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Limitare l'uso del mezzo privato con i Crediti di Mobilità

Ultimo Aggiornamento: 31/12/2015 15:44
04/01/2008 11:44
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Articolo de IL SECOLO XIX pubblicato il 4 Gennaio 2008

Le auto pagheranno per centro e delegazioni

articolo di Daniele Grillo

Entro la fine dell’anno ogni genovese delle zone “di prestigio” in possesso di almeno un’auto verrà “schedato” nelle proprie abitudini di spostamento, nelle proprie esigenze d’uso del mezzo privato, nei propri comportamenti virtuosi o dannosi per il rispetto dell’ambiente e della collettività. Ad ogni “vita” corrisponderà un certo numero di “crediti mobilità”, superato il quale sarà necessario comprare altri diritti d’accesso, una sorta di pedaggio, una multa se vogliamo vederla in maniera negativa. La rivoluzione del concetto di mobilità a Genova, annunciata in un’intervista dal sindaco Marta Vincenzi, riguarderà solo le zone «di prestigio», quelle che Tursi riterrà di dover salvaguardare da traffico e inquinamento. «Si potrà arrivare a un massimo di chilometri consentito - dichiara la Vincenzi - dopo sarà ncessario pagare o lasciare l’auto a casa».

Potrebbero dover sottostare al principio dei crediti di mobilità i cittadini di Albaro, Castelletto, della Foce, ma anche coloro che risiedono negli altri “centri” della città, ad esempio la parte attorno al circuito commerciale di Sestri Ponente, il centro di Voltri, di Nervi e altri punti congestionati dei quartieri. L’elenco esatto dei punti che verranno dotati di varchi e telecamere in grado di leggere i numeri di targa verrà deciso nei prossimi mesi, compatibilmente all’approvazione della versione definitiva del Piano urbano della mobilità (Pum). Questa è la risposta di Genova al piano milanese degli “ecopass” appena entrato in vigore. «La differenza del nostro piano è che sarà molto più flessibile - dice Paolo Pissarello, vicesindaco e assessore alla Mobilità - se per esempio io ho una zia malata da visitare ogni giorno in una zona ad accesso limitato, avrò un trattamento in termini di crediti differente rispetto a chi usa l’auto per altri motivi. E la stessa cosa accadrà se io utilizzo la macchina in ore di traffico meno intenso o se mi servo di mezzi elettrici o ecologici. Il numero dei crediti sarà il più possibile tagliato sulle singole persone». «In linea generale - conclude Pissarello - non siamo per la demonizzazione dell’auto privata. Che va utilizzata bene e con criterio, non eliminata, anche per questo continueremo a lavorare per velocizzare il trasporto pubblico locale».

Prima, a marzo, partirà la sperimentazione dei crediti mobilità per le merci. Il punto di avvio saranno le attuali ztl, dove il panettiere, il verduraio o il proprietario di magazzini in loco potrà entrare per un numero limitato di volte. Oltre, dovrà comprare altri crediti, altrimenti organizzare meglio i propri approvigionamenti. «Anche qui il discorso sarà personalizzato - spiega Aldo Achilli, direttore dell’Unità operativa della Mobilità - chiaro che le esigenze sono diverse e particolari, e mutano da esercente a esercente. Siamo quasi pronti a iniziare, abbiamo anche già individuato le tecnologie necessarie. A breve partirà la gara per acquistarle».
04/01/2008 12:11
Re:
euge1893, 04/01/2008 11.44:

Articolo de IL SECOLO XIX pubblicato il 4 Gennaio 2008

Potrebbero dover sottostare al principio dei crediti di mobilità i cittadini di Albaro, Castelletto, della Foce, ma anche coloro che risiedono negli altri “centri” della città, ad esempio la parte attorno al circuito commerciale di Sestri Ponente, il centro di Voltri, di Nervi e altri punti congestionati dei quartieri.



Certo come quelli che sono intorno a via venti, spente da sempre.
E poi gli altri centri? Sampierdarena, Pontedecimo, Bolzaneto?
Capisco che i sciuri di Castelletto vogliano l'aria pulita ma non si dovrebbe pensare anche ai meschinetti che abitano nei quartieri di serie b?

euge1893, 04/01/2008 11.44:


«In linea generale - conclude Pissarello - non siamo per la demonizzazione dell’auto privata. Che va utilizzata bene e con criterio, non eliminata, anche per questo continueremo a lavorare per velocizzare il trasporto pubblico locale».



Non sia mai che qualcuno demonizzi qualcosa... Poi se no facciamo il comitato quattro ruote in città, tre ruote in città per chi ha gli apecar, una ruota in città, due stampelle in città eccetera.
E poi Pissa come lo velocizzi il TPL? Mettendo le moto nelle corsie gialle? Mi ricorda la storiella del marito che per far dispetto alla moglie si toglie la sua parte "virile"

euge1893, 04/01/2008 11.44:


Siamo quasi pronti a iniziare, abbiamo anche già individuato le tecnologie necessarie. A breve partirà la gara per acquistarle».



Bene quando le avete finite fatemi un fischio. Magari esiste già il teletrasporto e il problema sarà superato

05/01/2008 00:58
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mi ha fatto ridere la storia della zia da andare a visitare ogni giorno...per come vanno le cose in Italia tutti quelli che lo desidereranno avranno, come per magia, una zia da visitare ogni giorno per potersi muovere in auto.
05/01/2008 03:50
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Come detto in passato anche per le zone blu, completamente contrario ad una qualsiasi limitazione della circolazione del mezzo privato se prima non si potenzia preventivamente quello pubblico per tutte le esigenze (per cui anche per chi non si muove in ora di punta) e non si ridistribuiscono sul territorio i vari punti di attrazione (ospedali, universita', uffici PA, divertimento) ora accentrati appunto nel centro.

E' inutile dire da una parte "facciamo pagare di piu' chi ha l'auto (e vive in periferia da cui e' costretto a muoversi) per snellire il traffico" e poi dall'altra parte tagliare e ridurre i mezzi pubblici (aumentandone nel contempo il biglietto).
06/01/2008 22:02
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Vi riporto quanto uscito su Repubblica Genova, sabato, sull'argomento. Tre pezzi molto più precisi rispetto al Secolo di quanto vuole fare il Comune, firmati da La Spina.

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Nascerà un nuovo mercato, a Genova: quello dei "punti" necessari per accedere, con un veicolo, alle zone centrali della città e in altre aree «di pregio», quale il cuore di Sestri Ponente. Il sistema dei «crediti di mobilità», il cui processo di organizzazione è stato ieri confermato a «Repubblica» dal vicesindaco Paolo Pissarello, fa già discutere. Anche perché le sue modalità (nelle forme applicate nelle simulazioni sinora effettuate) darebbero vita a un complesso sistema da rodare con attenzione. Ma, tant´è, questo è l´obiettivo che si pone Tursi, indicato nelle linee guida del Piano Urbano della Mobilità, ancora da discutere e approvare. «Vogliamo rendere Genova sempre più vivibile - sottolinea Pissarello - e il sistema dei "crediti" rappresenta un passo in avanti rispetto all´ingresso a pagamento, flessibile sulle esigenze e i diritti di ogni cittadino». L´applicazione "teorica" del modello finora studiato ha fatto concludere che a Genova il numero degli spostamenti con auto private potrebbe ridursi del 15% e la quantità di inquinamento (monossido di carbonio e polveri sottili) fino al 20%. Come funziona, dunque, il sistema (che da metà anno dovrebbe essere sperimentato per il trasporto merci nel Centro storico)? Ogni cittadino riceve un monte di «crediti» in relazione alle proprie esigenze per accedere con il mezzo di proprietà all´area "preservata". Ciascun ingresso comporta la diminuzione del fondo, ma la quantità di crediti spesi varierà a seconda del tipo di veicolo usato, della fascia oraria, del giorno, delle necessità individuali: criteri stabiliti dal Comune, a cui tocca anche indicare, per un periodo di tempo (sei mesi, un anno...) il numero totale di ingressi giornalieri consentiti nelle aree da preservare. Ed ecco aprirsi il «mercato»: ci sarà la persona che manterrà ben stretto il patrimonio punti (scegliendo di usare sempre il bus, ad esempio) e quella che, invece (per necessità di lavoro o "scarsa" coscienza ecologica), lo dilapiderà. La prima potrà cedere i punti in eccesso al Comune in cambio di altri servizi (biglietti per i trasporti pubblici, buoni per pagare le aree di posteggio); la seconda dovrà rinunciare al mezzo privato oppure comprare nuovi crediti. Dal Comune stesso o, ipotesi anch´essa percorribile, dai cittadini disposti a cederglieli attraverso un sistema informatico tutto da definire. Il prezzo di ogni punto dovrà essere definito dalla civica amministrazione e varierà in base al tetto di ingressi fissato in precedenza sulla base del numero di auto private che si vuole allontanare dal Centro. Ipotesi frutto delle simulazioni: 15 centesimi.
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Pezzo 2

Parliamoci chiaro: l´idea dei crediti di mobilità è ottima, è un´eredità che ho lasciato all´attuale amministrazione e su cui si è già lavorato in passato e rispetta le ultime direttive a livello europeo. Ma pensare di attuarla senza prima aver fornito ai genovesi dei sistemi alternativi di spostamento frequenti, funzionali e pratici sarebbe sbagliato». Lo dice Arcangelo Merella, per dieci anni assessore comunale al traffico: considerazioni, quindi, pertinenti, le sue, tanto da far ragionevolmente pensare che, verificata a livello di commercianti e artigiani la fattibilità del "progetto crediti", la sua estensione agli altri cittadini non possa avvenire già nel 2009 (o addirittura entro la fine del 2008 come detto in un´intervista dal sindaco Vincenzi) ma almeno un anno più in là. D´altra parte il Piano Urbano della Mobilità genovese, che ha conosciuto finora tre diverse stesure, indica nel 2010 l´orizzonte temporale di "medio-breve periodo" e nel 2020 quello di "lungo periodo" in cui verificare la validità delle alternative proposte. E, quindi, sapendo che non prima del 2015-2016 sarà completato il Nodo di Genova, condizione prima per estendere il basilare trasporto ferroviario metropolitano, è meglio non farsi troppe illusioni e ragionare su orizzonti temporali piuttosto ampi.
Detto questo il Pum indica chiaramente quali possano essere le soluzioni per venire incontro alla domanda di mobilità a Genova, proteggendo nel contempo quello che vengono definite "centralità locali", ovvero le zone "di pregio" in cui limitare l´accesso con l´auto. Oltre che sul servizio ferroviario (delle cui soggezioni strutturali abbiamo già detto, il Piano punta su metropolitana, tram, ascensori, battelli e piste ciclabili. Eccone, in sintesi, le indicazioni.
Metropolitana. Prolungamento da Brignole (con realizzazione della fermata di Corvetto forse entro il 2012) fino all´ospedale S. Martino (ma qui, dovendo combinarsi con il Nodo ferroviario, non è difficile indicare proprio nel 2020 una logica data di completamento) da un lato e fino a Rivarolo dall´altro (con prospettive temporali qui più ridotte). Viene messa definitivamente da parte, dunque, l´idea primaria di estensione del sistema alla Val Bisagno.
Tram. Rotaie sì, ma da assegnare a questo "antico", ma nei fatti sempre all´avanguardia, mezzo di spostamento, che comporta innegabilmente tempi e costi inferiori a quelli di una metropolitana classica. E proprio la Val Bisagno ne diverrebbe la principale fruitrice con un sistema che la collegherebbe alle altre zone della città con Brignole punto di interscambio. I tracciati base ipotizzati: Prato-Foce (lungo la sponda destra del Bisagno); Staglieno-Stadio-Foce (per corso De Stefanis, corso Sardegna e corso Torino); Nervi-Aeroporto (attraverso corso Europa, De Ferrari, Principe e via Cantore).
Battelli. La NaveBus, oggi in servizio tra Porto Antico e Pegli, potrebbe allargarsi all´itinerario Nervi-Voltri.
Ascensori. Più volte accarezzato, un concreto potenziamento degli impianti di risalita faciliterebbe di molto l´accesso alle zone collinari, diminuendo i tempi di viaggio e riducendo i servizi su gomma, che in molte zone sono effettuati con notevoli difficoltà.
Piste ciclabili. Tre le tratte principali (Lanterna-Principe, Principe-San Giorgio, San Giorgio-Brignole lungo la circonvallazione a mare) e una quarta direttrice ideale, la Val Bisagno sino a Prato.

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Pezzo 3

Tra le alternative che il Piano Urbano della Mobilità propone per diminuire il più possibile gli accessi in auto nelle zone centrali c´è anche quella denominata "Blu Area estesa", primo contraltare alla formula dei "crediti di mobilità" e comunque subordinata allo sviluppo del sistema di trasporto pubblico. Il principio è semplice (e dichiaratamente di attuazione e gestione più facile) e chiaramente si scontra con la sbandierata "flessibilità" dei crediti rispetto alle diverse esigenze dei cittadini: vuoi venire in Centro con la tua macchina? Paga. E molti di più rispetto alle tariffe attuali. I fattori sui quali il Put indica la necessità di lavorare sono la massima estensione delle aree di controllo e tariffazione della sosta (per intenderci verrebbero inevitabilmente subito estese, come nelle intenzioni della precedente giunta comunale, alla bassa Val Bisagno) e a un aumento dei costi di posteggio anche per i residenti. In questa chiave sono stati valutati i numeri dei posti auto occupati in città: il maggior numero al mattino risulta esserci tra le 10.45 e le 11.45 tra Quinto e Nervi con quasi 12.000 veicoli, 1.700 dei quali risultano parcheggiati in divieto. Seguono i quartieri di Albaro, di S. Martino, Sturla e Quarto. Facile, dunque, che soprattutto verso Levante possa essere ampliata la Blu Area.

07/01/2008 11:45
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Bella cagata...

SuperMarta imita Milano?
Allora che la imiti realizzando tre linee di metrò, almeno così si potrà fare un paragone intelligente.

Ma per favore... [SM=x1445361]
07/01/2008 14:20
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A dire il vero personalmente non sono così sfavorevole al principio del pagamento per l’accesso ai centri storici.
Credo che però debba essere considerato uno strumento di passaggio. Vista infatti la scarsa coscienza ecologica della stragrande maggioranza degli italiani, li si obbliga a pagare, sapendo che questi in linea di principio saranno disposti ad esborsi pur di mantenere l’utilizzo.
Questo consente al Comune (in teoria) di avere dei fondi a disposizione per il potenziamento del trasporto pubblico “pulito” che permetterà in futuro di costituire una valida alternativa al trasporto privato, rendendo così ragionevole la chiusura totale di zone sempre più ampie al traffico privato.
Questo dovrebbe essere l’obiettivo finale.

Invece, tornando al topic, la proposta del Comune mi sembra un po’ troppo macchinosa e rischia di attivare un bazar di punti di difficile gestione per i cittadini e la stessa amministrazione.
07/01/2008 14:38
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Mah, io non sono del tutto convinto della possibilità di risolvere i problemi "monetizzando" l'impatto ambientale del traffico privato, la cosa mi sa molto di espediente per ramazzare soldi...se si individuano delle zone in cui limitare il traffico si istituiscono misure dissuasive, punto e basta. Che logica ha, "paga e poi fai il cazzo che vuoi"?
08/01/2008 23:03
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Come al solito le "rare" e "pulitissime" moto possono continuare a farsi i cazzi loro. Quella coppia di fenomeni - la bisagnina sindaco ed il suo tirapiedi - pensa che prenderanno tutti il bus per andare in centro? O continueranno a creare parcheggi per le moto come fatto da "fenomeno" Merella? [SM=g27996] [SM=g27996] [SM=g27996]
09/01/2008 00:38
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certo che se in periferia su tre linee per il centro che puoi potenzialmente prendere devi aspettare, come mi è successo stamattina, 10-15 minuti per vedere il primo autobus, hai voglia a dire di utilizzare il mezzo pubblico...
qui a mio avviso ci vorrebbero soprattutto:
1. un controllo sulle corsie gialle dovunque
2. un controllo sulle auto in sosta vietata
3. asservimento semaforico ove possibile
4. aumento della frequenza dei bus
5. istituzione di nuove corsie gialle ove richiesto dagli aumenti di frequenza.
6. cominciare a fare ipotesi pratiche di un nuovo vettore di trasporto per la città, che venga realmente considerato, non come il metrò adesso che non se lo caga nessuno
7. elaborare (meglio far elaborare visto che qui a Genova non sono capaci) un piano razionale dei trasporti per la città e fissare una data per la sua attuazione
07/05/2010 09:24
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31/12/2015 12:33
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Niente crediti di mobilità ma...

"Smog, Genova pronta a fermare 25mila auto"
Link

Capisco la banalità, ma ammesso che il provvedimento possa avere un risultato misurabile sulla qualità dell'aria,
possibile che l'utilitaria euro 2 fine anni '90 è da limitare mentre l'ecologico suv 2000 diesel scorrazza a piacimento, magari senza emettere benzene ma somministrando a tutti una miriade di PM di varie dimensioni [SM=x1177058]
31/12/2015 15:44
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e chi come me , usa la macchina per neanche 1500 km anno....si vedrà costretto (nonostante il bollo aumentato proprio perché un euro 2 fine '99) oltre a non ricevere una riduzione del bollo stesso, visto che non potrò circolare in giorni e orari stabiliti,a dover montare un impianto gpl o metano che probabilmente superano il valore della macchina....
sono un pó contrariato anche se è per ridurre inquinamento o agevolare il mezzo pubblico. ..
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