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Howard Phillips Lovecraft - Vita e opere

Ultimo Aggiornamento: 14/02/2007 13:27
12/02/2007 22:29
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Ecco come promesso l'apertura di un interessante (almeno spero) topic. Al momento, nonostate io sia stravolto dalla giornata in università, mi appresto a fare almeno una piccola introduzione sul personaggio.

Howard Phillips Lovecraft (1890-1937) nasce a Providence, nel Rhode Island. Nel corso della sua vita scriverà una mole impressionanti di racconti e romanzi, tenendo una fitta corrispondenza con molti scrittori degli Stati Uniti suoi contemporanei testimoniata dalle centinaia di lettere che sono arrivate sino a noi.
E' divenuto più famoso dopo la sua morte, prima era conosciuto soprattutto sul suolo degli U.S.A. per la partecipazione delle sue storie su riviste del fantastico come Weird Tales e Amazing Stories (dove tra l'altro sono passati anche autori attualmente conosciuti come Robert E. Howard). L'incredibile letteratura di quest'uomo rimane sorprendentemente ignorata dalla maggior parte degli studiosi di letteratura americana, quando persini uno scrittore della fama di Stephen King dichiara apertamente la sua grande ammirazione per Lovecraft. Il nostro bel Paese può fregiarsi di avere uno studioso come Gianni Pilo che si é totalmente dedicato allo studio delle opere e alle ricerche bibliografiche su H.P.L.
Senza entrare nei particolari, la vita di Lovecraft non fu mai del tutto tranquilla. Cresciuto senza padre (detenuto in manicomio), con una madre con seri squilibri mentali, trascorse la maggior parte della sua giovinezza nella casa dei nonni, dove era presente una immensa biblioteca molto ben fornita con opere moderne e classiche, nonché delle opere di Poe. Da adulto si manterrà con il mestiere malpagato di scrittore per le riviste, si sposerà per poi divorziare dopo aver vissuto qualche tempo nella (per lui) spaventosa New York per poi tornare a Providence, dove rimarrà fino alla morte per tumore all'intestino. Aveva 47 anni e come amano dire molti studiosi e appassionati di Lovecraft... moriva l'uomo e nasceva il mito. Attualmente é conosciuto anche con il soprannome de "Il Solitario di Providence".
In quanto alle sue opere, evidente da subito la sua predilizione per le storie fantastiche e spaventose. Influenzato dagli incubi che lo tormentavano sin da bambino, li utilizzerà spesso come base per le sue storie. Sebbene siano molto più conosciute le storie che ricadono sotto al "Ciclo di Cthulhu", scrisse anche svariati racconti e romanzi brevi sulle Terre del Sogno e racconti dell'orrore classici.
Fu l'iniziatore del genere che viene definito "Orrore Cosmico" narrando nelle sue storie del "Ciclo di Cthulhu" della profonda ignoranza dell'uomo riguardo alle vere leggi dell'universo, divinità indifferenti e crudeli dominano gli infiniti spazi e gli esseri umani non rapresentano che un caso o addirittura un errore di entità aliene che non ha nulla a che vedere con le meccaniche della realtà. Ininfluente come un piccolo sasso scagliato in un fiume, l'uomo davanti all'orrore della verità non può che impazzire, schiacciato dalle rivelazioni che egli stesso ha cercato.
Le storie della Terra del Sogno narrano invece quasi sempre le avventure di Randolph Carter, alter ego dell'autore che può viaggiare nei propri sogni visitando un mondo che si troverebbe giusto al di là della soglia della coscienza. Carter possiede la chiave d'argento e con essa può vivere avventure incredibili... che spesso hanno conclusioni terrificanti, poiché anche qui ci sono entità maligne. Solo qui però l'uomo é in grado di fuggire dalla loro influenza e di salvarsi senza cadere nel baratro della follia.

Una nota en passant: Lovecraft creò anche il mito del Necronomicon, grimorio magico che conterrebbe formule magiche funzionanti redatte secoli orsono dall'arabo pazzo Abdul Al-Azred. Incredibilmente é un secolo che la gente cerca questo libro come se esso esistesse e ne sono uscite anche decine di versioni (tutte false). Ancora oggi trovo gente nei forum che ne sostiene l'esistenza, nonostante Lovecraft abbia scritto in più lettere che si trattava solo di un parto della sua fantasia.
L'autore stesso un po' giocava su questa fissazione di alcuni suoi lettori, tanto da arrivare a scrivere ad una persona che chiedeva informazioni sul Necronomicon una storia del tutto fittizia del volume.

Questi sono alcuni brevi cenni, in realtà il personaggio andrebbe approfondito maggiormente e le opere lette in toto per comprendere meglio. Vi consiglio alcune letture interessanti:

H.P. Lovecraft - Tutti i Romanzi e i Racconti - Grandi Tascabili Economici Newton(opera omnia, 2500 pagine e più di racconti e romanzi brevi ad un costo davvero contenuto)

Rodionoff, Breccia, Giffen - Lovecraft - Vertigo, in Italia Magic Press Comics (fumetto molto bello e onirico dedicato alla figura di Lovecraft e alla sua biografia, a metà tra storia vera e fantasia)

Per ora mi fermo qui... mamma mia, quanto ho scritto! E dire che volevo essere sintetico! Aspetto i vostri feedback, soprattutto se avete mai letto qualcuno dei suoi racconti! Ovviamente sono aperto a domande, commenti e eventuali correzioni!!! [SM=x1280754]
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Fiero Narratore
13/02/2007 00:04
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Una nota en passant: Lovecraft creò anche il mito del Necronomicon, grimorio magico che conterrebbe formule magiche funzionanti redatte secoli orsono dall'arabo pazzo Abdul Al-Azred. Incredibilmente é un secolo che la gente cerca questo libro come se esso esistesse e ne sono uscite anche decine di versioni (tutte false). Ancora oggi trovo gente nei forum che ne sostiene l'esistenza, nonostante Lovecraft abbia scritto in più lettere che si trattava solo di un parto della sua fantasia.


A ta proposito mi riprometto di postare a breve un aneddoto che riguarda il mio fidanzato (grande amante di H.P.L.) e la sua professoressa di Lettere al ginnasio.









13/02/2007 10:05
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Più passa il tempo e più mi accorgo di quanti fili tenui eppure tenaci colleghino le nostre esistenze, ragazze. Di Lovecraft è infatti appassionato anche mio marito, esattamente come il fidanzato di Francine. Io ho letto qualche racconto quando ero giovane, sia per sua insistenza che per il mio genuino interesse. Non c'è niente che faccia più paura di un racconto di Lovecraft; una paura persistente, legata ad archetipi evidentemente molto radicati in noi. Basti dire che molti anni dopo, visitando una casa da acquistare, mi vennero i brividi quando vidi la strana, enorme cantina di quella vecchia costruzione: quegli archi giganteschi che si perdevano nel buio mi riportarono immediatamente alla memoria gli Antichi. Inutile dire che decisi di non comprare quell'appartamento!
13/02/2007 10:20
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Fantastico! Grazie Sith, direi che hai fatto il compendio della vita e delle opere di Lovecraft.
Ai suoi tempi mi regalai quella raccolta della Newton Compton che citi, dove ho apprezzato soprattutto i racconti del "Ciclo di Cthulhu".
Come tanti suoi lettori adoro lo stratagemma di non rivelare mai completamente gli orrori che infestano il sottosuolo e il cielo del New England, i sogni dei protagonisti, o le chiese di altrimenti tranquilli villaggi di campagna.
Svelare l'orrore equivale a renderlo reale ma anche, in qualche mondo, a fornire al protagonista la chiave per distruggerlo, e questo è un errore che il Solitario di Providence non commette mai. Lascia invece i propri personaggi, e il lettore, in attesa di qualcosa mi mostruoso che giace "oltre la soglia", che sta per irrompere nel nostro mondo ma che noi ancora non riusciamo a percepire, se non nei nostri incubi più atroci.



Scritto da: ReaderNotViewer 13/02/2007 10.05
Non c'è niente che faccia più paura di un racconto di Lovecraft; una paura persistente, legata ad archetipi evidentemente molto radicati in noi. Basti dire che molti anni dopo, visitando una casa da acquistare, mi vennero i brividi quando vidi la strana, enorme cantina di quella vecchia costruzione: quegli archi giganteschi che si perdevano nel buio mi riportarono immediatamente alla memoria gli Antichi. Inutile dire che decisi di non comprare quell'appartamento!




Hai ragione! A me, tutte le volte che metto piede su un aereo mi viene in mente il racconto "Qualcosa dall'alto". Sbriciare fuori dal finestrino mi fa quasi paura.

[Modificato da Atlantis Lux 13/02/2007 10.29]



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13/02/2007 11:10
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Io invece, più dei raconti del mito, sono rimasta colpita da quelli sul sognoe sull'incubo. A parte il fatto che era davvero tormentato da incubi terribili, poverino... ma ci sono parti di alcuni racconti, sull'essere scrittori, sul mettere i sogni sotto forma di storia, che secondo me "gente come noi" non può perdersi. A volte mi sembra di sentire i miei stessi pensieri risuonarmi nelle orecchie...


La cretina del necronomicon me la ricordo. Per fortuna non ho incontrato mai nessun fanatico del genere, uno che non accetta nemmeno le più schiacianti evidenze...
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13/02/2007 11:14
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Di Lovecraft ero un'ignorantona fino a quando non mi capitò di leggere L'Orrore di Dunwich, un racconto che definire raccapricciante è dire poco, eppure non succede nulla che solitamenta associo all'aggettivo "raccapricciante". Ma quel mostro invisibile che gira per il paese... [SM=x1280729]
In conclusione, dopo aver letto commenti entusiasti di Cielo sul suo blog, ho deciso di prendere una raccolta dei suoi racconti, che ora sta attendendo sul comodino di essere letta (a piccole dosi, perché il signor L mi mette troppa ansia).
Spulciando un po' la sua biografia sul tomo, ho scoperto cose interessanti, come appunto la sua collaborazione con le riviste che hanno fatto la storia della narrativa fantastica americana e la definizione della sua opera come fantasy: il che mi ha un po' interdetto perché con questa sigla ero solita associare un altro genere di racconti.
Alla fine non so cosa altro dire. Lo conosco ancora troppo poco ^^;
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13/02/2007 11:40
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Lovecraft aveva una capacità narrativa assolutamente fuori dal comune. Il suo stile é bellissimo da leggere per diversi motivi.
Innanzitutto l'utilizzo degli aggettivi, molto ricercati e veramente evocativi.
Un'altra caratteristica sono alcune espressioni vagamente arcaiche, che hanno il sapore di un libro antico.
La fortuna delle storie terrificani di Lovecraft inoltre é proprio il fatto che facevano notare sopra: solitamente in questi racconti sono presenti creature orribili, che sfidano ogni comprensione, ma questi mostri non si vedono mai completamente, rimangono presenze nell'ombra. Basti pensare ad un capolavoro come "Colui che Sussurrava nelle Tenebre", dove le presenze mostruose sono voci inumane e ronzanti che parlano inglese, ma che il protagonista non vede mai.
Il talento di Lovecraft é quello di pescare a piene mani nei terrori atavici dell'essere umano, evocando le paure che normalmente pensiamo sepolte nel profondo del nostro essere.

Lovecraft é sicuramente più conosciuto per i suoi racconti di "Orrore Cosmico", ma per uno studio completo delle sue opere é necessario esplorare anche i suoi mondi del sogno nonché le rappresentazioni cartacee dei suoi incubi, altrimenti la grandezza della sua opera non può comparire totalmente dispiegata.

E' certo sorprendente come uno scrittore di questo spessore incredibile sia relegato nella letteratura americana ad un ambito di nicchia, come "scrittore del fantastico" di livello pulp. Questo, a mio avviso, denota la profonda ignoranza di un popolo, che valuta come alta letteratura alcuni scrittori mediocri e nemmeno si accorge di aver avuto un genio come Lovecraft ("Le Avventure di Tom Sawyer" letteratura? Ok, é un libro carino, ma Mark Twain non é esattamente all'altezza di H.P.L.).

Questa é la fine che potrebbe fare anche Stephen King, che nonostante abbia scritto alcune opere geniali potrebbe essere ricordato solo come scrittore pulp di Best Seller... spesso la totale incoscenza dei cugini degli USA é allarmante. Cercherò di scrivere la mia tesi di laurea sul lavoro di H.P.L. (in particolare sulla sua visione della follia), un piccolo contributo, ma che almeno contribuirà a rendere un poco meno sconosciuto Lovecraft (per Diana, é uno dei miei autori preferiti!).
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Fiero Narratore
13/02/2007 12:29
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Premettendo che vado un po' OT, posso solo dire che la letteratura di genere (e soprattutto quella fantastica), di qua e al di là dell'oceano, è sempre stata considerata figlia di un dio minore. Lovecraft, King, ma anche Heinlein e Bradbury, sono e saranno sempre visti un gradino sotto i vari Roth e Salinger. Pure Chandler c'hanno messo decenni a rivalutarlo, e scriveva gialli e non fantascienza/fantastico.
Perché? Non ho risposte. Forse dobbiamo aprire un'altra discussione [SM=x1280806]

[Modificato da Atlantis Lux 13/02/2007 12.29]



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13/02/2007 12:37
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Bradbury


Premesso che a me fa molta più paura Poe, e che fatico immensamente a provare terrore per gli Antichi, divinità egizie cadute e altre cose che arricchiscono le opere di Lovecraft ( e che per amore del mio fdianzato riprenderò in mano terminati gli esami per dargli un secondo appello), chi si ricorda il titolo di un racconto di Bradbury ambientato in una cantina durante la festa di Halloween?
Ricordo che quello mi mise addosso una gran paura...









13/02/2007 12:44
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Oddio, a me una cantina e la festa di Halloween fanno pensre a 'Gioco d'Ottobre' di Ballard, una delle cose più angoscianti che abbia mai letto.

Edit:

Per quanto riguarda H.P.L. credo di essere l'unica qui dentro che proprio non riesce a digerire la sua prosa. Quello che avete evidenziato come uno dei suoi pregi ossia l'"indicibile" non narrato è quello che me lo fa detestare. Trovo che esistano modi più sottili per spavenatre senza mostare. Il suo continuo insistere su 'creature indecrivibili', 'colori mai visti', e 'costruzioni inenarrabili' mi irrita.

E comunque l'epidemia dei partner appassionati di Lovecraft continua anche nel mio caso.

[Modificato da JeanGenie 13/02/2007 12.50]

13/02/2007 12:53
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C'era il papà che raccontava una storia di una strega (credo) agli amichetti del figlio vestiti per Halloween, il tutto rigorosamente al buio, per fare più paura.
Ad un certo punto si sentiva un tonfo, il papà continuava a raccontare e si facevano passare di mano in mano qualcosa, fin quando poi la mamma non accendeva la luce e quel qualcosa era una testa.

Possibile che nei miei ricordi di ragazzina Ballard e Bradbury si siano confusi?









13/02/2007 13:04
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Tesoro, hai ragione. È di Ray Bradbury (spulciamento selvaggio repentino dei vecchi Urania. ^_^). È contenuto nella racoclta 'Molto dopo mezzanotte'.
In pratica è la storia di un padre che voleva un figlio maschio e simile a lui einvece si ritrova con una bimba bionda, silenziosa e ombrosa come la madre. Nel gioco che fa con i bambini ci si siede in cerchio al buio e i partecipanti si passano l'uno con l'altro vari alimenti che vengono assimilati a parti del corpo di una presunta strega, per esempio degli acini d'uva sono i suoi occhi. Il finale ve lo lascio immaginare. [SM=x1280739]

[Modificato da JeanGenie 13/02/2007 13.06]

13/02/2007 13:04
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Ma non era una discussione su Lovecraft?
Possiamo parlare di altri (Bradbury, Heinlein, Dick e chi altro volete) in un altro topic? Sono tutti autori interessanti e non vedo perché non dedicare ad ognuno uno spazio.

Ovviamente Lovecraft può piacere o non piacere, ma di sicuro non si può dire che non si tratti di una figura affascinante che ha scritto dell'ottima letteratura (personalmente la trovo tranquillamente al livello i quella di Poe, sebbene diversa).

Secondo me comunque é così che si costruiscono storie spaventose, con l'irritante mania Hollywoodiana di mostrare sempre tutto e subito. L'orrore per sua stessa natura non é descrivibile, se lo fosse, se fosse anche minimamente comprensibile, ci fornirebbe la chiave per non temerlo più. Le scienze empiriche si basano proprio su questo, comprendere ciò che non si capisce pr non averne più paura.
Lovecraft comprende benissimo questo meccanismo e lo spezza. Se potesse descrivere per filo e per segno la natura dei suoi orrori, essi perderebbero qalsiasi potere. Perché dovrebbero portare alla follia entità del tutto comprensibili e descrivibili? Una nebbia color "malva" potrebbe terrorizzare come una fluorescienza di un colore indescrivibile che fluisce come un manto fuori da un pozzo in piena notte, affamata di vita?
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Fiero Narratore
13/02/2007 13:13
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Hai perfettamente ragione, Lupo ( posso chiamarti così? Ho paura di sbagliare a scrivere Sith correttamente).
Torniamo a parlare di H.P.L.


L'orrore per sua stessa natura non é descrivibile, se lo fosse, se fosse anche minimamente comprensibile, ci fornirebbe la chiave per non temerlo più. Le scienze empiriche si basano proprio su questo, comprendere ciò che non si capisce pr non averne più paura.
Lovecraft comprende benissimo questo meccanismo e lo spezza. Se potesse descrivere per filo e per segno la natura dei suoi orrori, essi perderebbero qalsiasi potere. Perché dovrebbero portare alla follia entità del tutto comprensibili e descrivibili? Una nebbia color "malva" potrebbe terrorizzare come una fluorescienza di un colore indescrivibile che fluisce come un manto fuori da un pozzo in piena notte, affamata di vita?



Non credo che il problema siano i colori o le descrizioni troppo particolareggiate, ma a suon di leggere "indescrivibile", "mai visto", "inenarrabile", io Francine ( gli altri no, a quanto ho capito)ho dei problemi a comprendere cosa ci sia di tanto orribile in quello che vede il protagonista.
Un racconto di HPL che mi è piaciuto è stato "i topi nel muro", così come "l'intruso".
Il mio problema, perché mi accorgo che un qualcosa di mio visto che al resto della ciurma HPL piace molto, è che non riesco ad avere paura di divinità egizie che radunano gente che si butta in crepacci. Su di me, non funziona. Semplice.









13/02/2007 13:16
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Non ho detto che biosgna narrare TUTTO. Ho detto che non mi piace il suo modo di NON narrare. E non sto affatto mettendo in dubbio la sua oggettiva qualità. Semplicemente i suoi meccanismi compositivi non sono di mio gusto. Franza parlava di Poe poco più sopra. Per il mio palato di lettrice preferisco il non visto e il non narrato di quest'ultimo (non vediamo perché il protagonista non vede, quindi l'angoscia che proviamo è la sua) piuttosto che quella dell'omino di Providence i cui personaggi non racocntano perché i mezzi umani non sono sufficienti.
Detto questo mi dispiace di avere dato l'impressione di considerare Lovecraft uno scrittore non meritevole mentre stavo solo esprimendo una opinione che più personale non si può.
13/02/2007 13:20
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A me piace molto come Lovecraft descrive i suoi orrori, riesce proprio a creare un'atmosfera che ti riporta nei tuoi incubi. La storia dei ratti nei muri, quella del modello di pickman, l'oceano notturno (tra le mie preferite)... tutte angoscianti come quei sogni in cui ti rigiri nel letto e se ti svegli di soprassalto poi vuoi dormire con la luce accesa XD

Un'altra cosa delle sue storie che mi piace sono i titoli. Ricordo la nota "le vicende riguardanti lo scomparso Arthur Jermyn e la sua famiglia", in cui si parla di una sua lettera incavolata all'editore che l'aveva pubblicata con il titolo "la scimmia bianca" cosa che lui detestò, spiegando chese avesse intitolato un racconto "la scimmia bianca" nel suddetto NON ci sarebbero state scimmie bianche...
Anche questo secondo me contribuisce ad alimentare la curiosità del lettore. Tutti i suoi titoli sono terrbilmente evocativi.

EDIT: ma quanto avete scritto mentre rispondevo!

[Modificato da Cielo Amaranto 13/02/2007 13.22]

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13/02/2007 13:23
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Re:

Scritto da: Cielo Amaranto 13/02/2007 13.20
l'oceano notturno (tra le mie preferite)...!

[Modificato da Cielo Amaranto 13/02/2007 13.22]




Cielo, questa è una collaborazione in cui Lovecraft ha corretto sì e no tre righe. Il merito è tutto dell'autore originale Barlow.

13/02/2007 13:36
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Non era una di quelle a cui aveva riguardatro praticamente tutto? Forse mi confondo, visto che Lovecraft solitamente nelle sue "collaborazioni" faceva quello che gli girava rivoltando le storie come un calzino (che personcina simpatica, mi piace come autore ma se l'avesse fatto a me l'avrei aspettato sotto casa con le catene).

In ogni modo, mi piace un sacco, che sia prevalentemente di Barlow, riscritta da capo da Lovecraft o un crossover tra i due XD

[Modificato da Cielo Amaranto 13/02/2007 13.37]

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Non secondo l'edizione Mondadori, quella basata sull'edizione critica americana. Secondo S.T. Joshi questa è una delle collaborazioni in cui il ruolo di Lovecraft è stato minimo. Infatti mi piace. [SM=x1280754]
13/02/2007 13:55
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Oki. Nella nota a quelli Newton (curata da Pilo, l'esperto "mmmooondiaale") Dirk W. Mosig nel 1975 determina che nonostante il racconto fosse uscito a nome di Barlow "the night ocean" è frutto interamente della penna e dell'intuizione letteraria di lovecraft. All'origine c'è un sogno descritto da Lovecraft in una lettera a C.A. smith del 29 novembre 1933.
Da questo sogno, narratogli da Lovey, Barlow ha tratto spunto per il racconto che poi Lovey ha interamente rielaborato.
Parlando con Hyman Bradofsky (editore di the californian) Lovey afferma di aver avuto a disposizione "mere rough draught" e di averlo "ripped to pieces in spots". Tali espressioni, nel linguaggio di L. significano che ha scritto il racconto per intero senza salvare nemmeno i rudimenti ella trama originale.

Personcina simpatica. Ma faceva così con tutti...

[Modificato da Cielo Amaranto 13/02/2007 13.56]

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