LA STAMPA
4 settembre 2006
CHIUDE LA FESTA UDEUR DA MATTATORE: VANNO EVITATI GLI SCONTRI, SE REGGIAMO VEDRETE CHE L’OPPOSIZIONE EVAPORA
Mastella: io come un casco blu tra Unione e Cdl
«Che errore proporre ora la legge sul conflitto di interessi: gli abbiamo messo le dita negli occhi»
di [a.l.m.]
ROMA. Mastella Clemente, casco blu, reparto specializzato sminatori. Sarà che vuole eguagliare il suo «maestro» Giulio Andreotti (e non solo per longevità politico-parlamentare), sarà che meglio e prima degli altri sente odore di transumanza dal centrodestra verso l’area di governo, sta di fatto che il ministro della Giustizia cerca di bonificare tutti i terreni della politica. «Siamo una forza di confine e di equilibrio. L’Udeur è una forza di interposizione come quella che è andata in Libano. Il nostro ruolo non è quello di sparare a quelli che stanno dall’altra parte, ma di difendere le posizioni», ha spiegato Mastella chiudendo la Festa del Campanile a Telese dove è passato tutto il governo e mezza opposizione.
E allora, c’è il problema delle pensioni che agita i sonni della sinistra radicale e dei sindacati, ma soprattutto di milioni di italiani? Bene, sfiliamolo dalla Finanziaria e se ne discuta «serenamente e con tutti, arrivando anche a primavera». Del resto «un governo di centrosinistra che ha vinto anche grazie a loro, non può far finta che i sindacati non esistano, non può permettersi uno sciopero generale. Sarebbe un paradosso».
Nella maggioranza la sinistra radicale vuole diluire la Finanziaria in due anni e si oppone ai tagli alla spesa sociale? Hanno ragione e in ogni caso guai a tagliare i fondi al ministero di Mastella. Non sopporterà altri tagli. E Padoa-Schioppa e Prodi non ci devono nemmeno pensare a fare la Finanziaria con decreti e voti di fiducia.
Potrà sembrare un bastian contrario il Guardasigilli che in questa estate da mattatore, tra il successo dell’indulto e le nozze principesche del figlio, ha tirato fuori una serie di posizioni che di primo acchito sono sembrate eccentriche. Come quella di dire «riduciamo il contingente militare dell’Afghanistan». Facendo andare in visibilio Verdi, Rifondazione e Comunisti italiani. A Telese il democristiano l’ha spiegata così ai Prodi, D’Alema e Padoa-Schioppa: «In Parlamento siamo in debito d’ossigeno, rischiamo di finire a gambe all’aria. Allora dovremmo individuare pochi e chiari obiettivi e su questi allargare la maggioranza. Poi bisogna evitare lo scontro con i sindacati. Signori, se reggiamo il centrodestra evapora».
E invece, si lamenta ora Mastella, sono state messe «le dita negli occhi» alla Cdl con il conflitto di interessi. «E’ sbagliatissimo riproporlo ora, è intempestivo. Ma come, cerchiamo la collaborazione dell’opposizione e gli tiriamo questo schiaffo? E con quali voti passerebbe una legge del genere se pure il senatore De Gregorio, che non è d’accordo con il leader del suo partito Di Pietro, ha già detto che non la voterà». Insomma, è opportuno esasperare i rapporti, provocare il «filibustering esasperato» della Cdl. Anzi, mostrandosi dialettici, sereni e non ideologici, alla fine «alcune disponibilità arriveranno». Non lo dice espressamente, ma per disponibilità Mastella si riferisce a parlamentari che arriveranno dall’altra parte.
Mastella lo «sminatore casco blu» ora si appresta a pacificare anche i rapporti tra politica e magistratura con una riforma dell’ordinamento giudiziario. Ma sempre nella logica del non mettere le dita negli occhi agli avversari, sostiene che in fondo la riforma dell’ex Guardasigilli Castelli non è tutta da buttare nel cestino.
Lenire e accomodare, non lasciare nessuno scontento. Anche alla Rai, dove non è che si possa fare «piazza pulita» di quelli nominati dalla Cdl. «Dove li mandiamo, negli scantinati? Mimun lo mandiamo a fare la guardia al cavallo di viale Mazzini?».
INES TABUSSO