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DA ROMA PARTE L'OCCIDENTE EXPRESS, TRENO SPECIALE A 15 EURO, A/R: PRENOTA SUBITO IL TUO POSTO

Ultimo Aggiornamento: 22/03/2006 18:30
22/03/2006 18:30
 
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IL MESSAGGERO
22 Marzo 2006
I musulmani firmano l’appello di Pera,
www.perloccidente.it/index_2.php
ma bocciano la Bossi-Fini

ROMA - Erano una trentina i musulmani moderati, e dall’aria perfettamente integrata, che Marcello Pera ha ricevuto ieri al Senato. Look decisamente occidentale, ottima informazione sulle problematiche dell’immigrazione, diversi professionisti, qualche imprenditore, docenti, medici, rappresentanti delle rispettive comunità nazionali in Italia, accomunati tutti dal merito di aver firmato col presidente del Senato, nel terzo anniversario dell’11 settembre, il ”Manifesto contro il terrorismo e per la vita“. Si sono rivisti ieri, quando agli occhi di Pera si erano guadagnati un’altra medaglia battendo, il 7 marzo scorso, la frazione estremista della ”Consulta per l’Islam italiano“ - e cioè l’Ucoi presieduta da Nour Dachan - con l’approvazione a larga maggioranza di un documento in cui si condanna il terrorismo, si chiede ai Paesi musulmani il rispetto delle altrui religioni, si denuncia ogni predicazione contro cristiani, ebrei e occidentali, ci si pronuncia contro la discriminazione delle donne e, soprattutto, si sostiene il diritto di Israele a vivere al fianco di uno Stato palestinese. Insomma, un’impostazione di cui, nella riunione di ieri, è stato rilevato lo stretto legame che la unisce il ”Manifesto dell’Islam in Italia“ e l’”Appello per l’Occidente“ che il presidente del Senato ha lanciato il mese scorso. Pera ha sottolineato le aspre critiche andate al documento dell’Ucoi che auspicava un’entità islamica all’interno dello Stato italiano, con proprie scuole, festività e banche. I suoi interlocutori, tra cui la presidente della Confederazione delle comunità marocchine in Italia, Suad Sbai, hanno visto nell’incontro «una mano tesa per camminare insieme e combattere quel male che è comune per tutti noi: il fondamentalismo». E non hanno avuto esitazioni a sottoscrivere lo stesso appello per l’Occidente del presidente del Senato in cui si mettono in evidenza i limiti del modello multiculturalista di stampo anglosassone e il fallimento del nazionalismo laicista alla francese.
Unica discrepanza in tanta identità di vedute, il giudizio sulla Bossi-Fini, espresso più al latere che nelle ritualità della cerimonia. Per diversi partecipanti all’incontro, soprattutto se investiti di funzioni di rappresentanza di comunità di immigrati, come Joud Mahjoub, consigliere comunale aggiunto a Reggio Emilia, e Khaline Bouchaib, del consiglio regionale emiliano, la legge sull’immigrazione «è solo da buttare. Nella Bossi-Fini - affermano - è sparito il capitolo che riguarda l’integrazione. Si basa solo sulla repressione, non dà nessuna certezza di stabilità per i lavoratori immigrati, non favorisce la ”regolarità“ e dà spazio al razzismo».
M.Sta



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Incontriamoci con Marcello Pera domenica 2 aprile a Bologna, ore 11.30, Palazzo dei Congressi - Fiera.
DA ROMA PARTE L'OCCIDENTE EXPRESS, TRENO SPECIALE A 15 EURO, ANDATA E RITORNO
PRENOTA SUBITO IL TUO POSTO



L'appello ha superato le 7300 adesioni
Immigrazione, multiculturalismo, futuro dell'iniziativa "Per l'Occidente": Marcello Pera risponde ai commenti pubblicati sul sito www.marcellopera.it
Leggi:
www.marcellopera.it/diario/2006/03/19/mp-20060319/



www.perloccidente.it/sostieni_comitato.php
Abbiamo bisogno di un vostro contributo per andare avanti. Il successo dell'appello per l'Occidente è stato anche superiore alle nostre aspettative ma proprio per questo ora dobbiamo fare fronte ad ancora maggiori impegni. Come molti di voi ci chiedono, vogliamo far circolare l'appello sui giornali e sulle televisioni, vogliamo stamparlo su migliaia di volantini, organizzare pubbliche manifestazioni in giro per l'Italia, fare in modo che il maggior numero di persone possa conoscerlo e, se vorrà, sottoscriverlo.

Per far questo servono molti soldi. Se un po' dell'entusiasmo con cui avete aderito all'iniziativa lanciata da Marcello Pera si trasformerà in un aiuto concreto, siamo certi di riuscire. Ogni contributo, anche il più piccolo è importante. Non rimandate a domani, questo è il momento giusto per fare qualcosa.

Il Comitato per l'Occidente



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Infrastrutture, ricerca, innovazione: ecco le priorità per la Toscana
14 Marzo 2006
Pubblichiamo di seguito il testo integrale dell’intervista rilasciata da Marcello Pera al quotidiano “Il Giornale della Toscana”, pubblicata il 14 marzo 2006, a firma di Lucia Bigozzi.

Presidente Pera, la difesa dell’identità dell’Occidente ed il rapporto tra Occidente ed Islam è questione che lei mette al centro della sua campagna elettorale. Perché lo ritiene un tema prioritario?

«L’Occidente è in crisi. Attaccato dall’esterno dal fondamentalismo e dal terrorismo islamico, minato all’interno da una crisi morale e spirituale, incerto e diviso sulle risposte. Ci sentiamo colpevoli del nostro benessere, proviamo vergogna delle nostre tradizioni, consideriamo il terrorismo quasi come una reazione ai nostri errori. Invece il terrorismo è un’aggressione diretta alla nostra civiltà ed all’umanità intera che deve avere una risposta ferma ed univoca».

E’ possibile il dialogo tra Occidente ed Islam e secondo lei su quali basi deve essere costruito?

«Non ho dubbi che per qualsiasi tipo di dialogo il rispetto reciproco è fondamentale. Lo stesso Papa Benedetto XVI qualche giorno fa, salutando il nuovo ambasciatore del Marocco, aveva insistito su questo concetto.
C’ è da chiedersi come sia possibile invocare ad ogni momento il dialogo ed appellarsi continuamente all’Islam moderato se poi al dialogo non si chiede di essere reciproco e l’Islam moderato viene tenuto nella stessa considerazione di quello radicale».

Ma esiste un Islam moderato?

«Un Islam moderato in Italia esiste. Martedì scorso la Consulta per l’Islam Italiano si è riunita ed alla fine è stato stilato un documento in cui sono contenuti alcuni capisaldi importanti: il rifiuto della violenza e del terrorismo, la condanna della predicazione dell’odio verso cristiani, ebrei ed occidentali, la parità tra uomo e donna, il riconoscimento dello Stato d’Israele. Sottoscritto dalla maggioranza dei membri, il documento ha segnato una sconfitta per l’Unione delle Comunità e delle Organizzazioni Islamiche in Italia, che aveva invece presentato richieste di tutt’altro tenore, tra cui la censura sui libri di testo, la creazione di banche e mutui islamici e l’istituzione dell’ora di religione islamica nelle scuole. Un’impostazione, come si vede, agli antipodi di qualsiasi integrazione e che tende invece a rafforzare l’idea di un’autonoma comunità islamica all’interno dello Stato Italiano. Il multiculturalismo, insomma».

Lei è il promotore del Manifesto per l’Occidente che in pochi giorni ha già raccolto migliaia di adesioni non solo da parte di molti esponenti politici e del mondo culturale, ma anche quella di tantissimi cittadini. C’è chi dice che l’accentuazione di posizioni fortemente identitarie non aiuta l’integrazione ed il confronto con l’Islam moderato. Cosa risponde?

«E’ vero esattamente il contrario. Come si fa a dialogare con qualcuno se non sappiamo chi siamo? Il riconoscimento delle nostre radici, delle nostre tradizioni, della nostra cultura sono invece il primo passo proprio per poter dialogare, su posizioni di parità e di reciproco rispetto, con altre culture ed altre religioni».

Il cardinale Raffaele Martino si è detto favorevole all’insegnamento del Corano nelle scuole, accogliendo così la richiesta dell’UCOI (Unione Comunità ed Organizzazioni Islamiche). Cosa ne pensa?

«Il Cardinale Martino ha approvato l’idea dell’ora di religione islamica nelle scuole, e poi è tornato su una sua vecchia idea dicendo che se attendiamo la reciprocità nei paesi dove ci sono cristiani, allora ci mettiamo sullo stesso piano di quelli che negano questa possibilità, lasciando intendere che tanto vale non chiederla nemmeno la reciprocità. Eppure il rispetto reciproco è al fondamento di qualsiasi possibile dialogo. Devo rilevare però, che successivamente Martino ha precisato meglio la sua posizione, dichiarando che se la libertà religiosa è un diritto umano fondamentale, deve valere anche in quei paesi dove di fatto i cristiani, quando non sono perseguitati, vengono emarginati. Per quanto mi riguarda, non posso che ribadire che certe fughe in avanti rischiano di avere un effetto opposto a quello desiderato».

Il caso delle vignette satiriche su Maometto, le dimissioni di Calderoli, le violente manifestazioni in gran parte del mondo musulmano, i cortei dove si bruciano le bandiere americane e israeliane - compresi i cori “10, 100, 1000 Nassiriya” urlati da frange estremiste al corteo di Roma contro la guerra, promosso dalla sinistra radicale, le intimidazioni di Gheddafi nei confronti dell’Italia dopo l’assalto all’ambasciata di Bengasi. Cosa significa tutto questo? Secondo lei, è in atto uno scontro di civiltà?

«Non si tratta di uno scontro tra civiltà, ma di un attacco deliberato da parte di frange fondamentaliste al nostro modo di vivere, alla nostra cultura, alle nostre tradizioni, portato avanti in nome di concetti religiosi il più delle volte adattati ad arte alle proprie esigenze. Lo sanno bene anche quei paesi Arabi, e sono la maggioranza, che sono alleati con l’Occidente e per questo si trovano nel mirino degli integralisti.
Contro questa offensiva non ha senso, anzi è estremamente pericoloso, nascondere e negare la propria identità e peggio ancora, ipotizzare come fa molta parte della sinistra e lo stesso Prodi, un’Europa separata e quasi alternativa agli Stati Uniti».

La vittoria di Hamas in Palestina, il ruolo dell’Europa nel delicato scacchiere mediorientale. Qual è a suo giudizio, lo scenario che si sta delineando?

«Certamente il fatto che in Medio Oriente in alcuni Stati stiano prevalendo le posizioni più estremiste - oltre alla vittoria di Hamas non bisogna dimenticare quella dei falchi fondamentalisti in Iran, che propugnano la cancellazione dello Stato di Israele dalla carta geografica - non è un segnale incoraggiante. Anche in questo caso la risposta da parte dell’Occidente deve essere univoca: Europa e America devono avere un’unica linea: Hamas deve riconoscere l’esistenza di Israele e abbandonare la lotta armata, continuando al contempo le trattative di pace. Solo in questo caso gli aiuti economici da parte della comunità internazionale potranno continuare ad essere erogati».

Elezioni Politiche. Lei nella nostra regione guida la lista di FI al Senato. Quali sono le priorità per la Toscana?

«Al primo posto, certamente le infrastrutture. Da anni la nostra regione registra una carenza in questo settore che ha pochi eguali, anche perché la Regione Toscana continua a porre ostacoli strumentali ai progetti del Governo in questo campo. Basti pensare alla Lucca-Modena e all’autostrada tirrenica, che l’ostruzionismo sistematico della Regione impedisce di portare avanti, ostacolando così lo sviluppo economico.
Senza infrastrutture moderne, non c’è sviluppo, ma stagnazione e regresso. E a questo proposito vorrei sottolineare anche la necessità di puntare sull’innovazione, sulla ricerca e sull’alta formazione. Ricordo che, grazie agli sforzi del Governo e del ministro Moratti, proprio in Toscana hanno visto la luce, a Firenze e a Lucca, due scuole di alta formazione per neo laureati, che costituiscono una novità assoluta per l’Italia. Ritengo che si debba proseguire su questa strada, anche per impedire e se possibile invertire, quella “fuga di cervelli” che caratterizza il nostro Paese».

In questi anni la Regione si è distinta per un’ostinata e sistematica contrapposizione ai provvedimenti varati dal Governo Berlusconi. Si contano decine e decine di ricorsi alla Consulta. Un ostruzionismo che da più parti viene letto come un vero e proprio secessionismo. Che lettura ne dà?

«Sono i frutti della legge sul federalismo che la sinistra approvò in fretta e furia alla scadenza della passata legislatura. La conseguenza è stata l’ampliarsi a dismisura dei conflitti tra Stato e Regioni davanti alla Corte Costituzionale, fin quasi a paralizzarne i lavori. Ovvio che molte Regioni, e tra queste la Toscana eccelle, sfruttino il federalismo sbagliato del centro sinistra per cercare di paralizzare l’azione del Governo, sfruttando ogni cavillo possibile, a fini meramente strumentali».


INES TABUSSO
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