Ritorno a casa/bacio da antologia
Ciao Michi-san!
Ho davvero un sacco di cose da scriverti.
Il tuo ringraziamento in epigrafe alla parte quinta di "Ritorno a casa" è stato un'emozione, per me. Hai scritto una scena bellissima, e non lo dico perchè ti hanno ispirato alcune mie semplici parole. Non avrei mai immaginato che da così poco tu potessi trarre così tanto. Il merito è tutto e solo tuo. Sono comunque contento di avere svolto un piccolissimo ruolo.
Qualcuno potrà giudicare esagerato ciò che sto per dire, forse tu stessa, ma sono pienamente convinto di ciò che scrivo. Permettimi una piccola digressione.
Tre sono le scene di bacio che mi si sono impresse indelebilmente nella memoria per avermi lasciato di sasso dall'emozione.
La prima è quella del bacio nella doccia fra Capitan Harlock e Namino Shizuka (ne parlai in un mio post e tu mi scrivesti una risposta per concordare con i concetti che avevo espresso, ricordi?)
La seconda l'ho letta ne "Il processo" di Kafka: il bacio fra Josef K. e la signorina Burstner, un gesto delicato di passione intensa e ribelle, un disperato gesto di catarsi contro quel disagio strisciante, quel senso di doloroso smarrimento, di angoscioso straniamento che pervade tutto il romanzo.
La terza l'hai scritta tu, Michi.
Ipotizzando di voler fare gli accademici, l'accostamento a Kafka parrebbe eccessivo, ma dal mio punto di vista l'emozione è stata la stessa in tutti e tre i casi.
Mi hai richiamato con forza alla mente le parole che Adso da Melk, in procinto di violare il suo voto di castità di fronte all'offerta d'amore della sua rosa senza nome (ricordi "Il nome della rosa?", vero?), pronuncia dentro di sè un'istante prima del bacio fatale:
"Chi era costei che mi sorgeva di fronte come l'aurora,
bella come la luna,
terribile come un'esercito schierato a battaglia?"
Tale è la tua Francoise, bella come la luna e terribile come un'esercito schierato a battaglia
"era così bella nella sua collera, con i capelli dorati che si agitavano intorno al suo viso e gli occhi di fuoco"
Ho ripensato anche alla voce fuori campo che ho sentito in "Devilman contro l'Arpia Silen". Non ricordo la frase esatta, ma il senso era "mai demone espresse bellezza più grande"
E mai demone sferrò uno schiaffo più lacerante. Dio mio, Shimamura! Che cosa hai fatto? Le hai fatto sanguinare il cuore. Uno staffile l'avrebbe ferita di meno. Che cosa hai scatenato? La sua bellezza ti ha stregato, quel bacio folle è stato un salto nell'abisso......ti ha dato del codardo, ma, diamine, hai avuto un bel coraggio! Ed ora, come farai a lavorare con lei? E se non ci riesci, come reagirà il Professore, che sicuramente scoprirà l'accaduto? Hai dimenticato tutto, l'autocontrollo, il dovere, le tue responsabilità....
"le labbra di lei a contatto con le sue avevano scatenato di nuovo sentimenti così a lungo nascosti… non riusciva più a dominarsi… sarebbe stato capace anche di prenderla lì, in quell’istante, sul pavimento freddo…"
Vale la pena di mettere tutto in gioco in un solo istante?
"Sì", risponderebbe il giovane Werther
"Forse", sarebbe la risposta più logica...
Tu lo hai fatto. Hai pagato il prezzo per essere te stesso, Joe; però attento....ricorda le parole di un'altra "Francoise", Francesca da Rimini, pronunciate nel girone dei lussuriosi...."Amor, c'ha nullo amato amar perdona".
Grazie, Michi.
A presto.
Steve Costigan (all'occorrenza confidente di Joe Shimamura)
[Modificato da Costigan 26/09/2008 04:19]