Nello specchio ti rivedrò.

Da quanto tempo non si guardava più allo specchio? Non molto, per la verità.
Il fatto è che quello che vedeva non sempre le piaceva.
Era stata bella e non si rendeva conto che col passare del tempo lo diventava sempre di più, perché il viso da bambini è sì perfetto, liscio, roseo ma è come materiale grezzo che modelliamo da soli nel corso della vita.
Da adulti, il viso comincia a far trasparire l'anima. E lei aveva un'anima bella.
Così dai suoi occhi nocciola lo sguardo veniva fuori come filtrato da un velo di comprensione per gli altri, mai aggressivo eppure sempre acuto, sicuramente penetrante, diretto, teso.
Gli anni l'avevano addolcita anche nell'espressione che si andava facendo, via via che imparava la vita, dolcemente rassegnata.
Però il suo forte erano i capelli, la contraddistinguevano come un segno di riconoscimento, come un tatuaggio. Bianchi, folti, naturalmente mossi, le inquadravano il viso, come la cornice di un quadro.
Da giovane era stata una donna forte e risoluta, ma con gli anni aveva sviluppato la tendenza ad appoggiarsi agli altri, a lasciare che decidessero di lei per lei, senza opporsi, facendo solo un pò di capricci quando la soluzione non le andava a genio.
Capace di influenzare tutti quelli che le ruotavano attorno fin quasi alla manipolazione, sempre con garbo, senza alzare la voce, aveva sviluppato un certo vittimismo, ora che vedeva allontanarsi dalla sua orbita tutti quelli che aveva amato, incapace di vera libertà.
Ora è vecchia, si, non anziana o attempata, ma semplicemente vecchia e questo proprio non le piace.
Si avvicina ancora un pò allo specchio per osservare meglio le rughe intorno agli occhi e fa un'espressione desolata di autocompatimento, poi si tinge le labbra sottili di un pallido rosso e pensa che sì, ha avuto un senso esserci.

A questo punto devi per forza svelarmi a chi hai dedicato questo tuo splendido racconto