Caro VVRL,
Barnabino, guarda che non c'è nulla di equivoco in Lc 23:43
Se nel
testo non ci fosse nulla di equivoco non staremmo qui a discutere, sei tu stesso che dici che mettendo una pausa prima o dopo cambia il significato, dunque è ovvio che non sapendo dove era messa la pausa nel I secolo
il testo in sé sia ambiguo.
il contesto storico religioso del primo Secolo dice chiaramente che gli ebrei credevano in un esistenza cosciente dopo la morte
Dunque anche tu come i traduttori della TNM per definire dove sia la pausa
ti affidi a considerazioni extrastuali discutibili, in questo caso addirittura ad un ipotesi storico/telogica sul giudaismo del I secolo molto opinabile e tuttora disussa dagli storici. Comunque anche noi ovviamente crediamo in una esistenza cosciente dopo la morte ma intesa come risurrezione, il punto non è l'esistenza dopo la morte ma semmai quando per i giudei si andava in "paradiso". Giuseppe Flavio parla di questo?
Mi sembra una posizione abbastanza debole la vostra, quando assolutizzate Ecclesiaste come se fosse la verità assoluta di tutta la Bibbia
La tua invece è una posizione ancora più debole, perché non partiamo certo da Ecclesiasta per interpretare questo passo, ma
del contesto immediato e poi, più estesamente, di quello lucano, mentre tu fai un discorso prettamente teologico.
Dunque mi pare che tu sia il corvo che dice al merlo "quanto dei nero".
Accusi la TNM di una traduzione ideologica e poi ci dici che la tua traduzione è altrettanto ideologica, basata su tesi storicamente molto discutibili.
Shalom
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Sijmadicandhapajiee, gente per cui le arti stan nei musei - Paolo Conte
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