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MASTELLA: CLEMENZA/ACCORDO BIPARTISAN? + CONSULENZE ESTERNE + ISPEZIONI + ESTRADIZIONE AGENTI CIA?

Ultimo Aggiornamento: 30/06/2006 20:00
30/06/2006 20:00
 
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CORRIERE DELLA SERA
30 giugno 2006
L’ALLARME CARCERI
Amnistia e indulto, accordo bipartisan

ROMA - Alla fine è stato messo all’ordine del giorno: il 24 luglio alla Camera si discuterà di amnistia e di indulto. Lo ha deciso ieri la conferenza dei capigruppo. E Clemente Mastella, ministro della Giustizia, spera che il provvedimento passi con molta rapidità. «È un’estate che è un vero tormento di caldo per chi è fuori, figuriamoci per chi è dentro al carcere», ha commentato il ministro. E ha aggiunto: «È importante sfoltire le carceri in attesa che si rivedano leggi come la Cirielli o la Bossi-Fini: un terzo dei detenuti è extracomunitario e magari in carcere con la revisione di questa legge non ci dovrebbe stare».
Per Mastella questa amnistia è anche un omaggio a papa Giovanni Paolo II che, dice, «arrivò quasi in fin di vita a Montecitorio per chiederci questo provvedimento».
Per il leader radicale Marco Pannella è la sospensione di un digiuno che andava avanti da venticinque giorni: insieme a lui hanno digiunato altre 4.121 persone (3.341 delle quali detenuti).
«Sono diciassette anni che nel nostro Paese non viene fatto un simile provvedimento e questo quando prima ne veniva fatto uno ogni due o tre anni», fa notare Enrico Buemi, deputato della Rosa nel pugno e autore di uno dei due testi di legge che verranno elaborati in commissione. «Saranno incardinati già da martedì per cominciare subito la discussione», garantisce Pino Pisicchio, Italia dei Valori, presidente della commissione Giustizia di Montecitorio.
Ma per Gaetano Pecorella, Forza Italia, è comunque tardi: «Siamo andati già troppo avanti con il caldo e con la stagione, per lo meno per quel che riguarda l’indulto. È un provvedimento giusto ma prima di illudere i detenuti e fare una cattiveria dovremmo contare seriamente se in Palamento ci sono i voti per approvarlo».
Alessandra Arachi




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IL CAMPANILE
QUOTIDIANO DEI POPOLARI UDEUR
Segretario nazionale CLEMENTE MASTELLA
29/06/2006
MASTELLA DENUNCIA: «UFFICI ALLA PARALISI»
Il Guardasigilli attacca Castelli: «51 consulenze per 899mila euro». E su l’amnistia vede don Mazzi: «Andiamo avanti»
di Manuela D’Argenio

«Un’onerosa emorragia di denaro pubblico». E cioè, ben 51 consulenze alla corte dell’ex Guardasigilli, Roberto Castelli, per l’ammontare complessivo di 899mila 326,80 euro. Non proprio bruscolini, insomma, subito denunciati dal ministro della Giustizia, Clemente Mastella durante il secondo giorno di audizione alle commissioni Giustizia (ieri è stata la volta della Camera). Uno spreco improponibile, vista la drammatica situazione finanziaria nella quale versa tutto l’apparato giudiziario, dalle condizioni dei penitenziari al materiale necessario ai tribunali, che Mastella subito intende bandire: «Mi guarderò bene, ed altrettanto faranno i sottosegretari, dal ricorrere a consulenze esterne, se non assolutamente necessarie». Anche perché, spiega il ministro udeurrino, «gli uffici giudiziari sono ormai prossimi alla paralisi. In una normale azienda qualsiasi amministratore in queste condizioni dovrebbe portare i libri in tribunale». Dunque, un’altra, l’ennesima, inversione di rotta da predecessore a successore, che si inserisce nel quadro del blocco della riforma giudiziaria e dell’amnistia, già in intraprese dal Guardasigilli. A cominciare dal provvedimento della clemenza. Una delegazione del Comitato per l’amnistia - composta da don Antonio Mazzi, Marco Pannella (che ha deciso di sospendere per tre giorni lo sciopero della fame) e Rita Bernardini, con Stefania Tallei e Paola Morozzo della Rocca in rappresentanza della Comunità di S. Egidio – si è recata infatti ieri mattina negli uffici di via Arenula per trovare un punto di partenza. O meglio, un trampolino di lancio per intraprendere sul serio la via della clemenza. E a quanto pare, qualcosa si sta muovendo. Soddisfatto il Guardasigilli, che lancia un monito ai partiti, tutti: «Ogni parte politica, se vuole realmente giungere dopo tanti anni ad un atto di clemenza, deve rinunciare a qualcosa di proprio a vantaggio dell’obiettivo comune». Della serie: l’unione fa la forza nel rispetto della collegialità di una decisione così delicata. Anche se, aggiunge il Guardasigilli, «resta il problema di un’amnistia che non spaventi il cittadino comune. In questa direzione un aiuto alla comprensione dei problemi del mondo penitenziario può venire anche dal volontariato, dal mondo cattolico e dall’associazionismo, oltre che da media e tv».
Soddisfatti anche gli interlocutori. A partire da don Mazzi: «Usciamo più rafforzati da questo incontro», dichiara al termine della riunione. «La delegazione ha voluto ribadire al ministro la volontà di andare avanti, anche puntando ad alleanze slegate da logiche di maggioranza». Del resto, spiega meglio l’esponente del Comitato per l’amnistia,
«non potrebbe essere diversamente, vista la necessità di predisporre un testo che dovrà raggiungere la maggioranza dei due terzi del Parlamento».
Intanto, dall’altro emiciclo di Montecitorio, arriva qualche segnale di apertura. «Non c’è dubbio che si possa partire dall’amnistia per aprire un tavolo di discussione senza pregiudiziali - spiega a Rai Utile il responsabile Giustizia di Forza italia, Giuseppe Gargani - .L’atto di clemenza è un problema strumentale rispetto al funzionamento del sistema. Se ci sono leggi da modificare ne discutiamo». Insomma, un preludio al dialogo c’è. Tuttavia, avverte guardingo il sottosegretario ulivista alla Giustizia, Luigi Manconi «non siamo ancora in dirittura d’arrivo». Poiché – aggiunge - «ci sono resistenze nei due schieramenti che mettono in pericolo il raggiungimento di questo obiettivo che è un obbligo sacrosanto». E allora, il Guardasigilli, dà una strigliatina ai “dissidenti”: «La giustizia non può essere terreno di scontro tra schieramenti politici – avverte - ma, in quanto fondamento dello Stato di diritto, costituisce una funzione che va salvaguardata e potenziata attraverso un approccio di grande equilibrio e saggezza». E questo è quanto.






29/06/2006
INCHIESTA POTENZA,
ISPETTORI IN PARTENZA

Partiranno per Potenza, forse entro la settimana, gli ispettori del ministero della Giustizia incaricati dal Guardasigilli Clemente Mastella di compiere accertamenti sull’operato dei magistrati potentini. L’indagine “conoscitiva” («senza alcun intento punitivo») - come anticipato dal quotidiano “la Stampa” - prende le mosse da alcuni rilievi arrivati a Via Arenula dal pg di Potenza, Vincenzo Tufano, e dal procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso. Da verificare innanzitutto se con le sue dichiarazioni alla stampa Alberto Iannuzzi, il gip che ha firmato le ordinanze di custodia cautelare nei confronti di Vittorio Emanuele e di altri, abbia violato quanto previsto dal nuovo ordinamento giudiziario (entrato in vigore lo scorso 19 giugno) che vieta ai magistrati di parlare delle indagini in corso, pena l’avvio di un’azione disciplinare obbligatoria.




Voli Cia, Cossiga
sollecita estradizione
«Dopo l’approvazione da parte del Consiglio europeo del rapporto sulle “extraordinary renditions” da parte della Cia in Europa, nel quale anche l’Italia è accusata di «violazioni dei diritti dell’uomo» nel corso dei trasferimenti illegali con voli Cia, oltre che di “rapimenti” avvenuti in, da e attraverso il nostro Paese, «mi sembra impossibile - sottolinea - che il ministro della giustizia Clemente Mastella possa rifiutare di inoltrare al Dipartimento della Giustizia dall’Amministrazione degli Stati Uniti la richiesta di estradizione dei venti agenti della Cia che hanno sequestrato in Italia Abu Omar nel febbraio 2003».




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www.osservatoriosullalegalita.org/06/notizie/06giu3/2900inf...
Scandalo Puglia : interrogazione a Mastella su caso Dinapoli
di osservatoriosullalegalita.org

Il caso del procuratore aggiunto che ha 'esternato' sull'indagine in cui e' coinvolto l'ex governatore della Puglia ed ora parlmentare di Forza Italia Fitto e' finito ieri in parlamento.

Gli esponenti di Forza Italia Elio Vito ed Antonio Leone hanno presentato una interrogazione al ministro della giustizia Clemente Mastella sulla scorta dell'entrata in vigore delle disposizioni che danno al solo procuratore capo o a suo delegato la possibilita' di parlare con la stampa. Secondo gli interroganti, il dott. Dinapoli, in un'intervista a la Repubblica del 22 giugno 2006, si era "abbandonato ad una serie di affermazioni e giudizi in ordine ad una vicenda giudiziaria che ha coinvolto un deputato in carica pugliese, indicando persino l'esistenza di comportamenti malavitosi...".

I due affermavano che nell'intervista il magistrato avrebbe fatto riferimento alla «esistenza di un'organizzazione malavitosa paragonabile ad una cupola e ad un giro di malaffare superiore a quello dei «pizzini di Bernardo Provenzano», mostrando di nutrire - affermano gli interroganti - «pregiudizi personali e politici nei confronti dell'onorevole Fitto». Da qui la richiesta di eventuale procedimento disciplinare.

Il guardasigilli ha riportato le frasi contenute nell'articolo. In risposta ad una domanda che faceva riferimento alle posizioni dell'onorevole Fitto e di altri indagati, si legge: «Posso affermare soltanto, ma con certezza, che abbiamo trovato un modo di amministrare paragonabile ad un'organizzazione da cupola destinato a privilegiare l'interesse privato di pochi», e ad una richiesta di commentare il quadro emergente dal procedimento sulle cosiddette tangenti sulla sanità: «In Puglia, spesso, c'è molta spregiudicatezza nel commettere reati, dai concorsi universitari agli appalti. È come il gioco delle scatole cinesi; ne apri uno e subito salta fuori qualche altra cosa. Nelle intercettazioni che abbiamo disposto, i protagonisti usano un linguaggio estremamente esplicito, altro che "pizzini"».

Mastella ha detto che il procuratore della Repubblica di Bari ha delegato, in data 20 giugno, il dottor Dinapoli, ai sensi dell'articolo 5 del decreto legislativo n. 106 del 2006, a tenere una conferenza stampa con gli organi di informazione e quindi l'intervista del 22 giugno faceva parte della delega conferitagli. Il 22 il dottor Dinapoli ha rilsciato poi dichiarazione all'Ansa di Bari in cui precisa di avere svolto nell'intervista soltanto considerazioni di carattere generale e che non si riferiva ad alcuno specifico procedimento penale né ad alcuna persona in particolare, smentendo di avere utilizzato le espressioni «cupola» e «pizzini», che nell'intervista gli sono state attribuite. La procura della Repubblica ha quindi disposto di acquisire la registrazione dell'intervista.

L'on. Leone ha replicato che la smentita e' apparsa sui giornali in un momento successivo e che la Repubblica insiste sulla rispondenza delle dichiarazioni pubblicate con quelle rilasciate. Leone ha ribadito la sua richiesta di verificare se sia stata violata la disposizione riguardante l'articolo 5 dell'ordinamento giudiziario, la quale indica, per l'organizzazione della procura, l'istituzione del cosiddetto portavoce della procura che deve avere questo ruolo "per sempre, non per la singola specifica vicenda", ha sottolineato Leone.

Il comma 1 dell'articolo in realta' recita: "Il procuratore della Repubblica mantiene personalmente, ovvero tramite un magistrato dell'ufficio appositamente delegato, i rapporti con gli organi di informazione". Se l'interpretazione fosse quella dell'on. Leone, sarebbe stato il procuratore capo a mancare, attribuendo una delega per un sol caso. Ma Leone contesta anche il merito delle dichiarazioni del procuratore aggiunto, la cui rispondenza sara' verificata con la registrazione dell'intervista.






www.osservatoriosullalegalita.org/06/notizie/06giu3/2966togh...
Giustizia : Mastella , azioni disciplinari a Napoli e Belluno
di osservatoriosullalegalita.org

Il ministro della giustizia Clemente Mastella ha deciso di promuovere alcune azioni disciplinari o ispettive nei confronti di singoli magistrati o di uffici giudiziari per negligenza ed altre mancanze.

Promossa una azione disciplinare nei confronti dei giudici partenopei della quarta sezione con riferimento alla scarcerazione del pregiudicato Vincenzo Di Lauro per la "grave ed inescusabile negligenza" che ha determinato la nullità dell'ordinanza. Il Ministro ha anche disposto una inchiesta amministrativa per verificare i motivi per i quali la Procura della Repubblica di Napoli non si e' attivata tempestivamente per rimediare. Un'altra inchiesta amministrativa riguarda la scarcerazione del pregiudicato Raffaele Amato, per il quale la Procura della Repubblica di Napoli avrebbe omesso le dovute segnalazioni al Gup.

Riguardo alla vicenda di Paolo Sorprendente, gli accertamenti ispettivi voluti dal ministro non hanno invece evidenziato responsabilita' di alcun genere nella condotta di magistrati della Procura Generale della Repubblica di Napoli, mentre e' stato riscontrato "grave ed inspiegabile ritardo di circa due anni nella trasmissione degli atti alla Corte Suprema di Cassazione da parte della cancelleria della quinta sezione penale del Tribunale di Napoli", fatto che sara' oggetto di "doverosa valutazione sotto il profilo disciplinare" e anche penale, tanto che gli atti sono stati trasmessi alla Procura della Repubblica di Napoli.

Azione disciplinare anche nei confronti di due magistrati del Tribunale di Belluno per "violazione dei doveri di diligenza e laboriosità di cui all’art.1, co. 1, D.Lgs. 23 febbraio 2006, n. 109". I due non avrebbero rispettato i termini di deposito di numerosi provvedimenti giurisdizionali fra il 2000 e il 2005, provocando reiterati, gravi ed ingiustificati ritardi. I provvedimenti valutati non in linea con i normali standard lavorativi sono stati quasi 2000 e in alcuni casi e' stato riscontrato un ritardo di deposito superiore ai 10 anni.

Speciale giustizia

Speciale libera informazione

___________

NB: I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE PRELEVATI CITANDO L'AUTORE E LINKANDO
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