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L' Apocalisse ovvero realta dei nostri giorni

Ultimo Aggiornamento: 22/11/2006 09:39
21/11/2006 20:04
 
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Giurisp79
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Tra l'altro mi pare che Il Sole 24 Ore (fonte di massimo rispetto) non minimizzi il problema precariato, anzi!

Nicoletta Cottone, 21 Novembre 2006, "LAVORO A TERMINE SEMPRE PIU' PRECARIO", il Sole 24 Ore:

Sempre più precario il lavoro a termine: lo segnala il rapporto Isfol presentato a Roma dal presidente dell’Istituto Sergio Trevisanato. La conversione dei contratti a termine in occupazione permanente è, infatti, calata di 6 punti percentuali e il rischio per i lavoratori a tempo determinato di trovarsi senza lavoro è passato dall’11,2% del 2002-2003 al 20,7% del 2004-2005. Si allunga, inoltre, di due anni il raggiungimento della stabilità occupazionale. «Il lavoro a termine - spiega il presidente Sergio Trevisanato - ha perso in parte la funzione di agevolare l’ingresso nel mercato del lavoro per i giovani». La quota dei contratti per i giovani convertiti in 12 mesi in rapporti a tempo indeterminato è scesa, infatti, dal 39 al 25%, complice la messa in mora da parte dei vertici comunitari dei contratti di formazione e lavoro e il lento avvio del nuovo contratto di apprendistato. «Le imprese - spiega Marco Centra, responsabile dell’area analisi e valutazione delle politiche del lavoro dell’Isfol - non hanno più a disposizione i contratti di formazione e lavoro che registravano oltre il 90% di assunzioni a tempo indeterminato e in molte Regioni l’apprendistato è uno strumento di avvio al lavoro inutilizzabile per mancanza della necessaria legislazione regionale». Elevata l’incidenza dell’occupazione a tempo determinato sul totale del lavoro dipendente: oltre il 45% dei nuovi occupati subordinati nel 2005 è stato inquadrato con un contratto a termine e la quota è cresciuta dal 2003 al 2005 di 3 punti percentuali.


La presentazione del rapporto è stata accompagnata dal volantinaggio dei precari dell’Isfol e dagli interventi dei sindacalisti per sottolineare che la pubblicazione del volume è stata realizzata grazie al contributo determinante di lavoratori «stabilmente precari» anche da dodici anni: all’Isfol, infatti, lavorano in tutto 569 persone, di cui solo 77 con occupazione a tempo indeterminato, 302 a tempo determinato e 190 collaboratori coordinati e continuativi che chiedono un programma di stabilizzazione con criteri trasparenti legati all’anzianità di servizio.


Altra segnalazione del rapporto l’utilizzo improprio del lavoro autonomo in funzione sostitutiva a quello subordinato è legato alla maggiore flessibilità del lavoratore e al minor costo del lavoro. «Il fenomeno - precisa il rapporto - riguarda in gran parte i giovani in ingresso nel mercato del lavoro, che vedono così allungare il percorso di stabilizzazione occupazionale con ricadute pesanti sul piano sociale e previdenziale».


Periodo di transizione, dunque, per il mercato del lavoro italiano, stretto tra gli effetti della stagnazione economica e la riforma del mercato del lavoro: aumenta l’occupazione, ma restano luci e ombre sulla qualità e la composizione dei rapporti di lavoro. Il rapporto Isfol, che segnala, comunque, nel secondo trimestre 2006 una ripresa della crescita occupazionale, con un aumento di 536mila unità degli occupati rispetto allo stesso periodo del 2005. Aumenta la percentuale di lavoro femminile (+2,9%), riprende la crescita dell’occupazione nel Sud (+2,2 per cento). Contributi positivi arrivano dall’immigrazione (+ 162mila unità) e dagli over 50 (+242.000). Il rapporto registra, inoltre, che dal 1995 al 2005 i lavoratori dipendenti a tempo determinato sono passati dai 12.739.000 ai 14.507.000, mentre quelli a tempo determinato da 1.564.000 a 2.027.000, passando da 10,9% al 12,3 per cento.

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