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Porto di Pra-Voltri

Ultimo Aggiornamento: 06/02/2013 21:48
30/10/2006 10:30
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Questa cartella riguarda il presente e il futuro della parte più occidentale del porto di Genova, parte che è quasi esclusivamente dedicato al traffico contenitori.
Ho usato nel titolo del topic una terminologia politically correct per non scontentare gli amici Praesi [SM=g27985]

[Modificato da euge1893 31/10/2006 9.52]

30/10/2006 10:38
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Noi Voltresi lasciamo molto volentieri a Pra il suo porto...
03/01/2007 17:01
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Ecco come è prevista l'espansione del Porto di Voltri sulla base del Piano Regolatore portuale:

www.otinordovest.it/Allegati/geVoltri.pdf
03/01/2007 17:24
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Se i miei concittadini voltresi vedono questo file, gli viene un colpo. Il riempimento tra il rio San Giuliano e l'attuale "pennello" del porto è stato eliminato da una recente variante al PRP che recepisce una parte dell'affresco del semi-dio locale (si vede che dall'alto della sua postazione a Crevari non vuol più vedere i riempimenti)
03/01/2007 17:31
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Eh già, avevo sentito delle rivolte dei Comitati, che addirittura osteggiano l'ipotesi dei nuovi modesti riempimenti prevista da Renzo Piano.
Claudio riesci a trovare da qualche parte una mappa della variante al PRP?
26/01/2007 14:44
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Rispondo qua a un post di Lucamax, che aveva scritto quanto segue in un'altra discussione:

Post di Lucamax:

Scritto da: euge1893 26/01/2007 9.30
E noi, invece, siamo impantanati nel tombamento della Bettolo e progionieri dei veti dei comitati per l'espansione di Voltri



Ma tu non credi che a ponente abbiano gia' sofferto abbastanza?

C'e' un progetto, e' quello di Renzo Piano, che piaccia o non piaccia ma e' uno dei piu' apprezzati architetti del nostro tempo, e' un progetto che aumenterebbe enormemente le aree da destinare al porto migliorando la citta' anche in termini ambientali.

Perche' non si punta decisi su quello? Cos'e' che lo frena? Ci vorrei veder chiaro su questa faccenda, a me parrebbe di una logica elementare fare, nei tempi piu' brevi possibili, quello che prevede quel piano.

Ma i poteri forti evidentemente non la pensano cosi'.

----------------

Guarda che i Comitati l'affresco di Piano lo contestano alla grande! [SM=g27994]
26/01/2007 16:39
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Scritto da: euge1893 26/01/2007 14.44
Guarda che i Comitati l'affresco di Piano lo contestano alla grande! [SM=g27994]



Fatico a capire il motivo dell'opposizione. A Prà/Voltri i cambiamenti importanti (nuovi attracchi per lo short sea shipping) si avranno in un area ben distante dall'abitato, anzi ci saranno interventi di riqualificazione di aree attualmente inutilizzate o destinate a deposito di rottami.

A Multedo verrà spostato il porto petroli (sarà ricavato all'estremità di ponente dell'attuale penisola aeroportuale). Si ricaverà spazio per attività cantieristiche per la nautica, più lo spazio destinato alla città (si parla di un parco urbano) tra via Merano e la ferrovia. L'insenatura del Chiaravagna sarebbe parzialmente colmata e risistemata a verde pubblico, con particolare attenzione a mettere in sicurezza lo sbocco a mare del torrente.

L'ampliamento del porto container lungo l'attuale banchina aeroportuale non penso avrebbe impatto sulla vivibilità dell'area: si tratta di aree già adesso lontane dall'abitato, collegate ai nodi ferroviari/autostradali.

Per il ponente i cambiamenti principali sarebbero questi: mi pare che si prospettino miglioramenti, bonifiche, restituzione di spazi alla città. Che si vuole di più? Tornare all'800, con la spiaggia sotto la lanterna non è realisticamente possibile.
26/01/2007 16:57
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Io anche non capisco.... già mi sembra per nulla scandaloso il riempimento previsto dal PR portuale, visto che non si riempirebbe un solo cm quadrato di Utri beach: allego nuovamente la mappa: www.otinordovest.it/Allegati/geVoltri.pdf, peraltro già modificata da una variante, che mi piacerebbe molto vedere e che a quanto pare (come ricordava Cliobini) recepisce l'affresco di Piano (vedi foto allegata dell'affresco riguardante Pra e Voltri):





[Modificato da euge1893 29/01/2007 16.24]

26/01/2007 20:56
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A dire il vero mi sembra che i Comitati Locali abbiano sostenuto l'ipotesi di Piano che poi è stata inserita nella variante del PRP.
Cmq provo un attimo a cercare di spiegare l'atteggiamento dei Comitati (anche se non lo condivido pienamente, ma mi par doveroso rispettare l'opinione di tutti).
Parlo da mezzo Voltrese e mezzo tecnico (avendo seguito un corso di Scienze dei trasporti e della logistica).
Io non sono di quelli che dicono di no all'espansione del porto e non voglio la spiaggia sotto alla Lanterna, anche se a volte mi rammarico per la perdita di bellezze naturali che peraltro non ho mai visto.
Il porto è stato prospettato molte volte come una occasione per creare occupazione e ricchezza per il territorio e sappiamo bene che ciò non avviene o almeno non avviene nella misura in cui era stato previsto: infatti la controparte (i terminalisti) guadagnano di più, quanto maggiore l'automazione del porto e quindi minore la necessità di personale.
Anche se i riempimenti sono previsti lontano dalla spiaggia, dalle case e da tutto il resto, bisogna mettere in conto fenomeni di erosione delle spiagge che danneggiano quel poco che è rimasto. Se poi gli accosti sono per short sea shipping vogliono dire più camion che passano sull'autostrada e quindi sotto le case di quelli che il porto lo vedono da lontano.
Quindi i problemi ci sono, anche se non so fino a che punto la popolazione sia conscia di questi fatti o piuttosto stia a guardare solo il suo orticello fregandosene del resto.
Ma faccio un passo avanti: si vuole espandere il porto? Benissimo, ma cosa ne abbiamo in cambio? Perchè i quartieri del Ponente e della Val Polcevera devono continuare a ricevere servitù che sono utili per l'intera città? E quanto sono veramente utili per la città? L'inceneritore è un altro di questi esempi: certamente serve per la città ma nessuno lo vuole. Perchè non lo facciamo ad esempio dietro il Monte Fasce?
Faccio anche una considerazione ulteriore: il successo di un porto non è tanto nella sua dotazione di aree di stoccaggio ma nella facilità e nella velocità con cui la merce arriva a destinazione. Teoricamente la condizione ideale sarebbe quella in cui il container arriva al porto e viene immediatamente caricato sul mezzo terrestre (preferibilmente ferroviario) che lo porta a destinazione, senza nemmeno mettere "piede" sul piazzale. Meno tempo sta fermo e meno soldi vengono persi. Ovviamente questo non è possibile, ci vogliono i piazzali se non altro perchè i container provenienti da una nave non vanno tutti alla stessa destinazione, così come non provengono tutti dalla stessa origine e quindi devono essere raccolti e smistati per andare sui treni o sui camion opportuni. Ma comunque deve rimanere sul piazzale meno tempo possibile.
Il porto di Voltri è dotato di otto binari lunghi 1600 metri (il che significa oltre 500 carri pianale) con tre transtainer che possono movimentare fino a 30 container all'ora. Il parco interno è collegato con uno esterno da 4 binari che teoricamente serve solo per l'inversione della marcia del treno e l'aggancio del locomotore elettrico, il quale a sua volta è connesso alla bretella Voltri - Borzoli che finisce nel nulla. Allora vogliamo prima completare questa bretella e far arrivare i treni alle linee di valico (anche senza un terzo valico), poi eventualmente verificare se ci sono i traffici potenziali che giustificano nuovi riempimenti? Avete mai visto che disordine e disorganizzazione c'è nel porto storico? Sono convinto che almeno un 30% di spazi è sprecato per la frammentazione delle aree tra tantissimi operatori.
Concludo. Purtroppo ciascun cittadino nel suo piccolo guarda esclusivamente al suo tornaconto; è molto difficile che capisca che certe decisioni possono essere prese perchè sono la migliore soluzione per la collettività (a meno che non si voglia arrestarne lo sviluppo). Ma l'Amministrazione pubblica dovrebbe essere in grado di compensare queste "perdite" in modo che il cittadino medio accetti comunque queste scelte. Fino a questo momento è avvenuto in rari casi e la gente non si fida più delle parole dei politicanti.
26/01/2007 22:15
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Bravo cliobini, hai toccato alcuni punti cruciali.

L'espansione dei traffici portuali non porta oggi un'adeguata (o quantomeno importante) ricaduta sull'occupazione, per i motivi che spiegavi. Questo è un problema che non riguarda tanto i comitati, ma dovrebbe essere analizzato con attenzione dall'amministrazione comunale. Vale la pena per la città realizzare una nuova banchina di 3 chilometri sull'attuale pista dell'aeroporto, se poi questa genera un incremento minimo dell'occupazione locale?

Riguardo alle cosiddette autostrade del mare... d'accordo sull'aumento dei camion, però quale soluzione alternativa ci sarebbe? Il porto di Voltri in fondo è subito collegato con l'autostrada... se questa poi corre in mezzo alle case è un problema già oggi soprattutto nel tratto tra l'aeroporto e voltri, ma che potrebbe essere risolto con la nuova gronda.

Il ponente ha pagato fin troppo, per questo penso sia fondamentale (e sono d'accordo con la tua analisi) che prima di lanciarsi a fare nuovi riempimenti e nuove banchine sia più importante milgiorare l'efficienza delle infrastrutture di cui il porto è già dotato.

In quest'ottica, con i dovuti rimpimenti a Sampierdarena e con un riassetto organizzativo degli spazi e del trasporto a terra si ridurrebbero i tempi ed i costi: in definitiva è quello che rende competitivo un porto. Potremmo avere la banchina più lunga e bella del mondo, ma se poi non ci sono i binari, o i treni sono lenti, o un camion impiega ore ad uscire dal porto per qualche disservizio doganale... è tutto inutile.

27/01/2007 17:23
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Re:

Scritto da: cliobini 26/01/2007 20.56

(omissis) bretella Voltri - Borzoli che finisce nel nulla. Allora vogliamo prima completare questa bretella e far arrivare i treni alle linee di valico (anche senza un terzo valico), poi eventualmente verificare se ci sono i traffici potenziali che giustificano nuovi riempimenti?



Teoricamente non ti posso che dare ragione.
Il problema è che se occorre aspettare che la bretella sia "allungata" prima di procedere con i nuovi riempimenti, si interpone una variabile (temporalmente indefinita, si vedano le notizie di oggi che rivelano che i lavori al nodo sono fortemente a rischio) a lavori che dovrebbero, invece, essere eseguiti immediatamente per il semplice fatto che, nel frattempo, i porti concorrenti stanno creando i presupposti per competere al meglio.



Avete mai visto che disordine e disorganizzazione c'è nel porto storico? Sono convinto che almeno un 30% di spazi è sprecato per la frammentazione delle aree tra tantissimi operatori.



La questione è arcinota, purtroppo. Qualcuno ricorderà pure un'inchiesta del Secolo XIX di qualche anno fa. Lì il ventre molle sta nell'A.P. che, evidentemente, non svolge in modo soddisfacente la propria funzione regolatoria, sia in punto sfruttamento ottimale degli spazi, sia nei rapporti con i terminalisti (ad esempio prevedendo performance da rispettare, pena la perdita della concessione), per cui costoro ci marciano alla grande anche "rivendendo" le concessioni a terzi a canoni assai più alti di quelli imposti a loro.


Concludo. Purtroppo ciascun cittadino nel suo piccolo guarda esclusivamente al suo tornaconto; è molto difficile che capisca che certe decisioni possono essere prese perchè sono la migliore soluzione per la collettività (a meno che non si voglia arrestarne lo sviluppo). Ma l'Amministrazione pubblica dovrebbe essere in grado di compensare queste "perdite" in modo che il cittadino medio accetti comunque queste scelte. Fino a questo momento è avvenuto in rari casi e la gente non si fida più delle parole dei politicanti.



Il difetto, Claudio è proprio quello e concordo con te. Se i capoccioni che fanno le scelte nel nome del pubblico benessere si prendessero la briga di illustrare esaurientemente il perché delle loro scelte, probabilmente molte proteste verrebbero meno. La gente ha paura di tutto ciò che è nuovo nel proprio ambito territoriale principalmente perché ignora (meglio: viene tenuta all'oscuro di) ciò che si intende fare su quel territorio.

Variante PR portuale

Ho trovato questa news sul sito di Trail Liguria:

Il Comitato Portuale di Genova ha definitivamente bocciato il 20 dicembre 2005, il riempimento di circa 300mila metri quadrati previsto per l'area portuale di Voltri, approvando invece la realizzazione di un'area di 25mila metri quadrati al servizio della nautica da diporto e alle connesse attività di cantieristica, la realizzazione di uno specchio acqueo protetto da due dighe curvilinee di circa 73.700 metri quadrati al servizio dei pescatori professionali del comparto marittimo genovese e la realizzazione di un piazzale di 63.125 metri quadrati con quattro nuovi accosti destinato al servizio delle Autostrade del mare così come previsto dal progetto dell'architetto Renzo Piano per l'area di Voltri.

Sul sito di Civis Urban Center si dice che:

E' in fase di definizione l'intesa per una variante al Piano Regolatore Portuale relativa alla realizzazione a Voltri di un porticciolo per i pescatori professionisti e la nautica da diporto, della connessa cantieristica e del potenziamento degli accosti delle autostrade del mare, in attuazione del disegno di Renzo Piano.

Ma questa variante è stata poi adottata oppure no?


[Modificato da euge1893 27/01/2007 22.12]

28/01/2007 10:25
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nel frattempo, i porti concorrenti stanno creando i presupposti per competere al meglio.

Competono al meglio perchè hanno le infrastrutture retroportuali non perchè fanno i riempimenti. Senza infrastrutture i riempimenti non servono a niente. Quindi prima si migliorano i collegamenti e poi si fanno i riempimenti.


Se i capoccioni che fanno le scelte nel nome del pubblico benessere si prendessero la briga di illustrare esaurientemente il perché delle loro scelte, probabilmente molte proteste verrebbero meno

Non si tratta solo di spiegare le scelte ma anche (e soprattutto) di compensare i danni ed i costi che la popolazione deve subire. Al signor Parodi di Prà non gliene frega niente del fatto che il porto che gli ha tolto la spiaggia incrementa il PIL nazionale, deve essere ricompensato per le perdite che ha subito. Il problema è che la gente comunque non crede più alle promesse del "tra dieci anni".
01/02/2007 14:50
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Re:

Scritto da: cliobini 28/01/2007 10.25

nel frattempo, i porti concorrenti stanno creando i presupposti per competere al meglio.

Competono al meglio perchè hanno le infrastrutture retroportuali non perchè fanno i riempimenti. Senza infrastrutture i riempimenti non servono a niente. Quindi prima si migliorano i collegamenti e poi si fanno i riempimenti.



Scusa ma con questo ragionamento forse fra venticinque anni cominceremo a vedere uno sviluppo "vero" del porto... peccato che i competitors avranno già intercettato il "nostro" traffico.

Sarebbe invece ottimale che le due cose procedano insieme, di pari passo, in maniera tale che quando le une (le infrastrutture) e gli altri (i riempimenti) saranno pronti la cosa può funzionare da subito, magari a regime ridotto all'inizio e si potrà già programmare l'ulteriore sviluppo )come a Marsiglia.

Nel frattempo, fin tanto che le infrastrutture sono nella palude e non partono, non vedo cosa ci sia di male nel portarsi avanti con i riempimenti.

Temo che se proseguirà la stasi, alla fine il Sig. Parodi di Prà magari sarà ricompensato perché gli danno una bocciofila nella fascia di rispetto, ma purtroppo si ritroverà il figlio disoccupato [SM=g27992]

[Modificato da euge1893 01/02/2007 16.34]

01/02/2007 15:01
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Re:

Se i capoccioni che fanno le scelte nel nome del pubblico benessere si prendessero la briga di illustrare esaurientemente il perché delle loro scelte, probabilmente molte proteste verrebbero meno

Non si tratta solo di spiegare le scelte ma anche (e soprattutto) di compensare i danni ed i costi che la popolazione deve subire. Al signor Parodi di Prà non gliene frega niente del fatto che il porto che gli ha tolto la spiaggia incrementa il PIL nazionale, deve essere ricompensato per le perdite che ha subito. Il problema è che la gente comunque non crede più alle promesse del "tra dieci anni".



OK ma ragionando così si arriva ad un cortocircuito... la popolazione del ponente deve essere compensata del sacco della città degli anni 60-70 e della scomparsa di una parte del litorale, lo capisco, ma concretamente che cosa vuol dire ?

Poiché le aree dove sviluppare il porto sono quelle a mare e - in minima parte - a Ponente, mi chiedo e vi chiedo quale sia il male minore: arrestare lo sviluppo possibile della città in nome di queste (un po' fumose) rivendicazioni del ponente (che determinano la stasi) oppure dar corso senz'altro ai piani di sviluppo programmati, al limite anche prescindendo dalle più radicali pretese della popolazione locale?

Posto di fronte ad un simile dilemma io non ho molti dubbi, ma non sono nato né vivo nel Ponente, per cui desidero sentire l'avviso degli amici ponentini.
01/02/2007 15:12
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Ribadisco: l'efficienza del porto non è negli spazi che ha a disposizione per lo stoccaggio dei container, ma piuttosto nella rapidità dell'inoltro a destinazione. Quindi bisogna migliorare l'intera catena logistica, senza che l'importanza degli spazi portuali sia predominante.
Poi sul dilemma sviluppo del porto = sviluppo della città mi sembra che ci sia parecchio da dibattere
02/02/2007 12:47
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Voltri, evapora un pezzo di porto
riporto da www.ilsecoloxix.it

Voltri, evapora un pezzo di porto
terremoto nel porto di Genova, nuova gara in vista
Il Consiglio di Stato annulla la concessione del sesto modulo rilasciata a Psa di Singapore

Genova. Non importa che il sesto modulo del porto di Voltri «costituisca prolungamento delle altre sezioni della banchina». E non importa neppure che allo stesso sesto modulo si può accede solo «utilizzando le attrezzature e gli spazi preesistenti, affidati alla Voltri Terminal Europa spa». Il Consiglio di Stato annulla la concessione di quei 150 mila metri di territorio portuale, rilasciata nel 2005 dal Comitato di Palazzo San Giorgio alla società controllata da Psa di Singapore, confermando sostanzialmente l'ordinanza già emessa dal Tar della Liguria, che nei mesi scorsi aveva accolto un ricorso presentato dal gruppo Contship Italia, guidato da Cecilia Battistello.
La sesta (ironia della sorte...) sezione del Consiglio di Stato, presieduta da Giorgio Giovannini e composta dai consiglieri Sabino Luce, Carmine Volpe e Gianpiero Paolo Cirillo, ha ben presente che quel pezzo di Voltri è parte integrante dei precedenti cinque moduli realizzati sul mare. Ma ritiene che «siffatte circostanze, proprie della situazione logistica dei luoghi, non impongano la gestione di un unico soggetto e non possano esentare dall'osservanza dell'obbligo di indire una gara». E questo, aggiunge la sesta sezione del Consiglio di Stato, «anche in considerazione della notevole estensione del territorio in questione - circa 20 ettari di superficie - e in applicazione di quanto prescritto dall'articolo 18, comma 1, della legge 84/94». I magistrati dell'ultimo grado della giustizia amministrativa, nella loro motivazione, chiariscono anche il senso della legge di riforma portuale, secondo la quale «le concessioni sono affidate, previa determinazione dei relativi canoni, anche commisurati all'entità dei traffici, sulla base di idonee forme di pubblicità, stabilite dal ministero dei Trasporti di concerto con il ministero delle Finanze».
Sempre secondo il Consiglio di stato, «si è in presenza di una modifica nell'estensione della zona demaniale», per cui non è invocabile l'interpretazione secondo cui non occorre gara quando non venga apportata «alterazione sostanziale al complesso della concessione stessa».
Respinti al mittente, dunque, i ricorsi presentati al Consiglio di Stato (contro la sentenza del Tar) da parte del ministero dei Trasporti, della Regione Liguria, del Vte di Voltri, dell'Autorità portuale di Genova, della Provincia e del Comune. Accolte, invece, le ragioni di Contship Italia, rappresentata e difesa dagli avvocati Francesco Munari e Federico Sorrentino. Nessuna parola, particolare determinante, viene spesa dal Consiglio di Stato sulla possibilità o meno che l'attuale concessionario del terminal (Psa-Vte) parteci ad una gara per riconquistare la concessione.
La decisione del Consiglio di Stato è l'ennesima mazzata - ampiamente annunciata - che si abbatte sul porto di Genova. Saltano d'un colpo le poche certezze esistenti, la pianificazione del sistema portuale diventa una chimera e sul maggior terminal container italiano (escludendo Gioia Tauro) cala l'ascia che amputa una fetta di banchina vitale e, ovviamente, indispensabile per sviluppare business e traffici. Esploso all'interno di un panorama politico, amministrativo e gestionale quantomeno precario, il conflitto tra i due colossi dei porti (Contship della coppia Battislello-Eckelmann da una parte e Psa-Vte dall'altra) si trasforma in terremoto devastante.
Che cosa accadrà nei prossimi giorni? Su quella fetta di territorio, Vte ha già investito quattrini, attrezzando l'area con nuove gru e dirottando traffici e navi sul sesto modulo. Quale mediazione o punto d'incontro potranno mai individuare e trovare Singapore e la Battistello?
Il gruppo Contship, contestando l'assegnazione fatta dal Comitato portuale di Genova, ha chiesto e ottenuto che sia indetta una gara internazionale. «L' assegnazione - ha commentato ieri il presidente dell' Authority, Giovanni Novi - era stata decisa dopo aver sentito il parere dell'Avvocatura dello Stato, secondo cui non era necessario indire una gara. Eravamo infatti convinti che fosse legittima l'inviduazione del Vte. Ora sarà necessario rivedere la pratica, alla luce di una nuova gara che dovà essere indetta velocemente». Lapidario il commento di Luigi Negri, presidente dei terminalisti: «Considerare quel pezzo di terra un terminal autonomo è follia».
Giorgio Carozzi
02/02/2007

25/09/2007 15:59
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da www.ilsecoloxix.it

Sesto modulo di Voltri presto il nome del vincitore
attesa per la decisione
Intanto il Comune insiste: «Possiamo arrivare a 10 milioni di container»
Genova. La partita è di quelle importanti non solo per Genova e la Liguria, ma per l'intero sistema portuale nazionale: dovrebbe esprimersi entro pochi giorni, forse già prima del Comitato portuale di venerdì, la commissione incaricata dall'Autorità portuale di valutare le proposte in gara per l'assegnazione del sesto modulo del terminal contenitori di Voltri. Due i candidati alla gestione di questo pezzo di porto: da una parte il più grande gruppo terminalistico attivo in Italia, Contship, dall'altra una cordata guidata da Fs e che comprende al suo interno l'armatore cinese Cosco e Psa, attuale terminalista dei restanti cinque moduli di Voltri. Secondo fonti informate sul lavoro della commissione, l'esame è alle battute finali, e potrebbe essere presentato all'Autorità portuale già prima del Comitato portuale di venerdì, probabilmente domani. In teoria, ma solo in teoria, in tempo per essere esaminata dallo stesso Comitato. Più probabile che slitti più in là, anche perché prima di deliberare istituzioni e mondo economico vogliono vederci ben chiaro, individuando in Voltri il perno della possibile trasformazione dell'intero porto.
Il Comune - e il consulente del sindaco Maurizio Maresca lo ha ribadito ieri in occasione della presentazione di uno studio sulle ricadute dell'economia portuale sul territorio realizzato dall'Università di Genova e commissionato dalla Provincia - pensa a un grande porto in grado di manipolare 10 milioni di contenitori l'anno, contro i 2 scarsi di oggi. Un obiettivo di prospettiva che fa leva sulle indicazioni europee (Genova è capolinea sud del corridoio 24, che unisce il Mediterraneo a Rotterdam) e realizzabile solo se «a Voltri si insedia un grande operatore in grado di fare i grandi numeri». Fs va bene, insomma, solo se veramente riesce a creare quel grande operatore logistico nazionale che oggi non c'è e viene a investire massicciamente su Genova, magari fornendo garanzie chiare sulla realizzazione in tempi brevi del Terzo valico ferroviario.
«Se Fs sbarca a Genova come terminalista, un minuto più tardi sarà uno dei più convinti sostenitori del Terzo valico, quale non è mai stato»è l'opinione dell'assessore ai Trasporti regionale Luigi Merlo.
Legato a doppio filo al destino di Voltri c'è quello del retroporto: chi occupa le banchine, infatti, causa scarsità di spazi deve, almeno in prospettiva, mettersi in testa che parte dei contenitori andranno portati via treno oltreappennino, nelle banchine secche dell'alessandrino. Ieri Augusto Cosulich, partner italiano di Cosco e quindi in lizza per il sesto modulo con Fs e Psa, ha reso noto che nel piano d'impresa c'è l'obiettivo di movimentare il 50% dei contenitori via ferro.
Ma il porto che arriva sino in Piemonte, giocoforza, obbliga a rivedere anche i meccanismi di governo dei porti: «La riforma dell'84/94 è urgente - è tornato a ribadire ieri Merlo - va cambiato radicalmente il ruolo dell'Autorità portuale. Io ho atteso sei mesi, responsabilmente, che il governo presentasse la sua proposta. Ora però il tempo è scaduto, e a questo punto vado avanti con la nostra legge regionale».
Samuele Cafasso
25/09/2007

27/10/2007 12:34
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Da "Il secolo XIX"


Clamoroso, la “Emma Maersk”
attracca al terminal di Voltri
Samuele Cafasso

Emma Maersk, la nave portacontainer più grande del mondo, è ieri approdata per la prima volta al Vte di Voltri. Nonostante le cattive condizioni metereologiche, vento forte e mare mosso, tutto è andato per il verso giusto. Anche grazie all’esperienza di Edoardo Bozzo, uno dei piloti più esperti nel porto di Genova, che ha eseguito con perizia la manovra. Peccato, però: si trattava solamente di una finta.

Meglio, di una simulazione condotta nei laboratori genovesi del Cetena, gruppo Fincantieri, per vedere se davvero Genova sarebbe in grado, sistemate alcune cose tipo i dragaggi, di ospitare le navi da 10.000 contenitori e più che già oggi solcano i mari di tutto il mondo. La simulazione è stata condotta per verificare la fattibilità del “bruco”, il progetto portato avanti dal Politecnico di Torino con il supporto di alcuni operatori portuali genovesi, tra cui Bruno Musso, che prevede di collegare il terminal di Voltri direttamente con i piazzali portuali Oltregiogo, grazie a un sistema di treni navetta che arrivano sino in banchina.

Un progetto avveniristico che costerebbe alla città 3,6 miliardi di euro per portare Genova a manipolare ogni anno 9 milioni di contenitori. La nave, nella simulazione, ha attraccato alla diga foranea, dove secondo il progetto del Siti (Istituto superiore sui sistemi territoriali per l’innovazione) dovrebbero arrivare i treni. Il simulatore del Cetena, che può sembrare un grande videogioco e invece è una tecnologia importantissima, ha riprodotto fedelmente tutte le caratteristiche del terminal di Voltri, in sei diverse condizioni metereologiche, tranne i fondali.

La Emma Maersk, infatti, ha un pescaggio di 15,5 metri. I fondali del Vte, dati dell’Autorità portuale, si fermano a quota 15. In questo, insomma, il simulatore ha un po’ barato. La settimana prossima, poi, ci sarà una nuova prova. Con navi da 18.000 teu, lunghe 400 metri e larghe 60. Che sono il futuro, forse nemmeno troppo remoto, del trasporto marittimo.



Sigh, che delusione, ero convinto avesse attraccato veramente e stavo per andare di corsa a fare delle foto... chissa se arriverà mai una nave tanto grande... vabbè, mi sono consolato scrivendo una micro voce della nave su Wikipedia... [SM=g27992] [SM=x1405310]


28/10/2007 12:06
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Eh già, mi sa che non vedrai arrivare navi di questo tipo a Genova. Ma non per una questione di carenza infrastrutturale, ma per altri motivi.

Navi così grandi sono concepite per le rotte mondiali, una delle quali collega Suez a Gibilterra (e viceversa). Come prima cosa mi viene da chiedere: ma ci passano queste navi gigantesche per il Canale di Suez? Ma andiamo avanti...tali rotte toccano pochissimi porti, in modo tale da far viaggiare le navi completamente cariche da origine a destinazione. Ciascun porto in più comporta costi aggiuntivi. Ed inoltre la deviazione dalla rotta Seuz - Gibilterra richiede qualche giorno di navigazione ed anche in questo caso sono costi (il tempo è denaro anche per le navi). E questo conformemente alla logica del transhipment, per cui: navi gigantesche su poche rotte mondiali, trasbordi in alcuni porti (vicini a tali rotte, ad esempio Gioia Tauro) su navi via via più piccole, fino ad arrivare agli scali di destinazione (Genova è uno di questi).

Per Genova quindi più che segnalare i fondali (relativamente) bassi o una mancanza di spazi a terra, bisogna segnalare la mancanza di inoltro efficiente: ammesso anche che navi più grandi arrivino a Voltri o a Calata Sanità, poi i container devono essere spediti a destinazione in breve tempo. Non servono spazi enormi, il container non deve stare nel piazzale, vuole essere messo velocemente su un mezzo di trasporto (la ferrovia???) che lo porti a casa.
27/11/2007 09:41
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Capotreno
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26 novembre 2007
Assegnato il sesto modulo a Psa , Fs e Cosco
Il Comitato portuale assegna il sesto modulo di Voltri, dove ora sbarcano ufficialmente l’operatore ferroviario Fs, l’armatore Cosco e il terminalista Psa, concessionario già dei primi cinque moduli del porto contenitori di Voltri. Il parlamentino di Palazzo San Giorgio ha così recepito le indicazioni della commissione tecnica che assegnavano alla domanda di concessione presentata dall’Ati Fs-Psa-Cosco 94 punti contro i 72 del concorrente Contship. Unico astenuto, il rappresentante dell’autotrasporto Maurizio Longo: “Il nostro - ha spiegato - è un no ideologico. Siamo contrari all’idea che Fs faccia il terminalista, piuttosto impari a fare meglio l’operatore ferroviario”. Il Comune, per bocca dell’assessore Paolo Pissarello, aveva chiesto un rinvio dell’assegnazione in attesa che l’azienda chiarisse meglio il suo impegno complessivo - non solo riguardo il sesto modulo di Voltri - sull’intero porto di Genova. Alla fine però ha prevalso la linea di chi sosteneva fosse necessario procedere con l’assegnazione, anche per evitare nuovi possibili ricorsi in banchina. Passa così l’idea, sostenuta dalla Regione e caldeggiata dal rappresentante dei terminalisti, Luigi Negri, di abbinare alla delibera un ordine del giorno in cui si raccomanda al gruppo Fs “lo sviluppo di collegamenti anche nell’ambito del corridoio Ten24 tra il porto di Genova e le aree di retroporto, garantendo a tutti gli operatori uguali condizioni di accesso ai servizi ferroviari e logistici”. Il timore dei terminalisti genovesi, infatti, è che Fs, nel doppio ruolo di operatore ferroviario e terminalista, favorisca il bacino di Voltri rispetto a quello di Sampierdarena. Fs, comunque, ha già fornito rassicurazioni sul fatto che non vi saranno distorsioni di questo genere. Rinvio, invece, per la delibera riguardante i servizi antincendio e la creazione di una nuova società pubblico-privata partecipata da Comune, Autorità portuale, Cooperativa Santa Barbara e operatori.
Samuele Cafasso

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