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Prodi: l'Unione contro il precariato

Ultimo Aggiornamento: 02/08/2006 10:23
14/03/2006 22:19
 
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Nel duello tv con Berlusconi, Prodi ha dichiarato: "Dobbiamo aumentare il costo del lavoro precario, perché alle aziende NON deve convenire assumere lavoratori precari! Non possiamo vivere in un sistema in cui all'azienda conviene assumere un lavoratore precario al posto di uno a tempo indeterminato!".
Ci crdete? Che ne pensate?
Alessandro Rimassa
15/03/2006 00:36
 
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Finalmente una proposta concreta per cominciare a cambiare le cose. O, quantomeno, a provarci...

Antonio
15/03/2006 21:15
 
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Re:

Scritto da: info@generazione1000.com 14/03/2006 22.19
Nel duello tv con Berlusconi, Prodi ha dichiarato: "Dobbiamo aumentare il costo del lavoro precario, perché alle aziende NON deve convenire assumere lavoratori precari! Non possiamo vivere in un sistema in cui all'azienda conviene assumere un lavoratore precario al posto di uno a tempo indeterminato!".
Ci crdete? Che ne pensate?
Alessandro Rimassa



Ciao, si, sono d'accordo, inutile partire da proposte stratosferiche e frasi ad affetto condite di slogan. Faranno figo, ma poi non portano a nulla

Prodi ha fatto una proposta concreta di un piccolo passo effettivamente realizzabile nell'immediato.
Chi assume una persona a progetto, deve avere davvero bisogno di quel tipo di rapporto lavorativo, non usarlo per aggirare l'assunzione seria, portando un danno alla persona nell'immediato, ma anche alla società a lungo temrine.
Mettendo il datore di lavoro nella condizione di investire sulla risorsa, si rende anche la scelta più onesta.

Però aggiungerei, bisogna diminuire anche il costo del lavoro "stabile", sennò c'è il rischio che si paralizzino le assunzioni, bisognerebbe incentivarle invece con sgravi fiscali, e non limitati all'età, è pieno di precari che passati i trent'anni finiscono a fare vendita telefonica perchè non sono inclusi nei contratti di formazione e lavoro.

Io mi sono laureata a 23 anni con il vecchio ordinamento, ora ne ho 28 e mi dicono che sono troppo vecchia per un contratto regolare, al massimo possono farmi il cocopro. Ma se m'infurio per me, vedo che è pieno di gente in condizioni peggiori. E, soprattutto, gente cheha perso la speranza.
Senza speranza la vita non va avanti, e nemmeno a nazione, prima o poi i nostri politici dovranno capirlo.

P.s. fate un salto a leggere cosa ho trovato, per il mio sito, oggi 15 marzo... una lettera così sconfortante che mi sono focalizzta sul problema e non ho notato il dove, prima ci rimuginavo e pensavo "secondo me è successo a Roma". Rileggo e mi tocca confermare. Come si dice, quì Roma a voi regia [SM=g27992]
01/04/2006 00:48
 
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Lorenzo
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Anche la Bindi
Anche Rosi Bindi ha dichiarato che la legge Biagi va cancellata!
01/04/2006 23:18
 
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D77
[Non Registrato]
La cosa brutta è che vogliono tassare ancor di più il lavoro part-time, non solo quello precario, il che costringerà le imprese a lasciare a casa molte persone (soprattutto mamme) che lavorano part-time, per avere il pomeriggio libero coi figli.
Non so davvero quanto sia producente una simile manovra... e poi tassare il lavoro precario può sì indurre a maggiori assunzioni stabili, ma anche a maggiore lavoro per chi è già assunto, in quanto dovrà sopperire ai precari che non verranno più chiamati.
Attenzione ai potenziali risvolti di una simile manovra: ricordate che le azienda faranno SEMPRE il loro interesse.
02/04/2006 13:22
 
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Le ragioni e il cambio di mentalità...
Alessandro,
vuoi stimolare l’attenzione dei poveri precari?!
Ti aiuterò in questo progetto.
Ovviamente quando Prodi - ma poteva essere un qualsiasi altro esponente politico - parla di aumentare il costo del lavoro flessibile, sa già che le aziende spendono, a parità di professionalità reclutata, molto di più quando ricorrono alla fornitura di lavoro temporaneo (escludendo il particolare caso dei CO.CO.PRO).
Quindi, la domanda che dovrebbe essere posta è un’altra: “Come mai il costo di un lavoratore “atipico” è più alto e al contempo le retribuzioni sono più basse?”
La risposta è complessa, ma esemplificando potremmo cominciare col dire che la coesistenza di più contratti fra le parti fa levitare i prezzi.
Il contratto di lavoro a tempo indeterminato “classico”, ossia quello che prevede un accordo stipulato tra lavoratore e datore di lavoro, regola unicamente le due parti, mentre nel caso di ricorso a forniture di lavoro tramite società esterne (le c.d. all’origine “società interinali”), i contratti stipulati si moltiplicano (contratto tra lavoratore e società di fornitura – contratto tra utilizzatore e fornitore – contratto tra utilizzatore e lavoratore). E' proprio nella proliferazione dei contratti che aumentano i costi e si abbassa la retribuzione per il lavoratore.
Faccio un esempio: se la società x vuole reclutare nel proprio organico un dipendente, procederà con una selezione, un colloquio e una stipula di un contratto che, ancorché essere a tempo determinato, prevede l’ingresso in organico dell'individuo selezionato con tutti gli oneri che ne derivano (tenuta della banca ore, attività di erogazione delle buste paga, attività di sostituto di imposta, ecc.).
Se la stessa società decide di acquisire personale da società esterne sostiene ugualmente tutti quei costi direttamente imputabili ad un lavoratore, ma, a fronte di una maggiorazione di costo giustificato dalla fee (margine di guadagno dell’impresa fornitrice), alleggerisce la propria gestione del personale ottenendo delle economie derivate (organici snelli e procedure più veloci che ben si adattano ai mutamenti esterni).
In questo senso dobbiamo tenere bene a mente che Marco Biagi aveva un pensiero di base, ossia creare delle opportunità di lavoro che rispondessero alla duale esigenza: da una parte, degli industriali di avere manodopera flessibile per i picchi di produzione, dall’altra, dei lavoratori non occupati di trovare impiego.
Per tagliare corto, potremmo dire che in una logica di costi benefici, le aziende reputano conveniente sostenere un costo maggiorato dal guadagno di una società di fornitura (nuovi soggetti che “guadagnano” sul lavoro degli altri…), anziché legarsi con un contratto a tempo indeterminato o appesantire i propri organici con contratti a tempo determinato.
Ora non voglio essere polemico rispetto al fatto che in Italia il lavoro flessibile sta gradualmente sostituendo quello classico, anche quando non è giustificato dallo stato di necessità (picchi di produzione), ma critico il fatto che il tessuto lavorativo industriale italiano sia sempre più "sottile".
Ma allora se la produzione scarseggia e non esistono più urgenze nei picchi di produzione perché si continua a sostenere la tesi dell’utilità del lavoro flessibile?
La risposta, ahimé, è nella domanda stessa: perché c’è una forte crisi industriale.
La legge 30 ha, come suo più diretto fine – a detta anche di esponenti politici di maggioranza che si occupano di economia – quello di abbattere il costo del lavoro per aiutare le imprese/industrie in difficoltà.
Ovviamente, poi, anche chi non aveva l’esigenza di essere aiutato ha approfittato del lavoro atipico per mettersi in regola con le assunzioni in nero portando: da una parte, una maggiore tutela di alcuni lavoratori che non ne godevano, dall’altra la legalizzazione del ricorso al lavoro ad un più basso costo.
L’idea di Prodi è proprio quella di portare il costo del lavoro “atipico” a livelli per i quali il rapporto costi/benefici risulti nullo.
Un’idea geniale nelle prospettive, ma, ahimé, miserrima nell’attuazione.
Purtroppo nel nostro paese – e lo dico da italiano convinto - siamo abituati alla logica dello sfrenato individualismo.
Logica perversa che porta in ogni momento alla considerazione che, sebbene palesemente evidente, ci si accanisca sull’uovo di oggi, e ci si disinteressi al pollo di domani.
Sulla base di questa logica aumenterebbero le “partite IVA” e nel caso estremo i lavoratori in nero.
In questo senso la colpa è del singolo, ma ancor di più dei nostri dirigenti politici che non riescono, in modo corale, a far capire che, per il futuro di questo paese è necessario chiamare tutti ad un atto di responsabilità.
Si deve puntare al sacrificio di tutti – e non solo della nostra o delle future generazioni – per sviluppare un nuovo tessuto industriale e di servizi tecnologici, ricorrendo a massicci investimenti.
Questo a mio avviso è l’unico modo per risollevare il destino di questo paese sempre più stanco, vecchio e egoista.


Marco (maipiusoli_per@yahoo.it)

[Modificato da maipiusoli 02/04/2006 20.39]

Marco (maipiusolo...)
08/07/2006 19:09
 
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Giurisp79
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CREDIBILE?
Cari milleuristi,

ecco il documento di programmazione economica presentato da Prodi e Padoa-Schioppa. Cosa ne dite? Trovate credibili le misure sull'occupazione giovanile?

www.corriere.it/Primo_Piano/Economia/2006/07_Luglio/08/dp...
02/08/2006 08:49
 
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Mah... io so solo che le leggi sul precariato (come i contratti co.co.co., l'abolizione degli uffici di collocamento, il lavoro in affitto ecc. ecc.) le hanno inaugurate proprio quelli dell'ulivo ai tempi del loro governo conclusosi nel 2001.
Che si siano ravveduti? Speriamo...
02/08/2006 09:37
 
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+ladynera+
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speriamo...perchè mi sembrano le solite buone intenzioni/slogan tutto fumo e niente arrosto.speriamo davvero.
02/08/2006 10:23
 
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stuolla
[Non Registrato]
Chi vivrà vedrà.
Sarà che sono precario da troppo tempo, sarà che non sono una persona positiva di natura, sarà che ho speso troppo tempo per lo studio e la formazione, sarà che crescere due bambini in queste condizioni è veramente pesante, sarà che ho qualcosa che non và? Comunque sia io non riesco più ad accettare contratti a termine e se lo faccio è per tirare avanti. é un sistema che ti logora, sappiatelo.
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