Utena per principianti

Inauguro questo spazio per dividere con voi i pensieri assurdi che suscita in me la visione degli episodi di Utena. Prima che ci fosse la Corte, ero solita allietare solo la povera Jean con i miei interrogativi cosmici, ma ora che ho l'occasione di coinvolgere anche le altre Utena-fan non sono capace di resistere.

Dunque.

Ieri sera ho rivisto l'episodio 25 e ho visto per la prima volta l'episodio 26. Non riesco a riordinare le mie impressioni e quindi ve le offro in ordine sparso.

- Akio si sta dimostrando ai miei occhi come una figura alquanto sinistra. E quando si siede sul cofano dell'auto con la giacca sbottonata ha un aspetto decisamente luciferino

- non so perché la spada di Dios sia svanita e perché nel nuovo corso "tutti" debbano tenere le spade nello stomaco. E' ovvio che c'è un avanzamento di livello, così come, analogamente, le frustrazioni passate non bastano più a motivare i duellisti, ma bisogna invece portarli a vedere "il confine del mondo" (di notte, ovviamente). Ma non mi è chiaro il meccanismo.

- nell'insieme ho preferito l'episodio 26 al 25, anche perché Kozue mi è simpatica. Non so perché Anthy voglia sposare il padre dei gemelli (o in alternativa, perché la sposa della rosa e la matrigna di Miki e di Kozue debbano avere la stessa sarta) ma confido che prima o poi lo verrò a sapere. E non fatemi nemmeno pensare all'età che tutta questa gente dovrebbe avere, perché mi vien da vomitare

- detesto quelle automobili piantate a testa in giù a quel modo come mozziconi di sigaretta in un portacenere pieno di sabbia

- l'immagine del cespuglio di rose rivestita dagli abiti di Anthy mi ricorda la tradizione cristiana di Maria, regina di maggio, ma forse è solo una coincidenza. In ogni caso, la trovo disturbante

- Kozue raccoglie uccellini caduti dal nido mentre Touga porta a Miki pulcini meccanici, insieme alla tentazione. D'altra parte Kozue è la prima a cadere nella trappola di Akio. Che proprio non ci sia speranza, né per chi segue l'istinto né per coloro che scelgono il ragionamento e l'autocontrollo?

- continuo a pensare che i lettini speculari di Anthy e di Utena assomiglino a due piccoli sarcofaghi bianchi, quando vengono ripresi di lato. E non credo che sia un caso.

- Più vedo Utena e più mi viene in mente Amore e Morte di Leopardi. Ma forse sono io a dare i numeri.

Premetto che sono ferma da tempo immemore all'episodio 24, rimango affascinata dalle considerazioni di questa donna.

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Più vedo Utena e più mi viene in mente Amore e Morte di Leopardi. Ma forse sono io a dare i numeri.

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Non credo tu stia dando i numeri, anche se non ho sufficienti prove per dirti se hai torto o ragione; sicuramente, Utena, per come è strutturata, è una serie che lascia molte domande dietro di sé, di quelle domande che inducono lo spettatore a chiedersi se quella cosa che hanno notato sia un richiamo palese, oppure una mera coincidenza. Nel novanta per cento dei casi, è un richiamo voluto.

Per rispondere a Reader ci vuole sempre un bel po' di tempo per riflettere ma una cosa qui urge:

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Premetto che sono ferma da tempo immemore all'episodio 24, rimango affascinata dalle considerazioni di questa donna.

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Ma come?! Franza, in pratica non hai visto NIENTE!

[Modificato da JeanGenie 06/03/2007 20.41]

Io lo sapevo che m'avresti amamzzato, ma fidati: se guardo quegli episodi senza Sere, mi ammazza lei. E lei è molto più pericolosa di te, se non altro perché è vicina...

Ok, nell'attesa dell'arrivo della fanatica maxima ossia Lan (certo che ho una faccia tosta...) vediamo un po' di incasinare ulteriormente l'esistenza della povera Reader.

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Inauguro questo spazio per dividere con voi i pensieri assurdi che suscita in me la visione degli episodi di Utena. Prima che ci fosse la Corte, ero solita allietare solo la povera Jean con i miei interrogativi cosmici, ma ora che ho l'occasione di coinvolgere anche le altre Utena-fan non sono capace di resistere.

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Tranquilla, cara. I tuoi commenti sono sempre stati girati prontamente al resto delle utenofile. Ma adesso non farmi sentire in colpa. Mi ricordo chiaramente di averti chiesto il permesso.

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Dunque.
Ieri sera ho rivisto l'episodio 25 e ho visto per la prima volta l'episodio 26. Non riesco a riordinare le mie impressioni e quindi ve le offro in ordine sparso.

- Akio si sta dimostrando ai miei occhi come una figura alquanto sinistra.

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Oh sì. Oh sì.

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E quando si siede sul cofano dell'auto con la giacca sbottonata ha un aspetto decisamente luciferino

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Oh sì. Oh sì.

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- non so perché la spada di Dios sia svanita e perché nel nuovo corso "tutti" debbano tenere le spade nello stomaco.

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Nello stomaco! Che mancanza di POESIA (e questa sono sicura che è la prima volta che te la dicono). Nel CUORE!
Comunque, tornando seri, io ho l'impressione che la Sapda di Dios ora sia DENTRO Utena perché Utena ormai è il Principe di Anthy perchè la stessa Anthy l'ha scelta, quindi non ha più bisogno di un intervento esterno di Dios, in quanto lei È il Principe. Ed è per questo che ad Akio girano tanto. Ovviamente questo implica una volontà di Anthy non prevista dal nostro Confine del Mondo. Ergo, Anthy VUOLE che Utena resti il campione. E di conseguenza Akio invece vuole che Utena si tolga dai piedi o (ma questo lo vedrai in futuro) che al massimo diventi la sua Principessa più che il Principe di Anthy.

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E' ovvio che c'è un avanzamento di livello, così come, analogamente, le frustrazioni passate non bastano più a motivare i duellisti, ma bisogna invece portarli a vedere "il confine del mondo" (di notte, ovviamente). Ma non mi è chiaro il meccanismo.

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A chi è chiaro?

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- nell'insieme ho preferito l'episodio 26 al 25, anche perché Kozue mi è simpatica.

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Io il 25 perché Akio si vede di più e fa più sesso.

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Non so perché Anthy voglia sposare il padre dei gemelli (o in alternativa, perché la sposa della rosa e la matrigna di Miki e di Kozue debbano avere la stessa sarta) ma confido che prima o poi lo verrò a sapere.

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Confidi male. Quella è una delle scene più enigmatiche della serie. Probabilmente sta a signifcare che il controllo dei due baldi fratello divini sulle vite dei Duellisti è totale. Noi vediamo la vera identità della futura moglie del padre di Miki, l'ennesimo burattino.

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E non fatemi nemmeno pensare all'età che tutta questa gente dovrebbe avere, perché mi vien da vomitare

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Orsù, consolati epsndo che Anthy è moooolto vecchia.

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- l'immagine del cespuglio di rose rivestita dagli abiti di Anthy mi ricorda la tradizione cristiana di Maria, regina di maggio, ma forse è solo una coincidenza. In ogni caso, la trovo disturbante

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Suppongo che su questa Lan ci farà un comizio. E ne approfitto per sollecitare la pubblicazione di un nuovo capitolo di Requiem. Ora che Lisando e Renè hanno finalmente consumato bramo la scena delle spade nel roseto.

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- Kozue raccoglie uccellini caduti dal nido mentre Touga porta a Miki pulcini meccanici, insieme alla tentazione. D'altra parte Kozue è la prima a cadere nella trappola di Akio. Che proprio non ci sia speranza, né per chi segue l'istinto né per coloro che scelgono il ragionamento e l'autocontrollo?

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Ti amo!

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- Più vedo Utena e più mi viene in mente Amore e Morte di Leopardi. Ma forse sono io a dare i numeri.

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No, io non credo.

Franza! Il bello viene dall'episodio 25 in poi!

[Modificato da JeanGenie 06/03/2007 20.43]

Fustigerò Serena, dunque.
Voglio anch'io un pulcino meccanico!

A-ha! Volete che caschi nella trappola? E io mi ci fiondo con tutte le zampine.

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- l'immagine del cespuglio di rose rivestita dagli abiti di Anthy mi ricorda la tradizione cristiana di Maria, regina di maggio, ma forse è solo una coincidenza. In ogni caso, la trovo disturbante

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Suppongo che su questa Lan ci farà un comizio. E ne approfitto per sollecitare la pubblicazione di un nuovo capitolo di Requiem. Ora che Lisando e Renè hanno finalmente consumato bramo la scena delle spade nel roseto.

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D'istinto è vero che la rosa fa subito pensare a Maria, ma secondo me dobbiamo anche tenere bene presente che sono stati i cristiani ad abbinare a Maria il simbolo della rosa legata a divinità femminili e madri, non se la sono inventata loro. Insomma, per l'ingerenza che ha la religione cattolica, ci viene spontaneo fare quell'abbinamento, ma di fatto la rosa (oltre ai miliardi di altri significati simbolici che ha, e che in Utena ritornano tutti, e contemporaneamente, ed è questo che la rende allo stesso tempo stupenda e pazzoide) era il simbolo di divinità che con Anthy hanno molta più attinenza, per esempio Astarte o Afrodite. E per dire solo le due che mi vengono in mente.
Alla rosa poi era legata anche la famigerata Maddalena, che è di fatto Anthy (interpretando cavallerescamente Utena, i Duellisti possono essere i cavalieri e Anthy il Graal. Interpretando Utena gnosticamente, Anthy è Sophia, Sophia è Maddalena, quindi Anthy è Maddalena). Quindi diciamo che semplicemente nel passato si è avuta poca fantasia nell'usare i simboli, anche se alla fine uno è prevalso.

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interpretando cavallerescamente Utena, i Duellisti possono essere i cavalieri e Anthy il Graal

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Accidenti... a questo non avevo ancora pensato, forse perché di Maddalena e compagnia bella ne ho fin sopra i capelli.

Mi ritiro nel mio cantuccio a riflettere.

È ricollegato al nome della protagonista, Utena, che è il CALICE del fiore, quello che sostiene la Corolla e il fiore stesso (Anthy).

A me fa sempre drizzare le orecchie pensare al Parsifal. Ci sono davvero tanti paralleli. Oddio, è anche vero che quello della prova è un topos dei racconti in generale, ma il "premio sacrale" che può essere ottenuto solo dal cavaliere più degno, ecco, diventa una coincidenza un po' strana da accettare.

Perché proprio Parsifal/Perceval, l'imbecille che non chiede quando dovrebbe?
Utena chiede, eccome.

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Scritto da: |Francine| 25/01/2007 22.29
Perché proprio Parsifal/Perceval, l'imbecille che non chiede quando dovrebbe?
Utena chiede, eccome.

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Me la spieghi?

Cosa?
Perché Parsifal non chiede o perché Utena chiede?
Parsifal lascia che il mondo gli socrra addosso e per cortesia lascia Pelinor a soffrire quando assiste alla processione della lancia e del Graal, quando, con una semplice domanda, liberererebbe il Re Pescatore dalle sue sofferenze.

A differenza sua, Utena, che assiste anche lei a cose che vanno oltre l'umana natura ( castelli rovesciati in cielo, gente che si estrae spade dal corpo solo per dare un'idea) chiede, eccome.

Chiede cosa?

Chiede ad Anthy se non si sia stancata del suo ruolo, di essere trattata come un oggetto. Solo che, avendo risposte senza né capo né coda, decide di lasciarla perdere e di accettarla per quello che è.
Ammettendo che Anthy sia il Re Pescatore, Utena non è Parsifal perché s'interssa della faccenda, mentre il cavaliere lascia dietro di sé una scia di morti ( a cominciare dalla madre) e avanza a spron battuto facendosi mezzo chilo di fatti suoi.
Utena è alla ricerca del suo Principe, non della Verità, come Parsifal.
Forse è vero che Anthy aspettava qualcuno capace davvero di rivoluzionare il mondo, così come Pelinor aspettava qualcuno in grado di porre una stupida, unica domanda ("Che succede qui?") per liberarlo dalle sue sofferenze.

Forse sono io che non ci sto con la testa oggi ma penso che Utena resti volontariamnte ottusa fino alla fine. Quando chiede a Anthy se non si sia stancata lo fa proprio perchè più di tanto non ci arriva limita tutto a 'questa cosa è disgustosa', 'tu sei una ragazza normale' e 'fatti nuovi amici'. Non capisce, non chiede e si tappa gli occhi fino a quando non gi sbatte il grugnetto.E sto parlando dei dieci minuti finali su trentanove episodi. E l'unica volta in cui chiede e ha una risposta dimentica. È talmente svanita che sta cercando un principe scordandosi che la sua promessa invece è quella di cercare un strega.

[Modificato da JeanGenie 26/01/2007 12.42]

Mediterò sulla questione. Però vorrei anche sentire il parere di Lan.

Eccomi. Dunque, premetto che l'identità, la somiglianza che io personalmente trovo tra Parsifal e Utena non è perfettamente coincidente. Nel senso, non so - non ci ho ancora mai pensato, a dire il vero - se Utena sia effettivamente una riproduzione anche del Parsifal, tra le altre cose. Tenderei a pensare che non si potrebbe attuare una simile identità senza forzare l'una o l'altra storia, per il fatto che comunque le premesse delle due sono diverse. Ma ripeto, questa è una cosa a cui non ho ancora mai pensato seriamente, dovrei mettermi a rifletterci un po' su.
Quello che mi spinge a trovare molto simili le due storie, detto in soldoni, è il loro connubio tra cortesia e misticismo. L'idea della prova non è certo una cosa peculiare del Parsifal, c'è anche nelle fiabe, senza andare troppo lontano. E sappiamo bene come Utena e la fiaba siano strettamente legate. Però capita molto di rado che l'oggetto che si cerca di ottenere tramite la prova abbia valenze sacrali così forti, e che la storia stessa, di conseguenza, sia così carica di valori simbolici.
Sia Utena che Parsifal sono storie di un'elezione. Partendo da una base di personalità nobili e di valore (i cavalieri come i Duellisti), non tutti possono giungere all'obiettivo. Solo i più degni possono, e questa dignità non è meramente cortese (non basta il Codice della Rosa), è una dignità spirituale (rappresentata in Utena dall'anello di Dios, ottenuto non in cambio di una promessa di potere da parte del Confine del Mondo, ma da una promessa di salvezza da parte della stessa Utena). Sia Utena che Parsifal sono quelli che potrebbero salvare la situazione, ma per oblio o perché legati alla cortesia non lo fanno subito. E concordo su questo con Jean: Utena non chiede ciò che dovrebbe veramente chiedere. All'inizio perché non ci pensa neanche, poi perché non vuole. Solo alla fine entrambi faranno ciò che devono fare.
Ed entrambi, alla fine, ritrovano il loro pasato e ottengono il riconoscimento della loro impresa (Utena diventa il Principe di Anthy, Parsifal ottiene la custodia del castello).
Con tutte le differenze del caso dovute alla diversa ambientazione e alle diverse premesse narrative, io ci vedo una certa affinità di succo.

[Modificato da Lan awn shee 26/01/2007 16.42]

Premesso che mi sento un verme schifoso a parlarvi dell'Uovo di Nanami subito dopo le vostre elette considerazioni sul Parsifal, prometto che ho poche idee - e quelle poche confuse.
L'unica cosa assolutamente evidente è che Nanami sta decisamente sulle scatole a Anthy (mai, MAI, fare dispetti a una dea...).
I discorsi di Touga sull'unione tra un uomo e una donna mi hanno fatto sbellicare dalle risate - ricordandomi molto quelli di Casini sui pacs.
Nanami ha così paura del giudizio degli altri che mi fa quasi tenerezza.
E immagino che quando ha trovato l'uovo rotto, allora forse dovrei pensare che le è arrivato il ciclo (dico così perché in quel momento ho proprio avuto l'impressione che sarebbe corsa alla ricerca di un assorbente).
Ma dei problemi di Nanami - che siano di autostima o di accettazione del suo ruolo riproduttivo - mi interessa, devo dire, fino a un certo punto. Perché in effetti anche le ragazze fanno le uova, in un certo senso - e non per questo sono assimilabili a delle galline.

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E immagino che quando ha trovato l'uovo rotto, allora forse dovrei pensare che le è arrivato il ciclo (dico così perché in quel momento ho proprio avuto l'impressione che sarebbe corsa alla ricerca di un assorbente).

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Questa ad esempio era un'interpretazione che mi era sempre sfuggita.