Oggi, mentre andavo a correre come un pirla sulle colline che circondano il mio paesello, ho avuto il piacere di decidere finalmente quale per me sia l'animale più brutto della terra. Quando si va a correre da soli ti possono venire in mente tante di quelle cazzate che poi potresti scriverci un'enceclopedia, ma questa è quella che più mi ha colpito oggi, e ho deciso di riportarvela.
Dapprima ho pensato che gli animali più orrendi potessero essere i serpenti, i pesci abissali, tipo quella schifezza che ha l'antigelo nel sangue oppure quella che riesce a fare luce tramite un pinnacolo sulla sua testa. Sti mostri li si può ammirare solo nei documentari di Piero Angela, che, presumo, vada di persona nella Fossa delle Marianne con pinne, boccaglio e mascherina, per filmare con la videocamera del Siemens queste meraviglie della Natura.
Tuttavia, durante il tragitto, ho finalmente visto il mostro più orrendo che il Creato possa partorire: i pulcini, ma non quelli piccini e gialli. I pulcini che stanno diventando polli, che sono ancora giallastri ma hanno già qualche penna sul grigio, timida ed infeltrita. Fanno davvero cagare. Già i polli fanno schifo, ma questi pollastrelli "in fieri" sono davverò disgustosi. E fra l'altro questo piumaggio stoppaccioso mi ricorda molto i capelli di una mia ex (...Ciao Lucia!).
Beh, comunque, anche se i pulcinotti quasi polli sono animali davvero detestabili, ci sono anche altri animali disgustosi, ad esempio i boa.
Io ho avuto il piacere di calpestare un boa constrictor. Ero in Madagascar, il primo giorno sono uscito dal mio bungalow, erano le 6 di mattina, ovvero le 5 in Italia; considerando che in quel periodo mi svegliavo alle 3 di pomeriggio ero rincoglionito forte.
Ero a piedi scalzi, con questo oceano incantevole dinnanzi a me, l'alba che in tutto il suo fulgore illuminava di baluginanti colori la vegetazione primordiale. Appoggio il piede su una cosa viscida e, grattandomi il sedere, poso il mio sguardo in basso: una specie di vitello a squame.
Ho fatto una capriola all'indietro che Michelle Mc Cool mi chiama al telefono ancora adesso per chiedermi come cavolo avessi fatto! Grazie al cielo il buon serpente si stava facendo bellamente gli affari suoi e ha continuato a farlo, cosicchè me ne sono tornato di nuovo nel bungalow (oddio chiamarlo bungalow è un po' poco, visto che costava 200 euro a notte a testa), in attesa che qualche schiavo di colore andasse a prendere la bestiola e me la levasse dalle scatole.
Era un bel posto: non per vantarmi, anzi, giusto per vantarmi, è catalogato fra i cento alberghi migliori del mondo, e io ci ho passato due settimane, sono un gran figo. Vi posto la foto, così potrete rosicare perchè non ci andrete mai... Buhahaahahahahah!!!
Sento già la gente che mi critica dicendo "Tu, o divino Quetzal, ti vanti di aver speso soldi, ma in realtà sei un mantenuto e sei solo fortunato". A loro dico: E' vero. Detto questo faccio contenti i comunisti ruspanti dicendo che i soldi comunque, e tanti, se li sono presi i locali, quindi alla fin fine non ho fatto nemmeno un peccato capitale.
Anzi.
A dire il vero i padroni dell'albergo erano dei francesi, che schiavizzavano i malgasci neri che ivi lavoravano... Però ho insegnato agli schiavi a dire "Ciao" in italiano e ho regalato loro le caramelle, quindi la mia coscienza è pulita come un panno lavato con la candeggina Ace.
Il Madagascar è un gran posto, lo consiglio a tutti. Non è così costoso come l'albergo dove sono stato, anche se negli altri posti serve spirito d'adattamento. Ho sostato anche in altri alloggi, ben più rustici, e ho avuto l'onore di andare al cesso e trovarmi un geko di fianco, attaccato al muro all'altezza dei miei occhi. Mi teneva compagnia mentre evacuavo e leggevo il libro "Preda" di Michael Crickton. A proposito, consiglio quel libro a tutti.
Il precetto base del turista europeo in Madagascar è: "Lo stipendio medio di un malgascio è 30 euro". Ciò significa che con una spesa irrisoria puoi convincere questi simpatici autoctoni a fare qualsiasi cosa assurda, tipo duelli all'arma bianca fra di loro oppure una gara a chi si butta per primo in un precipizio.
Alcune indicazioni sui prezzi: 12 ostriche freschissime, 1 euro.
Un aragosta gigante, 2 euro.
Una birra da un litro, 10 centesimi.
Un ingresso in discoteca... Se sei bianco gratis, come la maggior parte dei posti. Come si fa a non amare un posto del genere??
A proposito di discoteche: sono stato nella seconda discoteca più grande dell'isola, ed era una stalla riadattata, con tanto di luci di natale appese al soffitto spartiacque, tipico delle cascine della pianura padana. Queste dovrebbero simulare le stroboscopiche e le gelatine.
Un'altra cosa adorabile è la sudditanza che i locali manifestano verso i bianchi, tanto che vi posso garantire che per un bianco qualsiasi che va li è facile come bere un bicchiere d'acqua rimorchiare una bella manza che qui farebbe la modella e farsela. Certo bisogna mettersi quattro profilattici, visto che il minimo che ci si può beccare per una scopata non protetta è il tifo. Ma io i profilattici me li sono portati dall'Italia e mi sono divertito un mondo.
Davvero, sono entrato in discoteca, unico bianco fra una moltitudine di persone. Ho detto alla mia guida, uno di colore, che volevo sedermi. Lui è andato confabulando qualcosa a quelli che occupavano il tavolo, e questi se ne sono andati senza fiatare. Ho mollato loro 10 euro e questi hanno fatto una faccia che l' urlo di Munch era poca cosa a confronto.
Mi siedo e la guida, in francese, mi dice: "Scegli una ragazza". E io incredulo: "Beh quella la è carina - indicando un pezzo di figa da capogiro - ma non saprei come abbordare qui, in francese per giunta". E lui me l' ha portata. Non sapendo che cazzo dire le chiedo: "Comment tu t'appelle?" "Je m'appelle Linda" e via, lingua in bocca. Ottimo inizio. Mi apparto con lei in una spiaggetta e me la faccio senza tanti complimenti. Tutte le sere così, too easy, ma anche assai divertente.
Una volta invece mi sono infrattato con una cameriera che lavorava a Nose Be, molto carina, ottimo fisico e anche un bel sorriso. Mi piaceva provarci con lei mentre serviva i piatti, visto che da regolamento i padroni europei, se avessero visto che una dipendente nera si fa adescare da un turista, l'avrebbero frustata e crocefissa.
Una sera lei mi propone di fare una passeggiata in riva al mare, ma complice l'accentazione del francese malgascio, ho capito che lei se ne andava a fare una passeggiata per i fatti suoi, cosicchè abbiamo fatto un pezzo di strada assieme fino al bungalow dove alloggiavo e li le ho detto che entravo. Sono entrato e mi sono messo a dormire. Lei mi ha aspettato per mezz'ora fuori e poi è andata via.
Il giorno dopo era molto triste perchè credeva di non piacermi, e io le ho dimostrato il contrario, dopo essermi concesso una grassa risata al pensarla fuori come una cretina sul selciato per un'ora intera.
Il Madagascar è un crogiuolo di razze: malgasci, francesi, cinesi, indiani, cosicchè questa mescolanza di razze crei ragazze fantastiche. I ragazzi non tanto, erano quasi tutti, se non la totalità, dei cessi. Però le ragazze valevano, difatti il mio cuore è rimasto la dalla mia Zoue, che era una ragazza mulatta, con i capelli ricci neri lunghi e gli occhi dal taglio orientale. Oltretutto faceva dei pompini da mille e una notte.
Ma non è solo per le ragazze che la simpatica isola si rende interessante. Qui potrete mangiare una moltitudine di piatti assolutamente impensati qui da noi.
Quando scesi dall'aereo che compì la tratta Parigi - Antananarivo, venni accolto assieme ad amici e parenti dalla suddetta guida malgascia, di nome Fidel.
Era ora di cena, e fummo portati in un ristorantino della capitale. Io, in preda a delirium viatoris decisi di ordinare qualcosa di veramente speciale: "Fidel, voglio il piatto tipico del Madagascar, quello che voi preferite insomma".
Il volto della guida si illumina di una gioia fanciullesca, dopodichè in un linguaggio che a me pareva un affastellamento casuale di borborigmi tradusse le mie volontà al cameriere.
Fidel, felicissimo, iniziò ad elencarmi tutte le virtù di questo piatto, di quanto fosse buono e tante altre amenità. La pietanza arriva, servita su un vassoio di alluminio e coperta da uno di quei coperchi semi ovoidali che non saprò mai come cazzo si chiamino.
Le voilà: risotto allo zafferano.
Io, stupito, guardai Fidel che al contrario sorrideva, come a dire "Visto che figate cuciniamo qui?", e gli dissi: "Cazzo sono andato dall'altra parte del pianeta per mangiare il risotto alla milanese". Lui rimase deluso, ma dopo qualche birra e qualche rutto ci abbiamo riso sopra.
Altre cose da mangiare sono la carne di Zebu, una mucca con la gobba che esiste solo li e transita tranquillamente sulle piste d'atterraggio della capitale, e la carne di coccodrillo, bianca, sa di pollo ma ha la consistenza del pesce. Non male.
Insomma, visitate il Madagascar, ottimo viaggio, fauna e flora da paradiso e bella gente, disposta a schiavizzarsi per poco.
Stay Beautiful!
[Modificato da Huitzil 12/09/2006 12.03]