ meno scempio avrebbe fatto uno sciame di cavallette in un campo di grano”.
Nell’ingresso c’era il mobiletto porta oggetti rovesciato a terra e tutt’intorno disseminati :< cocci di statuine , perle di collane, bigodini, carta straccia, brandelli di stoffa, scarpe, etc...>.
La mamma si tirò i capelli quasi a strapparseli .


“I ladri !!”- gridò- “ ci sono stati i ladri : hanno rubato tutti i nostri risparmi !!” e così dicendo – scavalcando oggetti di ogni genere sparsi in ogni dove. si avviò verso la camera da letto; naturalmente anche noi le corremmo dietro e- quando sulla soglia-
ci toccò sorreggerla perché non venisse meno alla vista di quell’orribile scenario presentatosi ….
< la tenda ridotta a brandelli penzolava dalla finestra, non c’erano più ninnoli sui mobili; una
scatola di cipria giaceva capovolta a terra e la cipria
sparsa sui mobili e sul letto; i due tappetini
scendiletto accartocciati sotto le sedie abbattute>
Non potevamo certo rimanere in tale ambiente a
noi sconosciuto!!- non poteva essere vero ciò che era
accaduto!! La mamma rimasta scioccata, non aveva
più forza di parlare… il suo sguardo era assente e facemmo fatica a trarla da lì.

Poi !!! Ancora un ultimo sguardo su quell’orribile
panorama e fummo attratti da un rigonfio
che dal centro del letto, cominciò ad andare avanti e
indietro, con un crescendo spaventoso, come onde del
del mare in tempesta: movimento che portò al
sollevarsi di un lembo di coperta dal quale venne fuori come una catapulta e ci saltò addosso il nostro Dick scodinzolando.
Stavolta la mamma si accasciò al suolo priva di sensi.

Dovette passare molto tempo prima che tutto fosse ripristinato e tornasse normale.
Dick fu affidato alle cure di una sorella di papà
e noi passammo le nostre vacanze in soffitta, in attesa
del suo perdono
Ma infine, grazie alla nostra ferma decisione di lottare per riavere Dick - facendo uno sciopero della fame – riuscimmo a vincere la nostra battaglia.
Infatti, bastarono tre giorni di digiuno, per far
capitolare i nostri genitori che, se anche un po’ a
malincuore , aderirono alla nostra richiesta per il ritorno di Dick.
Ora che abbiamo anche noi dei figli – nei limiti
del possibile – comprendendo il loro grande amore
per gli animali- cerchiamo di assecondarli onde
non abbiano a superare delle prove come “certi
bambini loro antecedenti.

Alfonsa

[Modificato da +mimosa+ 11/01/2008 16:27]
16/01/2008 20:31
 
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bisogna saper insegnare l'amore x gli animali... che ci son molto fedeli. [SM=x820367]
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