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La sensibilità individuale

Ultimo Aggiornamento: 05/10/2011 13:53
26/09/2007 10:49
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Cos'è per ciascuno di voi la sensibilità?
Con l'esperienza di vita che si accumula procedendo nel cammino umano,in ogni settore in cui si viene a contatto, ci si forma un bagaglio che costituisce ciò che siamo,ma anche ciò che siamo in grado di percepire,di dare e di ricevere,di vedere e sentire,di trasmettere.Questo mi porta a riflettere oggi più di prima su persone,avvenimenti,emozioni,angustie,reazioni e controreazioni e mi chiedo:perchè vi sono persone sensibili e persone dure come le pietre?
Da cosa dipende questo? Ci sono persone che restano insensibili a tutto ciò che accade loro sotto gli occhi,che indossano un abito e non lo cambiano mai,qualunque cosa accada.E' un bene?E' un male?Cosa ne pensate?
Cerchiamo di capire:cos'è la sensibilità individuale? Da cosa è influenzata(si nasce sensibili?)e perchè danno tanto fastidio le persone cosiddette ipersensibili(fino a tacciarle di permalosità o peggio)? Ma per chi lo sono? Cioè io potrei essere tale per un soggetto che è freddo come il ghiacciaio antartico,ma per un altro potrei essere fin troppo coriacea.E' tutto in funzione a.

Perchè dobbiamo essere sempre tutti forti e fieri,stoici e indifferenti per non creare problemi? Capisco e in fondo condivido l'atteggiamento di superare i periodi più duri della propria vita con determinazione,senza lasciarsi abbattere,ma è molto alto il rischio di venire travolti dal nostro stesso comportamento,se non è affine alla nostra personalità.Cioè fare ciò che si aspettano gli altri o ciò che dovrebbe causare meno dolore,potrebbe in realtà apportarcene talmente tanto da farci finire in un vicolo cieco,senza via di uscita(anche se l'uscita c'è sempre).Il 'non vedo,non sento,non parlo',non funziona per me,ma per molti è la condizione 'sine qua non'.Per vivere bene?
Ho fortemente dubitato di questo e continuo tuttora a farlo.Condividiamo i pareri(momento di riflessione non guasta mai).
Ciao!
Marisa
Marisa
26/09/2007 13:01
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La forza della fragilità
Ciao Mari cara,
proprio la scorsa settimana ho affrontato lo stesso argomento con una persona.
Hai detto bene nel tuo post, alcuni sono sensibili, altri, sembrano essere duri come una pietra. Personalmente credo che nessuno sia duro come pietra, ma solo impaurito al punto tale da costrure intorno a sè ed il suo cuore una corazza dura come la pietra, smettono di ascoltare sè stessi e i propri sentimenti, sogni, paure, desideri e prima o poi dimenticano questa dimensione di sè. Hanno paura di soffrire, di essere feriti.
La sensibilità... dire cosa sia è molto difficile perchè è un sacco di cose, è la nostra capacità sia di commuoverci che entusiasmarci, la capacità di amare luoghi e persone è, a mio parere, quella fragilità dalla quale possiamo trarre la nostra unica forza. La sensibilità è ciò che ci rende fragili e vulnerabili poichè mette a nudo i veri noi stessi, le nostre passioni, il nostro cuore, ma per come la vedo io è nel cuore quella scintilla, quell'eculea forza che rende tutto possibile, ovviamente bisogna saper rischiare, non tutti possono o vogliono.
Nella nostra società ci viene insegnata una terribile bugia: "che cane mangia cane" e che quindi dobbiamo stare in agguato "se pecora ti fai i lupi ti mangiano" e così ci viene insegnato a non fidarci di nessuno; ci viene anche insegnato che la forza risiede nella durezza estrema, nella capacità di non farci ferire mai, di essere corazzati. Purtroppo molti credono a questa favola oscura e chiudono il loro cuore per paura che vanga loro rubato e vivono col desiderio che qualcuno rubi invece la chiave della cassaforte e la spalanchi (anche se a volte dimenticano anche questo a livello cosciente)! Tutti abbiamo nel cuore un bimbo che ride e gioca piange e gioisce si sorprende del mondo ama e chiede amore, in definitiva la sensibilità. Sai a volte le persone mi sorprendono. Coosco gente apparentemente tanto dura da spingermi a volte, a chiedermi se abbia un cuore o se, quantomeno, il suo cuore abbia una vita e un compito oltre le funzioni fisiologiche, poi, un sorriso, un regalo insignificante fatto al momento giusto, la stretta di una mano li sciolgono coe neve al sole, si aprono in un grande sorriso e sembrano bambini anche quando pare siano nati adulti, dura poco, un attimo, un quarto d'ora il tempo perchè si accorgano d'avere un cuore e subito le nubi della serietà oscureranno il sole sbocciato nel cuore, ma io sono ugualmente felice. Non importa per quanto tempo, hanno scoperto d'avere un cuore ed ora non possono tornare indietro, ora sì, hanno possilità di sopravvivere, perchè solo con la fragilità regalataci dalla sensibilità abbiamo qualche possibilità di sopravvivenza in questo mondo e per questo meraviglioso mondo.
Un caldo abbraccio, Irene. [SM=g27838]
[Modificato da bimbasperduta 26/09/2007 13:34]
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26/09/2007 13:26
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Gentile Marisa,suggerisco it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20060714094223AAId6jo
sebbene la tematica si riduca al fatto se la S.sia un pregio o un difetto.Vorrei contestualmente far notare,andando a leggere i commenti inseriti,come coloro che la considerino un 'pregio'aggiungano motivazioni alla loro risposta mentre coloro che la considerano un 'difetto',non abbiano aggiunto null'altro.Forse è solo un tentativo di venire stuzzicati con un ulteriore'Perchè per te è così?'.
Gentile Irene,non credi che esista nessuno 'duro come pietra'? La realtà e la cronaca nera lo smentiscono assolutisticamente.Ma andremmo in aree "supersensibili".
Questa visione positivista è apprezzabile e fa ben sperare.Ma presumo che la tua giovinezza ti impedisca di considerare cose che gli anni a venire inevitabilmente ti sottoporranno.Non posso dichiararmi un negativista,ma quasi.Chiedo scusa.
giamba253
Io sì che so dove mi trovo, la mia città, la via, il nome con cui tutti mi chiamano. Però non so dove sono stato con te. Là mi hai portato tu.
26/09/2007 13:37
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caro Giamba, forse hai ragione, forse no, riguardo queste cose i punti di vista sono talmente tanti! La cronaca mi smentisce ma essa parla solo di quella porzione di realtà che fa odience e non della realtà completa.
A presto.
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28/09/2007 18:01
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Ciao, Irene! [SM=g27811] [SM=g27823] [SM=g27824] [SM=g27827] [SM=g27828] [SM=g27830] [SM=g27835] [SM=g27836] [SM=g27838]

Vedi che accoglienza? Mi fa piacere che tu sia venuta a trovarci,davvero. Mandami anche la tua email così ci scriveremo in pvt [SM=g27837]

Ti ringrazio della risposta,che rispecchia la purezza del tuo cuore e l'onestà di intenti.Capisco,almeno credo di capire,la tua posizione riguardo a questo assunto e in parte è condivisibile.Infatti,certamente anche gli assassini (per sconfinare in quanto dice il caro giamba-su coraggio amico mio [SM=g27834] -hanno un'anima,un cuore,dei sentimenti, lo dimostra il fatto che si innamorano e sono ricambiati.Non si dice che Hitler amasse i suoi cani visceralmente? Fino alla commozione e poi succedeva fuori quel che sappiamo. Insomma,generalizzare è impensabile.Dobbiamo restare necessariamente nel nostro entourage esperienziale,se vogliamo mirare nella direzione giusta,cioè capire ciò che abbiamo vicino,o meglio chi. La sensibilità è per me avere l'attenzione per l'altro,quella profonda beatitudine che ti rende consapevole dei tuoi gesti,delle tue parole,delle tue idee,che ti fa crescere e non ti fa sentire sola.Naturalmente la sofferenza nasce nel momento in cui vorresti fosse uno specchio riflesso e ti accorgi che è un muro di gomma.Azz [SM=g27825]
Marisa
29/09/2007 12:29
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Grazie dell'accoglienza cari Mari,
si hai compreso perfettamente, non v'è persona che non sia capace di provare amore o almeno simpatia, ovviamente non tutti sentono allo stesso modo e con la stessa intensità, alcuni sono capaci di più attenzione, altri, più chiusi in sè stessi sono più distratti.
E' vero, quando non ci si vede ricambiati in questo campo si soffre, ma non credo sia un muro di gomma quello che a volte ci troviamo davanti quanto una vera e propria mancaza di attitudine o capacità che sia, semplicemente l'altro non è in grado, non può andare oltre, sul piano della sensibiltà, a noi non rimane che procedere, nonstante i momenti difficili e tristi.
A presto dolce creatura, un abbraccio
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05/11/2007 10:46
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Cara bimbasperduta,
perdona il ritardo nel dare un seguito allo scritto precedente ma non dipende certo dalla volontà, semmai anche dalla 'vena' oltre che dal tempo.Il discorso non è un argomento come gli altri e ci vuole delicatezza e ponderatezza per non urtare la sesnibilità di chi legge e si aspetta argomenti 'misterici'.Ma qui siamo nella sezione 'libera' dove possiamo intavolare tematiche di diverso tipo e sono parte di ciascuno di noi.

Il dono di avere un'anima sensibile è innato.Si può imparare a divenire sensibili? Ho dei dubbi,più spesso da sensibili si diventa 'duri',coriacei',dimenticandosi di cosa significa soffrire(metti una corazza come difesa credendo di divenire invulnerabile e tutto e a tutti). Ma so anche che la volontà può tutto nella persona, compie miracoli.E' assai più frequente però che un essere 'sensibile' perda progressivamente la propria dote, schiacciato da mille problemi quotidiani e soprattutto dagli avvolotoi che gironzolano sempre attorno a lui,pronti a ghermirgli qualsiasi tentativo di rinascita psicologica.Sembra che essere sensibili rappresenti una caratteristica negativa e deprecabile, perchè ti fa notare i particolari, ti induce a riflettere e sentirti insoddisfatto,scontento di te e di quanto ti circonda, ma anche felice nel caso tu sia circondanto di affetto e di amore.Insomma il sensibile usa tutti i suoi sensi,esteriori ed interiori, a scapito di coloro che non sanno o non vogliono o si dimenticano di essere 'umani' e non minerali o piante (che pure hanno una loro sensibilità e vanno rispettate).
Il rimprovero maggiore è che tu sia 'troppo sensibile', ma quando viene fuori questa cosa? Non certo quando vai a lavorare e porti in casa soldi,o quando provvedi a tutte le incombenze domestiche,i regali per gli ospiti,per i compleanni,l'organizzazione di eventi, quando tieni banco e supplisci alle loro mediocri performance, quando insomma stai BUONA senza lamentarti di niente.Ma non sei forse la stessa di quando le si rimprovera di essere troppo sensibile, perchè piange per l'indifferenza e il gelo che percepisce intorno a sè? Quando 'accusi' l'altro di questo, sei troppo sensibile o permalosa.Insomma insopportabile.Nessun approccio è possibile, non riesci a lasciarti alle spalle un bel niente, ciò che è stato è stato, acqua passata che non macina più. Facile! E sarebbe invidiabile chi riesce a darsi una tabella di marcia simile? A me sinceramente fa paura, sento i brividi solo a pensarci. E' vero che è inutile sprecare lacrime nuove per le cose vecchie, lo so bene (perchè mi sono formata una certa cultura 'filosofica') che l'individuo che sa trovare la via della felicità è colui che nulla ricerca,nulla ha e nulla vuole ma per quanto mi riguarda questo assioma è impraticabile, stante l'esistenza che si conduce.
Per me è un'eroina colei che in mezzo a tutto questo 'pastrocchio' in cui entra di tutto fuorchè i sentimenti, annaspa alla ricerca di una parvenza di normalità.Nonostante tutto tenta di mantenere viva dentro di sè la fiammella di ciò che è, che sa di essere(quando non perde perfino l'identità), ma va alla cieca, ha perso la lanterna magica che le illuminava il cammino e tutto sembra fare in modo che la strada per ritrovarla sia veramente difficile.C'è anche chi la lanterna l'ha trovata ma non gliela dà perchè gli fa comodo che quella donna stia al buio, si ripieghi sempre più su se stessa fino ad annientarsi, perchè così depressa è troppo debole e facilmente dominabile, domabile e vulnerabile.Verme sia colui che si comporta così. Tra vermi e avvoltoi non corre molta differenza, tutti accorrono sulle carcasse di chi muore o è lì lì per brandire le loro carni e cibarsene, magari godendosi lo spettacolo.Ma prima o poi arriva sempre qualcuno che nella catena alimentare è superiore a loro.Che succederà?

A tutte le donne vittime della violenza psicologica domestica urlo:non arrendetevi. E lasciate andare ciò che è negativo per voi.Ciò che non contribuisce alla nostra evoluzione va lasciato perdere, costituirà sempre e soltanto una zavorra che non fa andare nè avanti nè indietro.
Il linguaggio dell'Amore è come quello degli Uccelli: lo capisce chi è innamorato, chi sa di cosa si sta parlando, colui che non è nè sensibile nè insensibile.Semplicemente agisce con il Cuore e non con qualcos'altro.
Marisa
13/11/2007 18:15
Ho aspettato un pò di tempo prima di rispondere in questo topic per valutare bene l'evolversi della discussione nata indubbamente da una grande spinta emotiva interna dell'autrice e con la chiara intenzione di portare alla luce tutti quei conflitti che la gente si porta dietro, più o meno velatamente.
Francamente ho notato che ognuno ha percorso la sua strada, ognuno ha emarginato al lettore le sue sensazioni, ma secondo me manca qualcosa, così sembra tutto nebuloso, privo di mordente, dei pensieri in libertà si potrebbe dire e questo non va bene, perchè così s'evita di tirare le somme in senso generale.
E' mancata l'interconnessione tra gli utenti, per un topic così importante e su un argomento certamente di portata superiore a tutti altri presenti nel sito: occorre lavorare a fondo, altrimenti il tutto rimane una bella serie di posts, delicati e profondi, ma privi d'ogni efficacia perchè ognuno ritornerà inevitabilmente nel suo mondo quotidiano da cui uscirne non è solo difficile, diventa impossibile.
La Vita è un Sogno, il Sogno d'un Sogno.
16/11/2007 16:02
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Caro Enrico,
ti ringrazio della 'tua'sensibilità individuale, posso rassicurare in diverse persone manifestano in privato la loro solidarietà.Mi pare che tu abbia colto un problema fondamentale,che penso sia giusto sottolineare:è imbarazzante per la maggior parte delle persone esporsi manifestando il proprio pensiero,l'interiorità.Forse perchè si pensa di non averne bisogno, che sia stato detto già tutto e non serva più a niente e a nessuno parlarne, oppure per una forma scaramantica -stando bene- si ritiene meglio evitare anzichè soffermarsi,prima che periodi 'negativi' si abbattano su un lui o una lei.Ma non è così! Forse c'è il bisogno di distrarsi e pensare sempre e comunque al bello,ai fatti propri,guardare e passare, che filosoficamente non fa una piega.Rassicuro che la discussione non deve spaventare, tutti abbiamo i nostri alti e bassi. [SM=g27823] E non c'era pretesa di ricevere, solo di raccogliere qualche impressione personale magari riflettendo.
Lo spazio web oggi è diventato troppo spersonalizzato e non è più come un tempo (fino a 5-6 anni fa) dove il Forum era la nostra seconda casa.Oggi c'è più diffidenza (esperienze docet?).
Hai ragione, se manca l'interconnessione resteranno solo bei post che non avranno efficacia,e ciascuno terrà in sè o per sè quello che pensa.Ma Importante è Pensare.Un grosso saluto
Marisa
17/11/2007 11:48
Post: 23
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Re:
[SM=g27838] Cari Marisa Irene Sargon e tutti, ho letto solo ieri con molto ritardo questo post molto interessante, perché ha il merito di essere uno spazio di espressione personale e creativa ,tanto quanto lo sono tutte le altre pagine per ciò che concerne l’espressione intellettuale e culturale…..ma…ahimè … non di solo pane vive l’uomo-si dice-….e anzi qui direi, non di sola cultura e sapienza vive la donna!
Cara Marisa, , sai bene che avrei voglia di partecipare al forum ben più spesso, anche solo come lettrice , ma grazie alla tirannia di qualche sottocavillo tecnologico mi trovo a non avere quasi mai la connessione attiva da casa pur pagandola cara,tanto è che sono quasi pronta a scendere e accamparmi per protesta in piazza con i petardi e le fialette puzzolenti da scagliare contro i passanti, a caso, perché nessuno, che lo si paghi o non lo si paghi per un lavoro di riparazione, ha ancora avuto la creanza in quasi tre mesi di portarmi verso la risoluzione di questo incredibile giallo telecomunicativo chiamato HACKERS , ma qui si parla di SENSIBILITA’, per cui mi sento chiamata a dire la mia , come amica vostra(?) e come soggetto pensante.

Non credo che avrei saputo lanciare io l’argomento per prima, non perché manchino qui interlocutori attenti e intelligenti, o perché il tema non mi tocchi da vicino, ma perché ormai, alla mia veneranda età, ho imparato una cosa, o per lo meno….sto cercando di applicarla più che posso, e cioè:che qualunque sia l’argomento da trattare o il problema da risolvere lo si fa guardandosi diritto negli occhi,con presenza fisica,morale e emozionale, altrimenti, se per la qualsivoglia ragione l’interlocutore non è qui in persona , è meglio lasciare perdere, secondo me.E così lo so che crolla tutta la logica di Internet stessa…dei forum, dei siti etc etc.ma devo dirlo davvero…..il motivo che mi ha portato negli anni a pensarla così credo si chiami proprio -sensibilità-.Per condividere la scienza e la cultura Internet va benissimo,ma per tutte le umane passioni no, sempre mio parere.E’ inutile cercare di far passare per una strada stretta e scivolosa un tir, che rischierà di fare danni, a sé ed altri, tanto per far un paragone.


Del tipo:Posso io raccontare la mia vita e magari i miei problemi(o anche condividere la gioia di una cosa bella) a chi è distante 200 miglia?E perché devo pretendere-supporre che questo/a rimanga indifferente ai miei problemi, tanto da negargli il diritto di dare, o ricevere, una semplice carezza,un’occhiata disincantata o severa, un abbraccio fraterno, o una pacca sulla spalla, quando ci vuole se viene da farla e completa le nostre manifestazioni , solo perché è distante?
Per stare a spremere il cuore come un limone e farne una marmellata?E’ essere invalidi nell’espressività,come voler correre una gara di velocità senza le scarpe….non so…non mi vengono altri paragoni.chi usa molto la rete non si accorge nemmeno più di quanto ne è plagiato nelle espressioni vitali..

Non trovate che sia un diritto accompagnare le proprie emozioni espresse e i propri pensieri con una gestualità che sarebbe da ritenere più che normale in persone non ancora lobotomizzate?
E invece ci svuotiamo come sacchi sul web, propellendo massime e ideali, nonchè lamentele(Marisa non alludo a te qui, ma a vere lagne mediatiche di altra natura)o buoni consigli privi di tatto…..la sensibilità mi piacerebbe potertela definire come farebbe un artista,in tanti ci hanno provato…..La tua sensibilità, che denoti nel tuo post,con ciò che riporti e il contesto, poiché ti conosco da anni, PERO’,è certamente stata ferita, pertanto ottima l’idea di lanciare la discussione.E’ bellissimo ciò che scrive Irene, e come lo scrive….condivido molto di quel pensare, della semplicità , della fondamentale umiltà delle persone veramente sensibili, della corazza sul cuore che nasce( anche a non volerla costruire, essa, cmq, nasce da sé ad un tratto…) e della strada da seguire dinnanzi alla tragica situazione sociale attuale.
Sia la Sensibilità che l’Indifferenza hanno buoni e cattivi maestri, tuttavia,e ottimi o pessimi esempi.
Per me, dal mio punto di vista, Sensibilità fa rima con Salute.Cioè, non sarà facile a una persona che non possiede una salute completa e ferrea ,esprimere una corretta emotività, ma la sua sfera emozionale sarà sempre suscettibile di egopatie dovute al suo rapportarsi agli altri in chiave del benessere personale.Che c’è per alcuni, ma per i più è la più grande chimera.e quando si sta poco bene e poco sereni, tarpati in qualche parte di noi stessi,l’obiettività ci sfugge molto, e giù allora a dare contro al prossimo che ha spesso l’unica colpa in quel momento di non star soffrendo tanto quanto noi…o di sanguinare in un modo diverso e più silenzioso magari, o semplicemente più poetico….…ma a parte le metafore,cara Marisa, mi riferisco a te ma a tutti coloro che hanno scritto qui , essere sensibili è sì una dote innata perlopiù, ma è uno STILE di VITA, diventare più sensibili si può,se lo si desidera, come il viceversa, se si è reso necessario dagli eventi.E sai come si fa?(tu lo saprai)…con la tolleranza, verso sé stessi per prima cosa……non puoi tollerare né perdonare le debolezze del prossimo se non sopporti le tue medesime, lo sai?Perchè mai dici che non si può, o non si deve, sprecare lacrime oggi per cose di ieri?Perchè macinare emozioni oggi non fa bene forse allo stesso modo?E se ci vengono le lacrimucce pure domani, che facciamo?Le mettiamo in una teca ermetica nel Museo della Lacrima, poiché sarebbero andate perse e sprecate altrimenti?Nessuna emozione, quando è sincera, e viene espressa LIBERAMENTE è sbagliata!!
E’ solo che la maggior parte delle persone non hanno la forza di conoscere ed esplorare le proprie e vere, figurati se hanno la pazienza di sopportare quelle altrui…quando si fanno disagio o lamentela…..quando poi fanno attrito con le proprie …o peggio, divengono pura rivelazione del nostro cammino ,sbagliato.
Possiamo e dobbiamo assolutamente coltivare la nostra individuale sensibilità, e esprimerla con dei canali, musica, arte, poesia, scrittura, avanguardie spirituali o azione politica, quello che sia , ma dobbiamo farlo, perché è il nostro primo o quasi dovere.Di noi donne almeno, ma anche gli uomini…..se reprimiamo siamo in errore, e GUAI, dico grossi guai ,sciagura e sortilegio sia a chiunque sia un repressore dell’animo umano e della libera espressione, poiché porta malessere e malattia.Ti giudicano per ciò che esprimi?Pur negativo che sia il giudizio sarai più in armonia con te stesso per aver espresso, anzichenò.
Non si può, però……purtroppo…. inculcare ad un altro la stessa dote …..,o gli discende dal cielo, o non lo gli discende un bel niente.Vedo inutili quintali di castighi di madri ignoranti e selvagge, che innescano nei figli e persino nei mariti i meccanismi piu putridi, continuando a rinfacciare e sottolineare che non hanno sensibilità per il prossimo, per la famiglia etc etc….essi mancheranno di certo, ma l’altro abbonda ed eccede in qualcosa però…..che sia il masochismo?O una errata concezione di perbenistica e pseudo espiatrice sopportazione forse?non so…..il ferito e il feritore….si è sempre in due a fare i disastri…..ci fidiamo di un’ala trasparente a volte, gli doniamo il cuore…..e anche l’anima……e non dovremmo richiedergliela indietro poi…….e quand’anche ci torna indietro…..come un vecchio maglione infeltrito…..a forza di lavarlo si restringe……e non ci va più bene…..perchè siamo già cresciuti.
Un abbraccio a te e tutti.A presto.Cris
[SM=g27822] [SM=g27823]
27/01/2010 17:20
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A mio parere
Buon pomeriggio,

intervenendo a riguardo di questo argomento parlo non certo da insegnante di storia, ma da persona che esprime una sua opinione.

Io credo che la sensibilità sia una questione soprattutto individuale, ma dovrebbe essere anche collettiva, per esempio quando si comprendono temi di carattere generale o eventi gravi, che colpiscono la coscienza. Tutti secondo me si dovrebbero unire con la stessa sensibilità riguardo a determinate circostanze, ma anche di fronte ad esse vi sono distinzioni. C'è chi reagisce, per esempio di fronte ad una catastrofe, piangendo, qualcuno con rabbia, altri con frasi di circostanza, altri invece magari, per necessità o per natura, si mettono una maschera tentando di passarci sopra.
Qui entra in gioco il carattere individuale della sensibilità.

Io credo che una persona particolarmente sensibile possa manifestare questa sua caratteristica sia in casi di gioia che in casi di dolore. Per esempio, penso che chi sia sensibile ai sentimenti degli altri, alle problematiche della vita e a tutte le sfumature di essa dimostri di esserlo sia in casi di esperienze positive che negative. Va ricordato però che esiste anche una forma di sensibilità interiore che va a toccare l'anima di una persona in profondità ma può accadere che essa non lo dia a vedere in modo espresso, ma che tenga questa sensazione solo per sè. Queste persone a mio parere potrebbero anche autoconsiderarsi come incomprese, poiché gli altri, non notando la loro sensibilità, tendono a comportarsi in un modo che le persone con tale tipo di sensibilità possano ritenere offensivo nei loro confronti, o eccessivamente duro.

Penso anche che la sensibilità ognuno l'abbia dentro di sè fin dai primi anni di vita, che dipende da come viene educato e da come riesce a formarsi una propria personalità, ma vi sono periodi in cui un individuo può manifestare di più o di meno questa sua caratteristica.

Concludendo, credo che le persone possano reagire di fronte alle difficoltà o alle situazioni spiacevoli in modi diversi non a seconda del carattere, ma dipendentemente dalla loro capacità di interpretare la sensibilità che è dentro di loro. Se una persona molto sensibile reagisce apparentemente da "debole" piangendo, non è escludibile il fatto che in un'altra circostanza abbia invece reagito da "forte" alzando il tono della voce, o con reazioni simili.
Quindi credo che la sensibilità debba essere interpretata sia da chi la possiede sia da chi osserva una determinata situazione.

Spero di essermi spiegato in modo soddisfacente, altrimenti resto disponibile a parlare sull'interessante argomento.

Grazie,
Demètrios
08/02/2010 08:28
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Di lunedì mattina, aprire una discussione è da gladiatori, ma ci provo. Riguardo a ciò che ha scritto l'amico Demetrios, c'è poco da aggiungere, è una sua opinione e le opninioni non vanno criticate, ma accettate per quelle che sono. Personalmente non posso trovarmi in accordo su tutto quanto hai scritto. Concordo sul fatto che la S. sia un fattore individuale, forse congenito(metto un bel punto di domanda),probabilmente modificabile con l'esperienza nella vita, il substrato culturale e familiare,l'ambiente di studio/lavoro, l'affettività, ed altre componenti. Ma da quanto deduco io, tu poni la prospettiva che se un soggetto non la manifesta, restando impassibile di fronte a situazioni particolari, sono gli altri che dovrebbero capire le sue motiivazioni. Se ciò è corretto, come cioè io ho "letto" le tue parole (ma puoi smentirmi), dovremmo risalire ai retroscena del perchè egli sia così. Mi pare eccessivo e francamente abbastanza inutile. Non possiamo fare gli psicologi dell'umanità intera, forse è quel singolo che dovrebbe analizzarsi e confrontare il suo comportamento con quello altrui. L'entità Uomo è costituita allo stesso modo biologicamente, credo che la struttura psichica e la sfera emozionale siano mondi ancora ignoti da esplorare.
giamba253
Io sì che so dove mi trovo, la mia città, la via, il nome con cui tutti mi chiamano. Però non so dove sono stato con te. Là mi hai portato tu.
08/02/2010 14:33
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Gentile giamba253,

nell'intervento precedente non ho mai asserito che bisognerebbe psicanalizzare tutta l'umanità, ma dico solo che se si volesse conoscere il motivo dei comportamenti di una persona allora bisognerebbe conoscerne il passato e l'evoluzione dei suoi comportamenti.

Non si può però nemmeno pretendere, come invece tu hai scritto, che un determinato individuo analizzi e confronti i propri comportamenti con quelli altrui, poichè se egli reagisce di fronte a taluni eventi in un modo secondo lui adeguato, allora egli non avrà quasi mai l'istinto di analizzare e confrontare le proprie reazioni con le reazioni altrui, o con reazioni "più appropriate" (se mai vi fossero reazioni appropriate o da prendere a modello di fronte agli eventi della vita delle persone).

Riguardo all'ultima parte di ciò che hai scritto, riguardante "l'entità Uomo", ti posso dare ragione, questo mondo è ancora piuttosto difficile da comprendere.

Demètrios

02/03/2010 01:16
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Ciao, Demetrios. Rileggo adesso, con notevole ritardo, i tuoi interventi in questo topic e ne riprendo un frammento:
Va ricordato però che esiste anche una forma di sensibilità interiore che va a toccare l'anima di una persona in profondità ma può accadere che essa non lo dia a vedere in modo espresso, ma che tenga questa sensazione solo per sè. Queste persone a mio parere potrebbero anche autoconsiderarsi come incomprese, poiché gli altri, non notando la loro sensibilità, tendono a comportarsi in un modo che le persone con tale tipo di sensibilità possano ritenere offensivo nei loro confronti, o eccessivamente duro.

Hai compreso molto bene la retrovia del problema, cio che sta dietro l'apparente meccanismo di reazione di un dato soggetto. Ad esempio, se mi sento ferita nell'anima da qualcuno per una parola o fatto che tocca le mie corde profondamente, e secondo me ingiustamente, sento che la mia energia vitale cominicia a scorrere in modo più rallentato che se fossi normale o 'esagerando molto', felice. Piango, o più spesso mi chiudo e se anche con quella persona potrò continuare ad avere un rapporto superficiale di conoscenza, non sentirò più la fiducia che avevo prima nei suoi confronti. Non è rancore, è salvare se stessi da un fattore negativo che finirebbe per avvampirarmi.
Altre volte utilizzo l'ironia e l'autoironia, che sono sinonimo di intelligenza, di un uso costruttivo delle risorse umane.
E fa stare senz'altro meglio, permettendo di detenere- in un certo senso-padronanza della situazione e di vederla con obiettività.

Insomma, esistono in psicologia vari meccanismi di difesa, scientificamente documentati, ai quali tutti noi - prima o dopo nella vita- facciamo, soprattutto inconsapevolmente, ricorso. Alcuni meccansimi possono spingersi all'esacerbazione e sono una spia di patologie che si stanno formando, a causa della situazione che il soggetto vive o ha vissuto. Spia che va sempre attentamente considerata e ponderata non solo da un esperto, che spesso in quei frangenti è assente, ma da chi circonda l'individuo stesso.

Attenzione, quindi, come ci si esprime e con chi. Non siamo tutti uguali, hai ragione.
[SM=g27985]
Marisa
02/03/2010 14:24
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Rispondendo...
Si, credo che ciò che ha scritto Marisa rientri nella casistica di cui parlavo precedentemente. Credo inoltre che sia però importante la risposta reale che una data persona riesce a dare quando si trova di fronte a determinate situazioni. Il grado di sensibilità che in un certo momento una persona possiede fa scaturire delle reazioni che però devono essere controllate dalla persona stessa prima di essere espresse e devono essere commisurate alla realtà dei fatti, non soltanto alla propria.

Mi rendo ben conto che non sempre questo è facile, ma una migliore convivenza tra le persone è possibile se ognuno si impegnasse a considerare la personalità dell'altro, il quale a sua volta deve porre i propri comportamenti non in relazione a quelli dell'altra persona, ma alla situazione generale. Esistono però individui che non sanno leggere adeguatamente le situazioni, e allora lì sorgono difficoltà.
Ad esempio, magari alcune persone sopravvalutano talune questioni, facendole diventare seri problemi quando non lo sono; altre persone invece possono sottovalutare problemi di una certa gravità minimizzandoli. Nel primo caso, e qui non necessariamente conta la sensibilità individuale, l'individuo sarà più in tensione con sè stesso e con chi non considera "grave" una data situazione; nel secondo caso invece l'eccessiva "spensieratezza" di fronte alla questione potrebbe portare la persona a non intraprendere determinate azioni e a pagarne poi direttamente le conseguenze.

Questa è un'analisi oggettiva, ma ovviamente la sensibilità, le vicende quotidiane e la considerazione di un problema non possono trovare risposte e reazioni "perfette", anche perchè probabilmente la reazione perfetta non esiste.

A presto,
Demètrios
03/03/2010 12:26
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Gentile Demetrios,
quello che tu vedi come una cosa positiva (ovvero -prima di qualunque reazione- impegnarsi a considerare la personalità dell'altro), è molto nobile ma secondo me utopica. Conoscere la personalità umana è estremamente difficile e delicato; chi può dire di conoscere qualcuno veramente? Più ammissibile, sempre a mio avviso, tenere conto che anche il prossimo ha una storia, una vicenda umana, che può influenzare i suoi atteggiamenti. Le relazioni che stabiliamo quotidianamente con i nostri simili, sono di natura diversa. Alcune persone ci sono familiari, godono della nostra fiducia, altre no. Ciascuna reazione è frutto poi della componente istintuale di ogni individuo, caratteriale, e certe volte dettate dal nervosismo di una risposta ricevuta di fretta, alla quale spesso non riusciamo a reagire con morbidezza (e non sarebbe forse neanche giusto, sennò ci sottometteremmo a qualsiasi angheria, mentre ognuno ha una propria dignità da salvaguardare). E' ottimo, invece, reagire sempre con ponderatezza, mostrando per primi educazione e civiltà, spesso sono doti che spiazzano anche i più acidi (ma non sempre, purtroppo).

La reazione 'perfetta' non può esistere ed è, a mio modo di vedere, ancora da scrivere sui trattati di psicologia! Se standardizzassimo anche le reazioni individuali, sarebbe forse un mondo migliore, ma a chi tocca stabilire quale sia quella migliore per ogni evento?
Al libero arbitrio o a qualcosa di diverso?
[Modificato da Marisa2003 03/03/2010 12:27]
Marisa
05/03/2010 10:35
Post: 16
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Certamente

La reazione 'perfetta' non può esistere ed è, a mio modo di vedere, ancora da scrivere sui trattati di psicologia! Se standardizzassimo anche le reazioni individuali, sarebbe forse un mondo migliore, ma a chi tocca stabilire quale sia quella migliore per ogni evento?
Al libero arbitrio o a qualcosa di diverso?



La reazione perfetta non esiste, la reazione migliore possibile è quella che si commisura all'importanza e al tono della discussione. Una discussione banale non può scadere in toni deprecabili, così come una discussione su argomenti importanti non deve essere presa alla leggera.
Tutto però è subordinato al dibattito civile, che denota educazione e intelligenza. Terminare discussioni in risse è deplorevole.

A presto,
Demètrios
05/10/2011 13:53
Post: 1.987
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Sembra facile...Ma 'se' è una compagna della mia vita da molti anni, e mi aiuta
nei momenti più difficili.



SE...


Se riesci a conservare il controllo quando tutti
Intorno a te lo perdono e te ne fanno una colpa;
Se riesci ad aver fiducia in te quando tutti
Ne dubitano, ma anche a tener conto del dubbio;
Se riesci ad aspettare e non stancarti di aspettare,
O se mentono a tuo riguardo, a non ricambiare in menzogne,
O se ti odiano, a non lasciarti prendere dall'odio,
E tuttavia a non sembrare troppo buono e a non parlare troppo saggio;

Se riesci a sognare e a non fare del sogno il tuo padrone;
Se riesci a pensare e a non fare del pensiero il tuo scopo;
Se riesci a far fronte al Trionfo e alla Rovina
E trattare allo stesso modo quei due impostori;
Se riesci a sopportare di udire la verità che hai detto
Distorta da furfanti per ingannare gli sciocchi
O a contemplare le cose cui hai dedicato la vita, infrante,
E piegarti a ricostruirle con strumenti logori;

Se riesci a fare un mucchio di tutte le tue vincite
E rischiarle in un colpo solo a testa e croce,
E perdere e ricominciare di nuovo dal principio
E non dire una parola sulla perdita;
Se riesci a costringere cuore, tendini e nervi
A servire al tuo scopo quando sono da tempo sfiniti,
E a tener duro quando in te non resta altro
Tranne la Volontà che dice loro: "Tieni duro!".

Se riesci a parlare con la folla e a conservare la tua virtù,
E a camminare con i Re senza perdere il contatto con la gente,
Se non riesce a ferirti il nemico né l'amico più caro,
Se tutti contano per te, ma nessuno troppo;
Se riesci a occupare il minuto inesorabile
Dando valore a ogni minuto che passa,
Tua è la Terra e tutto ciò che è in essa,
E - quel che è di più - sei un Uomo, figlio mio!

(Rudyard Kipling)
Marisa
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