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Risultati del concorso "DUERRE"

Ultimo Aggiornamento: 01/02/2007 23:02
14/12/2006 21:54
 
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PREMIO DUERRE 2006


Nella città di Ruggero D’Altavilla, dominata dal monte Saraceno, si è svolta la stupenda cerimonia di premiazione

La storica Ravanusa teatro del concorso letterario “Duerre 2006”

di Elisa Cassaro
(Lu Papanzicu)
La sala conferenze della biblioteca comunale di Ravanusa è stata la degna cornice per la cerimonia di consegna dei premi del Concorso letterario siculo-laziale Duerre 2006 che si è svolta dalle 17,20 alle 19,30 di giovedì 7 dicembre 2006. Il mensile romano Viavai, che organizza il concorso insieme al giornale ravanusano "Lu Papanzicu", era presente con l'editore Ettore Ranalletta, con il direttore editoriale Vittorio Begliuti, con Ida Odette Bianco, vice presidente dell'Associazione culturale Viavai e con Patrizia Ferranti che per quel giornale cura le pubbliche relazioni e che ha svolto con grazia e bravura il ruolo di presentatrice della manifestazione. Filippo Cassaro, editore e direttore de Lu Papanzicu era affiancato dal Direttore responsabile Paolo Picone, da Girolamo La Marca, uno dei fondatori del giornale e da Salvatore Ferrara che per lungo tempo è stato il braccio destro di Filippo Cassaro. Presente anche Salvatore Balsano, Presidente regionale dell'Acsi che sponsorizza ormai da qualche anno la manifestazione mettendo a disposizione le 12 targhe per i primi tre classificati di ogni sezione e gli attestati per tutti i concorrenti finalisti. Gremita la sala, che contava tra i presenti l'Assessore alla Pubblica Istruzione di Ravanusa Rosalinda D'Angelo, la Direttrice della Biblioteca comunale Dott.essa Lina Russo, i giurati Salvatore Aronica, Jenny Termini e Antonella Cammilleri, semplici cittadini del nostro paese e tantissimi finalisti del Premio arrivati a Ravanusa da Roma (Carla Greco), Reggio Calabria (Roberto Pirrello), Messina (Gianandrea Parisi), Capo D'Orlando - ME (Serafina Ventimiglia), Bagheria - PA (Michele Gagliano), Caltanissetta (Vittorio Banda e Maria Carmisciano), Marsala (Andrea Lazzara), Linera di Santa Venerina - CT (Giovanni Grasso), Licata (Marco Caci), Campobello di Licata (Angelo Lumia) e Ravanusa (Nadia Gambino e Giovanni Cammarata). Poeti e scrittori che, accompagnati da familiari ed amici, hanno voluto essere presenti per ricevere i meritati applausi. Ad intrattenere i presenti tra una fase e l’altra della premiazione c’era il gruppo di musica popolare degli Zabara che, interpretando con inconsueta bravura brani di Rosa Balistreri, è stato meritatamente applaudito dai tantissimi forestieri e dai pochi ravanusani che riempivano la sala e seguivano con interesse una cerimonia di premiazione niente affatto noiosa. Una cerimonia, che a detta di molti, ha fatto da apripista per i futuri incontri letterari che avranno luogo a Ravanusa. Entusiasta la delegazione di Viavai per come Filippo Cassaro ha saputo organizzare la serata (pochissime “chiacchiere” e molto spazio alle poesie, ai racconti, ai loro autori e alla musica popolare), fatto gli onori di casa e poi per la cittadina e i suoi abitanti che li ha colpiti favorevolmente e per l'accoglienza ed il calore di cui è stata fatta oggetto. Peccato però che l’Amministrazione non abbia sentito il bisogno di donare “qualcosa” alla delegazione romana!
A tutti i partecipanti, i giurati e i convenuti per il DUERRE 2006, Lu Papanzicu ed il suo gemellato Viavai danno appuntamento all’anno prossimo per la quarta edizione del Premio... forse nuovamente a Ravanusa!
*****


I VINCITORI

Cat. Dial. Siciliana
1 - LUMIA Angelo
2 - GAMBINO Nadia
3 - VENTIMIGLIA Serafina

Cat. Dial. LAZIALE
1 - DONATI Fulvio
2 - BANDA Vittorio
3 - LENTRICCHIA Piero

Cat. in lingua
1 - ITALIA Maria
2 - PIRRELLO Roberto
3 - LAZZARA Andrea

Cat. NARRATIVA
1 - FERLINI Vanes
2 - PARISI Gianandrea
3 - GRECO Carla

14/12/2006 21:57
 
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Sulle orme de “Lu Papanzicu”
Da Torpignattara a Ravanusa: impressioni di viaggio


di Ettore Ranalletta
E’ stata davvero una bella esperienza, quella vissuta dalla delegazione di Viavai durante la trasferta in Sicilia.
Ravanusa è un centro di dodicimila abitanti in provincia di Agrigento, si trova nell’entroterra a una quarantina di chilometri dal mare e, nonostante le tracce del suo passato siano state quasi completamente cancellate dalla modernizzazione, vi si respira ancora l’atmosfera epica delle gesta di Ruggero D’Altavilla. Il monumento più amato dai ravanusani, non è di pietra o di mattoni, non è nemmeno una cattedrale o un anfieatro storico, ma un monte. Il monte Saraceno, qualcosa di più di una collina, domina la città ed è visibile dappertutto. Si erge imponente quasi a difenderla e ancora par di vedervi i Saraceni arroccati in cima mentre l’esercito di Ruggero li cinge d’assedio. Ravanusa conserva ancora alcuni scorci caratteristici delle città siciliane; vecchie case alte un piano costruite con blocchi di pietra locale fanno capolino tra costruzioni modernissime ricche di scintillanti marmi. E pensare che il nome “Ravanusa” altro non è che la corruzione linguistica dell’antico nome “Rovinosa”, ossia, “piena di rovine”! Agli angoli delle vie c’è quasi ovunque un bar con gruppi di uomini che vi stazionano intenti a discutere. Nessuno va di fretta, anche perché a Ravanusa non serve correre; è un centro dove l’automobile non ha ancora riempito tutto lo spazio disponbile ed è possibile arrivare a destinazione semplicemente... passeggiando. Forse è questo il modello di “città vivibile” che dalle nostre parti ci affanniamo tanto a ricercare.
Chi, come chi scrive, non era mai stato in Sicila, si apettava di trovare un ambiente come quello che si vede in tanti film: donne arroccate in casa a spiare i passanti attraverso i battenti delle persiane e strade popolate da uomini magri e scarniti con tanto di “coppola”, baffi, camicia bianca e gilè nero... macché, niente di tutto questo. I ravanusani hanno un viso aperto, sono alti, quasi tutti hanno i capelli e la carnagione chiari, sono sempre eleganti e dai modi gentili. Molti hanno un “quid” di nobile e le donne sono belle. E’ chiara la discendenza normanna dei ravanusani che molto poco hanno conservato del tradizionale tipo “mediterraneo”.
L’accoglienza che ci hanno riservato è stata davvero imponente, Filippo Cassaro, il “patron” del locale giornale, Lu Papanzicu, e il suo staff hanno fatto le cose in grande: l’ospitalità delle gente del Sud non è affatto una leggenda.
La bellissima sala conferenze della Biblioteca Comunale ha fatto da degna cornice a un evento letterario che per Ravanusa è stato un importante avvenimento. Crediamo si tratti del primo evento culturale che si svolge a Ravanusa e che coinvolge gente “di fuori”.
Non ci resta che esprimere il nostro compiacimento e la nostra ammirazione a Filippo Cassaro che ci ha fatto sentire “importanti” e che ha saputo valorizzare la sua terra portandola, almeno per questa occasione, al centro dell’attenzione.


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