Scritto da: |Francine| 05/06/2007 11.53
Ergo, la fantascienza è il mezzo per raccontare la storia di un manipolo di psicotici?
E soprattutto, è una tua chiave di lettura, che si può ritenere arbitraria perché è il punto di vista di un soggetto singolo, oppure è la direttiva di Anno?
Scusa se insisto, ma vorrei comprendere la questione, senza far proselitismo o sterile polemica.
Non vorrei sbagliarmi, ma credo che in parte si tratti anche della chiave di lettura applicata da Anno. E direi che parziale prova di ciò possano essere le due puntate conclusive, ovvero "Un mondo che finisce" e "La bestia che gridò AMore nel cuore del mondo": ovvero le due famose "puntate della sedia", in cui non succede praticamente nulla. C'è solo Shinji (insieme a Asuka, Misato e Rei, soprattutto) che ancora una volta ci espone i suoi drammi - come se non l'avesse già fatto abbastanza nel corso della serie! dirà qualcuno giustamente - e giunge poi, grazie anche all'aiuto degli altri personaggi (o meglio, della parte dei personaggi che vive nell'animo di Shinji, vedi episodio 16), alla conclusione.
E qual è questa conclusione? Il famoso "Progetto per il perfezionamento dell'uomo", di cui tutti parlano nel corso della serie ma di cui nessuno spiega mai un tubo. E' la stessa Misato a dirlo, alla fine dell'episodio 25: quando Shinji le chiede "Che cos'è questo?", lei risponde "Il Progetto per il perfezionamento dell'uomo". E dove sta avvendendo tale perfezionamento? Nell'animo di Shinji.
Fondamentalmente, concordo con Aion (e credo, anche se in parte, con la visione di Anno): Evangelion non è la storia della lotta con gli angeli, è la storia di un gruppo di persone e del loro dramma interiore. In special modo, è la storia di Shinji, del modo in cui egli riesca ad affrontare, pur nella sua debolezza, le difficoltà che la vita - o chi per essa - gli ha posto davanti, a "rompere il guscio del mondo", del suo mondo interiore (ancora una volta vedi episodio 16).
Lasciamo perdere il fatto che gli Otaku in Giappone abbiano minacciato Anno di morte e lui per ripicca abbia deciso di realizzare "The end of Evangelion"; il quale in pratica racconta la stessa identica cosa del finale, anche se lo fa in un'ottica di "diamo agli otaku quello che vogliono, ovvero qualche scena di robot che si picchiano", e anche se la conclusione è decisamente più pessimistica rispetto a quella della serie, e non a caso infatti il sottotitolo sul poster originale del film recitava "E allora, che muoiano tutti" in opposizione al "Vivi!" presente sul poster di Mononoke Hime uscito quasi in contemporanea nelle sale giapponesi.
Personalmente, trovo che il finale di Evangelion sia una delle cose più geniali che io abbia mai visto: per tutta la serie Anno non fa che prenderci per il naso mettendoci davanti ad una storia di quella che sembra fantascienza, lasciando in sospeso parecchie cose così da lasciar pensare che tutto venga chiarito nel finale... E invece le ultime due puntate sono totalmente
character-oriented, quasi a voler dire: "Non avete capito nulla di ciò che nella serie era veramente importante: questa non è la storia degli Eva contro gli angeli, è la storia di un ragazzo. Punto".
In conclusione, temo di avere messo in questa intepretazione molto di mio, quindi, a dispetto delle premesse, direi proprio che il mio discorso è puramente arbitrario e si riferisce solamente alle mie convinzioni.