Il problema dei 3 corpi: Attraverso continenti e decadi, cinque amici geniali fanno scoperte sconvolgenti mentre le leggi della scienza si sgretolano ed emerge una minaccia esistenziale. Vieni a parlarne su TopManga.



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Ultimo Aggiornamento: 14/09/2006 14:31
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Maeglin

Figlio di Eöl l’Elfo Scuro e Aredhel di Gondolin. Detto anche “Sguardo Tagliente” e “Lómion” (Figlio del Crepuscolo in Noldorin). Maeglin è presente nel Silmarillion, ed è in fondo un personaggio abbastanza controverso; nell’incedere della narrazione infatti oscilla sempre tra la parte che lo vuole più affine alla madre (sorella di Turgon, quindi con origini importanti e valori saldi a guidarla), ed il carattere scontroso e impulsivo del padre, l’Elfo Scuro Eöl. Soprattutto prende parte alla caduta di Gondolin, fino a diventarne l’insano artefice. Maeglin nasce nell’anno 320 della Prima Era, nel Nan Elmoth, Beleriand orientale, tra i fiumi Celon e Gelion, dall’unione di Aredhel e Eöl. Quest’ultimo, lontano parente di Thingol, trova la sua futura sposa mentre vaga per la foresta e la costringe ad abitare con lui, fino a che i due si sposano. Dalla loro unione nasce Maeglin, di aspetto in tutto e per tutto rassomigliante ai Noldor, capelli neri e sguardo fiero, possente nel corpo, ma con l’animo irrequieto del padre.

Assieme a lui intraprende nella gioventù molti viaggi che lo portano fino agli Ered Luin, in Belegost, presso i Naugrim, poiché da essi Eöl era tenuto in grande considerazione e massimo esperto nell’arte della fucina. Qui apprende moltissimo, ma il suo cuore è rivolto sempre alla madre, che lo attende a casa, poiché le è vietato uscire da Nan Elmoth. Nelle loro conversazioni il giovane Maeglin viene a conoscenza della grandezza della sua stirpe, ma soprattutto chiede di Turgon, sapendo bene che egli è senza eredi, eccezion fatta per la figlia Idril Celebrindal. Ecco che allora in lui matura la decisione di partire di nascosto al padre (che essendo uno dei Teleri odia profondamente i Noldor, ricordando la strage di Alqualonde), e presa con se Aredhel attraversa il Celon e si dirige verso Neldoreth. Infine, e con alle spalle Eöl che li insegue, i due giungono ai cancelli esterni di Gondolin (345 P.E.), e vengono condotti da Re Turgon, il quale è meravigliato nel vedere Maeglin, che egli considera al pari di un principe Noldor. Quindi lo accoglie come un figlio, deciso a farlo diventare il suo rampollo.

Dal canto suo il giovane Maeglin è meravigliato di tutto ciò che vede, la sua immaginazione viene continuamente superata dalla bellezza che lo circonda, e finisce per innamorarsi di Idril. Nel frattempo Eöl scova l’entrata per il reame Celato e, catturato, viene portato al cospetto del Re: ecco il confronto tra padre e figlio. Il primo pretende di riavere ciò che è suo, richiesta che gli viene negata, e dopo un’aspra discussione con Turgon, colto dall’ira, l’elfo scuro si impossessa di un giavellotto e lo scaglia verso il figlio per ucciderlo. Ma Aredhel gli fa scudo col corpo e , ferita ad una spalla, muore nella notte. Ecco così che Eöl viene giustiziato. Prima di essere gettato nel Caragdûr, l’abisso senza fondo, grida al figlio parole dure :”Così dunque tu abbandoni tuo padre e la tua stirpe, figlio malnato! Che qui dunque tutte le tue speranze vadano in fumo, e che tu possa morire della mia stessa morte”. Già da questo momento si scorge in Maeglin un atteggiamento ambiguo.

Di certo non vuole la morte del padre, ma nel contempo desidera divenire un grande Noldor, essere principe ed entrare a far parte della famiglia reale a tutti gli effetti. In effetti grande diventa tra gli abitanti di Gondolin, ed i suoi consigli sono ascoltati dai saggi. In più insegna la sua arte di forgiatore e scopritore di metalli alla sua gente, rendendo le armi eliche molto più efficaci.

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Maeglin II
Eccolo poi partire con re Turgon per la Nirnaeth Arnoediad, compiendo atti assai valorosi e spiccando tra gli altri per coraggio e forza. Ma già nella sua mente e nel suo animo cominciano a farsi strada sentimenti contrastanti ed esacerbanti, che comprendono il suo amore per Idril, amore che non è ricambiato. Anzi Idril non si fida di Maeglin e legge chiaramente nel suo cuore, intravedendo un conflitto interiore spasmodico.

Gli anni passano, fino alla venuta in Gondolin di Tuor, che segna inevitabilmente la fine del regno celato.Il figlio di Huor infatti resta nella città e sposa Idril, la quale di lì a poco dà alla luce Eärendil Mezz’elfo (la cui importanza nelle faccende della Terra di Mezzo è ben nota). L’odio di Maeglin cresce e l’invidia prende il sopravvento, tanto che egli parla contro Tuor, convincendo addirittura il re nel diffidarne. La stessa Idril, intuendo ciò che sarebbe avvenuto di lì a poco fa approntare una via di fuga attraverso l’Amon Gwareth. Ed ecco che si compie il fato di Gondolin: Maeglin durante un viaggio di esplorazione viene catturato da Orchi e tratto in Angband dove, piegato dalle sofferenze e dalle torture, e convinto con la promessa della signoria di Gondolin e la mano di Idril, svela a Morgoth in persona come trovare e attaccare la città.

Questo è tra i tradimenti delle cronache quello che viene considerato il più infame in assoluto. Maeglin fa ritorno alla città senza dire nulla a nessuno, e fa finta che la vita proceda come al solito. Nell’anno 511 Gondolin viene attaccata. Durante la battaglia Maeglin si impossessa di Idril ed Eärendil (allora la settimo anno di vita) e tenta di fuggire, ma viene fermato da Tuor, che lo affronta e lo sconfigge definitivamente, facendolo precipitare in un baratro, come le parole del padre avevano predetto. Maeglin sembra davvero uno dei personaggi più contorti nell’epopea tolkeniana, e il suo percorso di formazione che lo porta a tradire la sua stessa razza, il suo sangue, ci fa notare bene quei toni di chiaro scuro che Tolkien dipinge nel confronto eterno tra bene e male in tutti gli avvenimenti della TdM.
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Gwindor

Gwindor, figlio di Guilin, insieme al fratello Gelmir era uno tra i più forti e valenti elfi del Nargothrond, la grande città sotterranea fondata sulle rive del fiume Narog da Re Finrod Felagund. E in quel luogo v'era anche la sua amata, ovvero Finduilas, la splendida figlia di Orodreth, fratello di Finrod Felagund; e lei era così bella che Gwindor la chiamò Faelivrin, ovvero "il barbagliare del sole sugli Stagni d' Ivrin", e l'amore che provava nei suoi confronti era pienamente ricambiato da lei. In occasione della Dagor Bragollach, non si è a conoscenza del fatto che Gwindor fosse tra gli elfi del Nargothrond al seguito di Finrod Felagund, ma è certo che vi era suo fratello Gelmir; infatti, fu uno dei tanti Elfi che furono catturati dai servi dell 'Oscuro Signore Morgoth. E sicuramente fu per questo motivo che Gwindor, da valoroso principe qual' era, non esitò a partecipare alla Nirnaeth Arnoediad al comando di una piccola schiera di Elfi del Nargothrond, benchè lo stesso Orodreth (divenuto re del Nargothrond in seguito alla morte di Finrod Felagund) non lo avesse consentito, dato che il loro regno nascosto era stato sempre difeso con l'astuzia e con la segretezza. Così, Gwindor e i suoi assunsero l'insegna della Casa di Fingolfin e marciarono sotto gli stendardi di Fingon, re supremo dei Noldor. E, poco prima dell'inizio della grande battaglia, ecco che alcuni araldi inviati dal Capitano di Morgoth giunsero agli avamposti del Barad Eithel e provocarono gli avversari, mutilando in maniera orrenda un povero prigioniero Elfo.

E costui era proprio Gelmir, fratello di Gwindor; e il caso volle che Gwindor si trovasse proprio lì in quel momento, e alla vista di ciò non seppe più trattenersi, acceso dall'ira e dal dolore. In questo modo, Gwindor e tanti altri raggiunsero dapprima gli araldi, uccidendoli, e poi si spinsero addirittura alle porte di Angband, annientando chiunque osasse fermarli; e si dice che addirittura lo stesso Morgoth tremò sul suo trono, udendoli battere ai suoi usci. Purtroppo però, lì erano in trappola, e ben presto tutti i valorosi Elfi al seguito di Gwindor furono annientati, e l'unico ad essere risparmiato fu proprio Gwindor, che fu tratto prigioniero in Angband. Così, Gwindor fu costretto a lavorare nelle miniere del Nord per molti anni, all'ombra di Morgoth. Per fortuna, però, Gwindor riuscì a fuggire attraverso gallerie segrete che solo gli Elfi addetti alle miniere erano in grado di conoscere, e in questo modo scappò, esausto e smarrito, fino a giungere nei fitti boschi della Taur-nu-fuin. E fu proprio lì che fu trovato, giacente ai piedi di un grande albero morto, da Beleg Cúthalion, possente Elfo del Doriath che era alla ricerca dell'amico Turin, catturato dagli Orchi. Anche Beleg aveva preso parte alla Nirnaeth Arnoediad (unico esponenete del Doriath insieme a Mablung), e dato che ricordava molto bene le imprese compiute dal valorosissimo Gwindor durante la stessa battaglia, fu molto addolorato quando lo riconobbe; infatti, Gwindor ormai era solo l'ombra del grande condottiero di un tempo, ricurvo e distrutto com'era da tanti anni di prigionia.

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Gwindor II
Dopo averlo curato, Beleg continuò il suo viaggio alla ricerca di Turin, e Gwindor decise di accompagnarlo, seppure all'inzio non condividesse a pieno il suo intento. E fu così che giunsero ad un accampamento di Orchi, in vista delle cime del Thangorodrim. Giunta la notte e atteso che tutti gli Orchi si fossero addormentati, Beleg uccise tutti i Lupi di guardia con il suo arco, e con l'aiuto di Gwindor liberò Turin. Quando però lo portarono al sicuro e mentre Beleg era intento a tagliare le pastoie che impedivano Turin, ecco che la spada di Beleg ferì accidentalmente Turin e quest'ultimo, raccolta Anglachel (questo era il nome della spada donata da re Thingol del Doriath a Beleg) uccise l'amico, credendo che fosse un Orco venuto a torturarlo. Gwindor tentò di riscuotere Turin, che era distrutto dal dolore, e insieme diedero degna sepoltura a Beleg, e con lui seppellirono anche Belthronding, il suo grande arco. Anglachel però la prese Gwindor, dato che sarebbe stata più utile a uccidere i servi di Morgoth che a restare inutilizzata sotto terra. Così, Gwindor condusse Turin fino all'Eithel Ivrin, donde nasceva il fiume Narog, e qui Turin finalmente bevve l'acqua della sorgente e sciolse le sue lacrime, intonando un canto in onore di Beleg. E fu qui che Gwindor affidò a Turin Anglachel. Giunti alle rive del Narog, Gwindor e Turin furono catturati dagli Elfi e condotti nel Nargothrond come prigionieri.

Infatti, Gwindor era talmente irriconoscibile che neppure il suo popolo lo riconobbe. L'unica a riconoscerlo fu Finduilas, colei che l'aveva amato prima della Nirnaeth Arnoediad. E così fu accolto nel Nargothrond anche Turin, che però pregò l'amico di non rivelare a nessuno il suo vero nome. Da quel giorno Turin fece riforgiare Anglachel, denominandola Gurthang (Ferro di Morte) e, forte e giovane qual'era, grazie alle sue prodezze in battaglia fece in modo che nessun nemico si avvicinasse al Nargothrond, e fu così che assunse il nome di Mormegil, Spada Nera; inoltre, nel Nargothrond veniva chiamato Adanedhel, Elfo-Uomo, dato che nell'aspetto fiero e virile assomigliava molto ad un Elfo.

Ormai tutti i cuori del Nargothrond erano con lui, compreso quello di Re Orodreth e soprattutto di Finduilas, il cui amore si era ormai distolto da Gwindor e si stava sempre più accostando a Turin. Gwindor si rese conto di ciò, e così parlò a Finduilas, cercando di distoglierla da Turin, rivelandole anche il suo vero nome; quando però Turin venne a sapere l'accaduto da Finduilas, i due ebbero un'accesa discussione. Ormai nessuno teneva più in conto Gwindor, infiacchito e invecchiato com'era, e se nei primi giorni dal ritorno nel Nargathrond le tenebre di Angband erano incominciate a sbiadire, ecco che erano ritornate a incupire il suo cuore. Quando Turin prese la decisione di intraprendere guerra aperta contro Morgoth, Gwindor si oppose fortemente a tale scelta, affermando che solo quando i Valar sarebbero giunti ad aiutare gli Elfi, Morgoth sarebbe potuto essere sconfitto; inoltre, una guerra aperta avrebbe rivelato ai nemici l'esatta collocazione del Nargothrond. Naturalmente, nessuno gli diede ascolto e, seppure a malincuore, scese in battaglia insieme a Turin e Re Orodreth. E fu nei campi di Tumhalad che Gwindor cadde, ferito a morte; e a nulla valse l'intervento di Turin, che riuscì a trarlo in salvo dal luogo della battaglia. Con le ultime forze che gli restavano, Gwindor esortò Turin a dirigersi nel Nargothrond e trarre in salvo Finduilas; detto questo, spirò.
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Huan

Huan era il cane che il Valar Oromë aveva donato a Celegorm, uno dei figli di Feanor, in Valinor. Questi era un grande e possente cane, ed era molto fedele al proprio padrone: infatti, in seguito all'esilio dei Noldor, seguì Celegorm nel suo esilio. Per questo motivo, la sorte dei Noldor pesava anche su di lui, ed era scritto che Huan sarebbe andato incontro alla morte, non prima però di essersi battuto con il più grande Lupo che fosse mai esistito. Inoltre, Huan poteva parlare solo tre volte prima di morire. Così, Huan divenne il capo dei cani da lupo al seguito di Celegorm e Curufin, altro figlio di Feanor, e un giorno, mentre erano a caccia di lupi nella Piana Sorvegliata, il cane scovò la bella Lúthien, figlia di Thingol Re del Doriath, mentre fuggiva come un'ombra alla luce del giorno.

Però, per quanto fosse lesta, l'olfatto e la vista di Huan erano eccezionali, nessun incantesimo aveva effetto su di lui e inoltre non dormiva nè di giorno nè di notte. Huan allora condusse Lúthien da Celegorm e Curufin, e la fanciulla fu lieta di incontrarli, dato che erano principi Noldor e nemici di Morgoth. Celegorm però appena la vide se ne invaghì, e la portarono nel Nargothrond, dove la tradirono. Infatti, Re Finrod Felagund del Nargothrond era assente, dato che era andato con Beren nel tentativo di aiutarlo nella conquista del Silmaril, e Celegorm aveva l'intenzione di chiedere la mano di Lúthien a Re Thingol; i cuori del Nargothrond erano con i figli di Feanor, e perciò Orodreth, che regnava in vece di Finrod, non potè opporsi. Huan però, che era di cuore leale, si recava molto spesso da Lúthien, per la quale aveva provato amore dalla prima volta che l'aveva vista. E fu durante uno di questi incontri che Huan venne a sapere di Beren; e così elaborò un piano per liberare Lúthien. Una notte si recò da lei e le consegnò un mantello; poi, dopo aver parlato per la prima volta dandole consigli, la condusse fuori dal Nargothrond attraverso vie segrete e, dopo aver permesso addirittura a Lúthien di salirli in groppa come se fosse un cavallo, insieme fuggirono verso Nord.

In questo modo giunsero velocemente all'isola dei Lupi dove risiedeva Sauron e dove erano prigionieri Beren e Finrod, e qui Sauron stesso si rese conto della presenza di Lúthien e volle farla prigioniera; così inviò molti lupi a catturarla, ma Huan li sconfisse uno ad uno. Così Sauron inviò Draugluin, una terribile belva, signore dei Lupi Mannari di Angband, e nonostante il combattimento con Huan fu molto duro, alla fine il cane di Valinor ebbe la meglio. Draugluin fece giusto in tempo ad avvertire Sauron della presenza di Huan prima di spirare, e allora assunse le sembianze di un terribile lupo e affrontò Huan, risoluto ad avverare la sua profezia. Ebbe luogo uno scontro tremendo, ma Huan ebbe nuovamente la meglio e atterrò Sauron trattenendolo per la gola. Lúthien gli concesse la grazia, permettendogli di volare sotto forma di vampiro nella Taur-nu-Fuin, dove in seguito dimorò. Dopo aver liberato tutti i prigionieri e aver dato giusta sepoltura a Finrod Felagund (morto eroicamente nelle segrete per salvare Beren), Lúthien e Beren ritornarono nuovamente insieme, e vagarono per i boschi per un certo periodo; Huan invece, che era comunque rimasto fedele al suo padrone, decise di ritornare da lui, benchè l'affetto tra loro adesso fosse minore.

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Huan II
Huan continuò a seguire Celegorm anche quando fu cacciato dal Nargothrond insieme al fratello Curufin, almeno fino al giorno in cui giunsero nelle foreste del Brethil; qui si imbatterono in Beren e Lúthien, e i due fratelli tentarono di rapire la fanciulla. Beren però combattè e riuscì ad avere la meglio su Curufin, ma sarebbe comunque morto, trafitto alle spalle dalla lancia di Celegorm, se non fosse stato per Huan, che intervenne in sua difesa. Curufin allora fu spogliato delle sue armi e i due fratelli se ne andarono; ma a tradimento, Curufin cercò di colpire Lúthien con due frecce scoccate con l'arco di Celegorm. Huan riuscì a impedire che la prima freccia andasse a bersaglio, mentre Beren si occupò della seconda, sebbene a rischio della propria vita: infatti, si pose dinanzi a Lúthien e fu colpito al petto dal dardo. Huan allora inseguì i due fratelli, che fuggirono dinanzi a lui, e quando tornò da Luthien le portò delle erbe curative per Beren. Quando Beren guarì, prese la dura decisione di abbandonare Lúthien, lasciandola alla custodia di Huan, e così cavalcò verso Nord. Ma Lúthien convinse Huan a condurla sulle tracce di Beren e, consentendole ancora una volta a farle da cavalcatura, per prima cosa si diressero all'isola di Sauron per prendere le spoglie di Draugluin e del vampiro Thurinwethil, affinchè le usassero come travestimento. Una volta raggiunto Beren, Huan parlò per la seconda volta, dicendogli che lui e Lúthien ormai erano legati dallo stesso destino; e così dicendo, salutò i suoi amici e andò via.

In seguito, Huan partecipò, insieme a Re Thingol, Beleg Cúthalion, Mablung dalla Mano Pesante e Beren alla caccia al Lupo più grande e forte di tutti, ovvero Carcharoth, che aveva inghiottito il Silmaril insieme alla mano di Beren e ora era giunto nel Doriath, dilaniato dal dolore che gli provocava la gemma. I cacciatori riuscirono a raggiungere il Lupo, che si abbeverava in una valle buia sulla riva settentrionale del fiume Esgalduin, e in men che non si dica gli furono addosso. Carcharoth però, molto astutamente, si rifugiò in una selva lì vicino, e Huan, altrettanto astutamente, vi si era intrufolato per sloggiarnelo. Ma non fece in tempo ad assalirlo, che Carcharoth si era già avventato su Beren, che a sua volta si era posto dinanzi a Re Thingol per salvarlo dall'attacco del Lupo. Huan allora attaccò finalmente Carcharoth, e ingaggiò con lui una lunga e terribile battaglia, durante la quale nell'abbaiare di Huan si udiva la voce dei corni di Oromë e negli ululati di Carcharoth si udiva la malvagità di Morgoth, mentre tutt'intorno la natura veniva violentemente scossa. Alla fine, Huan riuscì a uccidere il terribile avversario, ma a costo della sua vita: infatti, era stato ferito a morte dalle zanne di Carcharoth, che erano avvelenate, e così si compì la profezia e la sua sorte. Prima di esalare il suo ultimo respiro, Huan cadde accanto a Beren e gli parlò per la terza e ultima volta, dicendogli addio. Così morì Huan, il grande cane di Valinor, il più forte e possente di tutti i cani, il flagello di tutti i Lupi al servizio dell'Oscuro Signore.
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I cinque figli di Finarfin

Finarfin, terzo figlio di Finwe, era più pacato e saggio dei suoi due fratelli, e rinunciò all'esilio volontario dei Noldor tornando ad Aman con una parte del suo popolo, dopo il fratricidio di Alqualonde (ovvero la prima strage di elfi per mano di elfi).
Ciononostante, i suoi cinque figli non seguirono il suo esempio, e decisero di avventurarsi al seguito della schiera di Fingolfin per le lande della Terra-di-Mezzo.


Finrod, il maggiore, è sicuramente il più importante dei cinque, quantomeno nelle vicende della prima era, ed è soprannominato "Il Fedele" per la sua lealtà e la sua onestà, ma soprattutto "Felagund" ossia "Costruttore di Caverne" ( nel linguaggio dei Nani ) per aver costruito la fortezza sotterranea di Nargothrond, il regno dei Noldor che vivevano ad ovest del fiume Sirion.
Finrod era grande amico dei figli di Fingolfin, specialmente di Turgon ( futuro re di Gondolin ) con cui, nei giorni del grande assedio, si recò per cacciare nel selvaggio est e venne colto da sogni profetici inviatigli da Ulmo stesso, che gli annunciavano la futura costruzione di Nargothrond ( e a Turgon quella di Gondolin ). In un'altra occasione, andando ad est sempre per lo stesso motivo, ma questa volta in compagnia di Celegorm e Curufin figli di Fëanor, lì lascio indietro e finì nella landa di Ossiriand, la terra dei sette fiumi, dove s'imbattè in alcuni uomini che dormivano: era il primo elfo del Beleriand ad incontrarli ( infatti essi avevano già avuto rapporti con gli Elfi Scuri nelle terre dell'estremo est da cui provenivano, e Felagund non era il primo elfo “in generale” che incontravano ). Gli uomini di Beor entrarono al suo servizio e lo venerarono come grande sapiente, chiamandolo Nuin ( "sapienza" nel loro idioma, appunto ) ed egli assegnò loro come feudo la terra di Ladros, sul versante settentrionale degli altipiani di Dorthonion. E proprio da un discendente di Beor, Barahir ( padre di Beren ), fu salvato durante la Dagor Bragollach e in riconoscimento di ciò donò lui il suo anello, il famoso Anello di Barahir, che sopravviverà sino alla Guerra dell'Anello e oltre sul dito di Aragorn; e inoltre giurò di prestare soccorso a qualunque parente di Barahir ne avrebbe avuto bisogno.
L'occasione si presentò quando Beren partì per la sua missione, quella cioè di strappare un Silmaril dalla corona di Morgoth: dal Nargothrond Finrod si unì alla spedizione insieme a pochi altri volontari, lasciando la corona del suo regno a suo fratello Orodreth; tuttavia la Compagnia fu avvistata da Sauron ( che all'epoca viveva nell'Isola dei Lupi Mannari, sul fiume Sirion ) e dopo un duello a suon di poemi magici, riuscì ad imprigionarli, anche se non riuscì a conoscere i loro nomi e i loro obbiettivi. Fu in quell'occasione che egli trovò la morte, dopo aver lottato a mani nude con un lupo mannaro che alla fine però riuscì a sconfiggerlo ( dato anche che il povero elfo era esausto dopo giorni di prigionia ). Finrod non ebbe figli ( "è destino che nulla del mio regno venga ereditato" ) e la sua fine fu a lungo pianta dagli elfi.

Avevamo già accennato a Orodreth parlando di Finrod, ma c'è altro da dire sul secondogenito di Finarfin. In Aman, quando i Noldor scelsero l'esilio e Finarfin cercò di calmare gli animi egli fu l'unico dei suoi figli a schierarsi dalla sua parte ( quando Finrod si schierò con Turgon, e gli altri tre fratelli con Fingon ), ma alla fine partì anche lui e, come tutta la casata di Finarfin, non combatté contro il popolo di sua madre nella battaglia di Alqualonde, e non rinunciò ad andare avanti neppure quando suo padre tornò indietro. Giunti nella Terra-di-Mezzo, dopo la costruzione di Nargothrond a Orodreth fu affidata il dominio sull'isola di Eithel Sirion e della sua torre, la seconda fortezza più importante dei figli di Finarfin, anche per la sua posizione strategica. Durante la Dagor Bragollach, però, ne fu scacciato da Sauron, signore di lupi mannari, che ne fece un luogo di orrore e tormento: Tol-in-Gaurhoth ( l'Isola dei Lupi Mannari ). Il nostro si rifugiò nel Nargothrond di cui, alla dipartita di suo fratello, prese il potere ma che a causa delle interferenze di Celegorm e Curufin non riuscì mai a mantenere stabilmente fino alla loro cacciata, dopodiché scelse di non partecipare neanche alla Nirnaeth Arnoediad, confidando nella segretezza del suo regno e non volendo marciare al fianco dei figli di Fëanor.
Dato il suo animo buono e pacato non riuscì ad avere la meglio nemmeno su Túrin, che giunse lì poco dopo e che divenne il vero leader del reame e finì per causarne la caduta. Fu durante il Sacco di Nargothrond che Orodreth trovò una morte, se non altro gloriosa, cavalcando contro le legioni di Morgoth, mentre sua figlia Finduilas Faelivrin ( innamorata di Túrin ) fu catturata dagli orchi e successivamente uccisa.

A questo punto arriviamo ad Angrod, ed a suo fratello Aegnor, signori di Dorthonion. I due non sono assolutamente gemelli ( sebbene spesso ciò venga erroneamente creduto ), ma governano insieme la Terra dei Pini come vassalli di loro fratello Finrod e con poche genti al loro seguito, data la rigidità del clima della regione, bella ma aspra. Angrod è il primo fra i Noldor ad entrare nel reame di Thingol e Melian come ambasciatore della casata di Finarfin, l'unica a cui il Re Mantogrigio concede di avventurarsi nel suo regno, data la parentela che lo lega con Eärwen, sposa di Finarfin e madre dei suoi cinque figli.Angrod racconta al re le imprese dei Noldor nel Nord, ma essendo saggio e leale decide di non menzionar affatto le iniquità dei Fëanoriani per non creare tensioni fra i Sindar ed i Noldor. La Dagor Bragollach va molto male per i figli di Finarfin, e i due fratelli trovano la morte difendendo la loro terra insieme agli uomini di Ladros, che Morgoth vesserà senza pietà sterminandoli e trasformando il Dorthonion nella desolata foresta di Taur-Nu-Fuin.

Arriviamo infine a Galadriel, la seconda principessa dei Noldor dopo Aredhel figlia di Fingolfin, e la più piccola dei figli di Finarfin, ed è l’unica a sopravvivere alla fine della Prima Era. Dopo l’arrivo dei Noldor nel Beleriand ella si stabilisce nel Doriath, il reame vigiliato, dove conosce Celeborn, consanguineo di Re Thingol, e dalla sua unione con quest’ultimo viene concepita Celebrìan ( che poi diventerà sposa di Elrond Mezz’elfo ). Dopo la Guerra d’Ira decide di rimanere nella Terra-di-Mezzo e nella Terza Era diviene regina di Lothlórien, il reame degli Elfi Silvani a sud di Bosco Atro, ed é la custodie di Nenya ( uno dei tre anelli elfici ). Dopo la Guerra dell’Anello fa ritorno nell’ovest e nulla più si sa sul suo conto.
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