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Domenica, 12 Agosto 2007

Ultimo Aggiornamento: 10/09/2007 12:12
12/08/2007 19:41
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Domenica, 12 Agosto 2007
Domenica, 12 Agosto 2007



La cengia Martini restituisce due scheletri della Guerra
Con ogni probabilità furono vittime dell’esplosione della mina con cui l’esercito italiano tentò di arrivare fino alle postazioni austriache

Cortina
Due soldati, dispersi novant'anni fa, sono stati ritrovati sotto i ghiaioni del monte Lagazuoi. A rinvenire i poveri resti di quei giovani sono stati gli alpini dei gruppi trevigiani dell'Ana, impegnati da anni nel recupero delle trincee, delle postazioni, delle gallerie lasciate sulle Dolomiti dal passaggio della Grande Guerra. Proprio ieri si è conclusa la campagna di lavori di questa estate 2007, sopra il passo Falzarego, sul Sas de Stria. I resti dei due soldati sono stati rinvenuti nel ghiaione, probabilmente riportati alla luce dall'erosione causata dalle forti piogge dei giorni scorsi. La colata di detriti si trova proprio sotto la cengia Martini, oggi frequentata da molti escursionisti, appassionati di montagna e delle vicende belliche. Quei sassi, quelle ghiaie, scesero dopo lo scoppio della grande mina italiana, esplosa il 20 giugno 1917, nel tentativo di scalzare dalla montagna le postazioni degli austriaci, altrimenti inattaccabili. La guerra di mine, da una parte e dall'altra del fronte, segnò profondamente le Dolomiti, il Lagazuoi, il Castelletto della Tofana, il Col di Lana.

Una delle due salme è stata rinvenuta quasi integra e con alcuni elementi di vestiario che permetteranno di identificare la nazionalità del soldato. I resti di un secondo militare sono stati rinvenuti a breve distanza. La loro posizione fa supporre che siano stati travolti proprio dai detriti della grande mina, fatta esplodere dall'esercito italiano, dopo aver completato la galleria dell'Anticima che percorre tutta la montagna, oggi museo all'aperto.

Le operazioni di recupero delle salme sono state effettuate con l'assistenza degli agenti del Commissariato di pubblica sicurezza di Cortina, che sta svolgendo le indagini per l'identificazione dell'esercito di appartenenza. Gli esperti si affidano, in questi casi, agli oggetti, anche di piccole dimensioni, che si sono conservati per quasi un secolo, solitamente ornamenti di metallo delle divise come bottoni, fregi, decorazioni, fibbie.

Molti di questi reperti sono esposti nel museo realizzato con la ristrutturazione del vecchio forte austroungarico di Intrà i Sas, al passo di Valparola, a poca distanza dal luogo del rinvenimento di questi due soldati. Il museo è affidato alla custodia ed all'esperienza della famiglia Lancedelli, da generazioni impegnata nel recupero di testimonianze della Grande Guerra. Rolando Lancedelli e i figli Loris e Graziano rinvennero, pochi anni fa, altri resti di militari, ai quali venne finalmente data sepoltura, a quasi un secolo dalla morte.

Marco Dibona


al alias JFK
12/08/2007 20:02
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Mi puoi mettere via l'articolo?
[SM=g27828]

Il 23 passo dalle tue parti!
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... dev'essere stato come prendere d'assalto il cielo (H. G. Wells, descrivendo la Guerra sulle Dolomiti)
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12/08/2007 20:10
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In molti libri sul lagazuoi ho potuto leggere che quei detriti sotto il Monte ci fossero tanti dispersi delle mine, e' cosi' e'.
Da una parte sono contento del ritrovamento dall'altra avrei voluto che la loro tomba rimanesse quella che li ha custoditi per 90 anni.
mentre ero in vacanza in valbadia ho sentito dei lavori sul Sasso di Stria e sembra che sia stato individuato il presunto luogo dove si troverebbero i resti di del Ten. Fusetti disperso nell'azione del 1915 sul sopracitato monte. [SM=g27813]
Saluti
Mauro
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Scrivimi ...scrivimi lungamente e tanto .... scrivimi di te sempre ....solo le tue parole mi tengono in vita in questa vita d'inferno.

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12/08/2007 23:08
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Un po' come la tomba di Innerkofler sul Paterno ...
Ma sarebbe durata?

Con la immane quantità di gentaglia che ormai solca ogni angolo dei monti, se ne sarebbero portato via un pezzo alla volta.

Forse meglio seppellirli accanto ai loro compagni e lasciare che chi vuole tributar loro il dovuto omaggio lo possa fare in luoghi appositi, lasciando che i "bisonti" della montagna facciano solo danni all'ambiente e non ai resti di chi su quelle montagne ha lasciato la vita in nome di qualcosa che oggi ben pochi riconoscono.

Ciao
[Modificato da FlorianDimai 12/08/2007 23:09]
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13/08/2007 09:45
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Re:
FlorianDimai, 12/08/2007 23.08:

Un po' come la tomba di Innerkofler sul Paterno ...
Ma sarebbe durata?

Con la immane quantità di gentaglia che ormai solca ogni angolo dei monti, se ne sarebbero portato via un pezzo alla volta.

Forse meglio seppellirli accanto ai loro compagni e lasciare che chi vuole tributar loro il dovuto omaggio lo possa fare in luoghi appositi, lasciando che i "bisonti" della montagna facciano solo danni all'ambiente e non ai resti di chi su quelle montagne ha lasciato la vita in nome di qualcosa che oggi ben pochi riconoscono.

Ciao



Concordo pienamente. Ogni Caduto ha diritto ad una tomba "reale" che testimoni il loro sacrificio alle future generazioni: per non essere caduti invano.
13/08/2007 10:52
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Re:
FlorianDimai, 12/08/2007 23.08:



Un po' come la Con la immane quantità di gentaglia che ormai solca ogni angolo dei monti, se ne sarebbero portato via un pezzo alla volta.

.

Ciao



Di sicuro all fine questo sarebbe successo e concordo, solo che chi non ha la sensibilita' giusta e il rispetto non va neanche nei cimiteri con lo spirito giusto.
Vedo come la gente visita per es. il sacrario di Redipuglia, per la maggior parte e' come fare due passi al viale del lungomare manca il chiosco per i gelati ed e' fatta.
Quello che intendevo e' che moltissimi caduti dispersi giacciono sottoterra in tutte le zone e se rimangono dove sono (questo e' solo un mio parere che forse non riesco a parole essere chiaro) mi sembra piu' rispettoso che come ho citato nel mio post cercarli a tutti costi come Fusetti o i caduti della Galleria Rosso su Forcella V e portarli poi a Pocol non sarebbe piu' la stessa cosa.
Credo che il maggior onore per questi uomini sia onorarli rispettando il luogo dove giacciono se poi la natura c'e' li riporta alla luce vuol dire che cosi' dovra' essere, ma non cercarli a tutti costi come vogliono fare per poi magari vantarsi di averli trovati.
Non mi dilungo perche' se non vado fuori tema.
Saluti
Mauro


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13/08/2007 13:37
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In fondo siamo d'accordo ...

Purtroppo se confronti i rispettosi come lo siamo noi con gli incivili che affollano le mete turistiche ... beh hai ragione tu!
Meglio che se li tenga la montagna, e quando ce li restituisce ci tocca sperare che li trovi per primo qualche brava persona!

Buon ferragosto!
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13/08/2007 19:56
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Appena visto servizio sul TG3 Veneto......alcune ossa, uno scarpone e altri pezzi di stoffa...almeno quello mostrato in televisione....del resto le ghiaie sono sempre in movimento....

la questione se è un bene o no che i resti rimangano dove sono o se è meglio che vengano recuperati è stata posta spesso su questo forum, anche in qualche occasione con accese polemiche, ogni qual volta qualche resto viene ritrovato o emerge dal ghiaccio....

io resto dell'idea, che se questi poveri resti affiorano per caso, è giusto siano recuperati al più presto e abbiano una degna sepoltura...finanziare apposite ricerche e scavare unicamente per cercarli.....questo mi trova da sempre contrario....

saluti



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"Sarai mondo..se monderai lo mondo!"
13/08/2007 21:28
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STen Mario FUSETTI
Ciao Mauro A., ci puoi tenere aggiornati sulla vicenda? Dove hai sentito questa notizia? Su cosa si basa?
Grazie
[Modificato da Enzo1966 14/08/2007 10:01]
13/08/2007 21:37
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Re: Re:
Mauro A., 13/08/2007 10.52:




Vedo come la gente visita per es. il sacrario di Redipuglia, per la maggior parte e' come fare due passi al viale del lungomare manca il chiosco per i gelati ed e' fatta.





quando ci sono andata io, a pasqua, c'era una famigliola che schiamazzava per stabilire l'inquadratura della foto ricordo. schiamazzi e risate. [SM=g27826]


14/08/2007 15:51
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Re: STen Mario FUSETTI
Enzo1966, 13/08/2007 21.28:

Ciao Mauro A., ci puoi tenere aggiornati sulla vicenda? Dove hai sentito questa notizia? Su cosa si basa?
Grazie




Ciao Fabry,
mentre mi trovavo in vacanza in val badia in albergo ho conosciuto una coppia, la quale un giorno ha fatto un escursione sul Sasso di Stria: Mentre effettuavano l'escursione incontrarono il gruppo di alpini che stava svolgendo i lvori di ripistino delle trincee e baracche del monte, i quli prlndo con loro riferirono, che avrebbero individuato il preunto canalone dove ci sarebbero i resti del ten. Fusetti, e che presto effetuarno la ricerca per verificare se e' cosi'.
Io lo preferisco che rimanga li x sempre miglior tomba x onorarlo di quella non credo esista, certo una tomba l'avrebbero meritata i famigliari diretti all'epoca della sua morte ma ora a 90 anni di distanza!!
saluti
Mauro
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14/08/2007 15:53
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Re: Re: Re:
calluna, 13/08/2007 21.37:



quando ci sono andata io, a pasqua, c'era una famigliola che schiamazzava per stabilire l'inquadratura della foto ricordo. schiamazzi e risate. [SM=g27826]





Purtroppo e' cosi' e l'hai potuto verificare anche tu che ci sei stata una volta sola, ma e' quasi sempre cosi'.
Ciao
Mauro


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15/08/2007 16:21
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dal gazzettino brevi pg VIII
ognuno la interpreti come meglio crede:


Mercoledì, 15 Agosto 2007
IN BREVE


CORTINA
Bloccati sulla cengia Martini

Sono rimasti bloccati a 2.500
metri mentre scalavano la Cengia
Martini (Piccolo Lagazuoi).
Due romani, A.M. 51 anni e M.I.
26 anni, hanno chiesto l'intervento
del 118 perché non erano in grado né
di proseguire, né di calarsi.
Gli alpinisti, illesi, sono stati
accompagnati sino al Falzarego.



ciao
al alias JFK
15/08/2007 16:55
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[SM=g27828]

Almeno la loro bella figura l'han fatta ...
Però prima di riaccompagnarli al Falzarego una bella "colonscopia" gliel'avrei fatta ... tanto per essere sicuri!

[SM=g27828]

(interpretazione maligna, ovviamente!)
[Modificato da FlorianDimai 15/08/2007 16:56]
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09/09/2007 00:26
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direttamente da comunicato stampa
Non avendo più sentito nulla in proposito ho chiesto in giro e gentilmente mi hanno fatto avere direttamente quanto segue:


"Comitato Cengia Martini

Comunicato stampa

Il giorno 11 agosto scorso sono stati rinvenuti al Lagazuoi uno scheletro intero e alcune ossa di un
secondo scheletro,nel ghiaione sottostante la Cengia Martini.

Le salme sono state rinvenute e recuperate dagli Alpini della Protezione civile della sezione ANA di
Treviso impegnati nel restauro dei percorsi del museo all'aperto,con l'assistenza di agenti del
Commissariato di P.S. di Cortina D'Amezzo.

Lo scheletro rinvenuto integro è stato recuperato con brandelli di divisa,gli scarponi e altre tracce
di effetti personali,seppur molto deteriorati dal tempo.

Nei giorni scorsi è stato fatto un esame più approfondito dei reperti rinvenuti da parte di Remo
Buosi e Roberto Semenzin,animatori della Associazione Sentinelle del Lagazuoi,esperti in
uniformi dei due eserciti della Grande Guerra,convenuti a Cortina nell'ambito della manifestazione
Giornata in Grigioverde 2007.

L'esame che è stato svolto sotto la stretta sorveglianza di un agente del Commissariato di PS,ha
permesso di chiarire che lo scheletro integro appartiene ad un fante dell'esercito italiano e non ad
un soldato ausrto-ungarico come inizialmente ipotizzato.Si trattava di un soldato di giovane età,
alto più di 1,90 metri,che pare sia stato trascinato a valle all'interno della baracca in cui è stato
sospeso dalla mina, infatti attorno allo scheletro sono state trovate evidenti e spesse tracce di
matreria legnosa marcita e trasformata in humus.

Gli elementi che hanno portato alla sicura identificazione sono i seguenti:
° tipologia e cuciture del puntale degli scarponi indossati
° tipologia delle chiodature degli scarponi
° alcuni elementi della moneta rinvenuta nel borsellino
° il colore e la tipologia del panno dei brandelli della divisa

I resti sono stati rinvenuti nel ghiaione alla base della Cencia Martini, ghiaione creato dalla grande
mina italiana esplosa il 20 giugno 1917, e sono stati portati allo scoperto grazie all'erosione dovuta
ai temporali.La posizione delle salme e la situazione di rinvenimento confermano il fatto che si
tratta di soldati travolti dalla grande mina fatta esplodere dall'esercito italiano dopo aver completato
la galleria dell'Anticima che percorre la montagna dalla base alla vetta.In quella occasione 32.000
kg di esplosivo distrussero le postazioni austro-ungariche dell'Anticima nel tentativo di concuistare
le postazioni avversarie.In alcuni documenti non ufficiali si citava infatti che la grande mina
italiana avesse causato vittime tra i soldati italiani,e il ritrovamento avvenuto nei giorni scorsi
avvalora tale tesi.

I poveri resti verranno ora tumulati nell'Ossario di Pocol.

Cortina,7 settembre 2007 "




al alias JFK
10/09/2007 12:12
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Leggendo dal libro di Striffler, non sembrano esserci state vittime italiane strettamente collegate allo scoppio della mina (venne sepolta sì qualche baracca, ma nessuno lamentò mai delle perdite in quelle baracche).
Ovviamente rimane da verificare se si tratti un bell'insabbiamento (non sarebbe stata certo una bella figura!) o se invece sia vero.
Certo è che lo stesso Martini fu ferito da quell'esplosione ...

Invece negli attacchi dei giorni successivi si registrarono perdite (soprattutto nel Val Piave) anche sensibili ... magari potrebbe essere qualcuno di quegli alpini.
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... dev'essere stato come prendere d'assalto il cielo (H. G. Wells, descrivendo la Guerra sulle Dolomiti)
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