01 febbraio 2008
Da oggi la Liguria
può costruire le autostrade
Daniele Grillo
Da oggi la Regione Liguria potrà autonomamente costruire le proprie autostrade. Approda stamattina in giunta su proposta dell’assessore alle Infrastrutture Luigi Merlo, infatti, la legge regionale che istituisce una novità assoluta nell’ambito della creazione di nuove bretelle e tratti autostradali sul territorio.
L’assessore Merlo ha annunciato il provvedimento - che verrà approvato dalla giunta di Claudio Burlando nella seduta odierna - nel corso di una riunione tenutasi a Casarza Ligure nei giorni scorsi, e rappresenta l’inizio di un percorso che potrà portare, in occasione della creazione di nuove infrastrutture d’interesse regionale, alla creazione di società ad hoc partecipate dall’ente stesso o realizzate in partnership con Anas. Prima di quest’opportunità, la Regione si poteva limitare a richiedere con forza la realizzazione delle sue opere, ma non poteva avere voce in capitolo sulla sua realizzazione e sulla gestione di appalti e progettazione.
Da oggi potrà anche decidere le tariffe e ritrovarsi l’opera finita tra i beni di proprietà. A cosa servirà questa legge nell’immediato? La speranza è quella di sbloccare l’avvio lavori di due opere che da tempo stentano a decollare. Parliamo ad esempio della Gronda di Levante - collegamento tra Polcevera e Sestri Levante - e dell’autostrada Albenga-Millesimo-Predosa (fuori da questo discorso il raddoppio dell’A10 conosciuto come Gronda di Ponente, considerato un surplus di un’affidamento già assegnato ad Autostrade per l’Italia).
La prima a sbloccarsi potrebbe essere proprio la Gronda di Levante, fino ad oggi considerata un’opera di interesse nazionale e da domani riconosciuta come infrastruttura regionale (una dicitura che prima non esisteva). La legge prevede anche la possibilità di formare società con altre Regioni limitrofe, per la realizzazione di un tratto di strada veloce. Questo è evidentemente l’intento dell’ente nel caso dell’Albenga-Predosa, un’opera considerata di recente «prioritaria» e «urgente» dal presidente provinciale di Savona Marco Bertolotto. Una volta realizzate, le autostrade regionali potranno anche costituire una fonte di reddito per l’ente. Se la Regione si farà soggetto realizzatore di un’opera, infatti, avrà anche voce in capitolo sulla sua successiva gestione e sull’affidamento della concessione.
Potrà capitare ad esempio che l’ente decida di farsi finanziare e costruire l’opera da un privato (la procedura si chiama project financing) in cambio di una concessione al termine della quale il bene torna di proprietà della regione stessa. Anche sulle politiche tariffarie e la gestione della manutenzione, è chiaro, ci sarebbero dei vantaggi. Il pedaggio, alla fine del processo, potrebbe diventare un’entrata del tutto inedita per l’ente, che in ogni caso manterrebbe un’importante ruolo nella decisione della quota da far pagare al cittadino che si serve del tratto costruito con la regia regionale.
Per molte Regioni italiane sta diventando prioritario e di grande interesse emanare nuove disposizioni normative mirate ad intervenire direttamente sull’intero sistema viario con il varo delle autostrade regionali. La Liguria è infatti la terza regione a dotarsi di una legge in questo campo, Prima sono arrivate la Regione Emilia Romagna e la Regione Lombardia, mentre in Piemonte si sta seguendo lo stesso percorso di Genova. La legge stabilisce un sostanziale spostamento della direzione delle politiche della viabilità autostradale dallo Stato alla Regione.
Ma non agisce su autostrade già realizzate, sulle quali la competenza dell’ente rimane limitata. Probabile che nello stesso provvedimento, come è già avvenuto in Lombardia e in Emilia, la Liguria abbia inserito anche misure di salvaguardia ai progetti imbracciati (no all’edificazione nelle aree interessate dall’autostrada in costruzione, obbligo ai Comuni coinvolti di sospendere interventi edilizi in contrasto con il progetto).