Eccolo... un riferimento alla poltrona del Chinotto...
Una gravissima malattia minava frattanto la preziosa esistenza del Generale; ma egli non cedendo alle insidie del male restava impavido al suo posto, nonostante le preghiere degli ufficiali e le imposizioni dei medici. Impotente a reggersi in piedi, continuò a dirigere i suoi prodi adagiato su di una poltrona, e lo fece da pari suo, senza mai mandare un lamento. Anzi il giorno 9 agosto comandò al medico di fargli delle iniezioni nutritive, e ai suoi soldati di portarlo, adagiato com'era, sulla linea del fuoco, in mezzo al combattimento. E allora, spettacolo sublime, si vide il generale in mezzo ai suoi uomini, levato in alto, dirigere l'operazione che diede all'Italia l'altopiano di Doberdò; fu veduto imperturbabile, fra i proiettili, sorridere alla morte che gli danzava intorno.
Il testo è tratto da "I vicentini decorati al valor militare nella guerra 1915-1918", a.c. dell'Istituto del Nastro Azzurro, sez. di Vicenza, ristampa 2005 (la prima ed. è del 1926, se non ricordo male...).
Un elemento in più che comunque non cambia le opinioni espresse in precedenza...
Buona serata.
Leonardo.
Socio ASCeT - Tessera n.29