Trovati morti due cuccioli d'orso,

L'AQUILA (3 ottobre) - Circa 40 uomini del Corpo forestale dello Stato sono nel Parco nazionale d'Abruzzo alla ricerca di altri animali eventualmente coinvolti nell'episodio di avvelenamento che ha già causato la morte di alcuni orsi. Le ricerche avvengono in collaborazione con il personale dell'Ente Parco dopo la notizia resa pubblica questa mattina, nonostante il ritrovamento avvenuto oltre venti giorni fa, di altri due cuccioli d'orso morti. Il presidente del Parco, Giuseppe Rossi, ha affermato che gli animali sono morti per cause naturali e per questo motivo non ne era stata data notizia. Anche la morte dell'orso Bernardo, segnalata dal Parco come avvenuta venerdì scorso, risalirebbe invece a oltre dieci giorni fa, mentre due giorni dopo sarebbe avvenuto il ritrovamento dell'orsa uccisa. E' di ieri, invece, il ritrovamento
del corpo di un altro cucciolo d'orso.

Sale così a cinque il totale degli orsi morti nel Parco Nazionale D'Abruzzo, tre dei quali probabilmente avvelenati. Al totale si aggiungono due lupi e una capretta usata come esca avvelenata. Ieri il Wwf aveva promesso diecimila euro a chi saprà dare informazioni utili per risalire agli autori degli avvelenamenti.

Nel frattempo L'Ente Parco ha rimosso, per presunte fughe di notizie, la responsabile dell'ufficio stampa. Le sue mansioni sono state avocate dal direttore del parco. La rimozione della responsabile dell'ufficio stampa sarebbe stata giustificata con la fuga di notizie sugli orsi e i lupi morti, non comunicati dal Parco. L'addetta, a cui nel pomeriggio sarebbe stato anche chiuso l'account di posta elettronica, è stata assegnata ad altri incarichi.

ilmessaggero

Com'é possibile che nemmeno in un Parco Nazionale gli animali siano salvi????

La taglia aumenta a 35mila euro

Giornata di preoccupazione nel parco d'Abruzzo, dopo l'ufficializzazione della morte di 5 orsi, di cui due pare per cause naturali, due lupi e due cinghiali. La strage di animali, denuncia il Wwf, è stata ordita a base di stricnina. Il ministro dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, si è recato a Pescasseroli, per fare il punto sulla vicenda. Intanto è salita a 35.000 euro la taglia sui responsabili dell'uccisione dei tre orsi.

L'ipotesi stricnina, è avvalorata dal fatto che il veleno avrebbe già colpito uccidendo alcune capre le cui carcasse sono state ritrovate proprio nella stessa zona. Intanto ad entrare immediatamente in azione è stata la task force inviata dal Corpo Forestale in Abruzzo, composta da 40 uomini, attiva 24 ore su 24 in difesa di una specie da tempo gravementeminacciata di estinzione. Immediate e durissime le reazioni di condanna da parte del mondo politico e ambientalista. Per Cesare Patrone, Capo del Corpo forestale dello Stato il caso dei cinque orsi avvelentati rappresenta il gesto scellerato di alcuni irresponsabili che "a causa del loro
comportamento criminale, rischiano di compromettere il prezioso patrimonio biologico della specie in via di estinzione. E' proprio su questi emarginati - ha detto Petrone che occorre agire con assoluta fermezza e far comprendere loro la possibile coesistenza tra le specie selvatiche e le attivita' produttive di montagna".

Una taglia da 35mila euro

E' salita a 35.000 euro la taglia sui responsabili dell'uccisione dei tre orsi nel Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. Ai 10.000 euro stanziati dal Wwf si sono aggiunti i 10.000 euro messi a disposizione dal tesoriere dei Verdi, Marco Lion. Altri 10.000 euro sono stati aggiunti "personalmente" dal senatore di Alleanza Nazionale, Marcello De Angelis e oggi sono arrivati i 5.000 euro della Giunta Provinciale dell'Aquila.

Ordinata un'ispezione

"Ho deciso di inviare un'ispezione al Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise (Pnalm) sulle procedure adottate dall'ente nella comunicazione dei fatti che avvengono all'interno dell'area protetta". Lo ha annunciato il ministro dell' Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio. "Mi è stato confermato - ha detto il ministro - che i due cuccioli sono deceduti per cause naturali, manderemo comunque una verifica".

"Una legge contro eco-reati"

Dopo il vertice con i responsabili del parco Nazionale dell'Abruzzo, il ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio ha promesso di intensificare i controlli per evitare il ripetersi di simili episodi, e l'intenzione di presentare una legge contro gli eco-reati. Tre le proposte del ministro ci sono quelle di triplicare il numero dei Forestali che operano nelle aree protette ed evitare la vendita indiscriminata di veleni stabilendo pene più severe per chi commette reati ambientali.

"Ci costituiremo parte civile - ha annunciato Pecoraro Scanio - contro chi ha fatto questo scempio".


tgcom

«Uccisi da un maschio adulto»

L'AQUILA (5 ottobre) - Uccisi da un orso maschio che voleva la sua compagna libera per un ulteriore accoppiamento. Sono morti così i due cuccioli d'orso ritrovati alcune settimane fa nel Parco nazionale d'Abruzzo. E' quanto ha spiegato il direttore del Parco Aldo Di Benedetto smentendo l'ipotesi avanzata dall'associazione ambientalista Ambiente e/è Vita, che sosteneva che i due cuccioli di orso fossero stati abbattuti a bastonate.

«Si tratta di una morte naturale - ha spiegato Di Benedetto - come confermato dai due referti sottoscritti dal veterinario del Parco e dall'Istituto Zooprofilattico di Bologna, dove sono state portate le carcasse degli animali. Se gli ambientalisti hanno elementi con cui sostenere la loro ipotesi, che si facciano avanti e ci diano tutte le indicazioni per individuare gli eventuali responsabili».

L'AQUILA (8 ottobre) - Sono stati effettuati dei prelievi d'acqua nel fiume Sangro, la cui sorgente si trova in località "Acqua Ventilata", a meno di 500 metri dal ritrovamento dei tre orsi morti con ogni probabilità avvelenati nel Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. Il sospetto è un possibile avvelenamento delle acque. A tal proposito è stato impiegato uno dei nuovissimi laboratori mobili in dotazione al corpo ed i risultati sono attesi per i prossimi giorni. Vanno avanti le indagini coordinate dalla Procura di Avezzano per raccogliere elementi utili a individuare gli eventuali responsabili dell'uccisione dei tre orsi e di due lupi trovati, la scorsa settimana, nel parco, nei pressi della carcassa di una capra avvelenata.

Intanto altri sei cinghiali sono stati trovati morti nel Parco dalla task force del Corpo forestale dello Stato. Ieri era stata trovata anche la carcassa di una pecora. Saranno gli esami dell'Istituto zooprofilattico a verificare se la morte degli animali è dovuta ad avvelenamento, anche se non si esclude che sia legata a patologie infettive.

Le attività investigative si snodano su due fronti: la perlustrazione capillare dell' area circostante il ritrovamento degli orsi per bonificare il territorio e cercare altri eventuali resti di animali avvelenati e il controllo della vendita di eventuali sostanze tossiche.

ilmessaggero

Tra le ipotesi, quella di un'azione dimostrativa da parte di un pastore

La Forestale intensifica le indagini nel Parco nazionale d'Abruzzo, attesi i risultati delle analisi

PESCARA - A tre settimane dal ritrovamento di tre orsi e due lupi morti nel Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise non vi è ancora nessun indagato dalla magistratura di Avezzano che coordina l'inchiesta. Gli agenti del Corpo forestale hanno ascoltato quattro persone per «sommarie informazioni» ritenute «utili» al prosieguo degli accertamenti. Sinora - è stato sottolineato - non vi sono persone sospette o indagate.

LE INDAGINI - Il Corpo Forestale afferma in una nota che «è entrata nella fase più delicata» l'attività investigativa della task force che indaga sulle morti e che «sta lavorando su alcuni importanti filoni d'indagine». Dopo il ritrovamento delle carcasse di orsi e lupi - si evidenzia - si è creato un diffuso allarmismo e sono stati trovati morti 19 cinghiali morti, 8 tra pecore e capre e 1 vacca. In attesa di referti certi da parte dell'Istituto Zooprofilattico di Lazio e Toscana sulla causa della morte di tutti questi animali, il Corpo forestale, in collaborazione con l'Università di Roma e le guardie del Parco, sta rastrellando il territorio ed eliminando tutto ciò che è commestibile per la fauna selvatica (carcasse di animali e prodotti vegetali), per evitare un effetto a catena disastroso per l'ecosistema dell'area protetta abruzzese. Intanto, le indagini proseguono con l'uso di moderne tecniche di laboratorio, con il controllo dei movimenti telefonici e controlli presso allevatori e aziende agricole per accertare l'eventuale detenzione ed uso di prodotti tossici.

VENDETTA CONTRO IL PARCO - Secondo quanto raccontato dal quotidiano La Stampa, le morti di animali sarebbero da attribuire all'opera di un pastore che avrebbe lasciato una pecora morta cosparsa di veleno (ben 5 litri di antiparassitario) nei pressi di una strada, in una zona molto battuta dai plantigradi. Non è però chiaro quale possa essere il movente anche se i responsabili del Parco parlano, dalle colonne del giornale torinese, non tanto di una vendetta nei confronti di Bernardo, compiuta come ritorsione dopo l'uccisione di qualche capo di bestiame, bensì di un'azione dimostrativa contro il Parco da parte di «un criminale che aveva e ha dell'acredine nei nostri confronti». Rancore, se questa tesi fosse confermata, dovuto forse alle regole e ai limiti imposti proprio dalla presenza dell'area protetta a coloro che vi vivono e operano all'interno.



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