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"Dovremo creare più finestre fra sabato e domenica, con orari diversi": Antonio Matarrese conferma la rivoluzione della tv (vedi Spy Calcio dell'8 dicembre 2007). Il calcio d'altronde dipende tutto, o quasi, dai diritti televisivi. Almeno in Italia. Di stadi vuoti, ormai non parla più nessuno. Non una parola dal n.1 della Lega Calcio. Lui guarda al piccolo schermo. E si sta studiando quindi qualcosa di nuovo. Sky è favorevole ad un campionato "spezzatino": non bastano i due anticipi al sabato e il posticipo alla domenica, si sta pensando quindi ad una gara alla domenica all'ora di pranzo (ore 13). All'estero ha avuto successo, chissà da noi?
Di sicuro, come ha confermato lo stesso Matarrese, Mediaset non prenderà più i diritti in chiaro che scadono il 30 giugno di quest'anno: Piersilvio Berlusconi non ha certo intenzione di pagare ancora 61,5 milioni di euro all'anno.
La Rai è interessata, vorrebbero tanto rifare lo storico "Novantesimo Minuto": ma quanto può spendere? Trenta milioni di euro? Già quest'anno non ha comprato la serie B, campionato ormai (quasi) clandestino.
Per tutto questo, la Lega Calcio, su idea di Adriano Galliani, sta pensando ad un calcio sempre più in pay tv: con Sky che è disposta a tirare fuori più soldi, ma vuole avere un vero monopolio. Perché la verità è che mentre gli stadi si svuotato la tv cresce. Le partite fanno ascolti record. Nel campionato 2007-08 la gara più seguita (vedi documento) è stata Roma-Inter di sabato 29 settembre, ore 18: 10,64% di share. Subito dopo il derby di San Siro, 10,59%.
Ascolti record per Sky: nella scorsa stagione nessuna della partite disputate tra aprile e maggio (da quando sono disponibili i dati di ascolto disaggregati) si è avvicinata alla audience di questa stagione. Le migliori partite sono rimaste infatti al di sotto del 5% di share. Un incremento notevole dunque. In termini di share la gara più vista della stagione precedente era stata Palermo-Inter del 26 novembre del 2006 che aveva raggiunto il 10,54%. Quest'anno già due partite hanno superato quel limite.
Niente trasferta per i tifosi di Roma e Lazio
Niente tifosi della Roma a Bergamo: è il primo provvedimento del nuovo anno. Lo ha deciso l'Osservatorio che in un primo tempo aveva consentito solo un biglietto a testa. Il Viminale ha chiesto al prefetto di Bergamo, Camillo Andreana, "di valutare l'opportunità di chiudere il settore riservato alla tifoseria ospite, destinandolo, eventualmente, ad altre categorie di spettatori (famiglie, ragazzi delle scuole, associazioni di anziani, ecc.); di vietare la vendita dei biglietti al di fuori della provincia interessata alla gara; di prevedere l'acquisto di un solo tagliando per ciascun acquirente nonché il divieto di cessione dello stesso". Stessa richiesta per La Spezia-Pisa di serie B (sabato 12 gennaio).
Fra atalantini e romanisti c'è un'antica ruggine, con frequenti incidenti nelle due città. A Bergamo inoltre, come noto, è stata chiusa la curva nord sino al 31 marzo dopo gli incidenti con il Milan: i 3950 abbonati potranno trasferirsi in curva Sud con un biglietto speciale (50 centesimi a partita). Per via della "acerrima rivalità tra le frange estreme", inoltre, è stata vietata la trasferta a Napoli per i laziali (gara di Coppa Italia del 16 gennaio, ore 20,30). All'andata i napoletani non erano andati all'Olimpico.
Stadi e magliette false, i progetti della Melandri
Il ministro (senza portafoglio) del "Pogas", politiche giovanili e attività sportive, è, come noto, Giovanna Melandri. Che molto si è battuta la stagione scorsa e molto è pronta a battersi anche per quella appena iniziata. Con la convinzione che sarebbe assurdo cancellare il ministero dello sport perché solo un ministro ha la forza, e la struttura, per portare avanti certe battaglie. Un sottosegretario con delega allo sport non avrebbe certo le stesse possibilità, soprattutto se venisse "affogato" in un maxiministero.
Il Pogas ha tanti progetti in agenda per il 2008. Eccoli: la legge '91 da riformare, il progetto stadi (molto in ritardo) e anche una legge seria per tutelare i marchi dei club dai falsi (basta pensare alle tante magliette che si trovano sul mercato).
Portabandiera a Pechino: no a Idem, Ferrari e Filippi
Chi sarà il portabandiera azzurra a Pechino 2008: Gianni Petrucci ha una rosa di una decina di persone, forse un'idea se l'è anche fatta ma per ora la tiene segreta. Per evitare polemiche premature. In tanti ambiscono a questo ruolo. Una traccia. Nelle ultime 7 edizioni olimpiche fra invernali ed estive cinque donne hanno fatto da portabandiera e soltanto due uomini: questo da quando il segretario generale Coni, Lello Pagnozzi, è capodelegazione. Stavolta quindi toccherà ad un uomo. L'ultimo portabandiera è stato il ginnasta Yuri Cechi, e questo già esclude purtroppo la bravissima Vanessa Ferrari.
Altra traccia: per 7 volte nelle (ultime) Olimpiadi estive è stato scelto uno schermitore, per cinque l'atletica. Inoltre viene sempre scartato chi gareggia il giorno dopo e verrebbe scartata stavolta-per motivi politici- anche Josepha Idem che ha fatto parte della costituente del Partito Democratico. La nuotatrice Filippi inoltre si era candidata per il Pd e non era stata eletta: anche per lei zero speranze. Improbabile che venga scelto un militare per non creare problemi con gli altri corpi. La decisione avverrà non prima di maggio e non è facile: ci vuole un personaggio di grande spessore. Per ora i qualificati olimpici sono 161, alla fine saranno circa 300. |