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Slow art

Ultimo Aggiornamento: 23/09/2007 21:48
21/05/2007 23:33
 
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Sto cercando di docunentarmi sulla SLOW ART, da quanto ne so è una "corrente" pittorica nata da pochi anni tra Firenze e New York che si propone di esaltare il lavoro lento, accurato dell'artista sull'opera. A questa corrente aderiscono molti artisti internazionali che si rifanno al "verismo" della pittura italiana della seconda metà dell'800.

L'"Italian slow art" intende favorire la conoscenza della nuova arte italiana figlia della sapenza rinascimentale, un'arte che unisce manualità e abilità antiche a contenuti e sensibilità contemporanee.

Che ne pensate? [SM=x1311285]
22/05/2007 20:24
 
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penso che ogni corrente è interessante....
e credo sia molto giusto imparare a vedere l'arte nel suo "continium" (si scrive così?) temporale....
le rotture nell'arte in realtà non sono mai rotture...ma punti e a capo dello stesso romanzo....dove tutto è legato e tutto ha un senso-nonsenso [SM=x1311303]

Molti giovani artisti domenticano da dove veniamo...ed i passi avanti fatti nell'arte nel secolo appena concluso sono giganti...ma non così immensi da farci dimenticare l'arte ottocentesca.......e tutto il precedente.

stesso discorso secondo me per l'arte moderna...come rinnegarla per il verismo?

quindi secondo me slow art si......ma senza rinnegare il moderno. [SM=g27823]
25/05/2007 09:45
 
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Grazie Nevia per il tuo commento sulla slow art, la tua riflessione è molto giusta! Condivido pienamente. [SM=x1311280]
23/09/2007 21:48
 
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Slow Art ovvero il piacere di godere l’arte, con la tranquillità di spirito che è necessaria, senza fretta e senza doversi contendere spazi, scegliendo di prendersi delle pause se gli occhi e la mente cominciano a soffrire della sindrome di Stendhal. L’arte proposta da mostre di gran qualità, raffinate nella scelta delle opere e nella qualità degli allestimenti, inserite in contesti che rappresentino un grande valore aggiunto.

Qual è la differenza tra un hamburger e un’opera d’arte? Nessuna, verrebbe da dire pensando al modo con cui troppo spesso oggi vengono consumate sia l’uno che l’altra. Fast Food: cibo di corsa, senza identità, che mangi di fretta senza preoccuparti della provenienza, di chi l’ha preparato e di cosa davvero contiene. Fast Art: si potrebbero definire così troppe mostre pensate solo per accumulare visitatori, per creare l’evento, per essere consumate di corsa, senza preoccuparsi troppo né di quello che si mette in vetrina né di quello che lascerà. Di qui l’idea, nata a un gruppo di appassionati d’arte torinesi di dar vita a Slow Art, un movimento che, in sintonia con i principi di Slow Food, promuova anche nel campo dell’arte contemporanea il gusto per la lentezza, per la “decelerazione”, per un consumo attento e consapevole dell’esperienza estetica.

Slow Art non nasce dal nulla, ma ha radici in riflessioni e iniziative fiorite a Torino prima e a Milano e Catania poi nell’ambito di Arte Giovane, un’associazione no-profit nata nel 1994. Torino viveva all’epoca una realtà artistica particolare: culla negli Anni 70 dell’Arte Povera, con l’affermazione internazionale del movimento di Merz, Pistoletto & C la città aveva sì visto crescere progressivamente il proprio prestigio in campo artistico, ma aveva anche paradossalmente vissuto la messa in disparte di quelle tendenze e di quei fermenti non in sintonia con i “poveristi”.

A soffrirne era soprattutto una generazione di artisti giovani legati all’arte figurativa e alle sue espressioni più tradizionali (pittura, fotografia, scultura) che pur segnando un rinnovamento veniva in qualche modo emarginata da un mercato attento soprattutto a sfruttare l’onda lunga dell’Arte Povera. C’erano in città galleristi e anche nuovi collezionisti disposti a scommettere sui giovani talenti, da un lato perché convinti che la freschezza delle opere d’esordio d’un artista fosse un valore in sé, dall’altro perché il costo non eccessivo di tali opere poteva permettere di avvicinare al collezionismo una fascia più ampia di pubblico. Così una trentina di appassionati di arte contemporanea, per lo più giovani professionisti, intorno ai quarant’anni, fece nascere Arte Giovane.


tratto dalla rivista Slow



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