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"FOLLOW THAT DREAM" SERIE: RECENSIONI.

Ultimo Aggiornamento: 09/02/2024 18:14
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His hand in Mine Sessions By Giuseppe Castiglia



Dopo aver pubblicato le sessioni per l’album Something for Everybody, la FTD va a ritroso e ci offre le sessioni complete per il primo album gospel di Elvis: His hand in Mine. Il box contenente 3 CD, si apre a tre ante che riproducono le scatole che contenevano i nastri delle sedute di registrazione. Qui troviamo anche l`immancabile libretto di 28 pagine con I dettagli delle sessioni e un enorme quantita` di materiale pubblicitario e comunicazioni RCA relative all`album. Non mancano le copertine delle varie edizioni pubblicate negli USA e in altri paesi, dell`album, cosi` come I singoli estratti da esso.
Passiamo alla sessione.

Nel primo pomeriggio del 30 Ottobre 1960, Elvis, Scotty Moore, DJ Fontana e Boots Randolph arrivano in bus da Memphis, agli studi B della RCA a Nashville e mentre I musicisti si organizzano in studio, Elvis e Freddy Bienstock, si ritirano in una stanza a discutere delle canzoni da incidere (Bienstock si occupava di procurarsi I diritti di edizione dei brani). Essendo un appassionato del genere, Elvis non ebbe bisogno di nuovi brani, ma attinse dalla sua conoscenza e passione per questa musica che conosceva tanto bene sin da bambino. Molti furono i brani selezionati e non usati e tra questi c’erano anche You’ll Never Walk Alone e Only Believe che verranno incisi in futuro.
Si decide di cominciare con un brano ben conosciuto da tutti: Milky White Way, era uno standard che i Jordanaires avevano gia’ inciso con Red Foley addirittura 10 anni prima. Le prime due takes si interrompono immediatamente per perfezionare il tempo. La terza e’ completa e sia Elvis che il resto del gruppo sono gia’ padroni del brano. C’e qualche incertezza sul coro e la quarta take si interrompe proprio per questo ed ascoltiamo il soprano Millie Kirkham chiedere dei chiarimenti. La quinta viene completata e da segnalare l’eccellente lavoro di Bob Moore al basso. Ancora un paio di false partenze e poi giungiamo al master, perfetto nella sua semplice struttura musicale, ma cantato con grande espressivita’. His Hand in Mine faceva parte del repertorio degli Statesmen uno dei quartetti che piu’ si ascoltavano in famiglia Presley. La prima take viene portata al termine brillantemente con Elvis che passa da tenore a baritono con una disinvoltura unica. Charlie Hodge duetta in modo impeccabile (i due non canteranno mai piu’ cosi bene insieme, a mio parere) su un brano che avevano provato tanto in Germania. Dopo dei false starts le takes 4 e 5 vengono unite per creare il master. Da segnalare il cambio di tono su “I will never walk alone...”, ma ascoltate bene l’impeccabile “’Til the day He tells me why...” e troverete la melodia di My Happiness-i corsi e ricorsi... Rimaniamo ancora con il repertorio degli Statesman per il prossimo brano:I Believe in the Man in the Sky. La prima take, dopo una breve falsa partenza, e’ presa a ritmo molto sostenuto, i Jordanaires cantano l’intro mentre Elvis gia’ padrone della melodia, sperimenta il suo approccio. Seguono due takes interrotte la prima per un errore del coro e la seconda per un problema tecnico in regia. La quarta trova tutto il gruppo in sintonia ed un Elvis in gran forma che fa contrappunto ai Jordanaires con “sparrow am I“ e il sax di Boots Randolph che non invade ma da’ una spinta in piu’ al ritmo: non puo’ essere che il master. Rimanendo ancora con gli Statesmen, si passa a He Knows just what I Need. E’ interessante notare che questi ultimi due brani, furono pubblicati dal gruppo gospel su un 78 giri che vendevano solo ai loro concerti; e’ quindi probabile che Elvis conosceva le canzoni grazie a questo singolo acquistato ad uno dei concerti all’Ellis Auditorium che attendeva frequestemente. La prima take e’ completa ed eseguita piu’ che sufficientemente da tutti. Charlie Hodge fa da tenore in questo primo arrangiamento e sembra ci sia poco da migliorare. L’eccezionale Floyd Cramer al piano porta il tempo con un preciso staccato, mentre Hank Garland alla chitarra acustica in questo brano, tiene cadenza con tempo impeccabile. La prove continuano con false partenze e interruzioni varie. La sesta viene interrotta dalla regia per il solito pop sulla lettera “p” a cui Elvis era soggetto sin dai giorni della SUN. Nella take numero 7 la voce di Charlie Hodge comincia a perdere colpi e dopo un altro paio di tentativi, si decide di sostituirlo con Millie Kirkham. La decima take viene completata con il piccolo cambio di arrangiamento e selezionata come master. Si passa ora ad incidere il prossimo singolo. Dopo l’enorme successo di It’s Now or Never, si decide di creare un nuovo testo per un altra classica melodia napoletana: Torna a Surriento, rititolata Surrender. Dalla primissima take, si vede quanto Elvis fosse ben padrone della melodia che conosceva nella versione di Mario Lanza e presente nella sua collezione di dischi a Graceland. In questa prima prova, Elvis sembra quasi trattenersi vocalmente e nel finale non va su con la voce. La take 2, come la prima, e’ affrontata ad un tempo piu’ veloce del master che impedisce ad Elvis di sfoggiare di piu’ la sua voce. Si decide quindi di rallentare il tempo ad un andante beguine ed il brano migliora immediatamente. La quarta (inedita in parte fino ad oggi) e’ quasi perfetta e verra’ usata per il master. Secondo cio’ che racconta Ray Walker dei Jordanaires, a questo punto, Elvis gli confido’ che aveva difficolta’ a raggiungere la nota alta nel finale (un Si Bemolle che non aveva mai inciso) e il veterano cantante gli spiega un vecchio trucco che consiste nello sforzare il diaframma come se si avessero conati di vomito. Comunque siano andate le cose, la sesta take, che e’ un vero capolavoro, finisce con Elvis che prende quel benedetto Si Bemolle senza grandi difficolta’. Nella take seguente pero’, la voce si rompe proprio mentre cerca di raggiungere la nota finale di “to-night!”. Si decide quindi, di lavorare sul crescendo finale separatamente con work parts. Una volta perfezionato il finale (work part take 8), i tecnici lo uniscono alla quarta prova per creare il master e, a mio parere, la piu’ completa performance vocale in studio della sua carriera. Si passa ora al repertorio dei Blackwood Brothers, con Mansion over the Hilltop un tipico gospel swing in cui ancora una volta Elvis dimostra un eccellente controllo del suo vibrato che nell’occasione, diventa quasi angelico. Basta una sola take completa, la terza, per sodisfare tutti e passare alla prossima. In my Father’s House ha tutti gli elementi che piacevano ad Elvis in una canzone gospel: testo di speranza, fusione delle voci ed un assolo del basso. L’attacco da’ non pochi problemi e il risultato sono un enorme numero di false partenze. L’ottava viene completata con l’aggiunta di una breve work part (inedita fino ad ora) e selezionata come master. Durante il suo soggiorno in Germania, Charlie Hodge regalo’ ad Elvis un disco dei Golden Gate Quartet e durante un congedo a Parigi, ebbero anche modo di ascoltarli in concerto ( la leggenda vuole che Elvis ed il quartetto cantarono insieme per ore dopo la fine dello spettacolo ed un acetato che conteneva parte di quella jam, e’ andato distrutto). Joshua Fit the Battle of Jericho e’ un classico spiritual che i Golden Gate avevano inciso con Louis Armstrong. La prima take e’ completata ed Elvis sembra gia’ padronissimo del complicato testo e dei salti di tono. La band accellera un po’ il tempo sul ritornello e c’e’ un errore sul finale ma si vede che manca poco per renderla perfetta. Solo pochi tentativi e si giunge al master eseguito magnificamente da tutti. Swing Down Swing Chariot, e’ anch’esso un cavallo di battaglia dei Golden Gate ed Elvis deve esserci stato particolarmente affezionato, in quanto lo propose pochi mesi piu’ tardi allo show di beneficenza alle Hawaii e ri-incise nel 1968 per il film “The Trouble with Girls”. Nelle prime takes, Ray Walker e’ particolarmente alto nel mix. Dopo un ribilanciamento, la terza take viene completata bene ma l’attaco su “Now I’ve got a father in the promised land...” manca di un po’ di grinta che mette nella take seguente scelta come master. E’ ora la volta di rispolverare un vecchio successo dei Jordanaires risalente al 1949: I’m Gonna Walk Dem Golden Stairs. Interessante l’arrangiamento in cui il tempo aumenta di strofa in strofa. La prima take trova tutti in sintonia. Elvis canta le strofe, ma e’ contento di rimanere nello sfondo vocalmente, durante il ritornello. Deve essere stato un momento di grando orgoglio poter cantare la musica che amava con professionisti che aveva ammirato da ragazzino. Si prova un arrangiamento con tempo piu’ lento, ma il risultato non e’ soddisfacente e alla fine ci si rende conto che la prima take e’ perfetta cosi’ com’e’ e viene marcata “master”. Sono le 5 del mattino e si attacca If We Never Meet Again, un breve gospel che Elvis affronta ancora una volta con il suo alto registro fino a cantare le note piu’ alte in falsetto. E’ sorprendente ascoltare certe performances vocali da uno che non aveva mai preso una lezione di canto. La prima take e’ di una dolcezza e purezza unica che e’ inutile tentare di migliorarla. Known Only To Him e’ un classico dei quartetti gospel e presente in entrambi i repertori degli Statements e Blackwood Brothers. Questo gospel waltz mette alla prova ancora una volta il controllo del falsetto nel bridge che Elvis dimostra di avere dalla prima take completata (take 2). La voce si innalza con “I don’t know what the future holds...” ma e’ sussurata in un modo che trasmette sincerita’ e tranquillita’ sul futuro. Poche false partenze e con la take 5 portata al termine, arriva anche il master. Crying in the Chapel era stata portata in classifica originalmente da Darrell Glenn (figlio dell’autore), ma e’ la versione degli Orioles, pubblicata l’anno in cui si diplomo’ a Humes, che e’ quella alla quale Elvis si e’ probabilmente ispirato. La prima take si interrompe per un incomprensione tra Elvis e i Jordanaires a dopo una falsa partenza, si giunge alla take numero 3. La voce calda parte da sola e sale fino a unirsi ai Jordanaires su “...chapel” ma riscende su “grow stronger” a dimostrare la forza anche nella voce. Il botta e risposta con i Jordanaires nel bridge e’ anch’esso di una espressivita’ unica e l’arrangiamento semplice di piano e chitarra acustica, complimentano perfettamente l’immagine di pace nel luogo sacro del brano. Questa take e’ marcata “No Master”, segno che Elvis decise che non era buona abbastanza (forse aveva in mente di rifarla in un secondo momento). Accantonata Crying in the Chapel, manca ancora un brano per completare l’album, cosi’ i Jordanaires suggeriscono uno standard che faceva parte del loro repertorio live: Working on the Building. La prima take viene portata a termine ma Elvis sbaglia alla fine e commenta: Ricominciamo subito, mi sono confuso nel finale. Un altro paio di tentativi, e anche questo brano viene completato per il master. Notiamo che Elvis fa quasi da co-protagonista e lascia i Jordanaires brillare, probabilmente anche rilassato che la lunga maratona sta svolgendo a termine.
In conclusione, le performances di queste sessioni, trovano un Elvis ispirato dalla musica che ama da sempre e in grandissima voce. L’ audio e’ perfetto con una buona separazione dei canali stereo e senz’altro superiore a precedenti emissioni pirata. Questo box ci offre per la prima volta tutto cio’ che fu messo su nastro quella notte nell’ordine in cui fu inciso. C’e’ pero’ da notare che per chi ha la versione “classic albums” della FTD edita nel 2006, questo box offre ben poco di nuovo (meno di 10 minuti). Alla fine dell’ascolto, non ho potuto fare a meno di chiedermi: ma quanti artisti esistono i cui “scarti” nascondono tante gemme?




[Modificato da reggae..79 01/05/2021 17:15]
The king will never die....Elvis forever!!
01/05/2021 17:11
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Splendida recensione di un grande album !
01/05/2021 17:40
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Inserita la recensione di Davide sul sito, nella scheda di "On the road again".

Eccola qua !
[Modificato da marco31768 07/06/2021 16:38]
07/06/2021 16:38
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Elvis: Las Vegas Hilton 1973




DISC 1 – August 20, 1973 (Midnight Show)

1 Introduction: Also Sprach Zarathustra
2 See See Rider
3 I Got A Woman / Amen
4 Love Me
5 Steamroller Blues
6 You Gave Me A Mountain
7 Trouble
8 Blue Suede Shoes
9 Medley: Long Tall Sally / Whole Lot-ta Shakin’ Goin’ On / Mama Don’t Dance / Flip, Flop And Fly / Jailhouse Rock / Hound Dog
10 Love me Tender
11 Fever
12 What Now My Love
13 Suspicious Minds
14 Introductions by Elvis
15 My Boy
16 Release Me (And Let Me Love Again)
17 American Trilogy
18 Mystery Train / Tiger Man
19 Help Me Make It Through The Night
20 How Great Thou Art
21 Can’t Help Falling In Love




DISC 2 – September 2, 1973 (3AM show)

1 Introduction: Also Sprach Zarathustra (Theme from 2001: A Space Odyssey)
2 See See Rider
3 I Got A Woman / Amen
4 Love Me
5 Steamroller Blues
6 You Gave Me A Mountain
7 Trouble
8 Medley: Long Tall Sally / Whole Lot-ta Shakin’ Goin’ On / Mama Don’t Dance / Flip, Flop And Fly / Jailhouse Rock / Hound Dog
9 Love me Tender
10 Fever
11 What Now My Love
12 Suspicious Minds
13 Introductions by Elvis
14 Release Me (And Let Me Love Again)
15 American Trilogy
16 Mystery Train / Tiger Man
17 The First Time Ever I Saw Your Face
18 How Great Thou Art
19 Can’t Help Falling In Love

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Elvis: Las Vegas Hilton 1973

La FTD propone per la prima volta due registrazioni “sound-booth”, effettuate su cassetta con l’utilizzo di due microfoni posizionati al bordo del palco , il tutto ad opera di Bill Porter .
Il risultato è una via di mezzo tra la qualità del soundboard e la più ampia prospettiva offerta dagli audience, che realmente danno l’idea di trovarsi in platea: ad essere sincero, apprezzo maggiormente questo genere di registrazioni (uniche, purtroppo!) a tanti soundboard ovattati.

Il cd si presenta nel classico formato 5 pollici con foto inerenti la season presa in oggetto.
Ci troviamo alla season Estiva di Las Vegas 6 Agosto-3 Settembre 1973, una season che Elvis affronta con estrema professionalità e grinta, per poi andare un pò a deconcentrarsi verso la fine, forse stufo di alcune dinamiche ambientali dell’Hilton (e di Parker).

Andiamo al contenuto.

Il primo dei due spettacoli qui presenti, il midnight del 20 Agosto, venne pubblicato per la prima volta dalla storica label pirata “Fort Baxter” nel lontano 1995 all’interno del box set A Profile (The King On Stage) Volume 1. La qualità audio, in questa occasione, è leggermente migliorata, anche se i più esperti “lamentano” una velocità che risulta su nastro leggermente alterata.

Il secondo show invece, quello delle 3 del mattino del 2 settembre, è assolutamente inedito.

Alla mezzanotte del 30 agosto Elvis aggredisce il palco con la consueta See See rider seguita a ruota dalla spettacolare “I got a woman”, con i suoi momenti di simpatica intesa con JD Sumner.

Una versione veramente cool di Steamroller blues rappresenta però il primo vero sussulto dello spettacolo, condito di energia blues.
Un momento altrettanto intenso, stavolta carico di sentimento e dolore interpretati come maestria, viene dalla bella esecuzione di You Gave me a Mountain.
Una piacevole novità in scaletta, rappresentativa di questa season, è la storica Trouble (1958, dal film King Creole e che ricordiamo tutti nella sua incredibile versione di apertura del 68 comeback special), necessaria per riprenderci dopo un momento riflessivo come quello precedente: il suo ritmo sincopato e il suo incedere supportato da una allucinata chitarra ne fanno una versione ancora diversa rispetto al comeback, molto accattivamete e “progressive” nel senso più ampio del termine. Durante l’assolo, il trittico basso-chitarra-batteria rimanda ad echi di Bo Didley e, perché no, The doors.

Il rock and roll medley che troviamo di li a poco è sicuramente in grado di darci una scarica di adrenalina , sebbene non “morda” come quello che ascolteremo a Memphis qualche mese più tardi.

Sensuale come sempre, per la gioia delle donne in sala, ecco arrivare la storica fever, mentre la magistrale what now my love ci riporta con la mente ai sogni dell' Aloha from Hawaii.
Suspicious minds sembra oramai perdere di intensità e, come vedremo, lo status di regina della scaletta, almeno nell’idea di Elvis, lasciando spazio ad altre performances “importanti” come la splendida “My boy”, molto vicina evidentemente ai sentimenti di Elvis del periodo, nonché l’emozionante An American Trilogy, sempre trattata con il dovuto rispetto.
Il medley mistery train tiger man, in questa occasione archiviato frettolosamente, ci introduce al phatos di ‘Help Me Make It Through The Night’, perfetta per la showroom di Las Vegas.

Prima della fine dello spettacolo Elvis raccoglie ancora una volta le sue emozioni più vere e profonde e si lancia in una impeccabile How Great Thou art.
La consueta can’t help chiude così uno show di “routine” ma con il giusto tiro che non lascia nessuno insoddisfatto.
Con il secondo dischetto andiamo ad ascoltare invece uno spettacolo fuori programma aggiunto all’ultimo momento per far fronte alle incessanti richieste da parte del sempre più numeroso pubblico.

Sono le 3 del mattino del 2 Settembre ed Elvis…si presenta sul palco sulle spalle di lamar Fake, fidato amico extra-size. Siamo alla fine della season, Elvis è stanco, probabilmente demotivato…e la butta sullo scherzo. ..sebbene come sempre riesca a stupirci con interpretazioni mozzafiato.

Magia di Las Vegas!

See See rider è di un tiro assurdo, terzo show in un giorno ed Elvis e band vanno comunque a 100 all’ora!!! Anche in questo caso Steamroller fa la figura del leone, impossibile non apprezzarne l’energia. Anche you gave me a mountain si conferma una highlight, cosi come la già citata trouble, un pezzo che a mio parere sarebbe dovuto rimanere molto più tempo in scaletta.

Per il resto valgono le considerazioni fatte per lo spettacolo precedente, le cui scalette si equivalgono , sebbene la voglia di scherzare di Elvis a momenti sia veramente predominante.
Curiosità: al momento di eseguire An American Trilogy Elvis chiede al tecnico delle luci di non illuminare la bandiera Americana (cosa che accadeva ogni tanto a quanto si evince) perché "non c'è bisogno, la canzone dice già tutto"

Una eccezione di questo spettacolo è la graditissima presenza della tenera The First Time Ever I Saw Your Face, nella quale Elvis riesce a mettere a nudo i propri sentimenti, coinvolgendo in una intensità emotiva collegiale tutta la showroom che ammutolita resta incantata.

Elvis: Las Vegas Hilton 1973 è un prodotto che sicuramente inserirete nel lettore più volte, come già i fans più navigati fecero all’epoca con il fort baxter, per vari motivi: Elvis in forma eccezionale alterna sapientemente momenti di profonda intensità con altri genuini istanti di rock, blues e adrenalina. La tipologia di registrazione audio “inusuale” che offre un sound “aperto” che rende meglio l’idea di cosa effettivamente si poteva ascoltare dalla platea, a differenza di un soundboard.

Unica pecca-che per un audiofilo non è cosa di poco conto- è che soprattutto nel secondo spettacolo si avverte, anche per un orecchio poco esperto come il mio, che la velocità è a momenti superiore a quella che è stata sicuramente quella reale.

Ad ogni modo…un CD da promuovere: documento eccezionale, essenziale e assolutamente godibile

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[Modificato da reggae..79 08/08/2021 00:29]
The king will never die....Elvis forever!!
07/08/2021 01:29
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Elvis Forth Worth Texas 74


CD 1: June 16, 1974 - AS

See See Rider
I Got A Woman / Amen
Love Me
Trying To Get To You
All Shook Up
Love Me Tender
Hound Dog
Fever
Polk Salad Annie
Why Me Lord
Suspicious Minds
Introductions
I Can't Stop Loving You
Heartbreak Hotel
Help Me
An American Trilogy
Let Me Be There
Funny How Time Slips Away
Big Boss Man
Can't Help Falling In Love
Closing Vamp / Elvis has left the building

CD 2: June 16, 1974 - ES

See See Rider
I Got A Woman / Amen
Love Me
Trying To Get To You
All Shook Up
Love Me Tender
Hound Dog
Fever
Polk Salad Annie
Why Me Lord
Suspicious Minds
Introductions
I Can't Stop Loving You
Help Me
An American Trilogy
Let Me Be There
Funny How Time Slips Away
Big Boss Man
How Great Thou Art (with reprise)
Can't Help Falling In Love
Closing Vamp (part.)

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Con questo doppio CD la FTD ci riporta al tour estivo del 1974 che ebbe luogo dal 15 Giugno al 2 Luglio. Sono ben 5 le pubblicazioni della label che, ad ora, coprono questo tour.

Fort Worth, Texas 1974 propone 2 dei 4 spettacoli di apertura del tour, iniziato nella città del Texas. Nello specifico, ascoltiamo in questa occasione i due concerti inediti del giorno 16, festa del papà, ricorrenza che Elvis non manca di ricordare, facendo gli auguri a tutti i papà presenti in sala.

Il formato è in doppio 5 pollici, la qualità audio è quella tipica dei soundboard: suono non apertissimo, alcuni strumenti in primo piano rispetto al resto ma, stavolta, in rilievo troviamo basso, chitarra, batteria e anche i cori sono ben presenti (mentre risulta lontana l’orchestra) il che rende molto godibile l’ascolto e ci perdemette di cogliere, per esempio, la maestria di Tutt al doppio pedale in gran cassa, Duke Bardwuell che comunque, pur non essendo Jerry Sheff, fa un lavoro onesto e ovviamente James Burton che non ha bisogno di presentazione alcuna.

Con il primo dei due dischetti ascoltiamo l’afternoon show che, nonostante siano appunto le tre del pomeriggio di una bollente giornata di metà Giugno, vede Elvis concentrato e in ottimo umore. Non sarebbe potuto essere altrimenti visto l’entusiasmo con il quale venne acolto dalla città, letteralmente impazzita alla notizia dell’arrivo di Elvis.
See See rider ci annuncia che la tensione è alta, I got a woman si fa sempre apprezzare per la sua scherzosa teatralità e trying to get to you riporta tutti ai giorni della SUN: una interpretazione sempre verde e sempre ben eseguita. All Shook up, solitamente bistrattata come tutte le songs dei fifties, viene interpretata in un modo energico che la rende piacevole e non da ascoltare per “dovere”.

Anche Love me tender non sembra soffrire troppo del consueto lancio di foulard, nel senso che viene esegiuta bene ed in modo completo. Hound dog infiamma la sala e rende praticamente impossibile evitare che il caos sotto al palco.

Fever è un momento importante dello show dove Elvis non si limita a proporre una pietra miliare della sua sterminata discografia ma, con giochi di gambe e smorfiette, mette in risalto il suo sex appeal, sapientemente accompagnato dal supporto di Ronnie Tutt alla batteria, pronto a evidenziare sempre qualsiasi movimento, seppur minimo, dell’artista.
L’inizio di Polk salad annie fa vibrare le pareti dell’auditorimum che, a questo punto dello spettacolo, è una pentola a pressione pronta ad esplodere. Quattro minuti infuocati di funky-rock e soul, alcuni tra gli ingredienti base dell’Elvis Presley style.

Con Why me lord? arriva il momento del gospel e dell’Elvis più profondo. In questa versione, per fortuna, il brano fila liscio senza i soliti scherzetti rifilati al povero JD Sumner. Elvis è concentrato, assorto, e offre una versione mozzafiato, con quel suo finale –ripetuto una seconda volta!- capace di cullare le nostre anime, unitamente alla sua … “Jesus, my soul is in your hand”.

Seguono i ringraziamenti a JD & stamps da parte dello stesso Elvis. Umiltà unica.

Suspicious minds è la highlight attesa da tutti e chiaramente non delude le aspettative.

Con Help Me ritroviamo ancora la massima ispirazione da parte di Elvis così come nella successiva An American Trilogy, momento da sempre clou e intenso di tutto lo spettacolo. Pattriotismo, radici e sentimento in quasi quattro minuti di assoluto trasporto emotivo. Ci si avvia così verso la fine dello spettacolo con l’allegra Let Me Be there e il classico country Funny how time spips Away, che nelle corde di Elvis si spoglia di qualsiasi etichetta per diventare genere a se.

L’ultimo scossone dello spettacolo è rappresentato dalla grintosa Big Boss Man, che ci accompagna così verso l’uscita di scena di Elvis, tra le note di can’t help falling in love.
Finisce così uno spettacolo veramente tosto, valido e piacevolissimo…alla faccia del fatto che sono le tre del pomeriggio!!!!

Con il secondo CD si passa ora all’evening show, lo spettacolo serale in programma alle 20:30.

England loves you! Ci sono Londinesi in Texas???” Chiede Elvis divertito dopo aver letto uno striscione in sala, subito dopo I got a Woman/Amen. “my name is Elvis Paysley!” storpiando di proposito il proprio nome.

Anche in questo secondo spettacolo buon umore e adrenalina la fanno da padroni, Elvis è concentrato e sembra ancora più su di giri rispetto allo spettacolo pomeridiano. La scaletta è pressoché identica, cosi come la qualità esecutiva.

Unica differenza, la presenza nel finale dello spettacolo del gospel How Great Thou art: emozionante, intrisa di passione, di fede, di amore. Ascoltare questo pezzo, in tutte le sue varianti live, conferma quanto Elvis credesse veramente in ciò che cantava.

How Great thou art è preghiera, è inno, è lode e ringraziamento a Dio, a quel Dio al quale Elvis mostra nuda e cruda la sua anima, tutto il suo essere semplicemente un uomo mortale…ma con un dono immenso: donare felicità attraverso la voce.

Si chiude così un altro viaggio di grande musica in compagnia del nostro incredibile artista.
in attesa dei prossimi, puntuali appuntamenti targati FTD, Inseriamo ancora una volta il CD nel lettore, indossiamo le cuffie e chiudiamo gli occhi. Elvis è nuovamente li, pronto a condurci nella nostra intima oasi di pace ed emozioni.

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[Modificato da reggae..79 08/08/2021 11:48]
The king will never die....Elvis forever!!
08/08/2021 02:33
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St. Louis / Spokane
CD1: St. Louis, March 22, 1976 - ES


Also Sprach Zarathustra
See See Rider
I Got A Woman / Amen
Love Me
Let Me Be There
You Gave Me A Mountain
Steamroller Blues
All Shook Up
Teddy Bear/Don't Be Cruel
Hearbreak Hotel
Love Me Tender
Polk Salad Annie
introductions (incomplete)
And I Love You So
Hurt
Hound Dog
America
Funny How Time Slips Away
Can't Help Falling In Love
Closing Vamp




CD2: Spokane, April 27, 1976 - ES


Also Sprach Zarathustra
See See Rider
I Got A Woman / Amen
Love Me
If You Love Me (Let Me Know)
You Gave Me A Mountain
All Shook Up
Teddy Bear/Don't Be Cruel
Trying To Get To You
America
Polk Salad Annie
introductions
My Way
Burning Love
Hurt
Funny How Time Slips Away
How Great Thou Art
Hound Dog
Can't Help Falling In Love
Closing Vamp

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Il 1976 è un anno difficile per Elvis, caratterizzato da estenuanti tour in giro per gli States e da una forma fisica precaria; le performances variano da livelli qualitativi appena sufficienti ad alcuni decisamente “out” nei quali il cantante si presenta in estrema difficoltà. Solo l’ultimo trimestre dell’anno finalmente qualcosa inizia a prendere il verso giusto e ritroviamo un Elvis gradualmente rinvigorito e in grado di fornire performances robuste. Un processo di “ripresa” che culmina con l’eccitante mini tour di Dicembre 1976.

Ma torniamo agli inizi dell’anno. Il primo tour viene organizzato per Marzo e, considerando che il cantante non è al top, si decide di aprire le danze con un breve tour strategico di sei giorni in alcune location minori, come Johnson City, nelle quali strada facendo si può riacquisire il ritmo giusto tenendosi comunque lontano dai riflettori. Si pensi che questo giro di spettacoli venne preceduto alcuni giorni precedenti da delle prove nella palestra di Graceland a dir poco approssimative, alle quali Elvis praticamente non partecipa.

Un aneddoto raccontato dal buon JD Sumner, leader degli Stamps Quartet , gruppo di coristi della band di Elvis, rivela che lo stesso Elvis non era al corrente dell’inizio del tour..a tre giorni dalla partenza!
Già questo particolare è sufficiente per rendere l’idea di come andavano le cose intorno ad Elvis in quel periodo…ma c’è di più: La band che aveva accompagnato Elvis sin dal 1969 iniziava a sgretolarsi: Glen D. Hardin e Ronnie Tutt abbandonarono la nave (ci fu anche un tentativo di James Burton di fare altrettanto, ma qualche bustone di danaro lo fece ritornare sui suoi passi) , ed ecco dunque entrare in scena Larrie Londin alla batteria e Shane Keister al piano.

Nonostante i cattivi presagi alla vigilia, proprio la presenza dei due nuovi musicisti, in particolare di Landin, conferiscono al sound dello spettacolo un ritmo nuovo, avvolgente, energico e rinnovato…la voce di Elvis si presenta quasi sempre al 70% delle possibilità, non ha ancora un controllo e una potenza che troveremo in futuro, suonando a volte stanca e a volte incerta, ma nel complesso il risultato finale è molto godibile per i motivi di cui sopra.

In questo episodio la FTD con il promo dischetto ci fa ascoltare il closing show di questo primo tour del 1976.

Siamo nella città di St. Louis, Missouri, e l’inizio di See See rider è caratterizzato da un adrenalinico ritmo al fulmicotone ad opera del batterista che “spinge” Elvis anche se, come detto prima, questi sembra spesso non essere in grado di “seguire” con la stessa energia.
In I got a woman l’eccitazione è alle stelle, e non manca il solito siparietto Elvis-JD Sumner, di impatto scenico come sempre. La scaletta è quella ascoltata in buona parte del tour, con highlists in Steamroller Blues, You Gave a mountain, Polk salad annie e le new entry Hurt e Hound dog.

Purtroppo la versione che ascoltiamo di Hurt non è certo tra le migliori eseguite da Elvis. In alcuni momenti rischia addirittura di stonare. Cattivo controllo probabilmente alimentato da un pessimo funzionamento dei monitor spia sul palco (cosa sottolineata peraltro durante l’esecuzione di “Mountain” dallo stesso Elvis)
In occasione di “mountain” una fan riesce ad eludere la sicurezza e a salire sul palco, tuffandosi rovinosamente su un sorpreso Elvis, addirittura ferendolo sul labbro!

Di questo tour abbiamo avuto modo già in passato di godere di alcune registrazione grazie ai pirati (Johnson City, Cincinnati, Charlotte) e questo FTD non fa altro che confermare le sensazioni avute in passato: un nuovo ritmo, piacevole e accattivante ma che Elvis , purtroppo, Elvis non riesce a sfruttare al meglio.

Col secondo dischetto facciamo invece un salto di un mese, secondo tour dell’anno.
Ci troviamo in platea a Spokane, 27 Aprile, anche in questa occasione un closing show.
Da segnalare subito il ritorno alla batteria di Ronnie Tutt che ci riporta a un ritmo più familiare – e come sempre eccitante - e la presenza di Tony Brown al piano.
Stando a quanto rivelano le prime battute in see see rider, Elvis rispetto allo spettacolo di St. Louis appena ascoltato risulta vocalmente più in forma. Purtroppo l’audio soffre di alcuni fruscii di fondo che non rendono perfettamente godibile l’ascolto della prima fase della registrazione.
I got a woman-amen da vita ad un gioco di sguardi, ammiccamenti e battute che mandano in visibilio il pubblico femmine.
A JD Sumner viene chiesto di ripetere la sua parte nel finale come sempre viene preso di mira dalle battute di Elvis. “può fare di meglio….pensa di essere tornato a Nashville, al Ryman Auditorium…Gran Ole Opri..o come si chiama” .
Nel salutare il pubblico Elvis ricorda di essere stato a Spokane tre anni prima e raccomanda loro, scherzosamente, di non dare retta all’annunciatore del pre show che chiedeva di “stare fermi sulle proprie sedie come ad una convention di impresari delle pompe funebri “ (Mortician’s convention)
Lo spettacolo prosegue dunque sulla falsariga del solito copione, con il medesimo repertorio snocciolato tra il delirio di un pubblico adorante e caratterizzato dal buon umore di Elvis, cosa che lo contraddistingue sempre in particolare in occasione dei closing show.

You gave a mountain in questa occasione viene dedicata ad una fan presente in sala che è in dolce attesa. La versione che ne viene fuori è molto buona e cantata con trasporto.
Di America, canzone simbolo dell’anno del bicentenario ascoltiamo una versione ordinaria, mentre Trying to get to you viene eseguita con il solito trasporto: anche stavolta risplende in tutta la brillantezza dei tempi andati.
Di Polk Salad Annie ascoltiamo una versione abbastanza energica ma eseguita con meno enfasi del solito.
Durante le presentazioni della band troviamo un tipico momento “pazzerello” da closing show: David Briggs suona "Jingle Bells" come assolo e tutta la band si unisce a lui, lasciando Elvis sorpreso e divertito. “devono aver sniffato carbone …c’è qualcosa che non va in questa band!” conclude Elvis.
Dopo una My Way che ancorché eseguita in modo eccellente dovrà ancora esprimere il meglio di se nei mesi a venire, ecco arrivare la richiestissima Burning Love. Finalmente una versione dal tiro giusto, offuscata solo all’inizio quando Elvis si incarta un po col testo, ma resta comunque una delle migliori versioni ascoltate nel post aloha.

Hurt viene presentata come una nuova canzone fatta da appena due settimane…e ne viene data una buona interpretazione. Anche in questo, come per My Way, caso le migliori esecuzioni dovranno ancora arrivare.
Funny How time slips away, sempre bella e amata dai fans, ci introduce ad un finale di spettacolo che con How Great thou art raggiunge altissimi livelli di intensità emotiva nel quale restiamo senza fiato, attoniti e impotenti dinnanzi ad una potenza vocale senza eguali.

Hound dog rappresenta l’ultimo scossone di questo spettacolo, dal quale Elvis si congeda con la consueta cant’ help falling in love.

Terminiamo così il nostro viaggio alla scoperta di questo set della FTD che sebbene non rappresenti nulla di eccezionale rispetto a quanto già ascoltato, rappresenta di sicuro una ottima aggiunta alle nostre collezioni. Il sound inedito e inconsueto che troviamo nel primo dei due spettacoli offrirà sicuramente nuovi spunti di discussione agli appassionati…e di conseguente una nuova, immancabile occasione per ascoltare il tutto più di una volta.





The king will never die....Elvis forever!!
31/10/2021 12:07
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A breve le ultime recensioni!

per completare la sezione mancano le seguenti :

SOUTHBEND
SOMETHING FOR EVERYBODY SESSION
LOVE ME TENDER - Through The Lens Of Robert Vose
THE POT LUCK SESSION
THE MAKING OF JAILHOUSE ROCK
ALOHA FROM HAWAII

Chiedo conferma a Marco.

The king will never die....Elvis forever!!
05/03/2022 23:32
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Re:
reggae..79, 05/03/2022 23:32:

A breve le ultime recensioni!

per completare la sezione mancano le seguenti :

SOUTHBEND
SOMETHING FOR EVERYBODY SESSION
LOVE ME TENDER - Through The Lens Of Robert Vose
THE POT LUCK SESSION
THE MAKING OF JAILHOUSE ROCK
ALOHA FROM HAWAII

Chiedo conferma a Marco.





Scusa per l'enorme ritardo della mia risposta...
Avevo un po' trascurato la FTD sul sito perché ero rimasto indietro con la sezione bootlegs ma ora sto rimediando.

Esatto, mancano quelle che tu hai scritto.
Nel frattempo sto rimediando al mio ritardo.
06/03/2022 17:48
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Re: Re:
marco31768, 06/03/2022 17:48:




Scusa per l'enorme ritardo della mia risposta...
Avevo un po' trascurato la FTD sul sito perché ero rimasto indietro con la sezione bootlegs ma ora sto rimediando.

Esatto, mancano quelle che tu hai scritto.
Nel frattempo sto rimediando al mio ritardo.




Non ti devi mica scusare, ci mancherebbe! bene, allora con il buon Giuseppe Castiglia ci rimbocchiamo le maniche e procediamo con il completare la sezione con le ultime recensioni.

The king will never die....Elvis forever!!
06/03/2022 19:49
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Grazie infinite a Marco, Giuseppe e Davide per queste stupende e precisissime recensioni. Questo topic (come tanti altri) è un vero e proprio tesoro informativo, e lo dico sinceramente e senza piaggeria.

Principe René von Habsburg-Lothringen: Principe Imperiale di Miramar, Granduca di Boemia e di Wittelsbach, Arciduca di Villa Borghese, Console Emerito dell'Ordine Equestre dei Cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme
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RAISED ON ROCK [vinile]

Emesso alla fine di dicembre del 2021, questo doppio LP gode del solito splendido artwork che la FTD è solita dare ai vinili. Bravissimo Roger Semon !!!
La foto è molto migliore di quella seppur bella del 33 giri americano del 1973 e ci mostra Elvis in piena azione a Milwaukee il 15 giugno 1972.
L'immagine che correda la back cover è, anch'essa, molto bella e, come quella a sinistra del gatefold, fu scattata a Las Vegas nel gennaio/febbraio 1973. Quella del gatefold a destra, invece, proviene dal Riviera Hotel di Las Vegas, 25 maggio 1972 e vede Elvis "in borghese" che mette in bella vista la sua vistosa cintura.
Le labels sono arancioni, come quelle del vinile americano del 1973.

Passiamo alla musica...
Chi scrive, ritiene questa seduta di registrazione la peggiore degli anni '70; in quel periodo, Elvis era alle prese con il suo divorzio che si sarebbe concretizzato da lì ad ottobre. In questo mese di luglio, la sua forma artistica non era ai massimi livelli e ne risentiva anche la sua voce che tocca, in questo disco, i punti meno brillanti degli anni '70.
Una gemma come "For ol' times sake", ad esempio, sarebbe stata davvero un capolavoro se incisa solo 5 mesi dopo, durante la session degli "Stax Studio", ad esempio...

Quello che era emerso anche dalla pubblicazione in CD a suo tempo, era che non sono disponibili tutti i nastri. In ogni caso, il doppio LP non ha mai la pretesa di essere una forma completa della session, bensì una compilazione rappresentativa di essa. Ed è proprio per questa ragione che mi sfugge il motivo della presenza di ben 4 tracce musicali, senza la voce di Elvis... A mio parere, esse erano logiche su CD ma su vinile, perdono il loro senso.
Sempre per il motivo del mancato ritrovamento dei nastri completi, si spiega la presenza dei mix grezzi (rough mix), che suonano diversamente rispetto al master finale.

"I miss you" è la canzone meglio interpretata anche perché, forse, Elvis stava meglio rispetto al mese di luglio (il brano fu inciso a casa sua, a Palm Srpings, il 23 settembre). Ascoltiamo la prima e la quinta take

"Find out what's happening" (takes 2, 4, 5 e 8 più il rough mix) è uno dei pezzi migliori ma che Elvis non riesce a fare decollare ed è un peccato in quanto ha del "groove".

"It's Different Now", che non venne mai completata, è diversa rispetto alla versione emessa per la prima volta nel box de 1995 "Walk a mile in my shoes" perché ha una strofa in più (con parolacce...), e un fade out accorciato alla fine della batteria. Se incisa in altri tempi, sarebbe stato un pezzo davvero molto bello; probabilmente, in quei momenti, Elvis non se la sentiva di completarla forse proprio a causa della tematica del brano che rispecchiava molto la sua situazione sentimentale del tempo.

"Three corn patches" è presente solo nel rough mix master ed è incredibile come un brano di così poco spessore, sia stato composto dal grande duo Leiber-Stoller. Anche la prima incisione di T-Bone Walker, sempre datata 1973, è davvero di poco conto. Siamo di fronte ad una canzone che è una delle peggiori dei 70's fra tutte quelle "trattate" da Elvis.

"If you don't come back", qui presente nel rough mix master e nella take 5, è la stessa del CD "Made In Memphis". Buon pezzo, ma Elvis appena sufficiente.

Di "Sweet Angeline", davvero bella, abbiamo il master e la parte ritmica. Per questa canzone vale lo stesso discorso che ho fatto per "I miss you": fu incisa il 22 settembre a Palm Springs con Elvis che stava un po' meglio ed il risultato è molto buono.

"Girl of mine" non è certamente un pezzo memorabile ma a me piace, forse per la sua melodia malinconica. Siamo però di fronte ad un disastro per quanto riguarda il suono in quanto incisa malissimo alla fonte. Da qualche parte ho letto che rubarono i microfoni (cosa che fece arrabbiare Elvis, tanto da fargli interrompere prematuramente la session di questo disgraziato mese di luglio) e il cantante la incise con il microfono legato al manico di una... scopa !
Vero o no questo aneddoto, "Girl of mine" si sente molto peggio rispetto agli altri brani: il suo suono è più "chiuso" e meno dinamico. Ovviamente il tutto lo si evince ascoltando un supporto originale e non un dannato "file" digitale...

"For ol' times sake" (rough mix e take 4) è splendida con la chitarra di Tony Joe White in evidenza. Non vorrei ripetermi ma anche in questo caso, la voce di Elvis è incerta e non all'altezza delle ballate incise in altre occasioni. Peccato !

"Raised On Rock" (rough mix e master) non è nè carne e nè pesce ma Elvis, in questo caso, sembra crederci e affronta la canzone con una certa grinta.

"Just a little bit", della quale ascoltiamo il master, è un altro pezzo che si perde nei meandri della discografia presleyana: non c'è nulla che possa farmela ricordare anche se Elvis la canta professionalmente.


Molto probabilmente, con alcuni miei commenti non positivi nei confronti di questo disco, mi attirerò i fulmini di chi legge ma sopravviverò ugualmente...
La FTD ha fatto uno splendido lavoro sotto tutti i punti di vista, cosa che invece non accadde nel luglio del 1973 quando Elvis affrontò questa recording session.
14/03/2022 20:29
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PROMEMORIA E AGGIORNAMENTO (COMING SOON....)

per completare la relativa sezione, mancano le seguenti recensioni :


Live& recording sessions

SOUTH BOUND
SOMETHING FOR EVERYBODY SESSION
THE POT LUCK SESSION
ALOHA FROM HAWAII
PINE BLUFF TO MADISON

libri


LOVE ME TENDER - Through The Lens Of Robert Vose
THE MAKING OF JAILHOUSE ROCK
CELLULOID SELL-OUT

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[Modificato da reggae..79 07/06/2022 00:29]
The king will never die....Elvis forever!!
01/06/2022 15:07
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SOUTH BOUND - TAMPA/ATLANTA '75

Hey, hello there!

La FTD ritorna sul tour della primavera del 1975.

Nel primo dischetto ascoltiamo lo spettacolo pomeridiano tenutosi nella città di Tampa, Florida, il 26 Aprile.
Ci troviamo nel bel mezzo di un lungo ed estenuante tour, iniziato il 24 Aprile e che durerà sino al 7 Maggio.
La registrazione, incompleta come tutte quelle di questo periodo, è tratta da una cassetta del mixer. Nelle battute iniziali è facile notare come la voce di Elvis tradisca un po di stanchezza. La scaletta è quella tipica del periodo, un sapiente mix di pop, country e rhythm and blues a confezionare uno spettacolo in cui , come sempre, l’interazione confidenziale tra il cantante e il suo amato pubblico straripa ad ogni nota.

It’s midnight e My boy sono le ballads che rappresentano sicuramente le highlights dell’intera scaletta.
T-R-O-U-B-L-E, dall’album “Elvis Today” gode di una particolare attenzione da parte di Elvis nella promozione dello stesso. Il risultato Live però non eguaglia mai, in nessun caso, la adrenalinica versione studio. Molto probabilmente la causa è da individuare nel fatto che poco, pochissimo tempo (per usare un eufemismo) veniva dedicato a delle prove serie. Era tipico di Elvis, dal 1974 in poi, sperimentare, magari non proprio consapevolmente, una sorta di “prove on the road…dove strada facendo si aggiustava il tiro. Un discorso simile lo si deve fare per Burning Love: cantata più per compiacere il pubblico sotto pressanti richieste che per gusto di Elvis stesso. Un brano che anche in questo caso viene penalizzato da un assestamento di base in sala prove. Tuto sommato questa versione è altamente godibile.
Con la sempre bella I’ll remember you la mente ritorna per un istante sotto i cieli stellati delle Hawaii, mentre That’s alla right, nel visibilio di 8.200 spettatori, ci catapulta al 209 di Union Avenue, Memphis Tennessee.

Un cenno va dedicato alla patriottica An American Trilogy: come sempre da standing ovation…ma si ha l’impressione che il brano si stia avviando al tramonto nell’Elvis show.
Con il secondo dischetto ci spostiamo giusto un po più avanti nel tour in questione.

Ci troviamo in platea all’Omni Coliseum di Atlanta, Georgia, 2 Maggio, spettacolo serale. Non si sa bene il perché, ma Elvis e la città di Atlanta erano legati da incredibile affetto ed amore reciproco. Questo stato delle cose, questa dinamica ambientale, non può dunque non marchiare in modo profondo l’esito globale della performance.
Sin dalle prime battute (anche in questo caso la registrazione è mancante dei primi due brani, see see rider e I got a woman) si evince chiaramente che Elvis è su di giri alla pari del pubblico. In scaletta segnaliamo la presenza di The Wonder Of you, brano recentemente ripescato dai fasti di cinque anni prima all’Hilton Hotel di Las Vegas. Peccato per il mixaggio sul nastro che mette troppo in risalto la traccia del piano rispetto agli altri strumenti. A parte questo dettaglio tecnico, restiamo soddisfatti della esecuzione.

Mentre per Burning love – “we have a new record that came out this week” - restano valide le considerazioni fatte in precedenza, possiamo tranquillamente consegnare il titolo di Highlight dello spettacolo a My Boy: Trasporto assoluto da parte di Elvis e un interazione fantastica con i suoi coristi. La voce soprano della dolce Kathy Westmoreland dona poi al tutto un aura magica.

Trova spazio in scaletta una energica Steamroller Blues. Un po di incertezza nell’attacco iniziale…ma un grande blues come sempre. A dire il vero, in oltre 30 anni che seguo Elvis, non ricordo di aver mai ascoltato una versione "out" di questo pezzo. Peccato ancora per il mixaggio con alcuni strumenti a coprirne altri.
Con South Bound - Tampa/Atlanta '75 ci portiamo così a casa un buon documento sonoro, un altro pezzo di carriera di questo incredibile artista, un ennesimo mattoncino del nostro castello fatato.

Hey, Hello there!

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CD 1: April 26, 1975 - AS

Elvis talks
Love Me
If You Love Me (Let Me Know)
Love Me Tender
Teddy Bear / Don't Be Cruel
It's Midnight
Burning Love
Band Introductions
What'd I Say & Solo
School Days
My Boy
T-R-O-U-B-L-E
I'll Remember You
Let Me Be There
An American Trilogy
Funny How Time Slips Away
That's All Right
Heartbreak Hotel
Can't Help Falling In Love
Closing Vamp


CD 2: May 2, 1975 - ES


Elvis talks
Love Me
If You Love Me (Let Me Know)
Love Me Tender
All Shook Up
Teddy Bear / Don't Be Cruel
The Wonder Of You
Burning Love
Band Introductions
Solos
School Days
Steamroller Blues
My Boy
T-R-O-U-B-L-E
I'll Remember You
The Mickey Mouse Song
Let Me Be There
An American Trilogy
Funny How Times Slips Away
Can't Help Falling In Love
Closing Vamp

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The king will never die....Elvis forever!!
07/06/2022 01:36
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Grazie, Davide.
07/06/2022 20:40
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PINE BLUFF TO MADISON ‘76



Disc 1

Madison, Wisconsin October 19, 1976

01 Also Sprach Zarathustra 0:57
02 See See Rider 3:36
03 I Got A Woman / Amen 6:30
04 Love Me 2:31
05 If You Love Me (Let Me Know) 3:11
06 Hawaiian Wedding Song 2:27
07 Jailhouse Rock 1:35
08 All Shook Up 1:03
09 (Let Me Be Your) Teddy Bear / Don’t Be Cruel 2:13
10 And I Love You So 3:29
11 Fever 3:05
12 Steamroller Blues 3:22
13 America 2:09
14 Introductions 2:18
15 Early Mornin’ Rain 0:59
16 What’d I Say/ Johnny B. Goode 7:26
17 Love Letters 0:50
18 School Days 0:57
19 Love Me Tender 0:50
20 Blue Suede Shoes 1:13
21 Hurt 2:00
22 Hound Dog 1:22
23 Blue Christmas 2:46
24 Funny How Time Slips Away 2:53
25 Can’t Help Falling In Love 1:47
26 Closing Vamp 2:23

Disc 2

Pine Bluff, Arkansas September 8, 1976

01 Amen 4:49
02 Love Me 2:30
03 Fairytale 2:45
04 All Shook Up 1:09
05 (Let Me Be Your) Teddy Bear/ Don’t Be Cruel 2:11
06 And I Love You So 3:20
07 Jailhouse Rock 1:43
08 One Night 1:32
09 You Gave Me A Mountain 3:19
10 Fever 5:19
11 America 4:41
12 Polk Salad Annie 2:32
13 Introductions (incomplete) 1:28
14 Early Mornin’ Rain ¬1:09
15 What’d I Say/Johnny B. Goode 8:07
16 Love Letters 3:13
17 School Days 1:05
18 Hurt 3:49
19 Hound Dog 2:07
20 Funny How Time Slips Away 2:36
21 Why Me Lord 3:34
22 That’s All Right 3:18
23 My Heavenly Father-sung by Kathy Westmoreland 3:35
24 Mystery Train/Tiger Man 2:45

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PINE BLUFF TO MADISON ‘76


Dal 27 Agosto all’8 Settembre 1976 Elvis affronta un ennesimo estenuante tour.
Problemi di salute, uno stile di vita particolare e chissà quali altri fattori ebbero una ripercussione non certo positiva sulle performances. Prova ne è il secondo spettacolo del tour, il tristemente famoso concerto di Houston, che ci mostra Elvis in palese difficoltà (vedi il bootleg “Houston, We Have a Problem” , Audionics , 2013)
Come si suol dire però, i cavalli vincenti si vedono all’arrivo …ed Elvis, da assoluto campione di razza, va migliorando le proprie performances data dopo data sino alla fine del tour, offrendo concerti abbastanza piacevoli.
Eccoci arrivati dunque in platea a Pine Bluff, chiusura del tour, dove il nostro artista dispensa gioia al pubblico con una performance - se non certo idilliaca - comunque assolutamente godibile.

Nel bellissimo libro di Sebastiano Cecere ”Elvis in Concert” , essenziale per chi si accinge a studiare l’Elvis Live, scopriamo che Elvis era particolarmente affezionato a Pine Bluff, essendo questa teatro delle sue prime gesta nello show businness e nella quale contava diversi amici.
Per la cronaca, i due spettacoli tenuti in questa città, grazie al record di incassi registrato, allungarono la vita al “convention center” cittadino che, in quei tempi, non se la passava per niente bene causa problemi finanziari e di gestione.

Lo spettacolo che ascoltiamo in questo FTD è quello del giorno 8, closing show dell’intero tour.
Ancorché la voce palesa stanchezza, non mancano momenti di potenza vocale e maestria tecnica. La gioia dei fans è incontenibile ed Elvis, divertito e a suo agio in mezzo a tanto affetto, fatica non poco a mantenere la concentrazione.
Tra le highlits della serata annoveriamo quel genere di brani in grado di esaltare al meglio le qualità canore del nostro, ovvero le ballate come And I Love You so, You Gave a Mountain, la patriottica America e la struggente “New Hit“ Hurt, potentissima, ripetuta come sempre una seconda volta.
I pezzi più rockeggianti, quali per esempio Jailhouse rock e Hound dog, donano alla scaletta una fresca e gioviale scarica adrenalinica.
Curiosamente ritroviamo la vecchia cara One Night. Una versione senza infamia ne lode, comunque sempre gradita.
Anche Fever, sempre amatissima e sempre in grado di da far impazzire il pubblico, segna uno dei momenti più godibili e spettacolari della serata.
Polk salad annie, nel suo tripudio di fiati funky dall’anima black, ci conduce verso la parte finale dello spettacolo, purtroppo registrato in modo incompleto ma che per fortuna ci da modo di ascoltare una sempre interessante That’s all right e una infuocata Mistery train/Tiger Man, con lo stesso tiro del 1970. Un autentico gioiello targato 1976!!!

Col secondo dischetto facciamo un salto temporale di poco più di un mese avanti.

Ci troviamo nella città di Madison, Wisconsin, 19 Ottobre 1976, nel bel mezzo di un Tour iniziato il 14 e che vedrà impegnato Elvis sino al giorno 27 dello tesso mese.

Si tratta del primo concerto in assoluto per Elvis in questa città (quello successivo, nonché l’ultimo a Madison, si terrà il 24 Giugno 1977 quale terzultima data dell’ultima tourneé di Elvis).

L’andamento altalenante delle performances del periodo trova anche in questo giro di spettacoli ulteriore conferma.
Per nostra fortuna, e soprattutto per quella dei 10.221 presenti al Dane County Coliseum, Elvis è in ottima forma vocale e spirituale …e come sempre in questi casi, la performance è da incorniciare.
Stavolta la registrazione è completa, così possiamo godere dell’Opening Act con See See Rider – pezzo iniziale carico di adrenalina che ci fa subito capire che oggi il re è in palla - e la teatrale e coinvolgente I got a woman/Amen.
L’Elvis show entra nel pieno con Love Me col suo scambio di foulard e baci in un reciproco contatto fisico che puntualmente andava a minare la solidità della security degli impianti.
In questa prima fase dello spettacolo evidenziamo una sorprendente Hawaiian Wedding song direttamente dall’Aloha Special. Un brano molto amato da Elvis stesso. If you love me (let me know) è ormai un classico in scaletta, spassoso ed orecchiabile motivetto dal sapore country-pop, mentre le sucessive oldies dei 50’s infiammano nuovamente l’incontenibile platea.
Sotto il palco è un delirio, regna ovunque il caos, ma Elvis, tra il serio e il faceto, va avanti spedito nello snocciolare nuove ballads e vecchi cavalli di battaglia, dalla sensuale Fever alla fantastica Steamroller Blues, una delle eccellenze dell’Elvis live degli anni 70. Per il resto, la scaletta si sviluppa su sentieri battuti e collaudati, confermando la validità delle considerazioni fatte in occasione degli altri spettacoli recensiti provenienti da questo periodo.

La qualità audio dei due soundboard è molto buona, nonostante qualche breve e trascurabile distorsione all’inizio di entrambe le registrazioni. Il suono dei vari strumenti è ben bilanciato, cosa che rende molto godibile l’ascolto. Il packaging è quello classico formato 5 pollici cartonato.

Un altro bel colpo da parte della FTD che ci consegna un ottimo documento sonoro che, sebbene non offra il miglior Elvis della sua carriera, si lascia ascoltare più volte…ben volentieri.


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The king will never die....Elvis forever!!
16/06/2022 16:40
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Grazie, Davide.
Appena ho un po' di tempo, inserisco le tue ultime recensioni sulle relative schede del sito.
16/06/2022 20:42
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KID GALAHAD [2 LPs]





Maggio 2022.


LP 1. SIDE A:
01 King Of The Whole Wide World
02 This Is Living
03 Riding The Rainbow
04 Home Is Where The Heart Is
05 I Got Lucky
06 A Whistling Tune
07 King Of The Whole Wide World (takes 2-6)

LP 1. SIDE B:
01 This Is Living (take 2)
02 King Of The Whole Wide World (take 8)
03 Riding The Rainbow (take 1)
04 I Got Lucky (take 1)
05 King Of The Whole Wide World (take 11) )
6 Home Is Where The Heart Is (take 10)
07 This Is Living (takes 4-8)

LP 2. SIDE C:
01 A Whistling Tune (take 2)
02 King Of The Whole Wide World (takes 16-19)
03 Home Is Where The Heart Is (take 13,14)
04 I Got Lucky (take 6)
05 Riding The Rainbow (takes 2-4)
06 King Of The Whole Wide World (takes 30, 31)

LP 2. SIDE D:
01 I Got Lucky (remake) (take 1)
02 I Got Lucky (remake) (take 2/unedited master)
03 King Of The Whole Wide World (remake) (takes 1-3)
04 Home Is Where The Heart Is (take 21/unedited master)
05 Riding The Rainbow (remake) (takes 2-6)
06 King Of The Whole Wide World (remake) (take 4/unedited master)


La FTD ha pubblicato alla fine di maggio il solito bel doppio LP, stavolta dedicato a "Kid Galahad".
Originariamente emesso su extended play il 28 agosto 1962 (EPA-4371), questa colonna sonora (nota in Italia come "Pugno proibito"), includeva sei canzoni che, all'epoca, furono quasi tutte editate al fine di contenerle in quel supporto che entro qualche anno, sarebbe caduto in disuso.

La recording session ebbe luogo il 26 e 27 ottobre 1961 negli studi "Radio Recorders" di Hollywood.

Elvis incise solo sei brani e, per fortuna, sono sopravvissute praticamente tutte le outtakes. A tal proposito vorrei ricordare che non pochi nastri vennero smarriti o cancellati e che, purtroppo, non tutto sarà a nostra disposizione nei boxes che la FTD sta emettendo da qualche tempo a questa parte.
Ad oggi, la label danese aveva emesso un CD nel 2004 e tutta la session in un doppio CD nel 2020.
Questo vinile, "attinge" da essi, ovviamente.

Partiamo con la grafica che è sempre al top: la front cover ci mostra uno scatto pubblicitario del film con un Elvis in primo piano mentre il retro riporta altre tre immagini dello stesso tipo ma più piccole, per lasciar posto ai titoli delle canzoni ed ai credits per il film.
Il disco si apre a gatefold ed all'interno sono presenti, come al solito, altre immagini relative alla pellicola e numerose riproduzioni di copertine di vinili, gadgets e notizie, tutte inerenti a questo argomento. È sempre affascinante vedere il disco della Repubblica Sudafricana, molto raro, intitolato "King of the whole wide world".
Le labels sono quelle caratteristiche dei 33 giri americani degli anni '60, con un bel Nipper in alto.

Il suono è, come sempre, ai massimi livelli.

Le prime sei canzoni sono in versione editata per l'extended play; quando nella compilazione del 1986 "Return of the rocker" ascoltammo la versione completa di "King of the whole wide world" con l'assolo del sax di "Boots" Randolph tagliato, sobbalzammo dalla sedia; in questa prima traccia, logicamente, non c'è. “King of the whole wide word”, in forza alla sua presenza in questo extended play, raggiunse il 30° posto nella classifica dei singoli.
La selezione dei brani è valida e non è mia competenza addentrarmi in un discorso "take by take". Siamo di fronte a canzoni molto valide, "nonostante" provengano da una colonna sonora, con Elvis che è in forma strepitosa sotto tutti i punti di vista.
Il cantante registrò due diverse versioni di "King of the whole wide world": il 26 ottobre in oltre 30 takes (la 31 fu scelta come master) ma poi lasciata nei cassetti, ed altre 4 takes il giorno 27 e fu questa take 4 ad essere emessa su disco all'epoca.
"A whistling tune" fu incisa anche per "Follow that dream" ma poi non venne usata ed Elvis la reinciderà per "Kid Galahad" in otto takes.
"Home is where the heart is" fece registrare ad Elvis 21 takes mentre di "I got lucky" esistono due versioni, una denominata M5 (sei takes) e l'altra MX5 (due takes). Fu quest'ultima ad essere emessa su disco all'epoca.
Anche di "Riding the rainbow" esistono due versioni: M4 (nove takes) e MX4 (ancora 9 takes) e fu quest'ultima ad essere pubblicata su disco.
Infine esistono 10 takes di "This is living" anche se la 6 è solo un annuncio di essa.

Come già scritto poco fa, il disco della FTD ci offre una bella panoramica di questa seduta di registrazione ed è un altro bel pezzo da collezione per gli amanti di questo eterno supporto. Ho scritto "eterno" perché in realtà, il vinile lo sta dimostrando, a differenza del CD.
[Modificato da marco31768 12/07/2022 20:46]
11/07/2022 21:22
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Bella recensione Marco.
Si tratta di una delle mie colonne sonore preferite, se non la mia preferita in assoluto. Elvis canta come un angelo, la sua voce, calda e vellutata, è qualcosa di sublime.

The king will never die....Elvis forever!!
11/07/2022 21:57
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Se non erro, tutte le recensioni qua presenti, adesso, sono sulle relative schede nel sito.
15/08/2022 16:46
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Elvis: Aloha From Hawaii
Se c’è un momento da eleggere quale il più alto in assoluto di tutta la carriera di Elvis, sicuramente siamo tutti concordi nell’affermare che questo momento lo si è avuto nel Gennaio 1973, in occasione dello storico spettacolo Via Satellite in diretta da Honolulu, Hawaii.

Nessuno prima di allora aveva osato tanto nel mondo dello show businness.

Il 14 Gennaio 1973 Elvis fece la storia. Tutto il mondo ebbe l’occasione di vedere l’artista live Via Satellite.

Già sul tetto del mondo quale più grande entertainer di tutti i tempi, campione di incassi di sempre, personaggio noto su tutti gli angoli della terra senza distinzione alcuna, con questa trovata tecnologicamente “futuristica” l’artista entra definitivamente nel mito e nell’immaginario collettivo come icona del XX secolo.

L'artista ne è consapevole e, anche per un gigante del calibro di Elvis con una lunga esperienza alle spalle, una sfida tanto complicata e delicata non è cosa da poco: c’è da presentarsi al mondo intero…e c’è da farlo nel migliore dei modi, impeccabili, senza fronzoli.

Da sempre si sostiene che Elvis in questa occasione sia un po “ingessato”, meno disinvolto, meno sciolto e probabilmente bloccato dall’emozione. Questo in parte potrebbe essere vero…soprattutto nelle battute iniziali pare abbia bisogno di riscaldarsi per bene…così come pure nei movimenti dove, probabilmente, il cantante decide di non strafare con movimenti eccessivi per evitare soprese….ma ad una più attenta analisi, ciò che si evince, è che il ragazzo è di una concentrazione glaciale, assolutamente intento a mettere su una esibizione perfetta, impeccabile al millesimo: Elvis trasmigra dal proprio corpo e diventa musica.

Le registrazioni ascoltate sino ad ora- sia in vinile che in CD- sono sempre state praticamente identiche a quanto ascoltato davanti allo schermo TV.
Con il magnifico lavoro fatto ora dall’ ingegnere del suono Matt Ross-Spang, riscopriamo letteralmente un nuovo spettacolo: i suoni sono stati ben ripuliti e ben ri-bilanciati, tanto che sembra di ascoltare un nuovo spettacolo…e non più il vecchio “aloha”.
La purezza cristallina dei suoni, il nuovo bilanciemento degli strumenti, la nitidezza dei fiati e dei cori ci mostrano in tutta la loro bellezza la maestosità della performance, dall’inizio alla fine.
Riscopriamo un concerto che pensavamo di conoscere a memoria. Il lavoro di Ross-Spang ci svela inedite sonorità e, per la prima volta in assoluto, si ha l’impressione di captare quella che è stata la vera dinamica del suono in platea.

Roba da pelle d’oca.

Non c’è bisogno alcuno di dilungarsi ovviametne sui particolari e sulle sfaccettature di una scaletta che conosciamo a menadito…ma c’è solo da indossare le cuffie e rimanere estasiati dall’incredibile lavoro messo su da Elvis e dai suoi musicisti.

Un’opera d’arte –degna dei più grandi direttori di orchestra della storia - confezionata in modo perfetto, finalizzata a mostrare in 60 minuti chi è Elvis Presley, quale l’ essenza della sua arte, le mille sfaccettature del suo talento e le mille dimensioni della sua voce attraverso generi e culture musicali tanto diverse quanto convergenti nell’ universo unico e personale dell’artista, dal rock and roll al blues, passando per il country, struggenti ballads e momenti di maestria vocale fuori da ogni classificazione di genere.

Un CD, questo del main show del 14 Gennaio, che sorprendentemente mi sono ritrovato ad ascoltare più e più volte, ora affascinato dalle linee di basso in Burning Love, ora dall’incalzante ritmo di steamroller blues, dalle ballads toccanti come I’m so lonesome I could cry, dalla struggente My way, dalla potenza di What now my love….e tutte le altre che risplendono ora di una nuova luce, di una brillantezza che per chi scrive ha rappresentato una vera e propria folgorazione.

Una sola parola su questa edizione dello spettacolo: DEFINITIVA.

Il secondo CD propone l’atrettanto famoso rehearsal show del 12 Gennaio 1973 nella stessa versione edita nel 2013 dalla legacy rimasterizzata da Steve Rosenthal & Rob Santos. Già all’epoca venne fatto un buonissimo lavoro, tanto da portare i responsabili dell’attuale progetto a lasciare intatta la versione del 2013 e a lavorare solo sul main show e sul terzo dischetto, quello contenente le session post spettacolo, tenutesi sul palco ad auditorium vuoto verso le 02:00 del mattino, finalizzate a produrre le songs da aggiungere come bonus alla versione USA dello special, in programma in una particolare edizione posticipata di qualche mese rispetto al resto del mondo.

Abbiamo avuto modo di ascoltare già in passato queste incisioni (Blue Hawaii, Ku-U-I-po, No More, Hawaiian Wedding song, Early morning rain) e da sempre si è avuta l’impressione che la stanchezza la facesse da padrona, arrivati a quel punto della serata dopo l’immane sforzo profuso poco prima.
Il suono, decisamente migliorato sempre ad opera del bravissimo Matt Ross-Spang che finalmente libera i brani da un suono ovattato che li contraddistingueva in origine - non fa altro che confermare questa impressione. Nello snocciolare l’intera session è palese l’insofferenza di Elvis, desideroso a quel punto di andare solo a riposare.

C’è comunque da dire che, nonostante ciò, le esecuzioni che alla fine ne vengono fuori, sono comunque dei gioiellini da ascoltare con gusto.

Il packaging è il solito in formato 7pollici, molto elegante, con libretto incluso ricco di interessanti info, dettagli, aneddoti, dati e bellisime foto.

All’indomani dell’annuncio di questa nuova versione dell’Aloha mi trovai in sintonia con i fans che si dichiararono contrariati da questa ennesima riproposizione senza alcunché di inedito…ma non appena ascoltato il contenuto mi son subito ricreduto e immediatamente sentito in dovere di consigliare questo set a chiunque: neofiti e fans della prima ora: Non c’è limite alla magia di Elvis, così come non c’è limite all’incredibile capacità di questo artista di farsi riscoprire di continuo, fresco e sotto una inedita luce, volta dopo volta, come in occasione di questa nuova pubblicazione.

Se pensavate – giustamente - di conoscere veramente tutto di Aloha From Hawaii…aspettate ad ascoltare questo nuovo FTD…resterete sbalorditi.
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Disc 1


1. Introduction: Also Sprach Zarathustra 1:09
2. See See Rider 3:00
3. Burning Love 3:11
4. Something 3:32
5. You Gave Me A Mountain 3:18
6. Steamroller Blues 3:12
7. My Way 4:20
8. Love Me 1:36
9. Johnny B. Goode 1:43
10. It’s Over 2:09
11. Blue Suede Shoes 1:23
12. I’m So Lonesome I Could Cry 2:10
13. I Can’t Stop Loving You 2:27
14. Hound Dog 1:06
15. What Now My Love 3:16
16. Fever 2:48
17. Welcome To My World 1:54
18. Suspicious Minds 4:31
19. Introductions by Elvis 2:41
20. I’ll Remember You 2:32
21. Medley Long Tall Sally / Whole Lotta Shakin’ Goin’ On
22. An American Trilogy 4:42
23. A Big Hunk O’ Love 2:22
24. Can’t Help Falling In Love 1:42
25. Closing Vamp 2:23

Recorded live at the HIC Arena, January 14, 1973.

Disc 2


1. Introduction: Also Sprach Zarathustra 1:08
2. See See Rider 3:01
3. Burning Love 3:03
4. Something 2:25
5. You Gave Me A Mountain 3:18
6. Steamroller Blues 3:15
7. My Way 4:13
8. Love Me 1:43
9. It’s Over 2:12
10. Blue Suede Shoes 1:23
11. I’m So Lonesome I Could Cry 2:08
12. Hound Dog 0:59
13. What Now My Love 3:18
14. Fever 2:35
15. Welcome To My World 1:58
16. Suspicious Minds 4:00
17. Introductions by Elvis 2:24
18. I’ll Remember You 2:37
19. An American Trilogy 4:26
20. A Big Hunk O’ Love 2:44
21. Can’t Help Falling In Love 1:41
22. Closing Vamp 1:56

Recorded live at the HIC Arena, January 12, 1973.

Disc 3 BONUS SONGS


1. Blue Hawaii – rehearsal, takes 1-2 5:31
2. Ku-U-I-Po – rehearsal 2:32
3. Ku-U-I-Po – take 1 2:02
4. Ku-U-I-Po – take 2 (incomplete) 2:12
5. Ku-U-I-Po – take 3 (incomplete) 2:02
6. Ku-U-I-Po – take 4 2:24
7. No More – take 1 (incomplete) 3:10
8. No More – take 2 (rehearsal) 5:06
9. No More – take 3 2:40
10. No More – take 4 3:04
11. Hawaiian Wedding Song – take 1 2:03
12. Hawaiian Wedding Song – rehearsal 4:01
13. Hawaiian Wedding Song – take 2 2:03
14. Hawaiian Wedding Song – take 3 2:06
15. Early Morning Rain – take 1 4:16
16. Early Morning Rain – take 2 3:10
Recorded live without an audience Post-show January 14, 1973.
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[Modificato da reggae..79 15/08/2022 22:59]
The king will never die....Elvis forever!!
15/08/2022 22:57
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Grazie, Davide.
Ottima recensione !

Io amo molto anche il CD el 1997 di "Aloha".
Che ne pensi di quel mixaggio ?
[Modificato da marco31768 18/08/2022 21:07]
17/08/2022 19:02
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Re:
marco31768, 17/08/2022 19:02:

Grazie, Davide.
Ottima recensione !

Io amo molto anche il CD el 1997 di "Aloha".
Che ne pensi di qiel mixaggio ?




assolutamente ottimo mixaggio quello del 97...ma ovviamente qua abbiamo raggiunto livelli sublimi.

The king will never die....Elvis forever!!
17/08/2022 19:42
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FROM VEGAS TO TAHOE
In questo triplo CD set in formato 5 pollici, digipack a 4 pannelli, la FTD ci porta ad assistere ai primi spettacoli immediatamente sucessivi all’ Aloha From Hawaii, esattamente i midnight shows del 27 gennaio e del 21 febbraio 1973 all’Hilton di Las Vegas e lo spettacolo di mezzanotte del 12 maggio 1973 al Lake Tahoe.
Dei primi due spettacoli ascoltiamo registrazioni non provenienti da soundboard ma da ottime audience recording, di qualità eccellente, dette Soundbooth recordings. Registrazioni effettuate con apparecchiature di livello, solitamente con microfoni ambientali, che sebbene non perfette hanno spesso il pregio di restituire in parte quello che era il sound “reale” che si ascoltava in sala.

Andiamo al contenuto.

Solo dopo 12 giorni dalla strabiliante e storica impresa Via Satellite ci si rituffa incredibilmente nella solita, ormai poco appagante ed estenuante routine di Las Vegas. I contratti vanno onorati, certo, ma un artista del calibro di Elvis, dopo le imprese raggiunte, avrebbe meritato, oltre che del sano riposo, di sfruttare al meglio la scia stellata dello special Satellitare anziché tornare all’ovile Vegasiano.
Una situazione che si ripercuote nella qualità e nel “mood” delle performance che ascoltiamo nei primi due dischetti di questo set. La noia e la routine vengono mitigate esclusivamente dall’amorevole interazione tra Elvis e il suo pubblico. La musica è sempre ottima e potente, sia ben chiaro, e il supporto dei musicisti è sempre solido come una roccia, la voce di Elvis è magica, ma le performaces soffrono un po tutte di una sonnacchiosa assuefazione e di un atteggiamento passivo e al limite della rassegnazione.
Ascoltiamo per esempio la quasi irriconoscibile Steamroller blues, che sembra quasi eseguita come una prova più che una performance per infiammare la platea. Lo stesso possiamo affermare per il resto della scaletta, da until it’s time for you to go a suspicious minds, passando per i rock and roll (comunque ben spinti dalla band, eccellente come sempre).

Tra un susseguirsi di battutine, a volte ormai scontate e spesso intrise di “cazzeggio” difficilmente proponibile in altre sedi che non siano la shoowroom dell’Hilton, si snocciola una scaletta senza infamia e senza lode, le cui highlights le individuiamo in What now my love, questa si, brillante come in occasione dell’Haloa, American Trilogy , i’ll remeber you e la rockeggiante Burning Love, “spostata” a fine scaletta rispetto allo special, che sebbene non abbia l’adrenalina vista in mondovisione, possiamo considerarla una ottima esecuzione, spumeggiante.

Con il CD 2 passiamo allo spettacolo della mezzanotte del 21 febbraio.

Quali le differenze con lo show appena recensito? Poche a dire la verità: le considerazioni appena fatte valgono anche in questa occasione. Tutto sommato il livello qualitativo dello spettacolo è buono ed è decisamente un po meglio rispetto ad un mese prima: evidentemente stanchezza, disincanto e delusione a questo punto erano già stati metabolizzati. Già dalle battute iniziali di see see rider il cantante sembra più in palla rispetto ad un mese prima…nonostante a questo punto Elvis è impegnato a Las Vegas, due spettacoli per serata, da praticamente 1 mese! Estentuante a dir poco…se consideriamo inoltre che alcune date nel corso della season vennero addirittura cancellate per raffreddore.

Tornando allo spettacolo in questione, troviamo una bella versione di You don’t have to say you love me, una steamroller blues non certo in versione memorabile ma comunque ben eseguita da tutti e la ormai classica you gave me a mountain che anche in questa occasione non manca di sprogionare il giusto phatos. Dopo la sensuale Fever la scaletta si dispiega come al solito con un mix di oldies, da love me ai rock and roll più famosi, eseguiti esclusivamente per dovere che per ispirazione artistica.

A proposito di Hilights, notiamo in scaletta la presenza della bella I’m Leavin, canzone che Elvis ha sempre intepretato con una certa enfasi e rispetto.
Suspicious minds, what know my love e American trilogy –seguita da una meritatissima standing ovation - rappresentano infine i botti finali del sempre e comunque pirotecnico Elvis Presley show che volge al termine giusto in tempo: dopo American Trilogy infatti la sua voce sembra abbandonarlo di nuovo come diverse volte capitato in questa martoriata season.

Passiamo così al terzo ed ultimo dischetto del set stavolta registrazione “soundboard” con il quale facciamo un salto spazio temporale in avanti di quasi tre mesi: ci troviamo nella show room del più piccolo High Sierra Theatre, Lake Tahoe, Nevada, una sorta di Las Vegas montana, un ambiente più piccolo e intimo rispetto all’Hilton.

Forse proprio per questa intima dimensione ambientale, gli spettacoli che provvengono dal Lake Tahoe ci restituiscono quasi sempre un Elvis rilassato e in buona forma vocale, in ottimo mood e intento a deliziare i presenti con la sua musica, in un ambiente comfortevole dove è palese che si senta a suo agio, lontano dalle presioni di Las Vegas, dei suoi squali e allo stesso tempo dello stress di un tour on the road.

Diverse sono nel frattempo le novità sopraggiunte sia in scaletta che nel sound in generale. Al basso troviamo il fantastico Emory Gordy in sostituzione di Jerry Sheff, mentre in scaletta piacevoli novità da segnalare sono la intima Help Me make it through the night (perfetta per un ambiente intimo e raccolto come l’High Sierra Theatre!) e la solida Bridge over troubled water.

Ma andiamo per ordine: See See rider (con qualche disturbo iniziale nella registrazione) ci mostra subito che Elvis è in formissima e notiamo l’infuocato lavoro della band. L'appena citato Emory Gordy si fa da subito notare con il suo personalissimo giro di basso.

Nelle battute che precedono “I got a woman”, nel rispondere alle grida delle fans , Elvis annuncia: “hey, ho tre spettacoli da fare stasera!” rivelando quello che sarebbe stato lo speciale show agguntivo delle 03 del mattino che si sarebbe svolto di li a poco. Segue la solita versione ben eseguita con la clasica simpatica parentesi tra Elvis e JD Sumner.

Quella che segue è una bella ed intima versione di Help Me make It Through the night…interpetata a tratti in modo scherzoso ed ironico ma che comunque non perde la sua magica aura. Ottima la versione che segue di Steamroller blues, dove ancora una volta Emory Gordy la fa da padrone, unitamente al sempre perfetto James Burton. Che coppia ragazzi!

In you gave me a mountain ritorniamo all’Aloha con la mente e non possiamo che apprezzare anche questa versione, come sempre eseguita con la massima concentrazione e trasporto.

Tra le oldies che seguono evidenziamo il “nuovo” medley composto da Long Tall Sally/Whole lot a shakin goin’ on/mama don’t dance/shake rattle and roll che noi fans del giorno dopo abbiamo scoperto per la prima volta nella esplosiva versione di “As recorded live on stage in Memphis”, 20 marzo 1974.

Di I’m Leavin’ ascoltiamo una versione a dir poco fantastica. Un brano in cui Elvis evidentemente credeva molto…una gemma nascosta del suo repertorio che sicuramente possiamo annoverare tra quanto di meglio inciso nei 70’s.

Il proseguo dello spetaccolo si muove poi su sentieri già battuti di recente, con le “Hawaiiane” I’ll remember you e What now my love, anche in questa occasione impeccabili, la ormai doverosa suspicious minds e una magistrale Bridge over troubled Water che ci introduce cosi alla fine di questo spettacolo, con A big Hunk’ ‘o love sempre abile ad infiammare la platea e can’t help falling in love, classica sigla di chiusura.

Termina così il nostro bellissimo viaggio di tre tappe in una fase artistica del nostro eroe che nonostante le premesse iniziali e l'insofferenza cronica da assuefante routine, riesce ad offrire e intensi momenti di genuina eccellenza musicale.

Un documento che possiamo pertanto tranquillamente aggiungere alle nostre collezioni, considerando anche il fatto –non ultimo - che si tratta di tre spettacoli sono degli inediti in assoluto.


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CD 1 - 27.01.1973 - Midnight Show (Hilton Hotel, Las Vegas):


See See Rider - I Got A Woman / Amen - Until It’s Time For You To Go - You Don’t Have To Say You Love Me - Steamroller Blues - You Gave Me A Mountain - Fever - Love Me - Blue Suede Shoes - Love Me Tender - Johnny B. Goode - Hound Dog - What Now My Love - Suspicious Minds - Introductions By Elvis - I’ll Remember You - I Can’t Stop Loving You - American Trilogy - Burning Love - Can’t Help Falling In Love

CD 2 - 21.02.1973 - Midnight Show (Hilton Hotel, Las Vegas):


Also Sprach Zarathustra - See See Rider - I Got A Woman / Amen - Love Me Tender - You Don’t Have To Say You Love Me - Steamroller Blues - You Gave Me A Mountain - Fever - Love Me - Blue Suede Shoes - I’m Leavin’ - Hound Dog - What Now My Love - Suspicious Minds - Introductions By Elvis - I’ll Remember You - I Can’t Stop Loving You - American Trilogy - Can’t Help Falling In Love

CD 3 - 12.05.1973 (Sahara Hotel, Lake Tahoe):


Also Sprach Zarathustra - See See Rider - I Got A Woman / Amen - Help Me Make It Through The Night - Steamroller Blues - You Gave Me A Mountain - Love Me - Blue Suede Shoes - Long Tall Sally / Whole Lotta Shakin' Goin' On / Mama Don't Dance / Shake, Rattle And Roll - I’m Leavin’ - Hound Dog - What Now My Love - Suspicious Minds - Introductions By Elvis - I’ll Remember You - I Can’t Stop Loving You - Bridge Over Troubled Water - Big Hunk O’ Love - Can’t Help Falling In Love - Closing Vamp

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The king will never die....Elvis forever!!
21/08/2022 11:14
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Bellissima recensione !

Domani la inserisco sulla relativa scheda del sito assieme alla precedente che hai fatto.
21/08/2022 20:17
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Re:
marco31768, 21/08/2022 20:17:

Bellissima recensione !

Domani la inserisco sulla relativa scheda del sito assieme alla precedente che hai fatto.




grazie Marco! a breve arriva quella di "Devil in disguise" 3 cd set

The king will never die....Elvis forever!!
21/08/2022 21:37
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I SING ALL KINDS

Non voglio fare concorrenza a Davide ma mi è venuta voglia di scrivere le mie impressioni su questo vecchio CD di oltre 15 anni fa...


I SING ALL KINDS







Senza l'invadente post-produzione delle versioni originali, e dotate di un ottimo mixaggio del suono, le canzoni di questo album emesso dalla "FTD" nel luglio 2007, sono una gioia per l'ascolto. Il miglioramento del suono rispetto alle versioni originali è notevole e rivela una vitalità e un'energia insospettabili; di conseguenza, il divertimento che l'album offrem supera ogni aspettativa.
Ciò che colpisce davvero ascoltando questo album è il suono. È impressionante e, se avete un impianto HI-FI, vi troverete di fronte a una vera e propria delizia. Questa versione FTD offre il calore e l'intimità che mancano nelle versioni originali, catturando al contempo una chiarezza e una risonanza della voce di Elvis che non ha eguali. Con questo superbo mix FTD, anche le canzoni che prima erano un po' irritanti ora emozionano e coinvolgono in un modo che non avreste mai pensato fosse possibile.

A prima vista, il contenuto di questo album, composto da 23 canzoni registrate nel marzo e nel giugno 1971, sembra poco attraente: 7 pezzi Gospel ed altri 5 natalizi, con un po' di country/pop nel mezzo. Ma la selezione delle canzoni funziona e ascoltare le tracce natalizie in qualsiasi frangente temporale, è ugualmente una bella sensazione.
Le canzoni registrate sono state originariamente pubblicate in 4 album:
"He Touched Me", "Elvis Sings The Wonderful World of Christmas", "Elvis" ("Fool") e "Elvis Now"; come singoli con "It's Only Love", "I'm Leavin'" e "Until It's Time For You To Go".
Tutti i brani contenuti in questo album FTD sono inediti, tranne "It Won't Seem Like Christmas (Without You)", che è apparso sul mini CD "TV Guide" a tiratura limitata.

_____________________________

♫ "Bosom of Abraham" (take 4)
Un brano delizioso per iniziare e diventa subito chiaro perché l'ascolto di questo album sarà un piacere. La splendida voce cristallina di Elvis si mescola alla ribalta con i cantanti di supporto e la band che contribuiscono alla performance invece di seppellirla.

♫ "I've Got Confidence" (take 1)
Dal "doloroso" ascolto del master originale a qualcosa che si può davvero apprezzare. Elvis suonava così male nel mix originale... Ma qui possiamo sentire che la sua voce è in ottima forma e in questa take ascoltiamo la gioia che prova nel cantare questa canzone. Superbo !

♫ "An Evening Prayer" (take 5)
Una performance profondamente sincera di Elvis con solo Elvis, il pianoforte e i cantanti di supporto.

♫ "(That's What You Get) For Loving Me" (Take 10)
Questa canzone è una delle tante delizie di questo album in quanto brilla moltissimo senza il mix pesante della versione originale.

♫ "Early Morning Rain" (take 11)
Siamo di fronte ad una bellissima versione della canzone senza le sovraincisioni vocali che la ingombravano molto. Elvis la canta alla perfezione.

♫ "Fools Rush In" (take 14)
Ancora una volta la chiarezza del mix è fenomenale e ci permette di apprezzare l'atmosfera e il ritmo di questa canzone come mai prima d'ora. Non è fra le mie preferite ma in questa versione l'ascolto molto più volentieri.

♫ "Help Me Make It Through The Night" (takes 6 e 7)
Abbiamo solo due battute della sesta take e poi Elvis imita il suono di una pistola che spara: 'Forse è un po' pesante nell'intro' dice. Poi si passa direttamente alla take 7 e a una meravigliosa interpretazione di questa canzone senza le sovraincisioni di archi dell'originale che distruggevano un po' la sua atmosfera.

♫ "It's Still Here" (takes 2, 3 e 1)
Solo Elvis e il suo pianoforte. Cosa si può volere di più da un album? Queste sono le takes che non abbiamo mai sentito prima e valeva la pena aspettarle. Ancora una volta, la chiarezza e la profondità del suono sono sbalorditive. Una performance straordinaria presentata con la qualità sonora favolosa !

♫ "I Will Be True" (take 1)
Un'altra canzone di Elvis con il solo accompagnamento del suo pianoforte. La sensazione di intimità che questi brani emanano è di un calore unico.

♫ "Until It's Time For You To Go" (takes 5 & 6)
Un altro mix meraviglioso, con la band che fa tutto il necessario per ottenere un'ottima performance. Si tratta di una nuova registrazione della versione che Elvis fece il 17 maggio.

♫ "It's Only Love" (take 7)
Ecco un altro mixaggio straordinariamente chiaro, senza la sovraincisione degli archi. Il tutto, giova alla canzone. Elvis improvvisa ironicamente 'It's only sex' alla fine della canzone !

♫ "I'm Leavin'" (take 3)
Bellissima! Il tono che Elvis raggiunge con la sua voce è notevole.
'Dannazione, è dura' dice Elvis alla fine. Su questa cosa vale la pena di lavorarci su", continua, e aveva ragione.
"I'm leavin'" è un capolavoro non inquadrabile in un genere specifico ed Elvis è inarrivabile.

♫ "Love Me, Love The Life I Lead" (take 4)
Questa è l'ultima canzone registrata durante le sessioni di maggio e non fu certo una delle migliori. Mi sento di dire che sono presenti quasi degli eccessi voali che enfatizzano troppo il brano.

♫ "Padre" (take 2)
Alzi la mano chi ha rabbrividito quando ha visto "Padre" nella lista delle canzoni? Si tratta ancora di una canzone eccessiva, ma c'è un tocco di classe che era indistinguibile nel mix originale sovrainciso e che migliora l'esperienza d'ascolto. Mi chiedo, comunque, cosa sia passato per la testa ad Elvis quando decise di incidere 'sta cosa...

♫ "Seeing is Believing" (take 7)
Una take davvero nitida e scattante, con un'energia e una freschezza che in precedenza erano state perse e sepolte nel mixaggio originale. E anche la voce di Elvis suona meglio.

♫ "A Thing Called Love" (take 1)
Take 1, quindi stanno ancora provando questa canzone, giusto? Non è vero... Sicuramente è un po' più grezza rispetto al master originale, ma l'armonia e l'equilibrio tra la voce di Elvis e gli Imperials sono ottimi e la sua voce non viene mai persa o seppellita. Questo e feeling, questa è MUSICA !!!

♫ "Put Your Hand In The Hand" (take1)
Una canzone che non mi è mai piaciuta e questo mix della take 1, per quanto buono, non può cambiare i miei sentimenti nei suoi confronti.

♫ "Johnny B. Goode" (jam incompleta)
Dopo la fine di una jam di "Johnny B. Goode", Elvis si diverte a cantare qualche battuta di varie canzoni natalizie. Ovviamente si sta divertendo un mondo.
Un vero peccato che Elvis non l'abbia registrata professionalmente, ad esempio nel 1969: le sue versioni di quel mese di agosto sono incredibili...

♫ "I'll Be Home On Christmas Day" (take 3)
Questa è una canzone molto bella e questa take è notevole per la presenza di una strofa in più che è stata tagliata dalla pubblicazione. ("È passato così tanto tempo da quando ho visto i piccoli John, Michelle, Christine e Karen; ho quasi dimenticato tutti i regali che ho comprato una borsetta da far portare alla sorellina. Se potessi mettere da parte il mio orgoglio, sarei in viaggio, prenderei quel treno domani, sarei a casa per il giorno di Natale").
Il verso fu abbandonato in tutte le takes successive di questa session. Il meraviglioso tono e l'incisività della voce di Elvis sono catturati perfettamente, così come il sentimento soul della canzone.

♫ "Holly Leaves And Christmas Trees" (take 4)
Una canzone incantevole che richiama le sensazioni natalizie ad ogni ascolto. È cantata con grande sensibilità da Elvis e la semplicità dell'arrangiamento ne esalta il sentimento.

♫ "If I Get Home On Christmas Day" (take 1)
Fin dalla prima parola di questa canzone si capisce che sarà una delizia. C'è ancora un po' di lavoro da fare prima di arrivare a un master accettabile. Ma è semplicemente bello sperimentare l'atmosfera intima della canzone e godere della splendida voce di Elvis.

♫ "It Won't Seem Like Christmas (without you)" (take 3)
Terza take e ancora una volta un immenso miglioramento rispetto al mix originale. Il suono limpidissimo e ha una meravigliosa intimità che mancava al master.

♫ "I'll be Home On Christmas Day" (take 2)
Un remake della canzone che Elvis aveva registrato il 16 maggio. Si tratta di una versione molto blues, con un ritmo pesante di batteria che le dà un'atmosfera nettamente diversa da quella del master pubblicato o della take 3. Ancora una volta, Elvis canta la strofa che era stata omessa dalle takes precedenti. È una take appropriata per concludere questo speciale album.



CONCLUSIONI:

"I Sing All Kinds" è un CD meraviglioso. La selezione e l'ordine delle canzoni funzionano bene e il mix e la mancanza di sovraincisioni ci danno un Elvis che non abbiamo mai sentito prima.
Abbiamo anche alcune simpatiche battute in studio che indicano lo spirito gioioso che Elvis ha portato in queste sessioni. Sembra che sia sempre di buon umore e questo si riflette nelle sue performances.
04/01/2023 17:54
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Mia recensione su un vecchio CD, UNCHAINED MELODY



"Unchained Melody"
, CD emesso dalla "FTD" nel gennaio del 2007, ci presenta 64 minuti del tour di concerti di del febbraio 1977. Con molte foto di Keith Alverson dello spettacolo principale, abbiamo un CD ben confezionato e adeguato al contenuto.

Anche se un po' diminuito rispetto agli alti standard dell'ultimo tour del 1976, Elvis eseguiva ancora una grande varietà di canzoni e, occasionalmente, anche brani nuovi o rari. Questo disco ci offre le uniche due esecuzioni di "Moody Blue" degli ultimi due giorni del tour. Dobbiamo ricordare che si trattava ancora di un tour discreto.

Lo spettacolo principale rappresentato su questo CD proviene da Charlotte il 20 febbraio, e tipicamente per questi spettacoli registrati inizia con "Love Me" in quanto il tecnico del suono non registrò le prime due canzoni.
Il mix suona abbastanza pieno con la voce di Elvis in primo piano, J.D. Sumner, il piano e la batteria anch'essi in primo piano, in altre parole un mix decente e accettabile.
Questa prima canzone è passabile ma niente di più mentre "Fairytale" viene introdotta da Elvis come "The story of my life" e cantata di nuovo in modo discreto ma senza il "fuoco" delle versioni migliori.
"You Gave Me A Mountain" è la prima performance forte e ci mostra la potenza di Elvis.
"Jailhouse Rock", come "Love Me", è accettabile ma niente di più.
"It's Now Or Never" vede Elvis fare battute a spese di Sherrill durante "O Sole Mio", ma lui canta abbastanza bene nonostante le risate e le parole mancate. Seguono altre battute con il pubblico, mentre scherza con qualcuno che gli dice che questo è "Elvis Territory!". Scherza anche sul fatto di aver cantato "Little Sister" e di essersi ritrovato con una sorella maggiore. Questa performance, così come "Teddy Bear / Don't Be Cruel", sono praticamente delle esibizioni "da sciarpa" con parole mancate e risate.
Dopo aver annunciato che è molto difficile cantare con "il ghiaccio in gola", otteniamo una performance decente di "My Way" con Elvis che presenta un forte verso "faced it all".
La parte successiva di questo soundboard diventa molto interessante perché si può sentire tutto molto chiaramente. Elvis tenta per la prima volta "Moody Blue" ma dopo l'inizio della bandm afferma che il suono è troppo alto. Dopo aver cantato un po' fuori microfono, Elvis chiede a qualcuno tra il pubblico se gli stavano chiedendo di sbrigarsi - il che fa sì che Elvis mandi al diavolo "Moody blue" e passi al pezzo forte del concerto, "How Great Thou Art". La prima esclamazione di Elvis è di una potenza impressionante! Con tre "How Great" che portano al finale, è una grande versione, nonostante la voce di Elvis non si senta bene proprio alla fine.
Le introduzioni vengono tagliate e si passa a "Hurt" con un finale lirico e una ripresa leggermente più alta: una versione eccellente.
"Hound Dog" è leggera e poi viene mostrata una foto di Elvis con sua madre e suo padre. Canta un verso di "My Wish Came True", accennando alla sua visione di cantare con un quartetto Gospel - un bel momento in questo show. Elvis dice poi che stanno registrando lo show ed esegue "Unchained Melody" al pianoforte. Dopo una falsa partenza, si tratta di una buona performance che guadagna potenza e forza per tutto il tempo, fino al finale più povero di Elvis. Sempre in concerto, aveva difficoltà a finire le note alte in falsetto della canzone, tuttavia è una buona performance.
"Can't Help Falling In Love" è la solita chiusura, prima che il vamp finale venga interrotto.

La prima delle canzoni bonus ci porta all'unica versione completa di "Moody Blue" eseguita sul palco. Risale alla sera successiva a Charlotte, dove suona abbastanza bene, un po' come le versioni esitanti di "Burning Love" del tour dell'aprile 1972.
"Where No One Stands Alone" era una delle performance più attese di questo CD e la performance del 16 febbraio è davvero grandiosa!
Dal 14 a St. Petersburg. abbiamo una divertente interpretazione di "Blueberry Hill" (con Elvis che suona il piano al posto di Tony Brown) e una performance decente di "Love Letters" (con una forte enfasi sulla parola "signed") con l'accompagnamento di David Briggs.
A sorpresa, poi, c'è "Release Me" (dedicata al "collo di pollo", nomignolo che Elvis aveva affibbiato a Ginger) che, nonostante un'esecuzione poco fluida, è una valida inclusione nel tour.
"Trying To Get To You", anch'essa tratta dallo show del 18 febbraio, è migliore, più piena di "sangue".
A chiudere il CD, proveniente da Charlotte il 21 febbraio, c'è "Reconsider Baby" (che Elvis presenta come un brano fatto 6 settimane fa), un po' grezza ma che vale la pena di includere. Poi una strana inclusione di una versione di "Why Me, Lord ?" che cambia tonalità e che presenta J.D. Sumner più che la voce di Elvis, uno strano finale per questa compilation.

Nel complesso Elvis suona chiaro, diretto e con una buona voce, mentre le esibizioni sono sminuite da un generale scherzare piuttosto che da un biascicamento della voce. Nelle esibizioni di maggio e giugno 1977, la voce di Elvis suonava più forte sul finale delle canzoni più impegnative. Tuttavia, a febbraio potrebbe aver avuto un leggero raffreddore, dato che la sua voce era molto peggiorata durante gli spettacoli del 12 e del 13.
Si tratta di un CD abbastanza bello anche se avrei gradito anche qualche brano in più; lo possiamo paragonare a "Spring Tours" e vale la pena averlo nella propria collezione.



CANZONI:
Charlotte, North Carolina. 20/2/1977. Spettacolo serale.
01 Love Me
02 Fairytale
03 You Gave Me A Mountain
04 Jailhouse Rock
05 O Sole Mio [S. Nielsen] / It’s Now Or Neve
06 Little Sister
07 Teddy Bear / Don’t Be Cruel
08 My Way
09 Moody Blue (accenno)
10 How Great Thou Art
11 Hurt
12 Hound Dog
13 Unchained Melody
14 Can’t Help Falling In Love

15 Moody Blue [Charlotte 21/2/1977]
16 Blueberry Hill [St. Petersburg 14/2/1977]
17 Love Letters [St. Petersburg 14/2/1977]
18 Where No One Stands Alone [Montgomery 16/2/1977]
19 Release Me (And Let Me Love Again) [Columbia 18/2/1977]
20 Trying To Get To You [Columbia 18/2/1977]
21 Reconsider Baby [Charlotte 21/2/1977]
22 Why Me, Lord ? [Charlotte 21/2/1977]
[Modificato da marco31768 07/01/2023 20:49]
07/01/2023 20:48
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un cd molto godibile , da avere sicuramente!

The king will never die....Elvis forever!!
11/12/2023 22:32
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PROMISED LAND
Il doppio CD della "FTD" del dicembre 2011.



Lasciatosi alle spalle la fallimentare session agli "Stax" del mese di luglio e, cosa da non poco per il suo morale, divorziato da Priscilla, l'uomo che entra per la seconda volta negli studi di registrazione di Memphis il 10 dicembre 1973, è un uomo nuovo.
Dimentichiamoci le incertezze vocali e la svogliatezza di 5 mesi prima ! Qui ascoltiamo Elvis Presley in una delle sue recording sessions migliori della sua carriera.

L'album "Promised land", pubblicato originariamente nel 1974, comprende ballate struggenti, funk e una cover di Chuck Berry che potrebbe fondere le griglie degli altoparlanti. Elvis era un grande fan di Chuck Berry e il sentimento era reciproco. Si racconta che Elvis e il suo entourage entrarono nello spettacolo "Duck Walking Legends" di Las Vegas intorno al 1972-73, si sedettero in una cabina in prima fila, chiedendogli di suonare i suoi successi preferiti, cosa che Chuck fece (dal libro di Jerry Shilling: "Me and a Guy Named Elvis").
Elvis amplifica il classico del 1964 di Chuck Berry in un tour-de-force rockeggiante - ed è fantastico ascoltare le take 3 e 4, alimentate dal drumming potente di Ronnie Tutt e dalla chitarra trainante di James Burton. Elvis sta lavorando da maestro ma, con un orecchio meticoloso, ferma la canzone a metà dell'introduzione e questo è un momento affascinante, grande esempio di quanto avesse il controllo...
Nel testo canta: "There's an uncle who cares a lot about me" ("c'è uno zio che si preoccupa molto per me"), simile al classico di Berry, "Memphis Tennessee".
È affascinante sentirlo alle prese con il testo, che è quasi perfetto, tranne che per il già citato "zio". Prima dell'intro della sesta take, viene cantata anche un frammento di "Columbus Stockade Blues", una canzone country tradizionale che risale agli anni '30...

La ballata straziante "It's Midnight" (take 7) è splendida, ma va detto che tutte le takes offrono qualcosa di diverso, sia che si tratti di Elvis che scherza con i suoi musicisti (take 1-4, 8 ), sia che si tratti della bellissima lettura del testo di Billy Ed Wheeler / Jerry Chesnut.
Elvis canta: 'Where is all my self control, I'm burning way down in my soul, and needing you' ("Dov'è tutto il mio autocontrollo, sto bruciando nella mia anima e ho bisogno di te"): è scritta magnificamente e devo dire che purtroppo è una delle ballate più trascurate di tutta la sua carriera. Il fraseggio delicato ed emotivo dopo il ritornello 'Lord, I miss you' ('Signore, mi manchi') è sentito e toccante, con Elvis che versa il suo cuore in una performance magistrale.

L'album è un ascolto avvincente con qualcosa per tutti. Il funky di "If You Talk In Your Sleep" (take 5), con il riff di chitarra dal sapore Blues e contagioso di James Burton, è semplicemente delizioso ! Ma c'è di più nel CD 2, con le take 6 e 9 che si aggiungono al mix funky. Inoltre, il suono è chiaro, definito e dettagliato, con ogni strumento in armonia. Il suono è semplicemente stupefacente ! Tanto di cappello al signor Anesini, soprattutto dopo le difficoltà sonore segnalate.

Altri elementi di spicco: "Love Song Of The Year" (prova) è spassosa ed Elvis si diverte molto in questa canzone:
Anche "Thinking About You" (prova + take 2, & take 3), ha i suoi momenti. Nel "The Making of" (CD 2), Elvis si lascia andare e si diverte sul momento ed è una pura gioia da ascoltare.

I nuovi missaggi di Vic Anesini rivelano maggiori dettagli e aggiungono una meravigliosa freschezza alle registrazioni. Tutte le canzoni godono di una nuova luce e, ad esempio, "Love Song of the Year" suona meglio che mai. Elvis canta: "Ho lasciato che l'amore mi scivolasse tra le dita come un soffio d'aria dorata. Se mi importasse, non avrei cantato questa canzone d'amore dell'anno".
Il "soffio d'oro d'aria" è sorprendente nella sua immaginazione e questa è la magia di un grande cantante che interpreta il semplice ma efficace testo. Inoltre, il tema di "There's A Honky Tonk Angel" sull'amore trascurato e l'affievolirsi dei fuochi domestici, non ha mai suonato così bene sulla take 1. Anche in questo caso, siamo di fronte ad una perla, purtroppo, semi-sconosciuta.

Questo della FTD è un "must" nelle nostre collezioni.
Ormai sono passati tanti anni dalla sua pubblicazione (dicembre 2011) ed il doppio CD è di difficile reperibilità ma, se non lo avete e lo vedete in vendita (senza farsi derubare da prezzi assurdi), prendetelo. Non ve ne pentirete.



CD 1:
01 Promised Land
02 There’s A Honky Tonk Angel (Who Will Take Me Back In)
03 Help Me
04 Mr. Songman
05 Love Song Of The Year
06 It’s Midnight
07 Your Love’s Been A Long Time Coming
08 If You Talk In Your Sleep
09 Thinking About You
10 You Asked Me To
11 Promised Land (takes 3, 4)
12 There’s A Honky Tonk Angel (take 4 + composite of takes 5, 3, 8)
13 Help Me (take 1 & remixed master)
14 Mr. Songman (take 2)
15 Love Song Of The Year (take 1)
16 It’s Midnight (take 7)
17 Your Love’s Been A Long Time Coming (take 10)
18 If You Talk In Your Sleep (take 5)
19 Thinking About You (take 4)
20 You Asked Me To (take 3A)
21 Promised Land (take 5)
22 Love Song Of The Year (takes 3, 4, 6)
23 Love Song Of The Year (take 7)
24 It’s Midnight (take 11)
25 You Asked Me To (take 2B)

CD 2:
01 It’s Midnight (takes 1, 2, 3, 4, 8)
02 It’s Midnight (take 9)
03 Love Song Of The Year (rehearsal)
04 Thinking About You (rehearsal + take 2)
05 Thinking About You (take 3)
06 You Asked Me To (take 1, 2A)
07 Your Love’s Been A Long Time Coming (takes 2, 3)
08 Your Love’s Been A Long Time Coming (take 4)
09 Promised Land (take 2)
10 Mr. Songman (take 1)
11 There’s A Honky Tonk Angel (take 1)
12 If You Talk In Your Sleep (take 6)
13 If You Talk In Your Sleep (take 9, undubbed master)
14 It’s Midnight (take 10)
15 Thinking About You (takes 5, 6)
16 Love Song Of The Year (take 2)
17 You Asked Me To (take 3B)
18 There’s A Honky Tonk Angel (takes 6, 7)
19 There’s A Honky Tonk Angel (take 8, rough mix master)
20 Mr. Songman (takes 3, 5)
21 Promised Land (take 6, undubbed master)
22 Your Love’s Been A Long Time Coming (take 8)
23 Your Love’s Been A Long Time Coming (take 9, unedited undubbed master)

[Modificato da marco31768 31/01/2024 18:38]
31/01/2024 18:37
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STAGE REHEARSAL



01) You Don't Have To Say You Love Me (version 1)
02) I Just Can't Help Believin'
03) Something
04) Sweet Caroline
05) Polk Salad Annie
06) You've Lost That Lovin' Feelin' (version 1)
07) I've Lost You
08) Bridge Over Troubled Water
09) Patch It Up
10) Can't Help Falling In Love
11) You Don't Have To Say You Love Me (version 2)
12) You've Lost That Lovin' Feelin' (version 2)
Bonus Tracks:
13) Any Day Now
14) True Love Travels On A Gravel Road
15) The First Time Ever I Saw Your Face (a few lines)
16) Fever
17) Portrait Of My Love
18) I'm Leavin' It All Up To You


10 agosto 1970. La troupe della MGM sta seguendo Elvis da quasi un mese. In questo pomeriggio, è il momento di un'ultima prova prima dello spettacolo di apertura della serata. Questa volta non è ammessa la troupe, ma la RCA sta registrando il nastro in preparazione delle registrazioni del concerto. Questa pubblicazione, "Stage Rehearsal", ci porta dietro le quinte di questo evento.
(Il CD è stato pubblicato nel luglio 2011).

Una delle cose che mi ero chiesto riguardo a questa pubblicazione era come la FTD avrebbe affrontato il fatto che la maggior parte delle canzoni di questa prova erano incomplete, a causa di un "inizio tardivo". I primi secondi non sono stati registrati. Dopotutto, la RCA non aveva mai pensato di pubblicare queste prove.
Per come la vedo io, FTD aveva almeno tre opzioni:
1) Lasciare le registrazioni da sole e farle iniziare in corso d'opera (un po' stridente, ma storicamente accurato).
2) Sfumare leggermente le canzoni mentre iniziano in corso d'opera (un po' meno stridente).
3) Riparare gli inizi usando registrazioni di altre prove dell'estate 1970 (richiede più lavoro e non è storicamente accurato).

Nel caso di "Stage Rehearsal", la FTD ha riparato gli inizi delle canzoni utilizzando versioni dal vivo. La mia reazione iniziale è stata di shock e sgomento. Perché avevano fatto una scelta così strana?
Ascoltando il CD, mi è apparso evidente il motivo per cui la FTD ha scelto questa strada. La qualità del suono della prova sul palco del 10 agosto 1970 , è paragonabile alle registrazioni del concerto che iniziò più tardi quella sera e continuò per i giorni successivi. Che io sappia, non esistono altre prove di "That's The Way It Is" con questo livello di qualità sonora. L'utilizzo di prove dal suono scadente come lead-in sarebbe stato probabilmente troppo evidente come giuntura. Invece, la FTD ha scelto di utilizzare le registrazioni dal vivo per ottenere un suono più simile a quello di questa prova.
Personalmente avrei preferito che la FTD si limitasse a pubblicare le prove così come sono, con introduzioni ridotte. Dopotutto si tratta di un'etichetta indirizzata ai collezionisti.
Tuttavia, posso capire e apprezzare il loro desiderio di rendere questa esperienza di ascolto di qualità. Dopo tutto, siamo stati ascoltatori di Elvis prima di diventare storici di Elvis ! In questo caso, il valore dell'intrattenimento ha prevalso sul contesto storico.

A Ernst Jorgensen è stato chiesto del "controverso" montaggio. Ha detto di essere consapevole delle critiche: "Anch'io leggo Internet".
Ha detto di sapere che c'è un gruppo di persone che vuole tutto dall'inizio alla fine, senza tagli o modifiche. "Lo capisco, lo capisco".
Ma ha detto che cercano di rendere ogni disco un'esperienza di ascolto piacevole e che considerano le aperture mancanti come un "problema". L'accostamento accurato delle versioni dal vivo è stata la soluzione che hanno trovato e, ha detto, gli applausi residui del pubblico erano uno sfortunato effetto collaterale, ma non potevano essere eliminati.
La sua osservazione finale, "Per noi è assolutamente accettabile se la gente ci critica per questo, ma ciò non significa che siamo d'accordo con tutte le critiche".

Una cosa diversa di queste prove rispetto ad altre emesse nel corso degli anni è che non c'è Elvis che lavora veramente sulle canzoni. A questo proposito, sembra più simile a uno spettacolo dal vivo. Questo può essere dovuto al fatto che si tratta letteralmente di poche ore prima dello spettacolo di apertura (ripreso in "One Night In Vegas", un FTD imperdibile) e che la maggior parte dei problemi erano già stati risolti, oppure potrebbe essere dovuto al fatto che la registrazione è stata ovviamente spenta tra una canzone e l'altra. Due di esse sono state ripetute, il che dimostra che stavano facendo del lavoro.
I microfoni sul palco presentano più volte un feedback, preannunciando quello che sarebbe successo più tardi, durante il concerto vero e proprio, quindi mi chiedo perché questo problema non sia stato risolto prima del concerto.

Ci sono molti momenti divertenti e sciolti ma, alla fine, il vero fascino della parte del 1970 è la qualità del suono. Nessuna delle versioni è una rivelazione, anche se la "versione 1" di "You Don't Have To Say You Love Me" e "You've Lost That Lovin' Feelin'" sono stellari.
Stranamente, la "versione 2" di entrambe le canzoni presenta le stesse identiche introduzioni dal vivo utilizzate nella versione 1. Suppongo che il tempo si adattasse meglio di altre alternative, ma questo dimostra perché riparare l'audio in questo modo non era la strada da percorrere.

Le canzoni bonus del 1972 e del 1973 che compongono il resto di questo CD sono state incise su un registratore portatile, pertanto, la qualità del suono è simile a quella di "When The Snow Is On The Roses" e di altre registrazioni di questo tipo. Sono decisamente accettabili.
Infine, qui abbiamo un po' di lavoro di prova, che è praticamente assente dalle porzioni del 1970 di questo CD.

"Any Day Now".
Nel 1972, sembrava che Elvis avesse abbandonato le canzoni registrate agli "American Sound Studios" solo tre anni prima, a parte l'obbligatoria "Suspicious Minds". A quanto pare, però, non è così: ecco Elvis che suona in modo fantastico su "Any Day Now" e mi chiedo perché non sia diventata parte dello show.

"True Love Travels On A Gravel Road".
Questa è una buona versione, ma sembra meno adatta ai concerti rispetto a "Any Day Now". Avrebbe potuto funzionare per un uso occasionale come "qualcosa di diverso".

"Portrait Of My Love".
Elvis esegue un breve numero di blues non identificato prima di lanciarsi in "Portrait of My Love" per capriccio. Non si tratta tanto di una "prova", quindi, quanto di una canzone improvvisata. È molto carina e probabilmente sarebbe stata una bella novità "live" se sviluppata ulteriormente. È meraviglioso ascoltare una "nuova" canzone di Elvis !

"I'm Leavin' It All Up To You".
Un'altra canzone "nuova" di Elvis. Questa sembra piuttosto elementare, ma credo che ciò sia dovuto al fatto che Elvis l'ha accorciata molto.


In definitiva, "Stage Rehearsal" è una pubblicazione con buone intenzioni che raccomando con qualche riserva. Offre le prove del 1970 con un'ottima qualità audio, ma con decisioni di giunzione infelici. Offre anche alcune rarità del 1972 e del 1973, ma con una qualità sonora inferiore.
Siate consapevoli di ciò che state acquistando per non rimanere delusi. Poi, mettete il volume al massimo e godetevelo.
[Modificato da marco31768 04/02/2024 20:22]
04/02/2024 20:20
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