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Olive e Olio di Sicilia

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Preghiera dell'Albero all'Uomo

Ultimo Aggiornamento: 29/09/2007 17:10
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Sesso: Femminile
29/09/2007 13:42
 
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Preghiera dettata nel 1939 dal prof. Raffaele Cormio, allora fondatore della Civica Biblioteca di Milano

NON colpirmi con la scure, col coltello, col martello, col sasso, col bastone, coi calci...
NON applicarmi legature di filo di ferro, nè cingermi il tronco con cerchi metallici o altri oggetti di tortura.
NON conficcarmi chiodi di sostegno per i tuoi indumenti, per fili delle luminarie o per corda per stendere i panni.
NON assicurare con chiodi al mio tronco, nidi artificiali per uccelli, insegne per osterie, cartelli indicatori di vie, di proprietà, di divieto di caccia o altro, compresi quelli portanti il mio nome.
NON servirti di me come palo porta-isolatori di corrente elettrica.
NON fissare al mio tronco mensole porta-aste per bandiere o aventi altra funzione.
NON considerarmi come palo di steccato su cui conficcare le assi per cintare un campo da gioco o di un recinto adibito ad una qualsiasi manifestazione.
NON adoperarmi per attaccare un filo spinato per delimitazione di proprietà.
NON attaccarmi con un capo della corda metallica del palorcio o del telefono, né servirti di me come para-urto o blocco di arresto al posto di arrivo della legna e delle fascine.
NON legarmi attorno al tronco la catena del cane, della capra o di un altro animale domestico.
NON sfregiarmi incidendo sul tronco il tuo nome, la data del tuo passaggio o altro detestabile movente di vanità.
NON scortecciarmi né incidermi per il barbaro gusto di vedere sgorgare la resina o la gomma o la linfa.
NON appoggiare contro il mio tronco corpi voluminosi e pesanti.
NON ammucchiare intorno a me pietre, ciottoli o altro materiale.
NON lesionarmi con l'asse o la ruota del tuo carro o della tua automobile.
NON servirti dei miei rami per appendere l'altalena o altro attrezzo ginnico.
NON prendermi per bersaglio nelle tue esercitazioni di tiro a segno e durante le tue battute di caccia.
NON scalarmi inutilmente e, se costretto, evita di farlo con le scarpe chiodate o peggio, con i ramponi o conficcandomi dei pioli per servirtene da scala.
NON salire sui miei rami, per la raccolta dei frutti e dei fiori, se non sei certo che possano resistere al tuo peso.
NON adoperare ferri arrugginiti e non taglienti per potarmi.
NON tagliare mai i rami da eliminare lontani dalla base d'inserzione.
NON mancare di sterilizzare i tagli chirurgici eseguiti per potature di grossi rami o per altro motivo utile alla mia conservazione.
NON scoprirmi le radici e, se queste fossero affioranti, evita di passarci sopra specialmente con le scarpe chiodate.
NON seppellire fra le mie radici cocci e vetri: mi potrebbero ferire durante la mia crescita.
NON impiantare tende sopra lo spazio occupato dalle mie radici, perché i picchetti potrebbero ferirmi.
NON buttare sopra la mia zona di vegetazione acidi o altri liquidi nocivi.
NON accendere fuochi nelle mie vicinanze.
NON privarmi da giovane del paletto di sostegno o di riposo.
NON farmi mancare l'acqua, il concime e lo spazio necessario al mio normale sviluppo.
NON risparmiarmi le cure colturali indispensabili; difendimi dai parassiti animali e vegetali e agguerriscimi contro i danni degli agenti atmosferici.
NON alterare il mio naturale aspetto e la mia conformazione per foggiarmi a mo' di ridicolo fantoccio, di animale o altro.
NON infine, col rispetto altrui, per le mie preghiere, io avrò raggiunto la maturanza al taglio, ricordati che a mia volta non voglio essere causa di danno al mio confratello vicino ancora in via di sviluppo, rovinandolo nella caduta.
[Modificato da Vraja 29/09/2007 14:09]
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Post: 4.085
Sesso: Maschile
29/09/2007 14:09
 
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Il rispetto è dovuto ad ogni essere vivente, vegetale o animale. Preghiere come questa dovrebbero essere stampate nella testa di tutti perché la causa di ogni male è la mancanza di rispetto.

"La vera bellezza non si percepisce con gli occhi, ma col cuore"


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Post: 1.436
Sesso: Femminile
29/09/2007 17:10
 
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Infatti! E' stupenda... si potrebbe solo aggiungere: non dimenticarti che vivo. [SM=x1169385]



Spuntarono le prime stelle. Non sapeva che si chiamava Rigel, ma la vide. E sapeva che presto sarebbero spuntate tutte e che ci sarebbero stati tutti i suoi amici lontani. "Anche il pesce è mio amico"disse ad alta voce. "Non ho mai visto e mai sentito parlare di un pesce simile. Ma devo ucciderlo. Sono contento che non dobbiamo cercare di uccidere le stelle". Pensa se ogni giorno un uomo dovesse cercare di uccidere la luna, pensò. La luna scappa. Ma pensa se ogni giorno uno dovesse cercare di uccidere il sole...siamo nati fortunati, pensò. Poi gli dispiacque che il grosso pesce non avesse nulla da mangiare e il dispiacere non indebolì mai la decisione di ucciderlo. A quanta gente farà da cibo, pensò. Ma sono degni di mangiarlo? No, no di certo. Non c'è nessuno degno di mangiarlo, con questo suo nobile contegno e questa sua grande dignità.
Non capisco queste cose, pensò. Ma è una fortuna che non dobbiamo cercare di uccidere il sole o la luna o le stelle.

Basta già vivere sul mare e uccidere i nostri veri fratelli.
E. Hemingway, "Il vecchio e il mare"



Quando brillava il vespero vermiglio,
e il cipresso parea oro, oro fino,
la madre disse al piccoletto figlio:
"Così fatto è lassù tutto un giardino".
Il bimbo dorme e sogna i rami d'oro,
gli alberi d'oro, le foreste d'oro,
mentre il cipresso nella notte nera
scagliasi al vento, piange alla bufera
Giovanni Pascoli



Da bambino volevo guarire i ciliegi
quando, rossi di frutti, li credevo feriti
la salute per me li aveva lasciati
coi fiori di neve che avevan perduti...
e un sogno fu un sogno ma non durò poco
per questo giurai che avrei fatto il dottore
e non per un Dio ma nemmeno per gioco,
perchè i ciliegi tornassero in fiore,
perchè i ciliegi tornassero in fiore
F. de Andrè

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