Sì, mi hai chiarito il discorso. Ora vorrei chiarire meglio io la mia posizione per concludere.
Credimi, non siamo in contrasto ideologico io e te, le nostre posizioni non sono lontane; sono le parole che come accade spesso complicano e fanno travisare un po' le idee anzichè chiarirle.
A me piace il termine "biocentrismo" perchè a mio parere definisce una posizione più giusta ed evoluta del mondo, ma non posso affermare di essere propriamente "biocentrista", soprattutto se lo si considera una corrente di pensiero... anche questa suona un'etichetta e, pure se potrei riconoscermi in una visione del mondo che ritengo "giusta", vi aderisco a livello filosofico (diciamo così!), ma non mi sento di collocarmi all'interno di alcun movimento di pensiero.
Anche perchè in questo caso ci vorrebbe una coerenza assoluta che io... non posso avere. Forse qualcuno ci riesce, per me è una cosa difficilissima, mi è impossibile.
Per spiegarti meglio: io ho fatto la scelta vegetariana da qualche anno, ma mi sarebbe troppo complicato diventare vegana, per svariati ma validi motivi che ora è troppo lungo elencare; eppure so che il veganismo sarebbe già un passo in più verso la coerenza, perchè non è sufficiente escludere la carne dalla propria dieta come faccio io...
non ignoro le modalità di produzione di uova, latte e derivati.
Ma ritengo che vada bene anche così, faccio quel che posso, che mi sento di fare, di più non posso.
E poi so bene che anche l'essere vegano (frutti a parte che esistono proprio per essere mangiati dagli animali) comporta l'uccisione d esseri viventi, le entità vegetali.
Onestamente non so chi possa mai esserci che pratica nel proprio modus vivendi il biocentrismo totale... mi sa che non fa parte della vita. Ma io intendo il "biocentrismo" come l'ammettere almeno che non è l'uomo al centro dell'universo, non è l'essere a cui tutto è dovuto e che può disporre a piacimento delle altre forme di vita; almeno a livello di presa di coscienza questa mi pare una visione più evoluta, un piccolo passo in più verso il reale rispetto nell'accostarsi alle altre forme di vita.
Poi, forse è deciso "dall'alto", che la vita va avanti a spese di qualcun'altra... e qui sconfiniamo nell'esoterico, nell'insondabile, e secondo me bisogna fermarsi qui e prenderne atto, riconoscere che possiamo accedere solo a ciò che ci è dato sapere, senza angustiarci troppo con domande esistenziali.
...Mi hai preceduto, anche a me era venuta in me la solita domanda che a volte si sente fare chi, a parere di molti, "ama troppo" gli animali.
Esempio concreto: ti trovi di fronte al caso di un essere umano (sia bambino o adulto non importa) e di un cane che stanno annegando, tu hai la possibilità di salvare solo uno dei due... chi scegli di salvare? Io, senza esitare, salvo per primo l'essere umano. La ragione mi impone questo e in questo caso seguo le sue direttive, la ragione mi dice che ho il dovere di pensare prima all'esponente che appartiene alla mia stessa specie, chiunque sia, anche un perfetto sconosciuto, magari pure stronzo (cosa molto facile, essendo un umano!) Però se dessi retta all'impulso, al sentimento, ti assicuro che salverei il cane. Ma in questo caso no, farei invece prevalere la voce della ragione, la quale mi dice anche che, sul piano etico, il mio dovere è questo. A dir la verità, nel mio intimo ho parecchi dubbi sulla giustezza di questa valutazione morale, ma li metterei a tacere... magari mi fa schifo, non mi ci sono mai riconosciuta e mi sono sempre sentita una disadattata al suo interno, ma comunque nel consorzio umano ci sono nata, cresciuta e (purtroppo!) sempre vissuta. Sarà questo il motivo, non so. Pare quasi insufficiente come motivo, a ben pensarci, ma è così.
Con questo esempio non so se sono riuscita a darti un'immagine più chiara della mia posizione sull'argomento su cui ci siamo ritrovate a discutere, o meglio del mio "sentire" in proposito.