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Erich Priebke in semiliberta'...

Ultimo Aggiornamento: 14/06/2007 14:13
Post: 225
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14/06/2007 07:02

Ho letto stamani la notizia che all'ex ufficiale delle SS Erich Priebke e' stata concessa una semiliberta'...

www.repubblica.it/2007/06/sezioni/cronaca/priebke-permesso/mastella-perplesso/mastella-perple...

Ovviamente la cosa non poteva non suscitare l'intervento di Rutelli e di Mastella.

Anche in questo caso, personalmente, faccio fatica a capire i motivi di tanto accanimento nei confronti di un uomo di 93 anni, che presto dovra' vedersela con una ben altra giustizia per gli errori e orrori del suo passato.

Dubito che un carcere possa mai "pattare" la sua responsabilita' nell'eccidio delle fosse Ardeatine...

Penso che Mastella farebbe bene a preoccuparsi di altre questioni piu' urgenti e attuali che non di un fatto di competenza della magistratura militare.

Usare la tragedia delle fosse Ardeatine per farsi bello davanti alle telecamere mi pare a dir poco immorale...





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Post: 28
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Utente Junior
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14/06/2007 12:05

ma si...
chi ha avuto, ha avuto, ha avuto, chi ha dato, ha dato, ha dato, scurdammace u passato....

vergogna!

Post: 229
Registrato il: 27/02/2007
Utente Junior
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14/06/2007 12:09

Ehm... potresti spiegare meglio il tuo punto di vista?

Non mi pare di aver scritto che l'eccidio delle fosse Ardeatine sia stata una cosa giusta.

Cito da Wikipedia (puoi leggere l'intero articolo su questo indirizzo: it.wikipedia.org/wiki/Fosse_ardeatine )
che:

L'ordine di esecuzione riguardò 320 persone, poiché inizialmente erano morti 32 soldati tedeschi. Durante la notte successiva all'attacco di via Rasella morì un altro soldato tedesco e Kappler, di sua iniziativa, decise di uccidere altre 10 persone. Erroneamente furono aggiunte 5 persone in più ed i tedeschi, per eliminare scomodi testimoni, uccisero anche loro.

Ora, tanto per la cronaca il tribunale militare che ha condannato Priebke, lo ha condannato per quelle 5 persone in piu' che furono fucilate "ingiustamente" (le altre 330 erano "giustificate" dal diritto di guerra) sempre su Wikipedia:

La magistratura ordinaria considerò l'attentato di via Rasella «un'azione legittima di guerra», e con sentenza della Corte di Cassazione dell'11 maggio 1957 non accolse le richieste di risarcimento avanzate dai parenti delle vittime italiane nei confronti degli attentatori, già respinte dal Tribunale e dalla Corte d'Appello civili di Roma, e sentenziò definitivamente che ogni attacco contro i tedeschi costituiva un «atto di guerra». In seguito, l'attentato fu sempre rivendicato come azione di guerra da tutte le autorità dello Stato.

quindi diciamo che gia' dal punto di vista umano e storico mi pare che questo processo sia stato un fallimento. L'eccido di 330 civili inermi viene giustificato sotto l'insegna del "diritto di guerra", solo per i 5 in piu' questo non vale, e solo per quelli si parla di omicidio...

e Priebke fu condannato per aver preso parte all'eccidio di 5 civili "ingiustificati", come se gli altri 330 fossero figli di un Dio minore anche per i tribunali del dopoguerra...

Insomma mi pare un po' la storia di Al Capone che, dopo averne combinate di cotte e di crude, finisce in galera per evasione fiscale...

[Modificato da Osservo da lontano 14/06/2007 12.30]






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Post: 6
Registrato il: 12/06/2007
Utente Junior
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14/06/2007 13:54

Non per difendere aprioristicamente la posizione di osservo da lontano, ma chi usa come simbolo ona bandiera rossa con falce e martello, poco ha da ironizzare.
All'ex ufficiale delle SS Erich Priebke è data la pena più idonea al suo stato; una scelta umana che lui ha negato alle sue vittime. Ma noi non siamo lui!
http://blog.libero.it/Nanez/

Post: 234
Registrato il: 27/02/2007
Utente Junior
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14/06/2007 14:13

Guardate, tempo fa ho letto un articolo di giornale molto toccante sul tema disoccupazione.

Vi chiederete, che c'entra? Abbiate un po' di pazienza che ci arrivo.

In questo articolo il manager (immagino non tanto alto) di una banca piuttosto che di una compagnia di assicurazione raccontava dietro l'anonimato quello che era e quello che e' diventato il suo lavoro.

Prima come manager "rampante" che saliva in alto era contento, entusiasta e tutto quanto, un bel giorno il suo capo lo chiama in ufficio e gli dice:"Signor xy, lei ha tre mesi di tempo per licenziare x persone, scelga lei chi, nel suo dipartimento e' inutile e gli dia il benservito....

Stando al racconto di questo manager da quel giorno la sua vita e' cambiata... che faccio? Se non licenzio mi licenziano e cosi' devo farmi coraggio e incominciare a chiamare le persone...

All'inizio raccontava riuscivo a malapena a dare una lettera di licenziamento al giorno, poi con il passare del tempo mi ci ero abituato, riuscivo a mandarne a casa in 10 ogni giorno, ero entrato nell'ottica che il mio lavoro adesso consisteva nel licenziare la gente i dubbi, le domande i rimorsi per questa gente con famiglia a carico erano come di colpo scomparsi...

Ora, il fatto che questo manager racconta la sua storia su un giornale dimostra che i rimorsi di coscienza lo rodevano ancora, tuttavia questo articolo e' stato scritto oggi e non 60/70 anni fa.

Dove voglio arrivare? Voglio arrivare a dimostrare come la paura di essere licenziato oggi se non licenzio gli altri non e' molto diversa dalla paura di essere fucilato se non fucilo.

Le motivazioni di questo manager sono le stesse usate da Priebke e da tutti coloro che si sono macchiati di simili crimini: mors tua, vita mea, ho obbedito agli ordini.

Forse dovremmo un po' tutti riflettere sul fatto che purtroppo non possiamo riportare i morti in vita, e come diceva nanez78 a Priebke e' stata concessa una scelta umana che lui ha negato alle sue vittime, pero' possiamo guardarci un po' intorno e cercare di capire che certi atteggiamenti modificano le forme con le quali si manifestano, ma la radice e' sempre la stessa.





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