| | | | Post: 409 Post: 409 | Città: ROMA | Età: 48 | Sesso: Maschile | | OFFLINE |
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21/11/2007 18:22 | |
I Savoia chiedono 260 milioni allo Stato
Pretendono anche la restituzione beni confiscati quando nacque la Repubblica.
Il principe di Savoia: "Vittime di una norma ingiusta". "Già pronta una fondazione per usare quei fondi"
Ma nel 2002 in una lettera Vittorio Emanuele assicurò: "Se potremo tornare nessuna richiesa di risarcimento"
I 260 milioni di euro dell'indennizzo chiesto per i danni morali subiti a causa dell'esilio i Savoia li spenderebbero di sicuro meglio del governo italiano. Ne è convinto Emanuele Filiberto, oltre a ritenere di essere stato vittima insieme alla sua famiglia di una norma ingiusta e contraria alle leggi internazionali: "Se avremo quello che stiamo chiedendo, quei soldi ritorneranno agli italiani, in case popolari, borse di studio, aiuti per chi ne ha bisogno". "
E pensare che nel 2002 i Savoia assicurarono di voler rinunciare ad ogni risarcimento pur di poter tornare in Italia. "Signor presidente, desidero assicurare che è mia intenzione ritirare il ricorso, che presentai avanti alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, con sede a Strasburgo, una volta approvata la legge costituzionale abrogativa dei due primi commi della XIII disposizione transitoria...": era l'8 luglio del 2002 e Vittorio Emanuele di Savoia scriveva così all'allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in una lettera che venne letta nell'Aula della Camera il 23 gennaio del 2003 dal ministro per i Rapporti con il Parlamento dell"epoca, Carlo Giovanardi, in risposta ad un'interrogazione presentata dal socialista Enrico Buemi.
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