Ho finito il mio primo intervento con il motto della scuola italiana che avevo coniato un pò di anni fa, volutamente perchè in questi ultimi 17 anni tutti i transfughi di altre realtà di Iai, Ken jutsu, Ko Ryu ogni volta che erano corretti su l'uso della katana e delle tecniche base si giustificavano dicendo:" a noi del... Iai o nella scuola di... Ryu ci hanno insegnato così" salvo poi doversi ricredere davanti alla dura e cruda realtà del taglio o dell'applicazione in combattimento; vedesi un famoso 6 Dan che dopo aver messo a dura prova la mia proverbiale diplomazia si becca per ben due volte un tsuki con boken che lo manda in crisi e alla ricerca della verità in Giappone dai suoi Maestri.Un altro che dopo una foresta di bambù in vani tentativi di taglio mi disse:"sai che forse hai ragione??" e io "grazie! Ne avevo proprio bisogno".
O Tachi No Kurai non esiste o si esiste ma... forse... a una domanda rivolta ad un grande Sensei da una nostra ex allieva salvo poi diversi anni dopo asserire il contrario e anche insegnarlo hops!!! fare almeno vederlo
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O come quell'altro Sensei di turno che veniva a provare qualche taglio quando gli dissi che lui non tagliava ma bensì la sua katana gli scappo un sorrisetto salvo l'attimo dopo andare in Seiza con fuori uscita accidentale della sua lama con consuguente taglio alla mano ed io "bravo, hai tagliato, o meglio, lei taglia".
Il taglio "do coio coio" non è un taglio ma una violenza alla katana; il taglio è una conseguenza di una corretta tecnica lucida, volontaria, precisa e sulla via di Damasco si convertì ed è ancora con noi.
Con questo non voglio glorificarmi ma voglio fare capire a tutti che della nostra scuola bisogna andarne fieri.
Quante volte ho ripetuto in questi anni che la spada deve tagliare, che i Kata sono dei combattimenti veri e propri; quante volte in questi anni scherzosamente mi si prende in giro con la frase "la punta" e poi arriva il Sensei di turno che venti anni dopo dice le stesse cose e allora telefonata:" Paul, sai che il Sensei 8 Dan ha detto che la spada deve tagliare, sai che il Maestro tal dei tali ha affermato che lo Iai deve essere un combattimento", che la forma va si rispettata ma non è fondamentale, che il saluto non è un kata etc etc etc...
Cari compagni di viaggio se mai avessi avuto qualche dubbio su quello che vi ho insegnato vuol dire che in tutti questi anni vi ho preso in giro ma non avevo personalmente bisogno delle conferme che forse vi gratificano di più di quanto rattristano me, aspettiamo il Sensei di turno che verrà a confermare tutto il resto, cambiamento del te no uchi in base al taglio, l'impostazione del medesimo che a tutt'oggi in certuni casi è persino risibile, del saya biki O banare, del contatto con la lama.
Per tornare al nostro motto intendo e affermo ancora oggi: che i Ryu possono essere mille, che differenzia un Ryu da un altro è la strategia di combattimento la filosofia del medesimo la predilezione ad un certo tipo di combattimento (mille case) ma l'uso corretto e tecnico della spada è uguale per tutti (un cielo), la katana è l'arma che abbiamo prediletto tutti (una spada); ha una sua anima un suo spirito una sua vita noi entriamo in simbiosi con essa la capiamo e ci capisce, non c'è predominanza dell'uno sull'altra ma bensì l'armonia, collaborazione non una volontà impositiva ma aiuto e confidenza reciproca, non un oggetto ma una compagna intima non da temere ma da assecondare e allora solo allora, cominciamo ad essere uno e passare allo stadio superiore (prossima puntata... forse).
Cari compagni di viaggio non vi inorgoglisce essere nella ragione da tanti anni? Alzate la testa e la cresta siate fieri di appartenere a questa scuola (dualità = stallo ogni tanto ci ricorda che siamo uomini e non monaci e fa bene).
"SOTTO IL CIELO TUTTO E' SERENO"
(Kato Shinji- iè moto tenshin ryu battodo).
Paul Maggiore)
maggiore paul