OSSERVARE:IlTeatro, la Mente CheSiApre come FioreCheSboccia
Come possiamo allenarci a mutare i punti di vista sulle cose? E’ proprio un fatto di allenamento, a cui dobbiamo sottoporci, un allenamento, che, dapprima, può essere solo immaginato, ma poi, deve diventare reale...cosa può cambiare nelle cose, visto, che, comunque, lo spettacolo è uguale dappertutto?...il teatro è un qualcosa di interattivo e dove sono posizionato corrisponde a interattività diverse. Nel teatro mutano i nostri rapporti visivi, percettivo sensoriali, auditivi e interattivi. Nel loggione, ubicato in alto, a volte, quasi arrampicato al soffitto...il punto di vista è totalmente particolare e peculiare, gli attori sul palco, quasi soldatini o giochi di bambole....il tuo davanti è sempre sotto di te, come in una arena . I suoni che provengono dal basso salgono, come nebbiolina fine, verso l’alto. Ma vi sono anche altri suoni: quelli degli spettatori intorno....un altro spettacolo, allo interno dello spettacolo…In platea, dove la percezione, anche sensoriale, delle cose è diversa, poltroncine in genere più comode, davanti altra gente che ti ostruisce l’orizzonte e lo segrega, ed il palcoscenico è posto in alto, come un qualcosa di discreto, che, aleggia sopra di te. Forse un po’ di imbarazzo ti prende, in relazione ad un ambiente più formale, in cu il dissenso è espresso da un timido applauso...gli abiti risplendono, ma non risplende il sentire interiore....I palchi....Nel palco estremo più laterale, alla stessa altezza o quasi, del palcoscenico, l’impatto visivo, partecipativo, auditivo è totalmente peculiare. Hai un punto di vista obliquo, che, sbircia dietro le quinte, verso l’opposta direzione, un punto di vista che taglia fuori tutto quello che succede sul tuo lato....Potremmo continuare all’infinito, perché infiniti sono i punti di vista possibili....orchestrali, basato su un dato parziale, spesso non visivo, ma solo auditivo. Il punto di vista dei macchinisti e elettricisti, posto in alto, sospeso in un mezzo cielo....introducendo ulteriori varianti, in un sistema, quasi senza fine, il punto di vista dello spettatore, ovunque sia ubicato, dipende da come è predisposto a guardare o a non guardare, a ascoltare o a non ascoltare, a farsi prendere da sensazioni o meno, ritornando alla immagine del fiore che si apre, come un fiore che sboccia, o che si chiude, se pone la sua attenzione dentro di se, continuando con la monotonia dei suoi pensieri, o se si apre al mondo, lasciandosi permeare da esso.