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L'impossibilità dell'ipotesi trinitaria

Ultimo Aggiornamento: 26/12/2007 20:01
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09/12/2007 23:14
 
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In Matteo cap 16 leggiamo


” 16 Rispondendo, Simon Pietro disse: “Tu sei il Cristo, il Figlio dell’Iddio vivente”. 17 In risposta, Gesù gli disse: “Felice te, Simone figlio di Giona, perché non te [lo] hanno rivelato la carne e il sangue, ma il Padre mio che è nei cieli.

Riflessione.

Come hanno potuto confermare i vari studiosi del fenomeno trinitario, i trinitari stessi e il mondo accademico in generale, la dottrina trinitaria così come è oggi conosciuta è un'elaborazione post biblica avvenuta nel corso dei secoli.

Tutto questo è incoinciliabile, con la "rivelazione divina" in cui si parla nei versetti su citati. Secondo questa "rivelazione divina" e non "elaborazione teologica", la semplice Verità era che Cristo fosse il Figlio di Dio. La cosa interessante è, che benchè l'affermazione sembri al quanto banale e semplice, Gesù dice che ci voleva lo spirito santo per giungere a quella conclusione. Cosa al quanto strana se si crede nella Trinità. C'è da chiedersi perchè lo spirito santo non abbia rivelato a Pietro il dogma in termini perfetti così come si ritiene che sia la spiegazione data nel simbolo attanasiano.

Inoltre: chi è oggi il detentore e il divulgatore di quella "rivelazione divina" e chi lo è invece di una "elaborazione teologica"?

[SM=g8422]
[Modificato da Icaro@ 09/12/2007 23:16]
09/12/2007 23:17
 
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Re:
Icaro@, 09/12/2007 23.14:

In Matteo cap 16 leggiamo


” 16 Rispondendo, Simon Pietro disse: “Tu sei il Cristo, il Figlio dell’Iddio vivente”. 17 In risposta, Gesù gli disse: “Felice te, Simone figlio di Giona, perché non te [lo] hanno rivelato la carne e il sangue, ma il Padre mio che è nei cieli.

Riflessione.

Come hanno potuto confermare i vari studiosi del fenomeno trinitario, i trinitari stessi e il mondo accademico in generale, la dottrina trinitaria così come è oggi conosciuta è un'elaborazione post biblica avvenuta nel corso dei secoli.

Tutto questo è incoinciliabile, con la "rivelazione divina" in cui si parla nei versetti su citati. Secondo questa "rivelazione divina" e non "elaborazione teologica", la semplice Verità era che Cristo fosse il Figlio di Dio. La cosa interessante è, che benchè l'affermazione sembri al quanto banale e semplice, Gesù dice che ci voleva lo spirito santo per giungere a quella conclusione. Cosa al quanto strana se si crede nella Trinità. C'è da chiedersi perchè lo spirito santo non abbia rivelato a Pietro il dogma in termini perfetti così come si ritiene che sia la spiegazione data nel simbolo attanasiano.

Inoltre: chi è oggi il detentore e il divulgatore di quella "rivelazione divina" e chi lo è invece di una "elaborazione teologica"?

[SM=g8422]




Ottima riflessione!!


09/12/2007 23:26
 
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la semplice Verità era che Cristo fosse il Figlio di Dio. La cosa interessante è, che benchè l'affermazione sembri al quanto banale e semplice, Gesù dice che ci voleva lo spirito santo per giungere a quella conclusione. Cosa al quanto strana se si crede nella Trinità. C'è da chiedersi perchè lo spirito santo non abbia rivelato a Pietro il dogma in termini perfetti così come si ritiene che sia la spiegazione data nel simbolo attanasiano.



La rivelazione dei versetti che hai citato è assolutamente in linea con i dettami della dottrina della Trinità. Non capisco dove sia l'incongruenza fra le parole di Pietro e quanto dicono i trinitari.Ma forse non ho ben capito io cosa intendi. Puoi spiegarmi?
Grazie.





09/12/2007 23:30
 
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Penso che in quell'occasione come minimo il Padre avrebbe dovuto rivelare a Pietro il dogma trinitario e non aspettare che passassero tre secoli per elaborarlo. La dichiarazione in questione che io leggo, la vedo in linea con quanto crediamo noi e non con quanto credono i trinitari. E' vero i trinitari proclamano Cristo il Figlio di Dio, ma nei fatti lo rendono Dio il Figlio.
09/12/2007 23:37
 
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Re:

Penso che in quell'occasione come minimo il Padre avrebbe dovuto rivelare a Pietro il dogma trinitario e non aspettare che passassero tre secoli per elaborarlo. La dichiarazione in questione che io leggo, la vedo in linea con quanto crediamo noi e non con quanto credono i trinitari. E' vero i trinitari proclamano Cristo il Figlio di Dio, ma nei fatti lo rendono Dio il Figlio.



Carissimo,
condivido appieno il tuo pensiero. Purtroppo però quando si conversa con i trinitari dobbiamo discutere su ciò che credono loro e solo su quello dobbiamo mostrare le nostre ragioni. Altrimenti sarebbe come parlare a noi stessi.

I versetti che hai citato sono assolutamente in linea con la dottrina trinitaria. Sarebbe assai più vantaggioso impostare e sviluppare il discorso sul perchè Dio abbia aspettato prima di rivelare se stesso in forma trinataria. Ecco, questo è un ottimo punto che hai evidenziato e sul quale sarebbe profittevole incentrare il discorso.

... ma non pensare che i trinitari anche qui non abbiano una risposta "coerente" con la loro credenza.





[Modificato da Grzegorz Pawel 09/12/2007 23:38]
09/12/2007 23:37
 
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Concordo, ma tutta le rivelezione parla di Gesù solo come del "figlio di Dio" espressione che nel I secolo aveva un significato ben preciso, ben distante da quello di "Dio il figlio". Essere figlio di Dio non comportava, nel linguaggio biblico, alcuna ugualianza con Geova, colui che Gesù chiama il Padre ed il "solo vero Dio".

Su questo termine si è speculato molto, ma mi pare che dal punto di vista esegetico sia impossibile attribuirvi il senso di "figlio" inteso come "dio da dio" in senso pagano. Il problema dei trinitari è di usare un significato greco-pagano per termini che nel paradigma originale giudeo-cristiano hanno significati che sono del tutto privi di ambiguità, basta volerli leggere. Il fatto è che la tradizione dei padri rompe con la tradizione giudaica e fa del suo "ELLENISMO" un vanto e un'etichetta di "progresso" teologico.

Shalom

[Modificato da barnabino 09/12/2007 23:43]
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09/12/2007 23:42
 
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Re:
barnabino, 09/12/2007 23.37:

Concordo, tutta le rivlezione divina parla di Gesù come il "figlio di Dio" che nel I secolo aveva un significato ben preciso, ben distante da quello di "Dio il figlio". Essere figlio di Dio non comportava, nel linguaggio biblico, alcuna ugualianza con Geova, colui che Gesù chiama il Padre ed il "solo vero Dio".

Shalom




Carissimo,
il Sitz im Leben è indubbiamente la chiave per comprendere la verità biblica. Il problema però con i trinitari è leggermente più ampio.
Non ti nascondo che a volte mi interrogo su quale sia il piano migliore per affrontare il tema con loro.








09/12/2007 23:43
 
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Re: Re:
Grzegorz Pawel, 09/12/2007 23.37:


Penso che in quell'occasione come minimo il Padre avrebbe dovuto rivelare a Pietro il dogma trinitario e non aspettare che passassero tre secoli per elaborarlo. La dichiarazione in questione che io leggo, la vedo in linea con quanto crediamo noi e non con quanto credono i trinitari. E' vero i trinitari proclamano Cristo il Figlio di Dio, ma nei fatti lo rendono Dio il Figlio.



Carissimo,
condivido appieno il tuo pensiero. Purtroppo però quando si conversa con i trinitari dobbiamo discutere su ciò che credono loro e solo su quello dobbiamo mostrare le nostre ragioni. Altrimenti sarebbe come parlare a noi stessi.

I versetti che hai citato sono assolutamente in linea con la dottrina trinitaria. Sarebbe assai più vantaggioso impostare e sviluppare il discorso sul perchè Dio abbia aspettato prima di rivelare se stesso in forma trinataria. Ecco, questo è un ottimo punto che hai evidenziato e sul quale sarebbe profittevole incentrare il discorso.

... ma non pensare che i trinitari anche qui non abbiano una risposta "coerente" con la loro credenza.









Conosco bene la differenza fra modalismo e trinitarismo e il mio 3d impostava proprio la discussione sul fatto che Dio in quel momento non abbia rivelato a Pietro la Trinità. Insomma quale occasione migliore? Inoltre come facevo notare io e Barnabino mi è venuto dietro, il Figlio di Dio non è l'attuale Dio il Figlio della cristianità.
09/12/2007 23:44
 
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Carissimo,
il Sitz im Leben è indubbiamente la chiave per comprendere la verità biblica. Il problema però con i trinitari è leggermente più ampio.
Non ti nascondo che a volte mi interrogo su quale sia il piano migliore per affrontare il tema con loro.



La verità è più semplice di quanto credi...Le pecore ascoltano la voce del Pastore....
09/12/2007 23:46
 
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Re: Re: Re:
Icaro@, 09/12/2007 23.43:




Conosco bene la differenza fra modalismo e trinitarismo e il mio 3d impostava proprio la discussione sul fatto che Dio in quel momento non abbia rivelato a Pietro la Trinità. Insomma quale occasione migliore? Inoltre come facevo notare io e Barnabino mi è venuto dietro, il Figlio di Dio non è l'attuale Dio il Figlio della cristianità.



Un errore che noto spesso quando si affrontano temi trinitari, è che ci si dimentica dei trinitari.

Quello che voglio dire è che non possiamo ignorare la loro logica, se desideriamo discutere con loro. E purtroppo, nella loro logica: Dio il Figlio e il Figlio di Dio sono esattamente la stessa persona.

09/12/2007 23:50
 
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Non ti nascondo che a volte mi interrogo su quale sia il piano migliore per affrontare il tema con loro



Hai ragione, ma il piano esegetico e critico è quello che viene a monte. Non è possibile affrontare il tema a livello "filosofico" inteso come tradizione filosofica occidentale, perchè su quel tema, ovviamante, i trinitari hanno "ragione" visto che è in quel paradigma (e PER quel paradigma!) che si è sviluppato il dogma trinitario.

Quello che sarebbe chiaro e lampante per chiunque legga il testo alla luce di un certo giudaismo lo trova "incoerente" alla luce della filosofia occidentale: Figlio di Dio, "un dio", il ruolo di Gesù come "creatore" con Dio, il "nome" di Dio, ecc... sono incomprensibili se li si legge secondo la filosofia occidentale ma del tutto naturali se letti nel contesto scritturale.

Altrimento, come spiegare il silenzio sulla questione cristologica nel primi 150-200 anni di cristianesimo?

Shalom

[Modificato da barnabino 09/12/2007 23:51]
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09/12/2007 23:50
 
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E allora che ti devo dire...hanno ragione loro? [SM=g8948]

E la nostra logica? [SM=x1408399]
09/12/2007 23:55
 
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Re:
barnabino, 09/12/2007 23.50:


Non ti nascondo che a volte mi interrogo su quale sia il piano migliore per affrontare il tema con loro



Hai ragione, ma il piano esegetico e critico è quello che viene a monte. Non è possibile affrontare il tema a livello "filosofico" inteso come tradizione filosofica occidentale, perchè su quel tema, ovviamante, i trinitari hanno "ragione" visto che è in quel paradigma (e PER quel paradigma!) che si è sviluppato il dogma trinitario.

Quello che sarebbe chiaro e lampante per chiunque legga il testo alla luce di un certo giudaismo lo trova "incoerente" alla luce della filosofia occidentale: Figlio di Dio, "un dio", il ruolo di Gesù come "creatore" con Dio, il "nome" di Dio, ecc... sono incomprensibili se li si legge secondo la filosofia occidentale ma del tutto naturali se letti nel contesto scritturale.

Altrimento, come spiegare il silenzio sulla questione cristologica nel primi 150-200 anni di cristianesimo?

Shalom




A questo punto il trinitario ti tira fuori dal cilindro la sistematizzazione teologica ad opera del loro magistero.
E quindi i dubbi aumentano: per affrontare la questione trinitaria (non tra noi, ma con un cattolico) sarebbe forse meglio un piano ecclesiologico? O rimanere nello stretto esegetico?

... non lo so. non lo so.
10/12/2007 00:21
 
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O rimanere nello stretto esegetico?



E' questa la strada. La sistematizzazione teologica della tradizione è una facile scappatoia che aggira l'esegesi che porta in altra direzione.

Si deve leggere la scrittura secondo il suo paradigma, e solo allora è possibile discutere, perchè la traditio non può tradire la scriptura, che invece è proprio quello che accadde, anche involontariamente, ai padri della chiesa, pur ben intenzionati. Ma il problema è aver "divinizzato" la traditio.

Di fatto hai ragione, anche sui forum la discussione finisce sempre su questo punto: tradizione della chiesa (anche per i protestanti che negano Ario per Atanasio) contro la Scriptura.

Io sostengo sempre che per i cattolici la trinità non è un problema, potrebbero benissimo non crederci (e di fatto la maggior parte di cattlici la ignora!), il problema è altro, è politico: riconoscere alla CHIESA IL DIRITTO di stabilire cioè che è ortodosso ed eretico, la trinità fu il primo paradigma di questo processo, rinunciarvi significa abdicare al potere spirituale, aprire la strada all'anarchia, alla fine del potere del clero.

Shalom

[Modificato da barnabino 10/12/2007 00:24]
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26/12/2007 14:19
 
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Aprite la vostra Bibbia in Giovanni 20:17 e leggete le parole di Gesù stesso verso la fine di questo versetto: "Io ascendo al Padre mio e Padre vostro e all’Iddio mio e Iddio vostro". Se questo vi sorprende, potreste rimanere stupiti di fronte ad alcune delle altre cose che la Bibbia dice riguardo a Gesù e a Dio.

2 Pensate per un attimo all’angelo che annunciò la nascita di Gesù a Maria. Egli non le disse che il bambino sarebbe stato Dio, ma che sarebbe stato "Figlio di Dio". (Luca 1:35) E anziché dire, come fanno alcuni, che "Dio stesso" venne sulla terra per provvedere il riscatto, le Scritture dicono che a questo scopo "Dio mandò il suo Figlio". — Galati 4:4, 5; I Giovanni 4:9, 10.

3 Gesù chiese ai suoi discepoli chi pensavano che egli fosse. Simon Pietro rispose forse: "Tu sei Dio"? No. Pietro disse: "Tu sei il Cristo, il Figlio dell’Iddio vivente". Gesù corresse Pietro? No. Gesù disse: "Felice te, Simone figlio di Giona, perché non te lo hanno rivelato la carne e il sangue, ma il Padre mio che è nei cieli". — Matteo 16:15-17.

4 Alcuni scrittori religiosi, pensando che Dio sia una Trinità, parlano di "Dio il Figlio". Giovanni Battista, però, non chiamò Gesù "Dio il Figlio", ma "il Figlio di Dio". I discepoli di Gesù non dissero: "Tu sei Dio il Figlio", ma "Tu sei veramente il Figlio di Dio". C’è una grossa differenza tra queste due affermazioni. — Giovanni 1:34; Matteo 14:33.

Il Padre è maggiore del Figlio?

5 La Bibbia parla dell’esistenza preumana di Gesù. Egli esisteva prima di Abraamo, era col suo Padre celeste "prima che il mondo fosse", era "il primogenito di tutta la creazione", e per mezzo di lui "tutte le altre cose furono create". (Giovanni 17:5; 8:58; Colossesi 1:15-17) Gesù "umiliò se stesso e divenne ubbidiente fino alla morte, sì, la morte su un palo di tortura. E per questa stessa ragione Dio l’ha esaltato a una posizione superiore e gli ha benignamente dato il nome ch’è al di sopra d’ogni altro nome". La Bibbia dice pure che ‘l’Iddio del nostro Signore Gesù Cristo . . . lo ha destato dai morti e lo ha fatto sedere alla sua destra nei luoghi celesti, molto al di sopra di ogni governo e autorità e potenza e signoria e di ogni nome che si nomina non solo in questo sistema di cose, ma anche in quello avvenire’. — Filippesi 2:8, 9; Efesini 1:17, 20, 21.

6 Nondimeno, Gesù mostrò ripetutamente di non essere uguale al Padre, ma di essergli sottomesso. Disse di essere stato inviato e istruito dal Padre, il quale gli aveva comandato ciò che doveva dire. (Giovanni 3:17; 5:36; 6:38; 12:49, 50) Gesù disse di aver "finito l’opera" che il Padre gli aveva affidato, e che i suoi seguaci ‘avevano conosciuto che egli era stato mandato dal Padre’. — Giovanni 17:4, 6, 18, 25.

7 Nemmeno i nemici di Gesù lo accusarono di aver detto d’essere Dio. Dissero piuttosto che egli si faceva "uguale a Dio" chiamando Dio suo Padre. Volevano uccidere Gesù perché, come traduce una nota versione cattolica, "chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio". Gesù disse: "In verità, in verità vi dico, il Figlio da sé non può fare nulla se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa". — Giovanni 5:18, 19, CEI.

8 Nonostante la sua altissima posizione, Gesù disse agli apostoli: "Il Padre è maggiore di me". (Giovanni 14:28) Secondo alcuni, questo poteva dirsi solo per il fatto che Gesù era ancora sulla terra, e non varrebbe più ora che egli è tornato in cielo. Ma questo non è ciò che dice la Bibbia.

Dopo l’ascensione di Gesù

9 Dopo l’ascensione di Gesù al cielo, i suoi seguaci continuarono a insegnare che il Padre è maggiore del Figlio. Oltre venti anni dopo, Paolo scrisse circa "l’Iddio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo". (Romani 15:6) Osservate attentamente queste parole. Paolo sta parlando del Dio di Gesù. Coerentemente Paolo distingue non solo fra il Padre e Gesù, ma fra Dio e Gesù. Scrive riguardo a Dio e a Cristo. Il comune saluto di Paolo nelle sue lettere era: "Abbiate immeritata benignità e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo". (Romani 1:7; I Corinti 1:3; II Corinti 1:2; Galati 1:3; Efesini 1:2; Filippesi 1:2) Paolo inoltre scrisse non che Cristo è Dio, ma che "è l’immagine di Dio", in quanto lo rappresenta perfettamente. (II Corinti 4:4) Un traduttore (quello della Living Bible), credendo che Dio sia una Trinità, ha cambiato questo versetto, rendendolo: "Cristo, che è Dio". Ma dato che questo non è ciò che il versetto realmente dice, vi ha aggiunto questa nota in calce: "Letteralmente, ‘che è l’immagine di Dio’".

10 Anche il libro biblico di Rivelazione distingue non semplicemente fra Gesù e il Padre, ma fra Gesù e Dio. Inizia dicendo: "Rivelazione di Gesù Cristo, che Dio gli diede". (Rivelazione 1:1) Più di 60 anni dopo l’ascensione di Gesù, Rivelazione cita Gesù che dall’alto dei cieli dice: "Colui che vince, lo farò colonna nel tempio del mio Dio . . . Scriverò su di lui il nome del mio Dio e il nome della città del mio Dio, la nuova Gerusalemme che discende dal cielo e dal mio Dio, e quel mio nuovo nome". — Rivelazione 3:12.

11 Questa distinzione fra Dio e l’Agnello Gesù Cristo continua fino all’ultimo capitolo della Bibbia, dove il grande trono celeste della splendida Nuova Gerusalemme non è descritto come il trono di un’immaginaria Trinità, ma come "il trono di Dio e dell’Agnello". (Rivelazione 22:1, 3) Non è difficile capire queste dichiarazioni, a meno che uno non sia stato abituato a cercare di far dire loro quello che non dicono.

"Alla destra della potenza"

12 I nemici di Gesù, in cerca di un pretesto per metterlo a morte, non gli chiesero se diceva di essere Dio, ma se era "il Cristo, il Figlio di Dio". Egli rispose: "Tu stesso lo hai detto. E vi dico: Da ora in poi vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della potenza e venire sulle nuvole del cielo". (Matteo 26:63, 64) In precedenza Gesù aveva citato e applicato a sé queste parole di Davide: "Espressione di Geova al mio Signore: ‘Siedi alla mia destra finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi’". Gesù non disse di essere Geova o parte di un’antiscritturale Trinità, ma che si sarebbe seduto alla destra di Geova, in attesa che maturassero il tempo e i propositi di Dio. — Salmo 110:1; Matteo 22:42-44.

13 Stefano, il primo uomo a morire per la sua fede in Cristo, ricevette una visione del risuscitato Gesù in cielo. Vide forse che Gesù era Dio o parte di una Trinità? No. Come avevano predetto Gesù e Davide, vide Gesù "alla destra di Dio". Una traduzione (The Living Bible) dice che Stefano vide "Gesù il Messia in piedi accanto a Dio, alla sua destra!" — Atti 7:55, 56.

14 Una veduta più ampia di ciò si trova nella grandiosa visione dell’Antico dei Giorni avuta da Daniele, il quale scrisse: "Continuai a guardare nelle visioni della notte, ed ecco, con le nuvole dei cieli veniva qualcuno simile a un figlio d’uomo, e ottenne accesso all’Antico dei Giorni, e lo fecero accostare proprio dinanzi a Lui. E gli furono dati dominio e dignità e regno, affinché tutti i popoli, i gruppi nazionali e le lingue servissero proprio lui. Il suo dominio è un dominio di durata indefinita che non passerà, e il suo regno un regno che non sarà ridotto in rovina". (Daniele 7:13, 14) Gesù non era l’Antico dei Giorni, Geova Dio, ma era il Figlio dell’uomo. E si noti che questi fu portato dinanzi al suo Padre celeste, per ricevere "dominio e dignità e regno, affinché tutti i popoli, i gruppi nazionali e le lingue servissero proprio lui". — Confronta Matteo 25:31.

15 Il libro biblico di Rivelazione mostra chiaramente che la grande folla di ogni nazione e lingua che viene sotto il dominio di Cristo è composta di persone che conoscono la differenza fra Dio e l’Agnello Gesù Cristo, perché il loro grido di lode è: "La salvezza la dobbiamo al nostro Dio, che siede sul trono, e all’Agnello". Inoltre, i 144.000 in piedi sul celeste monte Sion con l’Agnello Gesù Cristo hanno "il suo nome e il nome del Padre suo scritto sulle loro fronti". — Rivelazione 7:9, 10; 14:1.

Figlio di chi?

16 Gli ebrei conoscevano il nome di Dio. Sapevano di chi parlava Gesù quando disse: "È il Padre mio che mi glorifica, colui che voi dite sia vostro Dio". (Giovanni 8:54) Chi era questo Dio? Sia che lo pronunciassero ancora o no, ne vedevano il nome nelle loro copie delle Scritture; era nei rotoli custoditi nelle loro sinagoghe ed era scritto in caratteri ebraici nella Settanta, la traduzione greca della Bibbia che leggevano e usavano. (Vedi l’articolo "Il nome di Dio nelle Scritture Cristiane", a pagina 7). Geova non è un altro nome di Gesù. Quando Gesù chiamava "Dio suo Padre" e si definiva "il Figlio di Dio", i suoi ascoltatori ebrei capivano che egli diceva di essere il Figlio di colui il cui nome era scritto con le quattro lettere ebraiche YHWH. Egli non diceva di essere Geova, ma il Figlio di Geova. — Giovanni 5:18; 11:4.

Il nuovo patto per i cristiani

17 La grande profezia di Geremia sul nuovo patto mostra che non solo gli ebrei, ma anche i cristiani sarebbero stati un popolo per il nome di Geova. Se i traduttori della vostra Bibbia hanno giustamente usato il nome di Dio dove compare nel testo originale ebraico, leggerete:

"‘Ecco, vengono i giorni’, è l’espressione di Geova, ‘e io per certo concluderò con la casa d’Israele e con la casa di Giuda un nuovo patto . . . Poiché questo è il patto che concluderò con la casa d’Israele dopo quei giorni’, è l’espressione di Geova. ‘Per certo metterò la mia legge dentro di loro, e la scriverò nel loro cuore. E per certo io diverrò il loro Dio, ed essi stessi diverranno il mio popolo. E non insegneranno più ciascuno al suo compagno e ciascuno al suo fratello, dicendo: "Conoscete Geova!" poiché mi conosceranno tutti, dal più piccolo fino al più grande d’essi’, è l’espressione di Geova". — Geremia 31:31-34.

18 L’apostolo cristiano Paolo dedica quattro capitoli del libro di Ebrei (i capitoli 7-10) per trattare questo nuovo patto, che Dio stabilì con l’Israele spirituale. Paolo non dà a intendere che Cristo fosse stato l’autore di quel patto (convalidato mediante il suo sangue), ma dice che Cristo ne era stato il "mediatore". L’autore era Geova Dio. Del mediatore, Paolo scrive: "Cristo entrò . . . nel cielo stesso, per apparire ora dinanzi alla persona di Dio per noi". — Ebrei 8:6; 9:15, 24.

19 Secondo Geremia, chi doveva essere il Dio dei cristiani ammessi nel nuovo patto? Geova! Fu infatti Geova a dire: "Per certo concluderò . . . Per certo metterò . . . Per certo io diverrò il loro Dio". E riguardo ai cristiani che sono nel nuovo patto questa profezia dice: "‘Mi conosceranno tutti, dal più piccolo fino al più grande d’essi’, è l’espressione di Geova". Perciò tutti quelli che sono veramente inclusi nel nuovo patto cristiano — come pure altri fedeli cristiani che si associano con loro — devono essere persone che conoscono Geova e lo servono! Più di 400 anni fa Giovanni Calvino scrisse: "Queste parole, ‘Conoscete Geova’, sottolineano i primi elementi della fede". — Commentaries on the Book of the Prophet Jeremiah and the Lamentations, di Giovanni Calvino, traduzione di John Owen, pagina 136.

Un cambiamento di situazione

20 Ai giorni di Gesù i suoi ascoltatori conoscevano l’Iddio di Abraamo, di Isacco e di Giacobbe. I loro antenati adoravano Geova, e il tempio di Geova si ergeva in mezzo a loro. Ciò che dovevano capire era l’importanza di onorare e seguire Gesù. Perciò Gesù disse che tutti dovevano ‘onorare il Figlio come onoravano il Padre. Chi non onorava il Figlio non onorava il Padre che lo aveva mandato’. — Giovanni 5:23.

21 Oggi la situazione si è capovolta. I seguaci delle chiese della cristianità parlano moltissimo del Figlio, ma trascurano "il Padre che lo ha mandato". È stato Dio a esaltare Gesù ‘a una posizione superiore e a dargli benignamente il nome ch’è al di sopra d’ogni altro nome, onde nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio di quelli che sono in cielo e di quelli che sono sulla terra e di quelli che sono sotto il suolo, e ogni lingua confessi apertamente che Gesù Cristo è il Signore alla gloria di Dio Padre’. — Filippesi 2:9-11.

22 Non dobbiamo dimenticare, come fanno molti, che si deve far confessione riguardo a Gesù "alla gloria di Dio Padre". Molti degli odierni capi religiosi, e quindi dei loro seguaci, si sono completamente dimenticati del Padre. Ma Gesù, rivolgendosi in preghiera al suo Padre celeste, disse: "Questo significa vita eterna, che acquistino conoscenza di te, il solo vero Dio". Ma questo non basta. Dobbiamo anche conoscere e seguire colui che Dio ha inviato. Per questo Gesù aggiunse: "E di colui che tu hai mandato, Gesù Cristo". — Giovanni 17:3.

26/12/2007 20:01
 
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barnabino, 12/10/2007 12:21 AM:



...

Io sostengo sempre che per i cattolici la trinità non è un problema, potrebbero benissimo non crederci (e di fatto la maggior parte di cattlici la ignora!), il problema è altro, è politico: riconoscere alla CHIESA IL DIRITTO di stabilire cioè che è ortodosso ed eretico, la trinità fu il primo paradigma di questo processo, rinunciarvi significa abdicare al potere spirituale, aprire la strada all'anarchia, alla fine del potere del clero.

Shalom



Se permetti, citando Lord Acton: "il potere corrompe, il potere assoluto corrompe in assoluto".
Cosi' la dottrina della trinità è una trovata marketing ormai passata di moda, se venisse abbandonata se ne accorgerebbe qualcuno? Forse noi, che non ci crediamo!
Guarda cos'è successo al limbo, ci dedichero' un 3D: passata la paura diventa "un'interessante ipotesi teologica". Se n'è accorto qualcuno? Vai a leggere cosa scriveva Dante in proposito!

Il clero o, meglio detto, la gerarchia cattolica, ha influenzato interi rami del sapere con il suo comportamento, promuove cattedre universitarie pro domo sua, esercita un consapevole controllo non dei singoli, quelli interessano solo in alcuni casi, ma delle masse. In Italia poi, ma non solo qui, fanno e disfano governi a piacimento, senza nemmeno nasconderlo troppo.

Pensi che davvero gente cosi' lascerebbe il potere per via della trinità? [SM=x1408426]

Simon
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