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Ultimo Aggiornamento: 10/10/2006 18:00
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Fornisco, dapprima, una cartina del Beleriand e una di Numenor, utili da consultare in queste pagine.

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Gondolin

Gondolin è il nome con cui nella Prima Età e nelle ere successive fu nota la città di Ondolindë, il cui nome in Quenya significa “Canto di Pietra”; Gondolin invece significa “La Rocca Nascosta”. Gondolin deve il suo nome al fatto che essa fu fondata nel cuore dei Monti Cerchianti, sulla piana di Tumladen. Il fondatore e primo Re di Gondolin è Turgon, figlio di Fingolfin e padre di Idril; Turgon a quei tempi dimorava a Vinyamar, città sulle coste del Nevrast, ricordandosi della bella città di Tirion, sull’isola di Aman; un giorno Ulmo gli si rivelò, e lo condusse, lungo il corso del Sirion, fino alla valle segreta di Tumladen, alla quale si accedeva attraverso una galleria scavata da un fiume che si immetteva nel corso superiore del Sirion. In mezzo alla piana verdeggiante, accerchiata da montagne altissime sulle quali solo Thorondor, il Re delle aquile, si era mai avventurato, vi era una collina di grosse dimensioni.

Turgon inizialmente tenne per sé la scoperta, ma dopo aver covato a lungo l’idea di costruire una città che gli ricordasse Tirion, ma, rispetto a quella, più nascosta e fortificata, portò con sé pochi uomini fidati e li condusse alla piana di Tumladen, dove fu iniziata la costruzione in gran segreto di Gondolin. Turgon nel frattempo dimorava nel Nevrast, in modo da non destare sospetti, e, dopo cinquantadue anni di lavoro, la città di Gondolin fu edificata. A quel punto Ulmo si rivelò di nuovo a Turgon, e gli disse che lui stesso avrebbe presidiato le acque del Sirion, facendo in modo che nessuno seguisse le tracce di Turgon per accedere a Gondolin. Ulmo avvertì Turgon che Gondolin sarebbe stata la città che più a lungo di tutte avrebbe resistito a Melkor, ma che le speranze degli Elfi per il futuro risiedevano in Occidente. Quindi Turgon condusse la sua gente, pari a un terzo dei Noldor del Beleriand, in gruppi separati verso la rocca nascosta di Gondolin. Negli anni che trascorsero nessuno, salvo solo Húrin e Huor, penetrarono nella valle di Tumladen, né nessuno degli abitanti di Gondolin attraversò i sette cancelli che vi conducevano per uscirne; ciò accadde solo nell’Anno di Cordoglio, e cioè ben 350 anni dopo che la schiera di Turgon si era insediata in Gondolin. Protetta da ogni agente esterno, la popolazione di Gondolin prosperò e si moltiplicò, mentre Ondolindë aveva raggiunto canoni di bellezza tali da poter rivaleggiare persino con Tirion.

La città che sorgeva sul colle di Amon Gwareth era protetta da bianche mura, dominate dalla alta e candida torre del Re; nella città sgorgavano numerose fontane, che fornivano l’acqua per gli zampilli delle fontane. Turgon aveva forgiato di sua mano delle immagini dei Due Alberi di Valinor, Glingal, dai fiori d’oro, e Belthil, dai fiori d’argento. Così, mentre Gondolin prosperava, il Nevrast rimaneva disabitato e desolato. Nel frattempo, Morgoth nulla sapeva di Gondolin, perché le sue spie non potevano superare i picchi dei Monti Cerchianti, e perché Ulmo faceva buona guardia lungo le rive del Sirion. Accadde però che, durante la Nirnaeth Arnoediad, Húrin, signore del Dor-lómin, venisse rapito dalle creature di Morgoth. Questi lo fece condurre al suo trono, e, visto che Húrin si faceva beffe di lui, lo fece incatenare sui picchi di Thangorodrim. Dopo ventotto anni Morgoth lo fece liberare e lo lasciò andare via: questo non era naturalmente un atto di affetto nei confronti di Húrin, ma uno dei piani dell’Oscuro Signore per fare i propri interessi. Húrin così si allontanò da Angband, e, giunto alle pendici dei Monti Cerchianti, invoco ad alta voce il nome di Turgon, presso il quale aveva vissuto molti anni or sono nella città di Gondolin. Húrin era ignaro del fatto che le spie di Morgoth lo seguissero ovunque, e queste riferirono al loro signore quello che avevano udito. Morgoth subito capì che Turgon, che aveva cercato a lungo, si nascondeva nel cuore dei Monti Cerchianti. Tuttavia Morgoth non era ancora in grado di attaccare Gondolin direttamente: l’occasione gli si presentò quando Maeglin, nipote di Turgon e spasimante rifiutato di idril, uscì dai Monti Cerchianti e fu catturato dai servi dell’Oscuro Signore.

Questo fece torturare Maeglin, cosicché l’Elfo si offrì di aiutarlo ad entrare in Gondolin, suggerendogli il giorno in cui attaccare. Maeglin così tornò a dimorare alla corte di Turgon, finché, il giorno del settimo compleanno di Eärendil , Morgoth scatenò un esercito di Orchetti, Balrog e Draghi che passarono dalle alture settentrionali, quelle più alte e meno sorvegliate. Durante l’assedio di Gondolin morì Ecthelion, ucciso dal Balrog Gothmog che però riuscì a sua volta ad uccidere; anche Turgon perì, difendendo la sua torre e la sua famiglia. Tuor e Idril figlia di Turgon condussero gli abitanti di Gondolin attraverso un passaggio segreto che passava sotto la piana di Tumladen e che si dirigeva ai piedi dei monti settentrionali; così gli abitanti di Gondolin cominciarono la lunga scalata, in cui molti perirono. E sarebbero morti tutti, visto che incapparono in un’imboscata di Orchetti e di un Balrog, non fosse stato per Glorfindel, un valoroso Elfo di Gondolin che uccise il Balrog, morendo però a sua volta, e le Aquile di Thorondor, che fecero cadere gli Orchetti nell’abisso. Quindi Tuor figlio di Huor e Idril condussero il popolo di Gondolin, ormai ridotto di numero dalle numerose perdite, nella valle del Sirion al di là dei Monti Cerchianti.
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Menegroth

Probabilmente la più grande città mai esistita nella Terra di Mezzo fu l’antica fortezza Sindarin di Menegroth. Il Silmarillion ci dice che Thingol e il suo popolo originariamente vivevano nei boschi aperti di Neldoreth e Region. Menegroth non esistette finché, durante la terza era della cattività di Melkor in Valinor, Melian la Maia avvertì Thingol che la Terra di Mezzo sarebbe presto stata turbata dalla malvagità di Melkor. Thingol aveva in quel tempo dato il benvenuto ai Nani di Nogrod e Belegost nel suo dominio, e fu occupato in alcuni commerci con loro. Così chiese ai Nani di belegost di aiutarlo per costruire una grande fortezza. Il Silmarillion dice:

I quali [Nani di Belegost] furono ben lieti di darglieli [aiuto e parere], poiché in quei tempi erano instancabili e desiderosi di nuove opere… Sicché, i Naugrim faticarono a lungo e lietamente per Thingol, ed escogitarono per lui dimore secondo il modo proprio del loro popolo, profondamente scavate nella terra. Dove lo Esgalduin scendeva, dividendo Neldoreth da Region, ivi sorgeva, nel bel mezzo della foresta un colle roccioso, e il fiume scorreva ai suoi piedi. Quivi essi fecero le soglie dell’aula di Thingol, e costruirono un ponte di pietre sopra il fiume, unica via di accesso alle porte. Oltre queste, ampi corridoi scendevano ad altre sale e camere ben più in basso, scavate nella viva roccia, tante e così vaste che quella dimora fu detta Menegroth, le Mille Caverne.

Non si menziona di altre città come questa oltre il Mare, in Aman. Tuna su Tirion sorgeva alta, e Alqualondë era posizionata in un porto naturale. Anche Avallonë, costruita molti secoli dopo, non era nulla al confronto con Menegroth. La città era unica nella cultura e nella storia della Terra di Mezzo, un’ispirazione per la successiva città di Nargothrond e le aule di Thranduil nel nord, ma nessuna di queste abitazioni raggiunse la maestà e la bellezza di Menegroth. Il Silmarillion scarseggia di parole adeguate per descrivere la visione che Tolkien doveva avere della città. Scrisse solamente:

Elfi e Nani assieme, ciascuno secondo la propria abilità, elaboravano quivi le visioni di Melian, immagini della miracolosa bellezza di Valinor di là del Mare. I pilastri di Menegroth erano scolpiti a guisa dei faggi di Oromë, tronco, rami e foglie, e vi stavano appese lanterne d’oro. Ivi usignoli cantavano, come nei giardini di Lórien; ed erano fontane d’argento e bacini di marmo e pavimenti di pietre multicolori. Figure scolpite di pennuti e animali terrestri correvano sulle pareti o s’arrampicavano sui pilastri ovvero facevano capolino tra i rami inghirlandati di molti fiori. E, col passare degli anni, Melian e le sue ancelle riempirono le sale con drappi tessuti ove erano raffigurate le imprese dei Valar e molte cose accadute in Arda fin dalle origini, nonché ombre di cose ancora a venire. Era quella la più bella dimora di ogni re che mai fosse stata ad est del Mare.

Ma Menegroth non fu mai completamente finita. In tempo Thingol costruì arsenali per i suoi guerrieri, e dopo che Morgoth distrusse i reami dei Noldor, Thingol fece costruire stanze laterali per i Nani di Nogrod e Belegost quando i loro forti compagni visitarono la città. Menegroth stessa non era completamente sotto terra. Le terre vicino le colline erano apparentemente molto usate dagli Elfi. Il grande albero Hirilorn si ergeva nel giardino nel versante settentrionale del fiume. Thingol volle che fosse costruita una casa per Luthien tra i rami dell’albero, ma anche Melian sedeva sotto i rami sospesi. Turin giunse da loro in questo giardino quando decise di lasciare Menegroth. Quando Saeros tese l’agguato a Turin, l’uomo era sulla via settentrionale, cercando di ritornare in marcia. Nessuno sentì il loro combattimento, ma Turin inseguì Saeron indietro verso il fiume, e poi molti Elfi lo sentirono (e giunsero correndo per vedere cosa fosse successo). La stanza più grande di Menegroth doveva essere la sala di Thingol, della quale si hanno solo rapidi sguardi nella storia. Beren fu condotto in quella sala da Luthien, e lì fu faccia a faccia con Thingol e Melian sui loro troni. La sala era piena dei più valorosi comandanti e guerrieri del Doriath.

Il Re dei Sindar in tutta la sua potenza doveva apparire come più forte di tutti i re dei Noldor nella Terra di Mezzo. Ma il tempo giunse alla fine quando Menegroth fu distrutta. La città fu indebolita nella contesa tra Thingol e i Nani di Nogrod, che lo trucidarono nelle camere che lui aveva fatto costruire per loro. I Nani combatterono alla loro maniera nella città ma solo due di loro ritornarono salvi a Nogrod. E poi un’armata di Nani marciò sul Doriath, e Menegroth fu presa e saccheggiata. I suoi tesori furono rubati e molti del suo popolo uccisi. Dior, nipote di Thingol e suo erede, tentò di restaurare Menegroth e riportarla all’antico splendore, ma i Sindar sotto Dior erano molto più deboli e più pochi di quelli sotto Thingol e Melian. La Maia fuggì a Valinor dopo la morte di Thingol, ed il suo potere non protesse più a lungo o arricchì il reame. Molti dei grandi capitani e valorosi guerrieri erano stati uccisi, inclusi Beleg Cuthalion e Mablung. Fu così possibile per i figli di Fëanor far entrare un esercito di Noldor a prendere la città nel giorno di mezz’inverno, l’ultimo inverno della lunga esistenza del Doriath. I Sindar che sopravvissero alla battaglia fuggirono a sud, abbandonando le loro terre e portando con loro pochi ricordi della più grande delle città. Non ci fu mai più una città come Menegroth nella Terra di Mezzo, e probabilmente neanche in Aman…
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Númenor e i suoi luoghi più famosi

Quanto qui si dice dell'Isola di Númenor è ricavato dalle descrizioni e semplici mappe a lungo conservate negli archivi dei Re di Gondor, le quali rappresentano invero solo una piccola parte di ciò che un tempo fu messo per iscritto, ché molte storie naturali e geografiche furono compilate da dotti uomini di Númenor; ma esse, al pari di quasi ogni altro prodotto delle arti e scienze di Númenor al suo apogeo, scomparvero durante la Caduta.


da "Descrizione dell'isola di Númenor" - Racconti Incompiuti

ANDÚNIË: viene detto che si trovasse nella più settentrionale delle tre baie dell'Andustar. Il suo nome significa "Tramonto"; sorgeva sulla riva, ma molta gente abitava sulle ripide pendici che chiudevano la vallata a est. Andúnie era il capo occidentale dell'"Antica strada". Nei suoi pressi si trovava il Colle di Oromet, dove Tar-Minastir fece costruire l'alta torre dove trascorreva molto tempo guardando a ovest. Nei primi secoli, prima che Eldalondë si ingrandisse, era la seconda città principale dopo Armenelos.

ARMENELOS: è la capitale dell'isola; il Silmarillion ci dice che sorgeva non lontano dal Meneltarma su un colle, e che era "la più bella delle città, con la torre e la roccaforte eretta da Elros"; sappiamo che c'era il grande Palazzo del Re, in cima alle cui torri c'era un nido delle aquile sacre a Manwë. Nel cortile del Palazzo c'era la grande aiuola con l'Albero Bianco e nella Sala Regale c'era il Trono scolpito.

ELDALONDË: tra l'Andustar e lo Hyarnustar c'era l'estesa Baia di Eldanna, che al centro aveva il grande porto di Eldalondë, dove nei primi secoli di Númenor arrivavano le navi elfiche che venivano a trovare gli Uomini. Era chiamato "Eldalondë il Verde" perchè tutto attorno crescevano degli alberi sempreverdi e profumati portati da Valinor, e gli Elfi dicevano che il posto era bello (quasi) come Eressëa. Quanto alla geografia del territorio, possiamo dire che l'arco di terra costiera a nord e a sud del porto era separato dall'entroterra da pendici non molto alte e che vi sfociava il fiume Nunduinë.

NINDAMOS: il fiume Siril sfociava nel sud di Númenor, e segnava il confine tra Hyarnustar e Hyarrostar; alla fine formava un delta paludoso con canneti, e i canaletti formati dal fiume cambiavano di continuo in mezzo alla sabbia (potremmo considerarlo il "Polesine" di Númenor). Qui abitavano per lo più pescatori che si erano costruiti i loro villaggi sui bassifondi sabbiosi che emergevano dall'acqua: Nindamos era il principale e sorgeva sulla parte orientale del fiume, quindi nello Hyarrostar.

ONDOSTO: Si trovava nel sud del Forostar, vicino al confine col Mittalmar e con ogni probabilità era una città mineraria, particolarmente associata alle cave di pietra della regione (quenya ondo= pietra). A Ondosto passava l'antica Strada che collegava Armenelos e Andúnie, per portare alle città "pietrame assai pregiato per le costruzioni" (Racc. Inc.). Mi sembra superfluo aggiungere che il rappresentante del Forostar al Regio Consiglio era sempre uno di Ondosto!

IL MENELTARMA: era un'altissima montagna che sorgeva quasi al centro di Númenor, il cui nome significava "pilastro del cielo"; sulla cima si trovava un luogo consacrato a Ilúvatar (infatti il Meneltarma non finiva a punta, ma con uno spazio piatto abbastanza grande da accogliere un migliaio di persone). La base della montagna scendeva dolcemente nella pianura attorno. Ai piedi della montagna vennero costruite le tombe dei Re.

RÓMENNA: era il centro economico e commerciale più importante di Númenor, perchè da lì partivano le navi dirette alla Terra-di-Mezzo. Sorgeva nello stretto incavo tra l'Orrostar e lo Hyarrostar.

FONTI:

Il Silmarillion - Akallabêth

Racconti incompiuti
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Conte della Contea
Ramingo
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Mitico Teo!!! Hai fatto degli approfondimenti fantastici [SM=x1111079] !!!

[SM=x1111111]
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