AFFARI ITALIANI
Martedí 20.02.2007 16:10
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Antonio Di Pietro si rimette la toga: "I ladri e i corrotti? Stanno anche a sinistra"
Antonio Di Pietro va dritto per la sua strada. La politica, in fondo, è sempre stata una propaggine del suo pensiero, affilato come una spada e poco avezzo - quando si parla di giustizia - a fare mediazioni. Sono passati 15 anni da quanto il "mariuolo" (così lo definì Craxi) Mario Chiesa venne arrestato a Milano. Il ministro ed ex magistrato del Tribunale del capoluogo lombardo Di Pietro ricorda quei tempi, senza tralasciare però di lanciare - parlando con Affari - qualche strale nel presente: "I ladri? Stanno anche a sinistra, eccome". Insomma, come al solito, quando scende in campo Di Pietro, in tanti restano di sasso.
Ministro, prima di passare all'album dei ricordi, mi dia una valutazione. C'è ancora bisogno di Mani Pulite?
"Eccome se ce ne è bisogno. E c'è bisogno pure di un bel po' di prevenzione. Visto che Tangentopoli è una malattia, un cancro che non è stato debellato, si dovrebbe fare della profilassi preventiva".
Se c'è bisogno di Mani Pulite vuol dire che ci sono ancora troppi ladri e corrotti. Anche nel centro sinistra?
"Anche nel centro sinistra. Ma... "
Ma?
"Ma non si può farne un discorso di schieramenti. C'è un problema di etica nella politica e negli affari. Quindi, quando si parla di corrotti, non si può distinguere tra centro destra e centro sinistra. Gli affaristi li vediamo tutti i giorni in entrambi gli schieramenti".
Berlusconi è stato un restauratore dopo la grande pulizia di Mani Pulite?
"Non facciamone un problema politico. Le responsabilità sono sempre dei singoli, che stanno da una parte e dall'altra".
Apriamo l'album dei ricordi. Le lacrime di Prodi sotto interrogatorio.
"Non ci sono mai state. Prodi non piangeva. E soprattutto non era interrogato, in quanto non è mai stato nè indagato nè imputato. Era una chiacchierata".
L'arresto di Mario Chiesa.
"Un arresto come un altro. Ho ricordi come qualunque arresto prima e qualunque arresto dopo. Nulla di particolare".
Le conseguenze di Mani Pulite.
"Io sapevo fin dall'inizio come sarebbe finita. Mica ho arrestato Chiesa a caso".
Il caso più appassionante di Tangentopoli.
"Io non sono mai andato avanti per passione. Contavano i fatti".
Il periodo più difficile.
"Quello dopo la fine delle indagini. Ho dovuto difendere la bontà della nostra inchiesta".
Tanti suicidi nel periodo di Mani Pulite. Se li sente sulla coscienza?
"No. Non bisogna strumentalizzare. Il suicidio è un fatto personale che va rispettato, e nei confronti del quale faccio un passo indietro. Ma non si deve strumentalizzarlo".
E' vero che ce l'aveva solo con Craxi?
"Sono più di 1000 le persone condannate. Secondo lei ce l'avevo con Craxi? Sono state scoperte tangenti per 2mila miliardi di lire. Altro che Craxi, ce ne era per tutti. Poi è vero che a tutti fa comodo buttare la colpa addosso agli altri. Tutti questi che la fanno da santoni hanno commesso reati, e hanno fatto danno agli italiani".
INES TABUSSO