Dal 1929 alla fine della Seconda guerra mondiale
Nel 1929 Dalì collabora con il regista surrealista Luis Buñuel alla realizzazione del cortometraggio Un chien andalou. Il suo contributo principale consiste nell'aiutare Buñuel a scrivere la sceneggiatura del film anche se in seguito affermerà di aver avuto un ruola significativo anche nella realizzazione tecnica del progetto, fatto che non trova riscontro nelle testimonianze dell'epoca, Nell'agosto di quello stesso anno incontra la sua musa, fonte di ispirazione e futura moglie Gala, il cui vero nome è Elena Ivanovna Diakonova. È un'espatriata russa di undici anni più vecchia di lui che in quel momento è sposata con il poeta surrealista Paul Éluard. Sempre in quell'anno Dalì realizza delle importanti mostre diventando un pittore professionista e si unisce ufficialmente al gruppo dei surrealisti del quartiere parigino di Montparnasse. Sono già due anni che il suo lavoro è pesantemente influenzato dal movimento surrealista: i surrealisti apprezzano molto quello che Dalì definisce il suo Metodo paranoico-critico per esplorare il subconscio e raggiungere un maggior livello di creatività artistica.
Nel frattempo i rapporti tra il pittore e il padre sono vicini ad un punto di rottura: Don Salvador Dalí y Cusi disapprova con forza la storia d'amore tra il figlio e Gala e ritiene che la sua vicinanza ai surrealisti abbia un pessimo effetto sul suo senso morale. Lo strappo definitivo avviene quando Don Salvador legge su un quotidiano di Barcellona che recentemente il figlio a Parigi ha esposto un disegno del "Sacro Cuore di Gesù Cristo" insieme ad una scritta provocatoria "Qualche volta, per divertimento, sputo sul ritratto di mia madre."
Indignato Don Salvador pretende che il figlio smentisca pubblicamente. Dalì rifiuta, forse per timore di essere allontanato dal gruppo dei surrealisti, e il 28 dicembre 1929 viene cacciato via con la forza dalla casa paterna. Il padre gli dice che intende diseredarlo e gli intima di non mettere mai più piede a Cadaquès. In seguito Dalì sosterrà che, come tutta risposta, mise in mano al padre un preservativo contenente il suo sperma dicendogli "Tieni. Ora non ti devo più nulla!" L'estate successiva Dalì e Gala affittano un piccolo capanno da pescatori in una baia nei pressi di Port Lligat. In seguito acquista l'abitazione e nel corso degli anni gradualmente la fa ingrandire trasformandola poco a poco nella sua adorata villa sul mare.
Nel 1931 Dalì dipinge una delle sue opere più famose, La persistenza della memoria, che presenta la surrealistica immagine di alcuni orologi da taschino diventati flosci e sul punto di liquefarsi. L'interpretazione comune dell'opera è che gli orologi che si sciolgono rappresentano il rifiuto del concetto che il tempo sia qualcosa di rigido o deterministico. Tale idea nell'opera è sostenuta anche da altre immagini, come l'ampio paesaggio dai confini indefiniti e un altro orologio, raffigurato mentre sta venendo divorato da degli insetti.
Dalí e Gala, dopo aver convissuto a partire dal 1929, si sposano nel 1934 con una cerimonia civile. Nel 1958 si risposeranno con rito cattolico.
Dalì viene presentato negli Stati Uniti nel 1934 dal mercante d'arte Julian Levy. La sua esposizione di New York, che include La persistenza della memoria, crea subito scalpore e suscita interesse. L'alta società lo accoglie organizzando uno speciale "Ballo in onore di Dalì". Lui si presenta portando sul petto una scatola di vetro che contiene un reggiseno.
In quell'anno Dalí e Gala partecipano anche ad una festa mascherata a New York, organizzata per loro dall'ereditiera Caresse Crosby: come costume scelgono di vestirsi come il figlioletto di Lindbergh e il suo rapitore. La conseguente reazione scandalizzata sulla stampa è tale che Dalì è costretto a scusarsi. Quando ritorna a Parigi i surrealisti lo rimproverano per essersi scusato per un gesto surrealista.
Salvador Dalì nel 1939 fotografato da Carl Van Vechten.
Mentre la maggior parte degli artisti surrealisti tende ad assumere posizioni politiche di sinistra, Dalì si mantiene ambiguo riguardo quello che considera il giusto rapporto tra la politica e l'arte. André Breton, uno dei capofila del surrealismo, lo accusa di difendere il "nuovo" e l'"irrazionale" del "fenomeno Hitler", ma Dalì respinge queste affermazioni dicendo: "Non sono un seguace di Hitler né nei fatti né nelle intenzioni". Dalì insiste sul concetto che il surrealismo può esistere anche in un contesto apolitico e si rifiuta di condannare esplicitamente il fascismo. Questo è uno dei fattori che crea dei problemi nei rapporti con i suoi colleghi. Più tardi, sempre nel 1934, Dalì viene sottoposto a un "processo" a seguito del quale viene formalmente espulso dal gruppo dei surrealisti. Come reazione Dalì dice: "Il surrealismo sono io".
Nel 1936 Dalì partecipa all'Esposizione internazionale surrealista di Londra. Tiene la sua conferenza, intitolata Fantomes paranoiaques authentiques, vestito con tuta e casco da palombaro. E' arrivato tenendo in mano una stecca da biliardo con due levrieri russi al guinzaglio e si deve togliergli il casco da palombaro perché è rimasto senza fiato. Commenta :"Ho solo voluto mostrare che mi stavo 'immergendo a fondo' nella mente umana."
In quel periodo il principale mecenate di Dalì è il ricchissimo Edward James, che lo aiuta ad emergere nel mondo dell'arte acquistando molte sue opere e supportandolo finanziariamente per due anni. I due diventano buoni amici e il ritratto di James viene anche inserito da Dalì nel dipinto Cigni che riflettono elefanti. Artista e mecenate collaborano anche nella realizzazione di due delle più celebri icone del movimento surrealista: il Telefono aragosta e il Divano a forma di labbra di Mae West.
Nel 1939 Breton conia per il pittore spagnolo il denigratorio soprannome di "Avida Dollars", anagramma di Salvador Dalì che può essere tradotto come bramoso di dollari. Si tratta di un modo per deridere la crescente commercializzazione delle opere di Dalì e la percezione che Dalì stesso abbia cercato di ingrandire la propria figura grazie alla fama e al denaro. Alcuni surrealisti da allora in poi parlano di Dalì solo al passato remoto, come se fosse morto. Il movimento surrealista e alcuni suoi membri (come Ted Joans) continueranno a polemizzare duramente con Dalì fino al momento della sua reale morte e anche oltre.
Nel 1940, quando in Europa scoppia la seconda guerra mondiale, Dalì e Gala si trasferiscono negli Stati Uniti, dove vivono per otto anni. Dopo il trasferimento Dalì si riavvicina alla pratica del cattolicesimo. Robert e Nicolas Descharnes hanno scritto "In questo periodo Dalì non ha mai smesso di scrivere".
L'anno seguente Dalì imposta il canovaccio di un film per Jean Gabin intitolato Ondata d'amore. Nel 1942 pubblica la propria autobiografia, La vita segreta di Salvador Dalì. Scrive i cataloghi delle sue esposizioni, come quella alla Knoedler Gallery di New York del 1943. In quel testo spiega "Il surrealismo perlomeno sarà servito a fornire la prova sperimentale che la completa sterilità e i tentativi di automatizzazione si sono spinti troppo in là e hanno condotto ad un sistema totalitario. ... La pigrizia dei nostri giorni e la totale mancanza di tecnica hanno raggiunto il loro parossismo nel valore psicologico dell'attuale uso che si fa del college." Scrive anche un romanzo, pubblicato nel 1944, che parla di un salone di moda per automobili. Edwin Cox, sul Miami Herald ne fa una vignetta che ritrae Dalì mentre veste un'automobile con un abito da sera.
Un frate italiano, Gabriele Maria Berardi, sostiene di aver praticato un esorcismo su Dalì nel 1947, mentre si trovava in Francia. Nel 2005 tra le proprietà del frate è stata trovata una scultura che rappresenta Cristo crocefisso; alcuni sostengono che Dalì l'avrebbe data al religioso in segno di gratitudinee due esperti d'arte spagnoli confermano che ci sono fondate ragioni, analizzando lo stile dell'opera, per poterla attribuire a Dalì.
Continua...