Chobin

Ormai lo sapete quando non ho la testa per mettermici subito bisogna aspettare ma prima o poi mi metto in pari e così è avvenuto con Chobin.
Dunque l'ho comperato a Firenze insieme ad Ellen il 28 agosto e l'ho letto ieri nella sala d'aspetto del dottore...umh vediamo...8 mesi...quasi un parto
Intanto il volumetto, a parer mio, è fatto molto bene, spiega che Chobin era pubblicato a puntate sulla rivista "Shukan Shojo Friend" essendo storie brevi alla fine il volumetto non è molto corposo ma pensate già all'epoca come avesse incantato il lettore per far diventare una semplice pubblicazione durata sei mesi, un cartone animato.
Il tratto è sempre molto pulito e i personaggi mi sembrano ancora a metà tra l'Ishinomori pupazzesco (anche se per Chobin non potrebbe essere altrimenti)e quello più definito che si vede nelle stesure più recenti di Cyborg 009.
Si ritrova nella raccolta il carattere "viziatello" di Chobin abituato ad avere tutti al suo servizio e incapace di mettere in atto i naturali meccanismi che portato ad intrecciare le amicizie. Il tema dell'amicizia, del rispetto per le altre persone e la natura sono temi dominanti di tutte le storie. Chi si aspettasse di avere risposte che nascono spontaneamente dalla visione dell'anime si mettano il cuore in pace, non solo non si vede Chobin diventare adulto ma, se la memoria non m'inganna, la mamma si vede ancora meno rispetto al cartone.
Lo stesso Brugna non è così presente come nell'anime, si vedono alcuni dei suoi scagnozzi ma le scene di battaglia sono comunque minime e circoscritte a poche pagine, dando invece maggior risalto ai rapporti tra umani e tra umani e animali.
Oserei dire che le storie seguono il tipico scema della favola che racconta un qualcosa dando comunque alla fine una morale d'insegnamento. Ad esempio Chobin che impara il significato della parola grazie, il significato dell'amicizia, o la rivisitazione della favola Al lupo! Al lupo! e via dicendo...
Mentre lo leggevo pensavo che se insegnassi ancora avrei fatto leggere le storie, separatamente, agli alunni delle elementari facendogli sviluppare dei lavori, le ho trovate con molti spunti didattici.

Nello stesso volume ci sono altre due storie auto conclusive in cui si vede tutta la vena umoristica di Ishinomori, chissà perchè leggerlo mi da l'idea di un uomo che si sia divertito tantissimo a fare questo lavoro, mi è sembrato di coglierne proprio la passione.
La prima è incentrata sulla rivisitazione di Alice nel paese delle meraviglie partendo da brutti voti a scuola il tutto condito da uno zio pasticcione desideroso di risolvere i problemi in maniera alternativa.
La seconda è bellissima perchè vede come co-protagonista proprio Ishinomori, alle prese con un giovane ammiratrice che gli chiede consigli sul proprio lavoro viene presto travolto come un fiume in piena da questa esuberante disegnatrice in erba che desidera accsarlo con la sorella e rivoluzionargli la vita. Ne esce un Ishinomori pieno di autoironia e disponibile a insegnare la propria arte a qualcun altro. Questo mi ha fatto venire in mente una situazione di cui discutevo qualche settimana fa con dei musicisti. I musicisti americani, ho visto parecchi seminari ultimamente, hanno tutti questa bellissima voglia di condividere il palco senza invidia, al di là della propria esperienza si mettono insieme e suonano e notavamo con miei amici che questa cultura in Italia non esiste, c'è sempre il filo sottile dell'invidia che ostacola queste sinergie che invece farebbero tanto bene alla nostra musica. Lo stesso è ciò che , personalmente, vedo in Ishinomori. Il fatto che grandi mangaka come Nagai e la Takahashi o lo stesso Miyazaki abbiano potuto imparare da lui lavorandoci insieme da l'idea della grandezza di quest'uomo pronto a condividere la propria conoscenza.

Cyborg 009